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Autore: Piccina91    12/12/2013    2 recensioni
Un cuore è destinato a legarsi con un altro cuore. Un'anima è destinata a legarsi con un'altra anima.
Nella vita tutti sogniamo un amore unico, che ci consuma, che ci fa piangere, che ci fa ridere, che ci fa VIVERE.
La vita di Elena verrà sconvolta dall'entrata in scena di Roberto, un ragazzo che a tutto pensa tranne che all'amore.
Il cuore della nostra protagonista è ferito dagli ultimi avvenimenti, riuscirà lui a guarirlo o lo calpesterà definitivamente?
Dal testo: Due persone che camminano ognuno per la propria strada che, a volte, si fermano insieme ad un punto. Ma la fermata non può durare per sempre, solo per qualche minuto. Poi ripartiamo verso due direzioni diverse senza sapere quale sarà la prossima volta in cui ci fermeremo insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Non ero mai arrivata in ritardo a scuola ma quel lunedì sarebbe successo. Come si dice? C’è sempre una prima volta per tutto! Chiusi bruscamente la porta di casa e corsi a scuola. Federica mi aveva aspettato per un bel po’ ma poi ci aveva rinunciato. Non avevo sentito la sveglia, troppo presa dal sogno che stavo facendo. Il protagonista, che purtroppo era Roberto, era sdraiato sul mio letto completamente nudo con l’intento di sedurmi. Come avrei fatto adesso a guardarlo negli occhi se lo avessi incontrato? Comunque, sogno erotico a parte, mia sorella si era anche chiusa per mezzora in bagno. Era furiosa con me perché la mamma le aveva proibito di uscire per una settimana intera. Così imparava a parlar male di me! Dovevo riconoscere però che, se non fosse stato per lei, Roberto non si sarebbe mai accorto della mia esistenza. Quindi diciamo che forse un giorno avrei potuto perdonarla. Non appena vidi l’edificio, rallentai e ripresi fiato. L’orologio sul mio polso segnava ormai le otto e trenta e non c’era altra soluzione se non quella di entrare a seconda ora. Mi sedetti sulla panchina accanto all’ingresso e presi il libro di italiano per ripassare. La mia amorevole professoressa  mi avrebbe sicuramente interrogato, dopo aver pensato che ero arrivata apposta in ritardo. Nessuna poteva fregarmi!

<<  Guarda guarda, chi si rivede  >>

Quella voce, la sua voce mi fece rabbrividire. Non lo vedevo dal piscina party di venerdì e per due giorni avevo  pensato e ripensato al momento in cui l’avrei rivisto . Per non parlare del sogno della sera prima, che peggiorava le cose. Alzai lo sguardo su di lui dopo interminabili secondi.
<<  Che vuoi ancora?  >>
<<  Sei sempre così scontrosa. Volevo solo sapere come stai  >>
<<  Sto benissimo. Tu cosa ci fai qui?  >>
<<  Io entro quasi sempre a seconda ora, per evitare le interrogazioni  >>
<<  C’era da aspettarselo, lo studio è l’ultimo dei tuoi pensieri  >>
<<  Questo è vero  >> disse sedendosi accanto a me

Si avvicinò pericolosamente al mio collo e annusò il mio profumo. Scattai subito in piedi portandomi involontariamente la mano dove lui aveva appoggiato le sue labbra. Sorrise notando il mio gesto e io arrossii istintivamente. Era l’unica persona che mi mettesse in soggezione, l’unico che mi facesse scoppiare il cuore quando si avvicinava troppo.
<<  Ma che fai? Smettila di fare così. Fra me e te non ci sarà mai niente!  >> gridai incrociando le braccia
<<   Perché? Non ti piaccio come gli altri?  >> rispose a tono affiancandomi

Doveva smetterla con questa storia. E l’unica soluzione era dirgli che non era vero niente di quello che aveva saputo da suo fratello. Alzai lo sguardo, pronta a parlare, e incrociai i suoi occhi troppo vicini ai miei. Le sue labbra ad un passo dalle mie. Cazzo, mi stava per baciare! E io? Avrei ricambiato? La campanella mi fece sobbalzare e mi spostai di colpo. La sua bocca si adagiò sulla mia guancia e io mi allontanai.
<<  Devo andare in classe!  >> risposi prendendo la borsa e varcando l’ingresso

