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Autore: Dart of Pleasure    12/12/2013    2 recensioni
Fanfiction ambientata all'inizio della terza stagione. E se Alejandro Goya fosse stato assassinato in Italia, sotto gli occhi di un'osservatrice involontaria? E se questa ragazza, inserita nel programma protezione testimoni, scoprisse che anche il più duro dei cuori può sciogliersi al calore natalizio?
Gli amori più grandi, tuttavia, sono sempre un po' insani. Anche se nati sotto il vischio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Casey, Chuck, Nuovo personaggio, Sarah
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Non è ancora uscita dal bagno?- chiese Chuck preoccupato.

-No, i medici dicono che è una reazione post-traumatica.- rispose Sarah, scuotendo la testa, amareggiata.- Povera piccola, presa dal panico ha dovuto fingere di voler andare a letto con lui. Per una spia è del tutto normale ma lei..è solo una bambina.

-Già..beh, anche io pur essendo una spia vomiterei l'anima dopo un'esperienza del genere.- commentò Chuck, pensieroso.

-E ha dovuto vivere quest'incubo solo per degli stupidi ladri. Per una stupida rapina a mano armata. Niente a che vedere con l'assassinio di Goya.

Casey osservava il via vai degli agenti governativi con distacco.

Era sconvolto. Sebbene all'esterno apparisse freddo e immobile come la pietra, dentro sentiva divampare le fiamme dell'inferno. Sentiva cose dentro sé che lo disgustavano oltre ogni dire. E non era la paura provata a disgustarlo, da quando conosceva Bartowski aveva imparato a convivere con la paura che un suo caro si facesse del male. Era quella strana, ossessionante, eccitazione che aveva sentito mentre Sabrina si strusciava contro il ladro, a terrorizzarlo.

Aveva provato invidia e ammirazione per quell'essere che era sembrato capace di suscitare in lei la lussuria, anche mentre lo aveva pestato a sangue.

Certo, aveva provato anche una forte delusione vedendo che quell'agnellino poteva sporcarsi con un idiota qualunque.

Si sentiva inoltre in colpa, perché la ragazza era stata costretta a quella pantomima per salvare la vita ad entrambi, e adesso era in bagno senza riuscire a stare in piedi.

Sapeva che lei, poco prima, stava solo fingendo ma non riusciva più a considerarla allo stesso modo. Era fottutamente eccitante. Non la vedeva più come una candida bambina, eppure quel sentimento di tenerezza non svaniva.

No, quell'istinto di protezione sembrava convivere perfettamente con quella voglia di dominio.

E tutto questo per il colonnello John Casey era semplicemente ributtante.

Aveva avuto molte donne nella sua vita, ma ogni storia poteva durare al più due notti. Ed erano sempre state donne esperte e consapevoli che lo avevano invitato a trascorrere una notte di piacere. Mai aveva desiderato far del male ad una di loro, anzi.

Ed adesso si sentiva eccitato dopo il quasi stupro di una diciannovenne.

Non si era mai disprezzato così tanto.

-Forse sarebbe meglio che, almeno per stanotte, dormissi con lei- concluse Sarah, dopo una lunga discussione con Chuck.

-Potete usare la mia camera, ammesso che riusciremo a tirarla fuori dal bagno.- suggerì il ragazzo, bussando cautamente alla porta della toilette.

La ragazza uscì dal bagno, con un espressione tetra.

-Che..che ne dici se per stasera dormiamo nella camera di Chuck?- chiese la bionda.

Sabrina si limitò ad annuire con un movimento del capo.

-Dai su, andiamo.- disse Sarah, passandogli un braccio attorno le spalle.

Chuck, intanto, osservava Casey e, appena le due ragazze se andarono, gli disse:

-Amico, non puoi sentirti in colpa per quello che è successo. Quell'uomo le puntava una pistola alla testa.

-Lo so.- rispose l'altro asciutto.

-Certo che, davvero, è una ragazza sfortunata. Un ladro da quattro soldi entra in camera sua e, anziché derubarla, cerca di..abusare-pronunciò questa parola con profondo disgusto-..di lei.

