Chiusa all’interno di una prigione di vetro, immaginava la sua vita e cosa sarebbe stata.
Quella prigione, sua croce e delizia, l’aveva ingabbiata senza via d’uscita. Due anni prima sognava l’amore, ora solo l’oblio più nero.
Sua madre non voleva più vederla, vedere quella figlia tanto amata trascinarsi giorno dopo giorno, chilo dopo chilo nel baratro.
Aveva paura, però, della fine: avrebbe fatto male l’impatto contro il gelido vetro che la intrappolava?
Il suo debole cuore cedette, lei cadde.
Il suo ultimo pensiero fu che in fondo il vetro non faceva male.
*** Salve a tutti! Questa è la mia prima storia originale, quindi spero vi piaccia. Per la sua nascita devo ringraziare la mia cara Skylight, che mi ha dato l’ispirazione. Alla prossima, Iscizu