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Autore: bik90    12/12/2013    9 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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<< Cosa c’è di così importante da non poter aspettare la fine della scuola? >> domandò Eleonora lasciandosi trascinare nel bagno da Martina.
Non si preoccupava che Davide potesse vederle insieme, era già uscito insieme agli altri compagni nel cortile per vincere una scommessa con altri ragazzi della classe che stava loro di fronte. E poi aveva bisogno di distrarsi momentaneamente dalle novità che erano accadute. Sua madre la sera precedente a cena aveva comunicato a tutte che Federico dalla settimana prossima avrebbe frequentato anche lui il liceo scientifico e quindi si sarebbe stabilmente trasferito da loro. Anche se Fulvia non l’aveva detto, era implicito dover ricavare una stanza che fosse solo per il ragazzo dato che era l’unico uomo della casa. Si passò una mano tra i capelli accarezzandoli e abbozzò un sorriso sentendo il calore della sua mano. Le piaceva da impazzire, era una sensazione che mai avrebbe creduto di sentire con un’altra ragazza. Eppure con Martina era così, semplice e privo di qualunque fine a se stesso. La più piccola si voltò un solo istante sorridendole prima di spingerla nell’angusta stanzetta vuota. Eleonora non fece in tempo a dire qualcosa che l’altra la baciò con foga. Per il momento dovevano accontentarsi di pochi attimi rubati durante l’intervallo e lei non era intenzionata a perderne nemmeno uno. Con l’arrivo e la partenza repentina di Chiara inoltre, in quei giorni avevano avuto pochissimo tempo da trascorrere insieme anche se la più grande aveva fatto enormi progressi sul fronte verità. E Martina ne era fiera.
<< Fa silenzio >> le sussurrò subito dopo riferendosi alle voci di altre ragazze che entravano e uscivano dai gabinetti vuoti.
Qualcuno provò a entrare in quello che occupavano ma la ragazza dai capelli rossi prontamente rispondeva e la sua voce non veniva tradita dalla situazione che stava vivendo in quell’attimo. Tutto il contrario di Eleonora che se avesse solo aperto bocca, si sarebbe fatta scappare qualche sospiro di piacere. Martina la teneva ferma contro il muro; una mano tra i suoi capelli e le dita dell’altra intrecciate alle sue con fermezza. Con Eleonora le piaceva condurre il gioco, sapeva che non si sarebbe sottratta al suo tocco, ai suoi baci, alle sue carezze. Di fronte alla più piccola perdeva quell’aria spavalda che aveva di solito per mostrare il suo lato più gentile e indifeso. Amava quelle sue caratteristiche, quel suo arrossire in modo genuino, il tremolio del suo corpo dopo ogni sfioramento e soprattutto sapeva cosa far vibrare. Sotto quel punto di vista, Greta era stata una brava insegnante. A quel pensiero, dovette soffocare un singulto accorgendosi che ora non pensava più alla donna con malinconia. Guardò negli occhi la ragazza che aveva di fronte e le sorrise prima di baciarla. Eleonora all’inizio non si mosse ma subito dopo usò la mano che aveva in quella di Martina per afferrarla per la vita e stringerla ulteriormente contro di sé con slancio. Lei era più grande, più alta, aveva sicuramente più esperienza alle spalle, non voleva essere vista sempre come l’eterno cucciolo spaventato dalla situazione. Improvvisamente il pensiero che la più piccola avesse avuto altre esperienze di quel genere, oltre Veronica che aveva subito catalogato come una cosa senza importanza, la fulminò facendola fermare. Non ci aveva mai riflettuto, aveva dato quasi per scontato che, siccome per lei era la prima, lo fosse anche per la sedicenne. Martina si fermò col viso a pochi centimetri dal suo e respirò il suo fiato prima di parlare.
<< Mio padre ha chiesto di conoscerti >> disse tutto d’un fiato.
<< Cosa? >> esclamò l’altra e subito dopo si portò una mano alla bocca perché aveva urlato.