Lo lasciai lì impalato con la consapevolezza di essere stato respinto ancora una volta. Bussai alla porta della mia classe ed entrai. La professoressa mi scrutò bene prima di farmi cenno di avvicinarmi alla cattedra.
<<  Turati, io riconosco i furbi come lei. Si accomodi per l’interrogazione insieme ai suoi compagni. Appena finisco con Lamberti, passo subito a lei  >>
<<  Veramente non volevo saltare l’interrogazione, ma semplicemente la sveglia non ha suonato. Ma mi interroghi lo stesso, così potrò dimostrarle che ho studiato  >>
Annuì impassibile e tornò a porre domande al mio povero compagno. Uno a zero per me, cara professoressa. Mi interrogò qualche minuto dopo, rivolgendomi le domande più difficili. La spiazzai quando risposi a tutto. Alla fine mi mise un sei e mezzo, giusto per non darmi soddisfazione. Quel giorno a pranzo, arrivai per prima al nostro solito tavolo.  Mentre mi accomodavo, in lontananza vidi Roberto. Speravo vivamente che fosse tornato ad ignorarmi, visto che non sarei riuscita più a trattenermi dal baciarlo. Mi sorrise malizioso e sorprendendomi si sedette accanto  a me.

<<  Ciao Elena  >> disse a pochi centimetri dal mio viso
<<  Non molli facilmente la presa! >>
<<  Io adoro le sfide e ho capito che fai la preziosa perché l’attesa aumenta il piacere  >>
<<  Tu capisci solo quello che vuoi capire ..  >>
<<  Non sapevo che voi due foste amici  >>

La voce di Davide ci distrasse dalla nostra conversazione e Roberto tornò in posizione eretta. Ero proprio curiosa di sentire la sua spiegazione. Cosa gli avrebbe detto? Che mi stava togliendo una ciglia dall’occhio?
<<  Ciao Davide  >> gli sorrisi
Lui prese posto sulla sedia accanto e così adesso mi ritrovavo tra due fuochi. Mi diede un piccolo bacio a fior di labbra e guardò il suo amico in attesa di una risposta. Roberto sembrava impietrito.
<<  Ho pensato di fare amicizia con la ragazza del mio amico  >> disse poi riprendendosi
Ragazza? Questa era la degna punizione per chi cerca di far ingelosire quello che le piace! Davide sorrise e cominciò a mangiare. Arrivarono anche Federica, Alessio e Stefano.

<<  Elena, possiamo parlarti un attimo?  >> mi sussurrò Alessio all’orecchio indicando Federica
<<  Si, certo  >>  risposi allarmata e li seguii
<<  Elena, dove state andando?  >> domandò Davide fermandomi per un braccio
<<  Arriviamo subito! >>
Roberto ci guardò perplesso mentre Stefano si unì a noi. Cosa dovevano dirmi quei tre? Mi spaventai un po’ quando mi accerchiarono non appena misi piedi fuori dalla porta di servizio.
<<  Ele, oggi Alessio ha sentito delle voci a scuola sul tuo conto .. >> iniziò Federica
<<  Cazzo, Roberto ha sparso la voce!  >>
<<  E’ vero quello che si dice di te?  >> mi chiese Stefano
<<  No e voi dovreste saperlo. Sono delle bugie! >>
<<  Ve l’avevo detto ragazzi che erano cazzate  >> mi difese la mia amica
<<  Perché allora Roberto le racconta in giro?  >> domandò Alessio
<<  Lily mi ha fatto uno scherzo, ha detto al fratello di Roberto tutte queste fesserie per farmi arrabbiare. Sapete che non andiamo molto d’accordo e crede di essere spiritosa..  >>
<<  Ma che stronza  >> commentò Stefano
<<  Puoi dirlo forte!  >>
<<  Elena, ti posso assicurare che quei pochi ragazzi che lo sanno non lo diranno in giro. Tutti dimenticheranno questa storia nel giro di qualche giorno. Torniamo dagli altri adesso  >>

Alessio cercava di consolarmi ma invano. Ero sicura che presto tutti sarebbero venuti a conoscenza delle frottole inventate da mia sorella e io a quel punto non avrei avuto più il coraggio di mettere piede a  scuola. Rientrai in mensa seguita dai miei amici e mi diressi al tavolo. Durante il tragitto, mi si parò davanti la mia compagna di classe Ilenia. Sorrise malefica e si portò una mano sul fianco.
<<  Ecco la troietta della scuola! Chi si aspettava tutto questo da una faccia d’angelo  >>
Tutti i ragazzi della mensa smisero di mangiare e si girarono verso di noi. Gli occhi iniziarono a pungermi ma una forza sconosciuta le ricacciò indietro. Come si permetteva quell’oca giuliva di darmi della troia? Avrei voluto picchiarla per farla smettere di sorridere in quel modo ma decisi di controbattere a parole.
<<  Ilenia, levati dalle palle e torna a fare la civetta  >> risposi per poi andarmene
<<  Vai di fretta? Qualcuno ti sta aspettando per un servizietto in bagno?  >> gridò

