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Autore: FrancInsogna2000    12/12/2013    0 recensioni
-Ti ho sognata per 6 anni, nella mia testa, c'eri sempre tu. Credo tu sia l'unica che ha visto e che un po' abbia capito di quello che ho passato. Ti sto chiedendo di non lasciarmi adesso, per favore.
Se tutto quello che abbiamo vissuto possa diventare la metà della vita normale e che le cose fatte siano state lontane e diverse e che quello che sapevi era niente anche se tu pensavi fosse tu e che quello che tu sapevi e che eri orgoglioso di sapere sono cose apparentemente stupide e che le sentissi provenire da qualcun'altro?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ti ho sognato per sei anni
Io ti ho aspettato per sette anni.
 Capitolo 1 Privazioni
Noah era un ragazzino in quel tempo, un bravo tiratore, aveva 13 anni. Era un fenomeno, lanciava palle lunghe e complesse. Con i suoi capelli castani chiari e alcune ciocche bionde, i suoi occhi azzurri lo rendevano proprio il principe azzurro. Era divertente e frequentava gli amici del fratello Christopher un 16 enne tutto d' un pezzo. Andava alle medie, era il più famoso della scuola, un tipo sincero e simpatico. La sua vita era il baseball, il miglior tiratore della squadra. La potenza nel suo braccio era tanta che poteva tirare anche a 15 metri di distanza, ogni ragazza lo ammirava e lui si metteva in mostra. Con i suoi bei bicipiti si vantava, faceva l' ingenuo ed ogni ragazza provava una certa adorazione. La finale del campionato si avvicinava velocemente e loro vincevano una partita sull'altra. Lo chiamavano “ Iron arm ” Braccio di ferro. Noah aspettava con ansia la partita. La settimana prima della gara non faceva che parlare della sua vittoria e di cosa sarebbe successo se avesse vinto la finale, era insopportabilmente agitato. Parlava a vanvera ma nessuno voleva dirglielo, era così felice. Andava a scuola ma alle lezioni non prestava attenzione neanche un po', la professoressa di matematica aveva dovuto chiamare i genitori per ben tre volte a causa della mancanza di attenzione e la cosa che più la disturbava era che parlava da solo e se lo interrogava disegnava alla lavagna il campo e spiegava il gioco ai compagni. Loro lo ascoltavano attenti,“ meglio di matematica” ripetevano. 
- scusi ma non s' ho come fare è solo un po' agitato. Giustificava il padre
- una volta va bene ma tre volte è troppo. Ripeteva la professoressa Tomas ai miei, presuntuosa. Era una professoressa a modo, perfetta nello spiegare e mettere in pratica, ma era davvero pignola e questo mandava Noah sulle staffe. 
- lo so e le prometto che non succederà più, ma farlo addirittura sospendere, è un ragazzo a modo e solo un po' agitato.
- le giuriamo che dopo la partita tornerà lo stesso Noah di sempre ben educato e attento. Si intromise sua madre con voce supplichevole.
- d' accordo ma non un' altra volta. Si arrese l' insegnante un po' arrabbiata per l' amara sconfitta.
Quel giorno torno ha casa con i suoi.
- Noah davvero devi smetterla, devi essere più attento. Lo rimproverò la madre.
- ok. Rispose quello come se non avesse sentito.
La madre lo bloccò per un braccio, i dolci occhi celesti si tramutarono in occhi feroci e minacciosi, lo sguardo serio.
- chiaro ? Domandò 
- si . Rispose lui in po' più attento  alle sue parole, gli lasciò il braccio ormai rosso.
- ok vieni a mangiare dopo farai i compiti e se saranno giusti ci alleniamo. Gli rivolse il padre sorridente.
- ma oggi ho gli allenamenti, non posso mancare.
- scommetti. Rispose il padre enigmatico.
Entrò in casa giù di corda e andò in cucina. Non parlarono per tutto il pasto quando finirono la madre disse al marito.
- hai comprato delle uova scadute dopo quando vai al lavoro le ricompri?
- si tranquilla. Rispose lui.
Suo padre era un tipo un po' distratto ma molto presente era un pompiere. Era un uomo sui 45 anni, con il pizzetto e i capelli più bianchi che marroni. La madre una donna complicata secondo Noah, pretendeva tanto si fingeva dolce e emotiva con la presenza di qualcuno ma era un pezzo di ghiaccio più che altro. Una donna dai capelli folti e dalle labbra carnose.
Noah si era alzato pensieroso, ma non pensava alla partita ma alla madre. Era una persona secondo lui irritante. Si sedette sulla sedia, si appoggiò sulla scrivania. Tremava e il suo pensiero fisso era di nuovo la partita.
Matematica tutti quei numeri che si mescolavano in un vortice, dove inchiostro e il biancore della pagina si mescolavano a tan punto che diventava tutto grigio e i numeri sembravano oramai cenere. Anche se provò ha concentrarsi il suo interesse per quella materia dal volta stomaco era assai poco. Passò un ora stringendo le meningi per riuscire a completare tutti i problemi di geometria. Dopo matematica c' era storia.“ che ne sapevano loro del baseball, si addormentavano sulle sedie di casa e di certo andavano a vedere solo l' opera lirica oscena invenzione”. Pensò. Quella sera suo fratello, Chris sarebbe andato ad una festa, la loro madre non aveva intenzione di accompagnarlo,così i suoi amici sarebbero venuti a casa, erano le 6... “Chi organizza una festa alle 6?”
Chiese al padre - Ci posso andare? 
Ci sperò, ma fu' privato anche di quello. Il padre gli disse per tutta risposta. - E il baseball? 
-Quindi posso andare a giocare?
