Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: lily88    11/12/2013    1 recensioni
Elicia, Glacier e Envy. Loro i protagonisti di questa storia con sfondo dicembrino ma dalle tinte fosche. Sono passati quattro anni dalla morte di Maes, eppure Envy è ancora ossessionato dalla foto in cui viene rappresentata una famiglia felice. Cosa deciderà di fare per liberarsi di questa sua mania?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Envy, Maes Hughes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ossessione (fullmetal alchemist)
OSSESSIONE



È una giornata fredda, grigia, piatta. Elicia sta camminando con passo svelto verso casa propria; non ha voglia di stare fuori un'istante più del necessario, è dicembre e il vento è forte e freddo. Ormai ha quasi dieci anni e cresce ogni giorno di più. Se suo padre potesse vederla ne sarebbe estremamente orgoglioso ma non può. Lui l'ha ucciso con un vile trucco. Lui, proprio in questo momento, sta osservando la ragazzina raggiungere il cancello della propria abitazione, oltrepassarlo, ceracare le chiavi di casa nella tasca dei pantaloni, varcare la soglia e infine richiudere la porta dietro di sè.

Elicia ogni tanto ha delle strane sensazioni ma non dice nulla alla sua mamma per non farla preoccupare. Glacier, a volte, avverte le stesse sensazioni della figlia ma da brava mamma cerca di non trasmettere le proprie paure alla bimba. Se non agisse in questo modo passerebbe la propria vita chiusa in quella bella casa a rimpiangere i bei tempi andati, quelli con Maes, giusto per intenderci. I tempi in cui erano la famiglia perfetta, quelli dove lei poteva preparargli i migliori manicaretti e ingegnarsi sempre più ai fornelli. Per dirne una. I tempi in cui nel suo giorno libero si andava sempre da qualche parte tutti insieme -lo zoo, a pattinare, a passeggiare- non aveva importanza il cosa si faceva ma lo stare loro tre insieme. Ora erano solo loro due e quindi Glacier doveva mostrarsi forte e determinata agli occhi della figlia, prendere le decisioni ed essere comprensiva allo stesso tempo. Non era affatto facile, naturalmente ed era stanca di dover ricoprire due ruoli contemporaneamente in maniera permanente.  D'altra parte l'ha promesso a sè stessa il giorno del funerale di suo marito, sarebbe stata forte e avrebbe reso fiero Maes della loro piccola. A volte, però, la paura tornava. Mustang le aveva promesso che avrebbero preso quanto prima l'assassino di suo marito, eppure dopo tanti anni non erano ancora riusciti a catturarlo. Di solito cercava di non pensarci ma era difficile mettere da parte colui che ti aveva tolto una parte fondamentale della tua vita, in fondo quell'uomo le aveva strappato il cuore, metaforicamente parlando.

Lui le stava osservando dalla finestra della palazzina di fronte. La sua visuale in quel momento era ottima per poter spiare la donna, la quale aveva un'espressione pensierosa e triste in volto. -Tsk, ancora a pensare al marito morto stecchito?- riflettè ad alta voce Envy. -Tranquilla tesoro, fra un po' lo rivedrai. Potrete passare l'eternità insieme, tutte e tre. Proprio come la schifosa famiglia felice che eravate.- L'homunculus era ossessionato dalla famiglia Hughes sin dalla sera in cui aveva ucciso l'uomo, padre di famiglia. Quella fotografia l'aveva colpito, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Perchè sorridevano in quel modo? Come si permettavano quei tre di essere così sereni e felici? Era decisamente invidioso di quella famiglia, di quei sentimenti. Pur ripugnandoli sin dal profondo di sè, non poteva fare a meno di invidiarli. Ironia della sorte, come direbbero gli stupidi umani.

Elicia stava facendo i compiti, nonostante Natale fosse vicino i maestri continuavano ad essere esigenti. -Perchè tra poco potrete poltrire per ben due settimane- ripetevano i docenti. Lei ne dubitava fortemente, se le avessero dato tutti quei compiti da fare per le vacanze non avrebbe potuto fare nient'altro che quelli! Fuori aveva cominciato a nevicare e a lei la neve piaceva tanto tanto. Aveva smesso di fare matematica per lasciare spazio alla fantasia. In questo modo, pur essendo seduta sulla sedia della sua scrivania poteva immaginare di essere al parco e di fare a palle di neve e di vincere. Vincere perchè stava giocando con il suo papà che si lasciava colpire volutamente e platealmente cascava a terra, in una montagna di neve soffice e di risate. Smise di sorridere, l'immagine evocata non era frutto della sua fantasia, quello era un ricordo. Già, un ricordo di lei a sei anni, poche settimane prima che lui morisse. Ora che era cresciuta e che della morte capiva un po' di più, non poteva non pensare all'ironia della sorte. "Chissà se il mio papà, quando è stato ucciso, è caduto nella stessa maniera buffa di come quando giocava con me?" No Elicia, no. Il tuo papà è morto dignitosamente e coraggiosamente, niente cadute plateali o risate; con sè si è portato solo tanto rammarico e un segreto troppo grande.