<< Non è niente di particolare, vuole solo vederti >> continuò la più piccola.
<< Tu gli hai detto di…di noi? >>.
Eleonora vide Martina chinare lo sguardo.
<< L’ha capito >> mormorò appena.
Oh, no cazzo!, esclamò la mente della più grande, E’ troppo presto! Non sono pronta a una cosa del genere!
Si liberò dalle mani della ragazza dai capelli rossi e si spostò di un passo sentendo improvvisamente l’aria mancarle.
<< Ele, guarda che non… >>.
<< Tu mi piaci, Martina >> iniziò la diciottenne tentennando << Ma tutto questo… >>.
<< Perché non la vedi in modo più semplice? >> la interruppe Martina << Come…non so…come se fossero i genitori di Chiara? >>.
<< Perché non è la stessa cosa! >>.
<< Non farne una tragedia, vuole solo che ti presenti. Non ti farà mica il terzo grado! Rilassati per favore >>.
<< No che non mi rilasso, i tuoi sanno che stiamo insieme! Mentre io a malapena l’ho detto a mia sorella e a Chiara, tu ormai ti sei dichiarata a tutti! >>.
<< E se fossero stati i genitori di Davide, sarebbe stato diverso invece? >> sputò stizzita la più piccola.
<< Cosa c’entra Davide adesso? >> sbottò Eleonora la cui ansia non accennava a diminuire.
<< Lui c’entra sempre! E’ di lui che hai una fottuta paura! Di lui e del suo giudizio perché avete fatto sesso chissà per quanto tempo! Credi che non l’abbia capito? >>.
Capì immediatamente d’aver esagerato nel vedere lo sguardo della sua ragazza indurirsi e serrare la mascella in modo secco. Non avrebbe dovuto dirle quelle cose e soprattutto non in quel modo. Mettere in mezzo l’amico senza un valido motivo, solo per ricordarle di non essere ancora pronta a vivere la loro storia alla luce del sole, era stato un gesto per nulla carino. Se ne pentì subito. Eleonora spalancò la porta quasi non le importasse di essere vista in compagnia di Martina e corse nel corridoio per immettersi successivamente nel cortile e raggiungere i suoi amici.
 
Eleonora si era negata al telefono per tutto il giorno ignorando ogni singola chiamata della più piccola tanto da costringerla a ricorrere all’aiuto di Claudia. La contattò su Facebook spiegandole a grandi linee d’aver litigato e le chiese un modo per arrivare alla sorella. Mentre lo faceva, si ritrovò a pensare che quello che stava accadendo era una cosa così normale da farla riuscire a sorridere per pochi secondi. Era contenta che la quindicenne, nonostante l’età, non avesse espresso i soliti pregiudizi sulla loro situazione ma fosse stata totalmente dalla loro parte. Era stato un enorme aiuto per Eleonora che non sarebbe probabilmente riuscita ad andare avanti di fronte a un primo rifiuto. Averla dalla loro parte, significava molto. E nel formulare quei pensieri, si rese conto d’aver preteso troppo dalla ragazza chiedendole di presentarsi ai suoi genitori. Doveva darle più tempo. Claudia le rispose immediatamente che aveva notato qualcosa di strano in Eleonora da quando l’aveva vista parcheggiarsi davanti al televisore del salone per giocare all’xbox. Non era da lei farlo. Le consigliò di passare immediatamente da casa e di stare tranquilla, la sorella maggiore faceva tanto la dura ma alla fine di fronte a uno sguardo sincero si scioglieva. Martina non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver infilato il giubbotto, si fiondò fuori di casa. Durante il tragitto si preparò un discorso da farle per chiedere scusa ma quando suonò al citofonò e si ritrovò di fronte Federico, dimenticò ogni parola. Non lo aveva mai incontrato nonostante tutto quello che sapeva sul suo conto. Per qualche secondo si guardarono negli occhi con sorpresa prima che la più piccola parlasse presentandosi come un’amica di Eleonora. Il ragazzo guardò un solo istante dietro di lui con la coda dell’occhio e le fece segno di entrare prima che arrivasse di corsa Claudia.
