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Autore: ivi87    11/12/2013    11 recensioni
Seguito di "Un amore Splendido" -
Dal cap. 1
...Non l’avresti mai creduto ma ti stai abituando al nuovo appartamento.
Ai mobili più bassi e concavi per permetterti di arrivare alle cose e manovrare allo stesso tempo la carrozzina.
Al grande forno che però si apre di lato come il microonde.
Ai ripiani dai bordi sagomati per evitare ogni tipo di spigolo.
Alle piccole rampe, rivestite dello stesso parquet del pavimento, che collegano le varie stanze.
Alla tua nuova vita vista dall’altezza di 80 cm.
Abbastanza basso per te. Abbastanza alto per Castle...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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#Rick

 

 

Giri da una buona mezzora nei reparti del supermercato.

Lì è tutto in francese, tedesco o italiano.

Non fai in tempo a memorizzare la disposizione dei prodotti che già li hanno spostati.

Perché diamine non hai studiato il francese come seconda lingua, a scuola?

“Excusez-moi ...où...” lo stai dicendo bene? “...où est le chocolat...noir?”

Ci hai dovuto pensare un bel po’ prima di fermare un addetto e nemmeno sei tanto convinto di averlo detto correttamente.

“Suivez-moi, s’il vous plaît” ti risponde, incamminandosi.

Ok, immagini che devi seguirlo.

Pochi passi e nel reparto accanto ti indica uno scaffale con tutta la cioccolata che potresti mai desiderare.

Ma non è per te che la stai cercando.

È la preferita di Kate.

100% fondente, naturalmente.

Come faccia a mandarla giù, lo sa solo lei.

Soddisfatto la metti nel carrello e ti dirigi alla cassa.

Non che una tavoletta amara possa cambiare le cose, ma quella settimana è stata particolarmente dura per lei.

Ma chi vuoi prendere in giro.

Sono venti le settimane particolarmente dure per lei.

E cinque mesi estenuanti per te.

Da quando l’hai ritrovata, non passa giorno senza che tu ringrazi Dio o chi per lui per avervi fatti incontrare, quel giorno, in quel caffè.

Dopo aver sprecato tanto tempo ad odiarla, ora la ami ogni giorno di più.

Ami la sua forza.

L’amavi anche prima. È sempre stata forte. Tosta.

Ma è un tipo di forza differente quella che ti ha mostrato da quando state insieme.

Quella che suo padre avrebbe voluto vedere ma che non era stato in grado di infonderle.

Poi sei tornato dal tuo tour e lei sembrava rinata.

Avete passato momenti meravigliosi insieme.

Tante risate.

Qualche lacrima qua e là.

A volte per il troppo ridere. Altre per il suo senso di colpa per non averti detto quello che le era capitato ed il tuo per averla completamente tagliata fuori dalla tua vita.

E poi è arrivata la svolta.

Parlando con vari medici e dottori di fama mondiale hai scovato questa clinica svizzera.

Non ti è importato nulla del costo dell’operazione.

Avete fatto le valige e siete partiti.

Voi due soli. Così ha voluto Kate.

“Così se l’operazione non avrà buon fine, ce ne torneremo a casa e basta. Senza tanti piagnistei” ti ha detto.

Ed ora siete ancora lì in Svizzera, dopo cinque lunghi mesi di fisioterapie e massaggi.

Secondo i medici l’operazione è riuscita perfettamente e anche tu ne sei convinto.

Non sei una di quelle persone che incolpa i medici se qualcosa va storto.

Inoltre sai benissimo che l’unica che può cambiare le cose, che deve volerlo veramente, è Kate.

Giorno dopo giorno l’hai vista abbattersi.

Avvilirsi.

Scoraggiarsi.

Con saltuari picchi di entusiasmo ed impazienza.

Vorrebbe alzarsi e camminare subito, anziché attendere i naturali ritmi di ripresa del suo corpo.

E come si accorge di non riuscire, crolla dandosi per vinta.

Prendendosela con tutti.

Anche con te.

