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Autore: telesette    12/12/2013    1 recensioni
Tre anni fa, all'epoca delle mie prime fanfiction su NARUTO, quattro coppie restavano allora particolarmente care alla mia mente.
Eccovi dunque qui di seguito ben quattro simpatiche scenette in tema, quattro situazioni più o meno romantiche, che vanno a riproporre proprio quelle coppie con le quali tutto è cominciato... e continuerà nel tempo:
- Shika/Tema "
- Naru/Hina
- Ino/Choji
- Neji/Ten
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Choji Akimichi, Ino Yamanaka | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quattro coppiette natalizie
( immagini tratte da internet )

Una proposta "ghiacciata"

 

- Direi che così è piuttosto somigliante - commentò Shikamaru, sistemando quattro grandi foglie ingiallite al suo pupazzo di neve, sottolineando così il suo sarcasmo nei confronti di Temari lì accanto. - Se solo non fosse muta, per mia fortuna, direi che è la copia perfetta di una certa "seccatura" di mia conoscenza...
- Molto divertente, Crybaby, davvero molto divertente - rispose l'ambasciatrice di Suna, raccogliendo elegantemente la provocazione dell'altro. - Anche questo che sto facendo io mostra una certa somiglianza con qualcuno, eccetto un particolare che, forse con un po' di frutta...

Così dicendo, Temari allungò una mano verso uno dei cesti natalizi pieni zeppi di leccornie di vario genere. Una volta afferrato un grosso e appetitoso ananasso, confrontando la forma delle foglie con la ridicola acconciatura dell'amico Nara, costei lo infilò sulla testa del proprio pupazzo di neve con un sorriso beffardo.

- Voilà - mormorò lei trionfante. - Se è vero che la frutta fa bene al cervello, forse che questo pupazzo non si dimostri un po' più intelligente della sua controparte originale!

Shikamaru incassò la frecciata con una smorfia.

- Mi piacerebbe tanto sapere CHI ha avuto l'idea di indìre una gara per pupazzi di neve, specie con una guerra-ninja alle porte; non deve starci tanto con la testa, secondo me!
- Per una volta, sono d'accordo - fece eco Temari, aggiustando la verde sciarpina di lana attorno al collo del suo "Shikamaru-di-neve". - D'altra parte, ormai, lo sanno tutti che l'autore di questa fanfiction è solo un mentecatto con una faccia da fesso... poverino, bisogna aver pazienza!
- Della serie: "scrivono porci e cani, ma è telesette che fa storie da cani"...
- Già - concluse lei. - Piuttosto, dimmi, ti sembra dritto questo ciuffo d'ananas?
- Più o meno quanto sono dritte queste quattro foglie secche - osservò l'altro. - Non che i tuoi capelli siano granché, intendiamoci, ma diciamo che può andare!
- Oh grazie, MAESTRO - cinguettò Temari con evidente sarcasmo. - Non so come avrei fatto, senza i suoi preziosi consigli...
- Prego, non c'è di che - rispose Shikamaru con noncuranza, finendo di collocare il piccolo ventaglio alla sua "Temari-di-ghiaccio".