<< Ciao Marty! >> esclamò sorridendo << Fede vestiti, noi usciamo >>.
Martina vide Eleonora che le dava le spalle seduta a gambe incrociate davanti al televisore e pareva indifferente a ciò che la circondava eccetto il videogioco al quale stava giocando con accanimento.
<< Cosa? E dove dovremmo andare? >>.
La sorella fece un gesto vago con la mano per dire che non era importante e gli gettò contro le sue scarpe trovate in giro per casa.
<< Avanti, accompagnami a fare dei giri! >>.
Federico sospirò passandosi una mano tra corti capelli biondi prima di annuire e farsi trascinare fuori la villetta.
<< Ciao Ele >> disse Martina quando furono rimaste sole a disagio da quell’improvviso silenzio.
Si avvicinò all’altra ragazza che la stava deliberatamente ignorando. Eleonora si ostinava a fissare i personaggi che si muovevano sullo schermo come se non ci fosse nessun altro. La più piccola, allora, snervata da quel suo comportamento infantile, spense il grande televisore.
<< Ehi! >> proruppe la diciottenne immediatamente col joystick in mano << Stavo giocando! >>.
Martina la fissò inarcando il sopracciglio e si ritrovò, senza volerlo, a fare pensieri poco puliti sul corpo della maggiore.
Ormoni del cazzo, pensò mentre si toglieva il giubbotto.
<< Non comportarti come se avessi cinque anni >>.
Eleonora si alzò più in piedi massaggiandosi il fondoschiena.
<< Lasciami in pace >> le disse semplicemente facendo per recarsi in cucina.
La ragazza dai capelli rossi le afferrò il polso per fermarla.
<< Mi dispiace >> affermò con sincerità << Non avrei dovuto reagire in quel modo stamattina. Scusa >>.
L’altra stette in silenzio a fissarla mordendosi il labbro inferiore e Martina lentamente mollò la presa sperando di non vederla andare via. Vederla rimanere nella stessa posizione, le fece tirare un sospiro di sollievo. Inghiottì un groppo di saliva e si specchiò in quei grandi occhi del suo stesso colore prima di continuare.
<< Non volevo dirti quelle cose…su Davide. So che è tuo amico e che stai aspettando di… >>.
<< E’ vero >> mormorò la più grande << Tutto quello che hai detto è vero. Io e Davide…l’abbiamo fatto un sacco di volte >>.
Martina si bloccò nel sentire quelle parole. Non credeva che l’avrebbe ammesso così facilmente. Nonostante provasse un forte fastidio al pensiero che quel ragazzo si fosse preso tutto da Eleonora, allungò una mano per intrecciare le loro dita e quel gesto la fece sentire meglio.
<< Il passato non è importante >> le rispose con un piccolo sorriso << Io ho fiducia in te, so che andrà tutto bene >>.
<< Io non mi fiderei così tanto fossi in te >>.
Martina le si avvicinò così tanto da sfiorarle il naso.
<< Il bello di un rapporto è che si è in due ed io ho già scelto >> le baciò la fronte alzandosi sulle punte e facendola in questo modo arrossire << Aspetteremo tutto il tempo che vuoi >>.
Finalmente Eleonora sorrise sollevata da quello che le aveva appena detto e la abbracciò.
<< Facciamo merenda? >> propose l’attimo dopo conducendola in cucina.
Si sedettero intorno alla penisola per mangiare tè e biscotti e, quando terminarono, Eleonora si alzò per sistemare le tazze sporche nella lavastoviglie e la richiuse l’attimo dopo che Martina la bloccasse contrò l’anta per baciarla. Voleva farle capire che le dispiaceva averle detto quelle cose in modo così duro non solo a parole e il fatto che la casa fosse vuota, la faceva maggiormente ardita. Non era come a scuola che, oltre a chiudersi in uno squallido bagno, dovevano fare attenzione anche a non farsi sentire. Avrebbe potuto perfino farla urlare, un pensiero che non le dispiaceva affatto, se doveva essere sincera.
