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Autore: koorime    11/05/2008    10 recensioni
I giovani shonobi della Foglia notano che c'è qualcosa che non va. No, nulla di potenzialmente mortale, solo Shino malato... Un momento! Shino?!? Malato?!?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kankuro, Shino Aburame
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima Shino/Kankuro

La mia prima Shino/Kankuro, mi sto emozionando!*_*

Sono ridicola se me la auto dedico?!? XD

Buona lettura, Yu.

 

 

La malattia di Shino.

 

 

 

Shino era malato.

Era successo, e nessuno sapeva come o quando. Solamente, un giorno, avevano notato che Shino si era ammalato.

Doveva esserlo, altrimenti come si spiegava tutto in resto?!

 

La prima a notare tali stranezze fu Hinata.

Avvenne un pomeriggio, durante un allenamento, quando Kurenai-sensei ordinò loro uno scontro corpo a corpo per migliorare la tecnica personale della Hyuga. Lei e Shino si misero immediatamente in posizione d’attacco; Kiba, invece, aveva optato per l’ozio e si era bellamente addormentato su di un albero li accanto.

Tutto fu tranquillo, almeno fino a quando non arrivarono degli ospiti inattesi..

Nell’istante in cui Kiba cadde dal ramo, spintonato da uno dei nuovi arrivati, Shino perse la concentrazione ed Hinata riuscì a colpirlo.

L’Aburame andò a sbattere contro il tronco, proprio accanto al compagno caduto, che imprecava contro il suo assalitore, con tanto forza che anche quest’ultimo cadde a terra con un tonfo eclatante.

La risata cristallina di Temari si spanse per tutto lo spiazzo, mentre Kiba si azzuffava allegramente con Kankuro.

Hinata si avvicinò al master of insects per accertarsi delle sue condizioni, e lo notò: un lieve rossore gli imporporava le guance troppo spesso celate dal bavero rialzato del giaccone scuro.

Shino era arrossito.

Shino non era mai arrossito.

 

Kiba se ne accorse qualche giorno dopo.

Aveva convinto il compagno ad unirsi a lui per una cena con tutti gli altri, per poter passare un po’ di tempo insieme come non facevano da tanto.

Choji e Shikamaru furono i primi ad arrivare, seguiti a breve da Lee, Neji e Sai. L’unico che mancava all’appello al loro arrivo era Naruto, ma Sai li informò che Tsunade-sama lo aveva chiamato per chissà quale motivo, e che li avrebbe raggiunti appena avrebbero finito.

Neanche cinque minuti dopo, Naruto fece il suo trionfale ingresso nel locale, accompagnato dal master of puppets e dal Kazekage, che si unirono al già folto gruppo di amici.

La serata passò in allegria, tra una ciotola di ramen ed una battutina, un discorso serio tra Shikamaru e Gaara ed una sfida gastronomica tra Naruto e Choji.

L’anomalia si ebbe quasi a fine serata, quando la cameriera portò il vassoio con i biscotti della fortuna, poggiandoli tra Kiba e Shino.

Durante la distribuzione la mano di Kankuro accarezzò quella del master of insects, che la ritirò più rapidamente del dovuto.

Poi, uno alla volta, li aprirono e lessero la massina ad alta voce.

Fu durante il turno di Shino che Kiba lo notò: la mano del compagno stava tremando.

 

Naruto fu il terzo a notare queste anomalie.

Godaime-sama aveva affidato a loro due una missione: accompagnare il trio della sabbia nei paesi limitrofi. Per tre giorni avrebbero dovuto vivere gomito a gomito con gli shinobi della Sabbia per raccogliere nuove informazioni riguardo Orochimaru e la nuova locazione del covo segreto.

Naruto era di fianco al compagno, e per questo non fu difficile per lui notare le labbra di Shino incresparsi appena all’insù.

Shino stava sorridendo.

Lo aveva visto sorridere solo un’altra volta in vita sua, e in quell’occasione era stato sotto l’effetto di una sostanza stupefacente.

 

Neji notò che la sua presa non era sempre salda. Capitava sempre più spesso che il master of insects si lasciasse sfuggire di mano gli oggetti.