Malgrado le frecciatine pungenti e velenose, degne di una guerra fredda almeno quanto il clima, le due bianche sculture tondeggianti parevano ispirare tuttaltro tipo di sentimento. Con il carbone al posto degli occhi e del naso, e delle sottili incisioni a lama per dare ad ognuno espressioni sorridenti, quelle due candide riproduzioni di Temari e Shikamaru facevano proprio una gran bella e deliziosa figura.
Pur non possedendo il dono della parola, erano infatti molto più aperti e sinceri dei due litigoni che li avevano appena costruiti. Evidentemente nessuno di loro si era accorto di quanta dolcezza trasparìva da quelle morbide e paffute rotondità, segno che entrambi ci avevano messo il cuore per dargli forma, e forse il merito era proprio della neve... sufficientemente gelida da "raffreddare" i loro bollenti spiriti.
All'inizio sia Shikamaru che Temari pensavano di farsi dispetto l'un l'altra, un modo come un altro per punzecchiarsi a vicenda, e tutto ciò senza colpo ferire. Invece adesso, davanti al risultato ottenuto, non potevano certo ignorare quanto quei due pupazzi rispecchiassero sin troppo chiaramente i veri pensieri dell'uno nei confronti dell'altra e viceversa.
Temari girò lo sguardo, evitando di guardare l'altro negli occhi, non senza un lieve rossore di imbarazzo attorno alle gote.
Shikamaru d'altro canto, cacciandosi nervosamente la mano in tasca, si ritrovò a rigirarsi un piccolo oggetto tondo fra le dita... ossìa l'anello che, dietro suggerimento di suo padre Shikaku, da mesi attendeva di regalare alla sua adorabile scocciatura bionda.
Forse il momento non era precisamente dei più romantici ( tipo il classico inchino al ristorante, al termine di una graziosa cenetta al lume di candela ), ma proprio per questo Shikamaru decise di buttarla lì, con la delicatezza e la sensibilità di un abominevole uomo delle nevi.

- Toh, prendi - sussurrò il giovane Nara, sbattendole praticamente l'anello sul muso. - Non è autentico, ovviamente, l'ho fatto fare su imitazione per diciannove ryo! Sai com'è: la guerra, la crisi economica, il contratto con Kishimoto, le tasse... Insomma, hai capito, è un momentaccio!

Se Temari non si fosse ritrovata completamente spiazzata, dal gesto in sé più che dalla cafonàggine oltremodo assurda dell'altro, senza dubbio quell'anello ( finto o autentico che fosse! ) avrebbe inteso infilarglielo in un posto che logicamente NON si può dire, per rispetto del rating cui questa storia è abbinata.
Fatto sta che, passato il primo momento di stupore, la bionda fanciulla realizzò immediatamente che non poteva aspettarsi una dichiarazione diversa da quell'ottuso capoccione di Shikamaru Nara. Per lui, infatti, il concetto di "romantico" suonava più o meno come: "massì, togliamoci il pensiero, via"...
Ad ogni modo, Temari prese l'anello-patacca dalle sue dita, con un'espressione a metà tra il divertimento e l'imbarazzo.

- Devo prenderla come una dichiarazione vera e propria, Crybaby?
- Bah - sbuffò l'altro in risposta. - Contenta tu!

Temari sorrise.
E sullo sfondo di quella "dichiarazione", non molto romantica in effetti, solo i due pupazzi di neve parevano leggermente arrossiti.

FINE

***

Da una nevicata... un sogno!

La neve era giunta piuttosto in anticipo...
Hinata era rimasta sola a dondolarsi su una vecchia altalena malconcia, in un vecchio campo-giochi abbandonato, e sospirava assai tristemente su come la guerra fosse ormai alle porte.
Probabilmente quella era l'ultima neve che i suoi occhi vedevano. Una bianca e soffice coltre delicata laddòve, in mezzo al campo di battaglia, ben presto si sarebbe tinta di rosso. Un inverno molto triste quello, dove il vento gelido della notte pareva portare con sé l'imminente quiete prima della bufera vera e propria.
Ma non era tanto il freddo del corpo, quanto piuttosto quello del cuore, a metterle addosso quella spiacevole sensazione di vuoto. Hinata era consapevole che, di lì a poco, lei e Naruto sarebbero stati assegnati ai loro nuovi rispettivi incarichi; divisi e separati, in mezzo al destino incerto e di fronte alla triste prospettiva di non fare mai più ritorno a casa, la giovane Hyuga disperava di avere ancora occasione per parlare con lui dei propri sentimenti.

- L'inverno porterà via tutto con sé - mormorò Hinata, col capo chino verso il bianco mantello ondulato tuttattorno ai suoi piedi. - La guerra è un po' come questa neve: capace di soffocare e nascondere ogni cosa, sotto uno spesso manto bianco, e tutto ciò che rimane è silenzio... il silenzio del nulla!

Mentre stava rimuginando su questi tristi pensieri, una mano forte e gentile sulla sua spalla la fece improvvisamente sussultare.