Abbassai lo sguardo imbarazzata e uscii dalla mensa. In sottofondo sentii la voce di Federica che riempiva di insulti Ilenia. Perché non avevo reagito? Perché non le avevo tirato un pugno? Mi ero comportata da codarda. Mio padre mi aveva sempre insegnato a combattere, a non mollare mai e io me l’ero filata senza rispondere. La verità era che quelle parole mi avevano ferita e umiliata. Perché Ilenia mi aveva sputtanato in quel modo? Io non le avevo fatto niente!
<<  Elena!  >> mi fermò Roberto in corridoio
<<  Sei uno stronzo!  >> gridai tra le lacrime
<<  Non pensavo che l’avrebbe detto a tutti  >>
<<  Fanculo! Lasciami da sola!  >>

Lasciai la scuola fra le lacrime e mi diressi nell’unico posto che mi avrebbe fatta sentire meglio. Mi sedetti sull’erba e iniziai a raccontare a mio padre ciò che era successo. Mi sfogai con lui, o meglio con la sua tomba, e piansi ininterrottamente per mezzora. Qualcuno prese posto al mio fianco e mi stupii nel vedere mia sorella Lily. Mi guardò dispiaciuta e mi appoggiò una mano sulla spalla.
<<  Elena, mi dispiace. Federica mi ha raccontato tutto. Io volevo solo farti uno scherzo, non sapevo che quello stronzo di Roberto lo avrebbe rivelato all’intera scuola  >>
<<  Perché l’hai fatto?  >>
<<  Non lo so nemmeno io.  Il nostro rapporto, già a malapena esistente, è andato in frantumi da quando è morto papà. Pensi di essere l’unica a sentire la sua mancanza quando io non faccio altro che pensare a lui. Ti ricordi come ho saputo della sua morte? Ero in vacanza studio in Inghilterra e la telefonata della mamma è stata come una doccia fredda. Prima di partire, io e papà avevamo litigato. Le ultime parole che gli ho detto sono state: passerò un’estate migliore senza vederti. Sono stata male per questo e mi sono chiusa in me stessa. Ognuno esprime il dolore a modo proprio. Tu hai sempre pensato che a me non importasse niente della sua morte ma non è così. Sei sempre stata la sua preferita e forse pensi di avere il diritto di soffrire più di me. Mi manca ogni giorno, ogni ora..  >> confessò piangendo

Quelle parole mi sconvolsero. Lily non mi aveva mai detto queste cose, si era tenuta dentro questo dolore per due mesi senza farmi partecipe. La abbracciai forte per tirarla su di morale. Io volevo bene a mia sorella, l’avrei protetta a costo della mia vita. Solo che è difficile dimostrare di voler bene ad una persona, soprattutto in famiglia quando si danno molte cose per scontate. Tutto questo però non la giustificava: mi aveva dipinto come una ragazza facile quando io non lo ero affatto.
<<  Lily, da oggi in poi, smettiamola di farci la guerra!  >> proposi
<< Perdonami per quello che ho fatto, non succederà più >> disse abbracciandomi ancora
<<  Ti perdono >> risposi

E non ero diventata buona all’improvviso: avevo guardato la foto di mio padre. Non volevo dargli una delusione, non volevo che la famiglia si sgretolasse a causa mia. Per il resto, ci avrei pensato dopo. Adesso, abbracciare mia sorella e dimostrarle che era importante per me, erano le uniche cose che contavano davvero.
 
 
 
 

Ciao ragazzi!
Rieccomi qui con il sesto capitolo. Roberto non ama sentirsi rifiutato e rivela a tutta la scuola quello che sa sul conto di Elena. Poverina, insultata davanti a tutti da quell'odiosa oca! Lei giustamente ci rimane male e scappa dalla scuola. Da notare il gran bene che le vogliono Federica, Alessio e Stefano che la avvertono prima di quello che succederà. Alla fine c'è il chiarimento con la sorella che mi sembrava doveroso. Non sarà di certo tutto rose e fiori tra loro due ma le cose sono nettamente migliorate. Spero che vi sia piaciuto! Ringrazio le persone che mi seguono *_* vi adoro e l'adorabile ragazza che mi ha lasciato una recensione LU :* Spero di ricevere altri pareri XD Alla prossima!
 
 
  
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