-No, meglio giocherai con me.
Maurizio era negato per il baseball, per lui era tutto il calcio. In Italia il baseball era uno sport di riserva, il figlio invece sembrava un americano per quell'ossessione. Fortunatamente trovarono una scuola vicino un campo di baseball. In Italia i ragazzi a educazione fisica fanno più che altro pallavolo, basket, judo, calcio. La fortuna era che il pomeriggio, quel campetto si poteva usare. Ed in giro di 2 mesi, quell'anno si era fatta una squadra e un coach. Pronti a vincere il campionato, le fiamme gialle non cedevano a niente. -Non importa adesso che ci penso, devo parlare a Luca è in una crisi di cuore quindi vado. Detto questo si butto sulle scale. -Lu sono io, ciao che fai? Sentì dall'altra parte della cornetta un brusio. -Fratello sto da Anna che c'è?
Cavolo da quando era fidanzato, Anna era diventato la priorità assoluta. Noah cercava di chiamare il sua amico ma lui stava sempre dalla ragazza. Sentì un “Chi è? Con voce femminile. “ Nessuno solo il ragazzo che ha vissuto con lui tutta la sua esistenza” pensò amaramente. -Scusa è che sono diventato prigioniero della mia stessa casa. -Che vuol dire, problemi tra maschi o maschio e femmina? Chiese Anna che aveva messo il viva voce. -Tra sport e scuola. Silenzio. Sentì che Luca aveva tolto il viva voce e con voce seria e calma gli disse. -Racconta
Intanto a casa di Anna, i due fidanzatini  si erano chiusi in camera cosicché la sorella minore e la badante non gli avrebbero dato fastidio. Avevano incominciato a baciarsi intensamente quando il cellulare di lui aveva squillato. Ad Anna Noah non stava molto simpatico forse perché lui non le parlava molto e la riteneva una bambina capace di pensare solo all'amore e sciocchezze varie. Ad essere sinceri era felice che Noah, il perfetto ragazzo intelligente avesse un problema con la scuola ma se ne pentì subito. Noah e Luca erano nati insieme, un' amicizia così se distrutta si sarebbe rivelata una crepa troppo profonda per entrambi. Non che Noah non la meritasse, con la sua aria di superiorità gli avrebbe fatto proprio bene. Ma a Luca no, gli voleva troppo bene. Da sdraiato lui si era seduto sul letto e aveva lo sguardo serio.-La conosci la professoressa parlale di qualcosa a scienze, alla prossima verifica di matematica prendi la sufficienza e lei ti rimette 9. Disse al telefono mentre Anna si rannicchiava accanto a lui,aggrappata al suo busto rigido e forte. Trasmettendole calore e sicurezza, cosa che solo Luca le faceva provare. -Non è per quello che sto così? Esordì l'altro dalla cornetta. -Non è infelice perché a preso una comunicazione ai genitori? Chiese la ragazza che guardava il ragazzo con un misto di sgomento e divertimento. -No, perché Chris sta andando ad una festa. Gli rispose Noah. I fidanzatini si guardarono stupiti. -Come? Le uscì senza volere una risata mentre Luca intanto rimproverava l'amico di aver interrotto un succhiotto. -Intendo dire non posso neanche andare ad allenarmi. La fronte di Luca si aggrottò in qualcosa, per Anna, bello e simpatico. -No senti dobbiamo vincere la coppa, non puoi mancare. -Ma se siete bravissimi. Gli rispose Anna che non ne capiva molto del baseball ma sapeva che sapevano cavarsela. -Anche i più bravi possono sbagliare. Le rispose Luca secco. -Beh amico non so che dirti mi dispiace, ma io che ci posso fare. Ti voglio bene ma rimane il fatto che sei uno sfigato disattento...senti fregatene dimmi invece dove va Chris. Si senti un sospiro
-Ginevra dalla troietta della sua scuola, sai la sorella è quella in classe di coso... Mimmo come si chiama quella con gli occhi grandi. Anna che aveva sentito tutto gli rispose -Se intendi Ani sei davvero stronzo è carinissima. -Spero intendi il suo carattere e non il suo fisico. Rispose Noah ridendo, come stava,facendo Luca e anche se non voleva darlo a vedere anche lei.-È simpaticissima. Insistette. -Io non ho detto il contrario solo che se si mettesse una fascia sugli occhi si potrebbe anche chiamare "decente". Luca scoppiò a ridere e Anna sorridendo gli diede un pugno in pancia che lo fece sobbalzare leggermente, le blocco il polso e iniziò a farle il solletico. -ehi piccioncini! Io sto ancora qui. Le risate terminarono Luca prese il telefono e disse con voce splendente e divertita -Fratello ti amo ma non sei il ragazzo che voglio baciare adesso invece la ragazza che riempirei di baci è davanti a me e sta solo aspettando quindi ciao. Noah li salutò augurandogli buon divertimento. Appena finita la chiamata si buttò sopra Anna in malo modo, la baciò e iniziarono a sentirsi una persona sola. Unendosi e fondendosi. In un continuo toccarsi, baciarsi,abbracciarsi e ridere. Noah non sapeva che fare, era così annoiato entrò su facebook, ci passò ben due ore. Finché alle otto la madre non lo chiamò a tavola. Mangiò e andò a dormire stufo,sconsolato,annoiato e privato anche del televisore. Ripensò alla festa e a Chris che si stava lavorando la festeggiata da tanti giorni. Si chiese dov'era in quel momento la sorella. “Ani sarebbe il soprannome...di Anastasia?” Fini con l'addormentarsi rattristato sicuro che sarebbe stato privato di tutto tranne che della scuola.
  
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