- Tutto bene, Hina-Chan? - domandò Naruto, sedendosi accanto a lei sull'altalena accanto alla sua.

Hinata ovviamente arrossì ma, per non svenire come al solito, si limitò ad annuìre evitando di guardarlo direttamente negli occhi. Naruto sorrise, mentre i candidi fiocchi cotonati continuavano a scendere piano sopra le loro teste, e mormorò qualcosa fissando il cielo con occhi pieni di speranza.

- Avremo altri inverni come questo, nel nostro villaggio!
- Eh?

Hinata parve stupita, tuttavia l'altro proseguì impertèrrito.

- Lo so che è sciocco fare discorsi del genere, specie con una guerra alle porte, ma mi piace pensarlo: mi piace convincermi che il futuro ci serba ancora qualcosa, oltre a ciò che perdiamo, e che questa neve è un dono "anticipato" per gli inverni che devono ancora venire...
- Na... Naruto-Kun!
- Ti faccio una promessa, Hinata - disse lui con un'espressione gentile sul volto. - Non appena tutto questo sarà finito, e io e te torneremo a casa sani e salvi assieme agli altri, ti offrirò una scodella gigantesca di ramen da Teuchi... il più buono del mondo!

Hinata esitò.
La semplicità e la gioia di vivere di Naruto passavano attraverso quelle piccole cose: un cielo innevato, qualcosa di saporito e caldo da mangiare e ovviamente la buona compagnia. Dalle sue parole, era implicito che Naruto ritenesse Hinata una compagna a lui molto cara, anche senza bisogno di dirglielo apertamente.
Per Hinata, l'affetto del ragazzo era più di quanto potesse anche solo sperare.
Quasi senza accorgersene Hinata adagiò piano la testa sulla spalla del biondo genin, nonostante il cuore le battesse forte dall'emozione, e la presenza di Naruto accanto a sé era un calore piacevole e troppo intenso per svegliarsi. Hinata chiuse gli occhi, sperando in silenzio di restare così per sempre.
E intanto la neve continuava a scendere, sfiorando i due ragazzi con morbidi fiocchi gelati di varie dimensioni, diffondendo attorno tutta la magia propria di un sogno... un dolce e bellissimo sogno sotto la neve!

FINE

***

Tutto il mio amore per te

Ino era molto stanca quella sera.
Il suo lavoro in negozio la stava prendendo assai più del solito, specie in quel periodo di festività e di regali, con i clienti che arrivavano a frotte per acquistare dai più comuni mazzolini alle più costose composizioni floreali di stagione. Anche l'addestramento ninja e i turni di servizio in ospedale cominciavano a farsi sentire, a giudicare dall'espressione perennemente assonnata sul volto.

- Ciao Ino - esclamò Choji dalla strada, vedendola seduta su una panchina adiacente.
- ...'Ao - rispose Ino, cercando invano di reprimere uno sbadiglio.
- Qualcosa che non va? Hai una faccia...
- Perché non provi tu ad incartare ed infiocchettare fiori tutto un pomeriggio ?!?

L'Akimichi si sfregò la guancia col dito, rabbrividendo solo al pensiero.

- Posso sedermi ?

Ino annuì.

- Nessuna missione può essere peggio di questo strazio - brontolò Ino, stiracchiando le braccia sopra la testa.
- Eh, ti capisco - mormorò Choji, traendo fuori dalla tasca un sacchetto delle sue inseparabili patatine fritte e offrendone all'amica. - Ne vuoi una?
- Grazie - sorrise lei riconoscente, assaporando una gialla piccola sfoglia croccante. - L'olio fritto sarebbe "micidiale" per la mia dieta ma... pazienza!
- Massì, stai benissimo - osservò Choji, ingurgitando una manciata di patatine tutte assieme. - Anzi, stai pure meglio, con quell'espressione assonnata!
- Dài, non prendermi in giro - scattò lei, mollandogli un leggerissimo pugno contro la spalla.
- No, sul serio!