<< Che c’è? >> le domandò non appena si accorse dell’aria interrogativa che aveva l’altra sul viso.
Eleonora abbozzò un sorriso e si passò le dita tra i capelli.
<< Niente >> rispose infine imbarazzata.
Si spostò verso il salone mentre Martina la seguiva cercando di comprendere cosa le stesse passando per la testa in quel momento. La vide sedersi sul divano e portarsi entrambe le gambe sotto il mento. Le si sedette accanto e la guardò in silenzio aspettando che parlasse. Forzarla non sarebbe servito a nulla. La ragazza più grande fece un respiro profondo e dovette iniziare a torturarsi una ciocca di capelli prima di trovare il coraggio di parlare.
<< Questa…la nostra storia…è la prima…anche per te? >>.
Martina non riuscì a non sorridere di fronte al rossore generale che le aveva invaso le gote prima di tornare nuovamente seria.
<< Ele, sai già di… >>.
<< Non mi sto riferendo a Veronica >> la interruppe Eleonora provando una fastidiosa sensazione all’altezza dello stomaco a quel nome e a quel ricordo << Intendo…intendo prima…ce ne sono state altre? >>.
Per un solo attimo la più piccola si morse il labbro pensando a Greta, poi rifletté che era arrivato il momento di parlargliene.
<< Sì, una >> fece con aria seria << A Genova >>.
Si avvicinò alla più grande alla ricerca di un contatto e poggiò il petto sulle sue gambe così da essere a pochi centimetri dal suo viso. Eleonora inghiottì un groppo di saliva a quelle parole e si ritrovò col fiato sospeso.
<< E’ per questo che siete andati via? >>.
<< I miei lo scoprirono, scoppiò una specie di putiferio e mio padre pensò che la soluzione migliore fosse il trasferimento >>.
<< E adesso invece vorrebbe conoscere me? >>.
Martina s’inumidì le labbra.
<< Ha capito che sono davvero innamorata. Cavolo Ele, tu mi piaci così tanto che potrei impazzire! Non è come quando stavo con Greta >>.
Era la prima volta che pronunciava il suo nome davanti all’altra ragazza e nel sentire che non le procurava altro se non un senso di tristezza, le fece capire d’aver davvero superato la loro storia. Alzò gli occhi su Eleonora scoprendo che le stava sorridendo. Era bellissima quando lo faceva.
<< Non voglio sapere nient’altro, fa parte del passato giusto? >> disse la diciottenne cercando la sua mano.
Martina annuì fissandola.
<< Solo…solo…dimmi che era brutta, okay? Anche se non…non è proprio la verità… >>.
Quell’affermazione fece ridere sottovoce Martina prima di avvicinarsi ulteriormente per baciarla.
<< Bruttissima >> le sussurrò prima di far scivolare la lingua verso il suo padiglione auricolare.
 
Eleonora si stava finendo di preparare per uscire con Davide ma il suo pensiero costante era Martina e quello che era accaduto quel pomeriggio. Era stata distratta per tutta la durata della cena, ma come poteva essere diversamente? Nessuno era mai stato così gentile con lei, nemmeno il suo migliore amico che si era sempre preso ogni cosa volesse senza considerare i suoi desideri.
 
Sul quel divano Martina l’aveva tenuta stretta contro di sé per impedirle di allontanarsi, l’aveva baciata ripetutamente e inevitabilmente era finita per accarezzare il bottone del suo jeans. L’aveva guardata negli occhi con desiderio ardente, pensando a tutti quei gemiti di piacere che le erano scappati in quel momento e aveva creduto che finalmente potesse appagare quella valanga di emozioni che provava sempre in sua compagnia. Farla sua sarebbe stato semplicemente meraviglioso. Così, con lentezza infinita si era decisa ad abbassare anche la cerniera. Aveva intravisto il raso bianco e ricamato del suo slip e un brivido l’aveva scossa. Quasi non riusciva a credere che fosse reale. Era tornata a baciarla per rassicurarla su quello che stava per fare.