Dopo un momento di silenzio, Casey disse:

-Forse sarebbe meglio che la ragazza soggiornasse presso te o dall'agente Walker.

-No, Casey! Non devi fartene una colpa è stato solo un incidente! O, almeno, nessuno avrebbe potuto fare qualcosa.

Casey non ripose. Non poteva certo dirgli i suoi pensieri.


A casa di Chuck, nel frattempo, Sarah cercava di consolare la ragazza, la quale aveva una strana espressione seria, determinata.

-Puoi sfogarti se vuoi..è..è comprensibile che tu voglia piangere- le disse Sarah.

-Non voglio piangere. Sono stanca di piangere. Stop. E' successo, punto.

La bionda la guardò perplessa.

-Sono solo arrabbiata perché ho rischiato di dover far sesso con un uomo disgustoso, senza averlo mai fatto prima di..di mia spontanea volontà.-disse, sforzandosi.

-Non hai mai..?- chiese Sarah, titubante.

-No. Perché l'unica persona con cui vorrei..- si sforzò di andare fino in fondo.- vorrei..cioè l'unico uomo che mi ha ricordato di avere delle esigenze..oh, insomma. E' Casey.

Sarah sgranò gli occhi.

-Cosa? Ma lui è..tu non puoi..

-Sì lo so. Lui è il colonnello e io nessuno.- disse Sabrina, con rabbia.

-No, volevo dire..come puoi esserti infatuata di John?

-Non credo che la mia sia solo un'infatuazione. Da subito ho provato una forte attrazione per lui..- divenne rossa ricordando che al primo incontro non era nemmeno riuscita a salutarlo col bacio.

-Credimi..non..non può essere! Sarai rimasta abbagliata dall'idea dell'uomo forte e rude. Ma tu sei solo..una bambina.- cercò di spiegarle dolcemente, Sarah.

-Non esattamente. Si smette di essere bambini quando si vivono situazioni del genere. E sì, so di essere un'ingenua. Ma non voglio più sprecare tempo. Sarei potuta morire, stavo per essere violentata.- e con sguardo determinato e disperato.-Le occasioni vanno colte al volo.

Sarah restò in silenzio. Sì, conosceva quello sguardo. Era lo stesso che aveva visto nello specchio quando aveva deciso di proporre la fuga a Chuck.

A lei era andata male, e, probabilmente, sarebbe andata male anche alla ragazza. Perché, benché riconoscesse che lei fosse davvero speciale, dubitava che Casey avrebbe ceduto ad un qualsiasi sentimento, soprattutto con un testimone da proteggere. No, Casey non avrebbe commesso il suo stesso errore, non dopo aver visto il suo fallimento.

-Promettimi che non dirai nulla di ciò che ho detto.

Sarah la guardò negli occhi, le strinse le mani e rispose:

-Prometto.



Passarono i giorni. Mancavano solo sei giorni a natale.

Sabrina sembrava aver dimenticato l'accaduto e trascorreva le giornate con Chuck e Morgan a ridere e fumare, o con Sarah a parlare delle loro vite.

La ragazza sembrava aver sviluppato un profondo rispetto, oltre che affetto, per Sarah. Dopo quella tragica notte non parlarono più di Casey, il quale, dal canto suo, aveva evitato in ogni modo di restare solo con la ragazza.

Quella sera, tuttavia, Chuck e Sarah dovevano svolgere una missione in Belgio mentre il colonnello doveva sorvegliare il testimone: questi erano gli ordini della Beckman.

Ebbene, stasera non potrà ignorarmi, pensò Sabrina.

Il pomeriggio si chiuse in casa e preparò un super cena, con tanto di vino e candele. Scelse un vestito che le aveva regalato Sarah e attese pazientemente che l'uomo rientrasse in casa.

Quando Casey inserì le chiavi nella serratura, per poco non si andò a nascondere ma decise di restare.

-A-aspetti qualcuno?- chiese Casey, sorpreso.