Envy aveva deciso che quello era il momento di colpire. Nessun piano complicato in mente, solo sete di sangue. Quelle due insulse creature avevano vissuto quattro anni a piangersi addosso e a soffrire. Ora che la donna cominciava a rifarsi una vita era giunto il momento di dare il colpo finale a ciò che era rimasto di quella famiglia nella foto. Foto che aveva conservato e che ora stringeva nel palmo della mano. L'avrebbe riconsegnata alle legittime proprietarie. Si era vestito con cura. Pantalone di velluto a coste marrone, scarpe comode dello stesso colore e un maglione blu notte da cui usciva il colletto di una camicia azzurra. Infine aveva indossato un cappotto di lana marrone scuro. Si sentiva scomodo in quegli abiti ma gli servivano per calarsi nel personaggio. In fondo ora lui era Maes Hughes. Forse sarebbe bastato farsi vedere con queste fattezze dalla moglie per farle venire un infarto. Sperò di no. Aveva voglia di divertirsi. Le sette di sera, quale orario migliore per un omicidio plurimo? Nessuno. Stava suonando il campanello, l'adrenalina cominciava a salirgli in corpo mentre sentiva i passi di Glacier avvicinarsi per aprire.

Non può essere.
Non può essere, si ripete nella testa Glacier.

Sbigottita, confusa, forse sotto schock. Non un infarto ma quasi. Envy non deve fare nessun tipo di forza per farla spostare, entrare anche lui in casa e richiudere la porta. La donna è talmente frastornata che impiega almeno mezzo minuto prima di provare a parlare. Non che riesca a dire chissà che cosa, in ogni caso.
-Maes...? Sei...Maes?- Envy, con le fattezze di Hughes le sorride. Ciò che lei vede non è però il sorriso che conosce e che non ha scordato, le sembra più un ghigno, che sul viso del suo Maes stona in maniera incredibile. Poi lo sente parlare. La sua voce. La voce che non sente da quattro anni, calda e armoniosa, profonda. In un secondo momento afferra anche il senso delle sue parole e inorridisce.
-No, tesoro, non sono Maes. Sono il suo assassino.- Lui si gusta l'effetto delle proprie parole, vede il terrore nei suoi begli occhi e la testa che automaticamente si volge verso l'interno della casa, dove c'è sua figlia. Vorrebbe proteggerla ma come fare? Envy le legge in faccia la disperazione e l'ansia per Elicia. Decide che ne ha abbastanza di tutti quei buoni sentimenti, le spezza il collo di netto. Glacier non emette nemmeno un suono, non un pensiero coerente prima della morte. Cade silenziosamente a terra, con dignità esattamente come Maes. Lui posa la foto a terra, vicino al corpo esanime e lo oltrepassa.

-Ora tocca a te, piccola.- sussurra Envy. La trova in camera, girata di spalle, non si è accorta di niente immersa com'è nei propri pensieri. Le parla e Elicia sussulta mentre si gira, spaventata. Quello è il suo papà. Ma se il suo papà è morto non può essere qui, in questo mondo. Deve stare in cielo e proteggerla da lassù, questo deve fare il suo papà morto.
-Chi sei?- Perspicace la piccola. -Il tuo papà, non mi riconosci forse più, amore mio?- Non era convinta, glielo poteva leggere in volto. Poco importava che non fosse riuscito a fregarla tra poco l'avrebbe uccisa. -Il mio papà è morto. I morti non possono tornare in vita. Chi sei?-
-Sai una cosa? Hai ragione, piccola. Non sono il tuo papà.- Si era trasformato, ora aveva ripreso le sue solite sembianze e fissava la sua preda. -Tranquilla piccola, non ti farà tanto male.- La uccise nello stesso modo della madre, spezzandole il collo di netto. Elicia non cadde perchè Envy la adagiò a terra, con deferenza, come fosse un oggetto prezioso.

Nonostante avesse appena eliminato il resto della famiglia di quel soldato non si sentiva affatto meglio. Non era contento o felice, era vuoto. Si domandò distrattamente quale sarebbe stata la sua prossima ossessione e quanto sarebbe durata. Perennemente insoddisfatto, perenemmente invidioso del genere umano.





Ultima nota 1: Rieccomi qui, nel primo fandom in cui ho pubblicato la mia prima storia, sembra una vita fa. Invece si tratta solo di qualche anno.
Ultima nota 2: Non saprei...io volevo scrivere qualcosa di diverso su Elicia e famiglia ed è nata questa storia(?).
Ultima nota 3: Qualsiasi cosa ne pensiate fatemelo sapere tramite una recensione.

Lily.
































  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: lily88