Silenzio.
Il sole stava ormai scomparendo dietro la linea dell'orizzonte, e già la luna si stagliava visibile nel pallido cielo rosato del tramonto. Gli uccelli stavano facendo ritorno verso i propri nidi, emettendo alte grida, con un forte battito di ali che riecheggiava ovunque.
Choji sentiva sempre uno strano pizzicorino al petto, ogniqualvolta vedeva Ino sospirare verso l'alto, specie quando non c'era l'amico Shikamaru a spezzare la tensione con qualche suo commento annoiato. Quando Ino si lasciava andare, con quella luce sognante negli occhi, era veramente difficile non rimanere affascinati da lei.
Era bellissima!
Coi lunghi capelli color grano, gli occhi di un blu intenso e profondo, la figura snella ed esile del suo fisico slanciato; quello di Ino era un fascino naturale, senza alcuna traccia di volgarità, e Choji lo percepiva al pari di molti altri ragazzi.
Si conoscevano sin da bambini, e sin da bambini erano sempre andati d'accordo. La loro era un'amicizia salda, di quelle nate per durare, ma già da un po' di tempo il robusto rampollo del clan Akimichi si era accorto di provare qualcosa di assai più intimo e profondo per la sua dolce ed affascinante compagna.
All'inizio pensava che fosse solo uno smarrimento passeggero, una cotta momentanea destinata a scomparire. Non era difficile immaginare quanti ragazzi di Konoha potessero essere attratti da Ino, in quanto lei stessa era consapevole della propria avvenenza, e Choji andava ripetendosi più volte che non doveva farsi illusioni pericolose su un'amica come lei.
Tuttavia durante lo scontro col micidiale Kakuzu, nel quale entrambi avevano rischiato di perdere la vita, Choji aveva avvertito molto chiaramente una specie di scintilla elettrica tra loro. Erano arrossiti entrambi, forse perché il modo in cui Choji si era esposto per difenderla poteva essere fraintendibile.
Difficile poterlo stabilire con certezza.
Fatto sta che, da allora, Choji si era fatto molto più protettivo nei confronti di Ino.
Non solo per il fatto che era una sua compagna, e che comunque le voleva un gran bene, ma proprio l'idea di vegliare su di lei e proteggerla pareva avergli fatto dimenticare che Ino era una kunoichi... e dunque, almeno in linea teorica, più che perfettamente in grado di badare a sé stessa.
In compenso però, domandandosi più volte quali potessero essere le cause della sua apprensione, Choji tornava sempre alla stessa identica soluzione: cioé che quella stranissima sensazione dentro al petto, in realtà, non fosse altro che puro e semplice "amore"...
Il problema era scoprire se Ino provava o meno lo stesso per lui.
Anni fa, quando lei e Sakura erano in guerra per Sasuke, Choji non avrebbe avuto la benché minima speranza con lei. Ora invece, da che questi si era unito alla squadra di Naruto e Sakura, Ino sembrava più che attratta dai modi singolari del giovane ed enigmatico Sai.
Forse Choji doveva semplicemente mettersi l'animo in pace, e accettare che Ino non sarebbe mai stata più di un'amica per lui... una buona amica, senza alcun dubbio, ma niente più di questo appunto.

- Mhm ?!? - fece Ino, notando improvvisamente il modo in cui Choji la stava guardando. - Che c'è?
- Come... No, niente - rispose l'altro, distogliendo lo sguardo e grattandosi la nuca con imbarazzo. - E' che, quando ti metti a fissare il cielo con quello sguardo, sì insomma... il tuo volto si illumina più del solito!

Ino arrossì vistosamente, allorché Choji temette di essersi lasciato sfuggire qualcosa di troppo.

- Scusami, forse ti ho messa in imbarazzo, non volevo...
- No no, figurati, e che non mi aspettavo questo genere di osservazione... Sono solo stupita, ecco tutto!