<< Sei bellissima >> le aveva sussurrato con una nota sottile di malizia riuscendo a malapena a governare il tremolio della voce.
Eleonora non le aveva risposto e quasi non si era accorta di stare stringendo con forza la mano dell’altra. Martina aveva contraccambiato il gesto e l’aveva guardata a lungo per comprendere. Vederla così indifesa, completamente nelle sue mani, le aveva fatto abbozzare un leggero sorriso. Aveva tolto la mano dal suo jeans e le aveva dato un bacio sulla fronte.
<< Respira, Ele >> le aveva detto infine.
Aveva notato come la sua ragazza avesse trattenuto il fiato per tutto quel tempo e lei voleva solo che si rilassasse.
<< Non faremo niente oggi >>.
La più grande l’aveva guardata con aria interrogativa senza muoversi.
<< Pensavo che lo volessi >> aveva bisbigliato osservando Martina richiuderle il pantalone.
L’altra le aveva sorriso a lungo accarezzandole la guancia.
<< Lo voglio, Ele >> le aveva risposto << Più di ogni altra cosa al mondo ma…voglio che sia anche il tuo più grande desiderio >>.
Eleonora a quelle parole aveva inghiottito un groppo di saliva.
<< Non…non mi sono sottratta… >> aveva ribattuto lentamente.
Martina aveva scosso il capo e aveva poggiato delicatamente una mano sulla sua pancia.
<< Lo so, ma non sei pronta. Possiamo aspettare ancora >>.
Si erano baciate prima di mettersi sedute e la diciottenne aveva sentito formarsi nel suo cuore una strana pace. Martina le aveva appena dato un’ulteriore prova dell’amore che provava per lei e di questo Eleonora se ne sentiva enormemente fortunata. Aveva giurato a se stessa che mai l’avrebbe fatta soffrire.
 
<< Pronta? >> le domandò Davide osservando il corpo dell’amica mentre lei indossava il casco integrale.
Eleonora si limitò ad annuire prima di salirgli dietro e l’altro immediatamente partì. Non impiegarono molto a raggiungere il luogo dell’appuntamento e, nonostante non fossero in ritardo, scoprirono che erano già tutti lì. Diego si avvicinò e attese che Davide mettesse il cavalletto alla moto prima di parlare. Gli avversari erano circa loro coetanei, completamente nuovi nel giro di gare e scommesse. A quel dettaglio il diciottenne serrò la mascella, Eleonora lo notò immediatamente, e comprese che il suo amico non aveva gradito essere stato paragonato a dei novellini. La sconfitta della volta precedente gli bruciava ancora dentro. Sentì uno strano formicolio all’altezza dello stomaco e si chiese se fosse senso di colpa. Fece un respiro profondo e tornò a infilarsi il casco nel vedere Davide che montava il suo bolide. Lo fece rombare come se stesse avvertendo i due avversari con fare spavaldo e non appena sentì la schiena della ragazza combaciare con la propria le disse che era più che intenzionato a vincere.
<< Vinceremo >> lo rassicurò Eleonora imponendosi di restare calma.
Sin da quando partirono, compresero che avrebbero avuto la meglio sugli altri. Passarono subito in testa e mantennero il vantaggio per tutta la durata della gara. La ragazza fece accuratamente il suo dovere tenendo la mente sgombra da pensieri inopportuni come la costante riflessione sul come far combaciare il mondo cui era sempre appartenuta e quello meraviglioso che condivideva con Martina. Nel momento in cui Davide la abbracciò felice per la vittoria, comprese che non sarebbe mai stato possibile.
 
 
 
 
  
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