Tu incassi e non le dai peso.

Perché sai che sta male e non ha che te con cui sfogarsi. 

Perché la ami e nemmeno immagini cosa si deve provare a stare su una sedia a rotelle.

E perché lei è l’unica che può salvarsi. O distruggersi.

Ma non ci vuoi nemmeno pensare.

Lei è Kate Beckett!

Mentre arrivi alla porta di casa ti arriva un messaggio di tua figlia.

Ha superato un altro esame nonostante non si sentisse molto preparata.

È stata a trovarvi da poco e temeva di non aver dedicato abbastanza tempo allo studio.

Le rispondi e poi entri in casa, lasciando un attimo le borse della spesa fuori dalla porta.

Posi le chiavi e il telefono e cerchi con lo sguardo Kate.

L’appartamento è tutto sullo stesso piano perciò ti basta un’occhiata per vedere che non è né in soggiorno, né in cucina.

Ti addentri per vedere se sta bene. Lo sai che se la sa cavare da sola ma non puoi fare a meno di preoccuparti per lei.

Senti un tonfo pesante e dei gemiti che ti allarmano immediatamente.

Corri verso la stanza che usate per la fisioterapia e ti blocchi sulla porta.

Kate è riversa a terra in mezzo alle parallele.

Serra i pugni attorno al materassino mentre cerca di respirare in attesa che il dolore svanisca.

Ogni fibra del tuo corpo vorrebbe soccorrerla.

Prenderla in braccio e sommergerla di coccole.

Le prime volte che ignorava Noël e obbligava il suo corpo a strafare, correvi in ginocchio ai suoi piedi.

Ma la cosa la faceva solo arrabbiare di più.

Sottolineavi il suo fallimento e la delusione si faceva largo nel suo sguardo.

Ti sei imposto tempo fa di non risollevarla più, fisicamente almeno.

Come si fa con i bambini che imparano a camminare la prima volta.

Devono cadere per imparare a rialzarsi e devono farlo senza l’aiuto dei genitori.

Con il nodo in gola ti allontani ed esci dalla porta.

Fai un paio di giri della casa per darle tempo di ricomporsi.

Sbirci da una finestra.

È in sala ora.

Afferri la spesa e con il migliore dei tuoi sorrisi rientri in casa.

“Scusa il ritardo” le dici, posando tutto sul tavolo della cucina.

Nel momento in cui i vostri occhi si incrociano, lei si irrigidisce immediatamente.

Come se ti bastasse un’occhiata per scoprire quello che è appena successo.

Le sorridi.

Continui a parlare.

“Faccio ancora fatica con il francese e di provare con il tedesco non se ne parla proprio!”.

Lei accenna un debole sorriso “L’italiano?” ti chiede.

“Pasta, pizza, caffè, latte. Questo è il mio massimo, per ora”.

Sistemi la spesa e la raggiungi in salotto.

“Ti ho portato una cosa”.

Kate guarda la tavoletta.

La fissa senza afferrarla.

Capisci di aver sbagliato a mostrargliela ora.

La conosci bene, in questo momento sente di non meritarsi nulla.

“Sono stanca...scusami” gira veloce le ruote “Mi metto a letto”.

Ormai manovra da esperta quella carrozzina.

In pochi secondi è sparita dalla tua vista.

Getti la tavoletta sul divano e ti lasci cadere sui cuscini.

Volevi solo tirarla un po’ su di morale.

Così come vorresti solo sdraiarti accanto a lei e stringerla forte.

Amarla.

Ma sai che non te lo permetterebbe.

Non te lo permette più dal giorno dell’operazione.              

 

 

 

 

Ivi’s Corner:

 

Cosa ne dite del punto di vista di Rick?

I nostri eroi attraversano un brutto momento.

Aria di crisi? O solo il primo dei tanti ostacoli che le coppie si ritrovano ad affrontare?

Come sempre, mai che si parlassero chiaro sti due, eh?! :-P

 

Buona serata e buon proseguimento di settimana :-*

 

Ivi87

 

   
 
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