Silenzio.
Entrambi si misero a fissare il vuoto, mani sulle ginocchia e sguardi tesissimi, percependo ognuno una sensazione molto diversa dal solito. Prima d'ora, Ino non aveva mai ricevuto un complimento così sincero ed autentico ( men che meno da Choji che, assieme a Shikamaru, era quasi come un fratello per lei ). Dal tono schietto e limpido con cui lo aveva detto, oltre che a pensarlo sul serio, Choji doveva nutrire un'attrazione più che evidente nei suoi confronti... e questo era perlopiù imbarazzante, detto da un amico d'infanzia come lui.

- Choji - sussurrò Ino, tradendo una forte nota di emozione nella voce. - Lo... Lo pensi veramente?
- Beh, io...
- Per favore, sii sincero - tagliò corto lei. - E' importante e, se non si tratta di una bugia, ci terrei a saperlo!
- Non... Non è una bugia - ammise Choji, stringendosi ancor più saldamente la stoffa dei pantaloni con tutte e due le mani. - Tu mi piaci molto, sul serio, forse... forse addirittura troppo!

Decisamente non era possibile fraintendere.
Ino fece per alzarsi ma, temendo che avesse intenzione di scappare via, Choji la trattenne piano per il polso. Ormai non poteva più rimangiarsi ciò che aveva appena detto, e neppure intendeva farlo in effetti, ma non poteva certo pretendere che Ino fosse in grado di accettare né tantomeno "ricambiare" i suoi veri sentimenti per lei.

- Ino, mi dispiace - esclamò. - Non... Non volevo dirtelo così brutalmente, cerca di capire: non è facile tenersi dentro una cosa del genere e, allo stesso tempo, fingere che non sia quello che è!
- Choji, ti prego - gemette Ino, quasi piangendo. - Io... ti voglio molto bene, sei un ragazzo dolcissimo ma...
- Va tutto bene - provò a tranquillizzarla lui, cingendole appena la vita e le spalle. - Lo capisco perfettamente: non mi aspetto certo che tu provi il mio stesso tipo di sentimento, e non devi preoccuparti di ferirmi con la verità; lo so, avrei dovuto dirtelo prima, ho sbagliato... Ma il punto è che io non sto dicendo di amarti perché tu dica lo stesso, bensì perché è quello che sento veramente!
- Oh, Choji...

Gli occhi di Ino si riempirono di lacrime, tanto era commossa.
L'Akimichi alzò dunque la mano sinistra verso la luna piena e, espandendo l'arto con la tecnica segreta del suo clan, le dita parevano racchiudere il pallido disco luccicante nella sua interezza.

- Quello che provo per te è tanto, troppo grande, così grande che non basta neppure questa mano per contenerlo; non l'ho scelto io, è successo, non ci posso fare niente; e se per te non è abbastanza, qualunque cosa tu decida, puoi star certa che lo accetterò... Ti amo, non potrei mai farti dire una cosa che non vuoi, ed è questo il mio amore per te!

In quel momento, Ino comprese.
L'amore di Choji non era semplice infatuazione, bensì qualcosa di autentico e meraviglioso. Ino non era mai stata così certa dei propri sentimenti, come invece lo era stato lui nell'aprirle il suo cuore, e di fatto non poteva escludere di provare anche lei qualcosa... solo che non sapeva con esattezza COSA, era troppo confusa per capirlo al momento, per questo non sapeva cosa rispondere.

- Choji, io non posso, non me la sento di risponderti così su due piedi... lo capisci, vero?
- Certo che lo capisco - sorrise lui comprensivo. - Prenditi tutto il tempo che ti occorre, te l'ho detto!
- Ma tu saresti capace di aspettarmi, anche se mi ci volesse troppo tempo?
- Io ti aspetterò sempre, per tutta la vita, se necessario!

FINE

***

Occhi come la neve

Tenten aveva atteso con ansia l'arrivo dell'inverno.
Il Villaggio della Foglia aveva perso tutte le foglie, nel cedere il posto alla stagione fredda, e tuttavia il suo fascino risiedeva ora nel candido manto che tutto avvolgeva con silenzio e purezza. Mentre pensava a questo, sorridendo beatamente col naso per aria, d'un tratto si imbatté per caso nel suo amico Neji.
Lo Hyuga era fermo ed immobile, gli occhi perlàcei fissi verso il cielo, e l'espressione assente.
Subito Tenten pensò di stuzzicarlo un poco, magari giungendogli di soppiatto dietro le spalle, e avere così l'occasione di rinfacciargli almeno UNA pericolosa disattenzione nella sua rinomata visuale a 360°.