-N-no..Ho pensato che ti meritassi una serata di relax.- ormai era in gioco e, per la miseria, doveva giocare.

L'uomo aggrottò le sopracciglia, meditando in cuor suo la fuga.

-Non ce n'era bisogno..

-Oh sì, invece..e poi è solo una cena, di cosa hai paura?- provocò lei.

-Io sono il colonnello, non ho mai paura.- rispose lui, fissandola con aria cattiva.

-Bene, siediti.- invitò lei, cercando di mantenere il controllo.

Si sedettero a tavola e cominciarono a mangiare in silenzio, fissandosi.

Quando lei gli riempì il sesto bicchiere di vino, lui chiese:

-Stai forse cercando di ubriacarmi?

-No..- cazzo mi ha scoperto, pensò lei trattenendo una risata.- Penso solo che ti aiuti a rilassarti. Allora..

-C'è qualcuno alla porta- disse Casey un secondo prima che qualcuno bussasse.

L'uomo mise mano alla pistola e chiese da dietro l'uscio:

-Chi è?

-Sono io, Morgan!

Casey grugnì ed aprì la porta:

-Che vuoi?

-Ecco, Casey n-non arrabbiarti v-volevo sapere se Sabrina era in casa.

Casey lo fulminò con lo sguardo ma, anche se combattuto, lo fece entrare.

-Ciao Morgan, tutto bene?- chiese Sabrina, sorpresa.

-No!- rispose Morgan, con tono solenne.-Non va tutto bene. Sono venuto qui per dirti c-che..che..che sono pronto a darti la mia casa e il mio nome! Non picchiarmi Casey ti prego!-urlò chiudendosi a riccio.

Furioso l'uomo lo prese per il colletto e lo sbatté fuori.

Sabrina era, a dir poco, scioccata sia per la proposta, che per la reazione di Casey. Ma poi pensò la copertura.

-Fermo zio..- si avvicinò a Morgan.- Ascoltami..tutto questo è commuovente, davvero. E io ti voglio bene, Morgan, ma purtroppo sono innamorata di un altro.

-Chi? Lo ucciderò!- disse Morgan, esaltato.

Sabrina lo baciò. Fu un contatto tenero, dolce, che esprimeva l'affetto della ragazza. Morgan, stordito e confuso, disse:

-Io ti aspetterò per sempre.- e fuggì via.

La ragazza rientrò in casa e si sedette sul divano, accanto a Casey, perplessa.

L'uomo voleva andarsene, davvero. Non era abituato a bere vino e quei bicchieri gli avevano dato alla testa. Sabrina se ne accorse e ne approfittò.

-Sei scioccato?

-Non più di tanto- rispose l'altro, tentando di rimanere impassibile.

-Non ti sorprende che qualcuno, seppur Morgan, mi abbia chiesto di sposarlo?

-No. Hai più di diciott'anni, la legge ti consente questo ed altro.

La ragazza si avvicinò ancor più e gli sussurrò all'orecchio:

-Cos'altro?

Un brivido percorse l'uomo da capo a piedi. Decise di ribellarsi:

-Grazie per la bella serata! Era tutto squisito ora, se permetti, vado a letto!- esclamò lui, scattando in piedi.

-No, John!- urlò lei parandosi davanti.- Perché? Faccio davvero così schifo da non meritare neppure una misera notte?

L'uomo barcollò. Con un filo di voce disse:

-Abbiamo bevuto troppo, andiamo a letto.

-Sono lucidissima.

L'alcol, il desiderio e la frustrazione, lo resero iroso:

-Adesso basta! Cosa vuoi da me?- chiese lui con voce minacciosa.- Il mio compito è proteggerti. Non sono il tuo giocattolo!

-Io non sto giocando!

Tutti gli impulsi repressi in quelle settimane vennero a galla; le strappò il vestito e la spinse contro il muro.

-Davvero? E' questo che vuoi?- le gridò in faccia

-Sì.- disse lei in un soffio, ma decisa.

Casey, a quel punto, smarrito e fuori controllo, si perse completamente e violentemente in lei.

  
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