- Cucu-séttete - esclamò, coprendogli gli occhi con le mani guantate. - Indovina chi sono?
- Ciao Tenten - mormorò l'altro atono.
- Uffa, così non vale però, non c'è gusto a farti uno scherzo... Col Byakugan, indovini subito!

Neji aggrottò le sopracciglia.

- Non mi serve il Byakugan, per capire quando sei tu - sottolineò. - Piuttosto, a cosa devo questa tua buffonata?
- E lo chiedi a me? L'autore della fanfiction è telesette, prenditela con lui...
- Figuriamoci - tagliò corto Neji. - Tonto com'è, qualunque cosa gli si dica, è fiato sprecato!

Tenten non riuscì a reprimere una risatina divertita.

- Ti vedo piuttosto assorto - commentò lei. - Qualcosa che non va?

Silenzio.
Lo sguardo di Neji era davvero imperscrutabile, un po' come lo spesso manto bianco dopo una nevicata, e dai suoi occhi difficilmente trasparivano sentimenti o emozioni di qualsivoglia genere.

- Sei preoccupato?
- Il cielo è completamente grigio - osservò il giovane. - Come se le nuvole stessero cercando di portarselo via... Non è un buon presagio!
- Che sciocchezze - brontolò Tenten. - Il cielo è sempre al suo posto, blu e limpido anche dietro le nuvole!
- Non intendevo questo...
- Mh ?!?
- E' solo che... Non ne sono sicuro, ma ho come l'impressione che sia una specie di "avvertimento", è tutto molto strano!
- Per me, ti stai facendo suggestionare un po' troppo - tagliò corto Tenten, prendendolo per il braccio e schioccandogli un bacio affettuoso sulla guancia. - Piuttosto, che ne dici di andare a berci assieme qualcosa di caldo?

Neji esitò un momento, prima di annuire leggermente col capo, dopodiché fece segno a Tenten di andare avanti verso la caffetterìa di Konoha. La kunoichi scattò allegramente, meditando a come fare per costringere l'altro a pagare il conto di entrambi, mentre lui sostò ancora un momento sotto quel cupo cielo ricoperto da spesse nubi grigiastre.

- Che cosa significa? - disse lui sottovoce. - E' vero che sono sempre stato molto fatalista ma, se questo cielo non ha nulla a che vedere con presagi e roba del genere, perché ho questo brivido gelido nelle ossa?

Come in risposta alla sua domanda, Neji vide che la neve ricominciava a cadere fitta.
Non era una nevicata spessa e pesante, bensì piuttosto una specie di requiem invernale: "come una candida coltre di neve soffice, da un cielo tuttaltro che sereno, che col suo gelido dono mira a nascondere il suo veleno"...
Fu in quel momento che Neji cominciò forse ad intuire qualcosa, circa il destino che lo attendeva.

- Allora Neji, che fai, non vieni ?!?

Per quanto gli era dato sapere, ai suoi occhi, quella poteva benissimo essere l'ultima nevicata.
L'ombra di una guerra si profilava all'orizzonte, un conflitto sanguinoso dove tutto poteva succedere, e forse il cielo intendeva rammentargli proprio questo.
Mentre si accingeva a raggiungere Tenten, Neji non poté fare a meno di borbottare qualcosa tra sé. La kunoichi si strinse a lui, felice e spensierata come sempre, tuttavia i bianchi occhi del ragazzo non avevano alcuna serenità.

- Tenten...
- Sì ?
- Stavo pensando... No niente, lascia perdere!
- Lo sai che sei proprio strano oggi, neanche dovessi andare ad un funerale...

E intanto la neve continuava a cadere sempre più fitta, quasi preannunciasse l'arrivo di una ben nota signora armata di falce, e tutto intorno a Konoha era silenzio e pace.

FINE

   
 
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