 

Il caso Shino cominciò così ad interessare un po’ tutti, e ben presto si cominciarono a fare le ipotesi più disparate e le prime scommesse su quale assurda malattia avesse contagiato il ninja imperturbabile.

 

-Vampate di caldo, indebolimento temporaneo, sbalzi d’umore…- elencò Naruto, portando il conto con le dita.

Sakura osservò il nutrito gruppo di ninja, ascoltando seria tutto il resoconto e le loro preoccupazioni. Infine sospirò.

-Non so. Apparentemente non c’è connessione tra questi sintomi. Bisognerebbe fargli delle analisi più complete.-

-Shino non accetterà mai.- Kiba si grattò la testa pensieroso –Lui dice di stare benissimo.-

-Bhè ma oggi ha la visita di controllo mensile. Parlerò con Shizune-san e le chiederò di, ecco, dargli una controllatina più approfondita.- li rassicurò lei.

 

Shizune ne aveva parlato con Tsunade, dovendo essere lei a visitare il master of insects, e l’Hokage si accigliò pensierosa. Non era da Shino essere così superficiale da sottovalutare certi sintomi, soprattutto tenendo conto dei doveri di un ninja.

Fu per questo che la visita durò molto più del solito, senza che però venisse trovato alcunché.

Tsunade si mordicchiò un’unghia pensierosa e scambiò uno sguardo perplesso con la mora assistente. Dove diavolo erano i sintomi descritti da Sakura?

La porta si aprì in quell’istante ed un Kankuro furente entrò, accompagnato da una Temari mortificata.

Il giovane di Suna si manteneva il braccio sinistro, fasciato in un pezzo di stoffa scuro che Shino riconobbe come il copricapo da gatto.

-Cos’è successo?- Shizune si avvicinò rapida ai due, sincerandosi delle loro condizioni, ma il ringhio di Kankuro ed il nuovo sorrisino mortificato di Temari la rincuorarono non poco.

-È stata colpa mia. Ci stavamo allenando e l’ho ferito involontariamente. Scusami Kanky!- la shinobi congiunse le mani in preghiera e chinò il capo, rimettendosi alla benevolenza del fratello. Il quale fratello le scoccò un’occhiataccia e la ignorò, spostando lo sguardo sul resto della stanza, e posandosi infine su Shino.

Tsunade ignorò lo scambio di sguardi e concentrò l’attenzione sul braccio ferito nel momento in cui Shizune scostò la benda improvvisata. L’azione fu colta anche da tutti gli altri, rendendola centro effettivo di tutta l’attenzione.

La ferita percorreva l’avambraccio per tutta la lunghezza, accompagnata da rivoli di sangue più o meno fluidi a seconda della profondità locale.

Shino trattenne il fiato. C’era troppo sangue!

Godaime notò il movimento alla sua destra e riportò l’attenzione su di lui. Il battito cardiaco era aumentato in modo esponenziale e la sudorazione era anomala. Bentornati sintomi.

Shizune accompagnò gli ultimi arrivati nella stanzetta adiacente per la medicazione, ma le condizioni di Shino non accennavano a modificarsi. I suoi occhi erano sempre fissi sull’uscio ormai chiuso.

L’Hokage sorrise divertita e gli poggiò una mano sul braccio richiamandolo e congedandolo.

Appena prima che il chunin uscisse dalla stanza, Tsunade lo richiamò, senza alzare lo sguardo dalla cartella clinica di qualcun altro.

-Non preoccuparti, era solo un graffio.-

Shino non rispose, uscì e si chiuse la porta alle spalle.

 

La notizia dei due nuovi sintomi si propagò a macchia d’olio tra il gruppo di amici ma, a detta di Godaime-sama, Shino non era malato.

 

Shikamaru si svegliò quella stessa notte fulminato dalla consapevolezza.

---------------

 

Era appena l’alba quando Shino uscì di casa per il suo abituale allenamento mattutino. Inspirò a pieni polmoni un paio di volte inondandosi il corpo di aria fredda e rigenerante.

L’aria pura del mattino lo metteva sempre di ottimo umore, lo calmava, soprattutto in quei giorni in cui l’ansia pareva aver preso pianta stabile in lui, nuova coinquilina dei suoi insetti.

Con calma si diresse la campo di addestramento ma, una volta giunto li, lo trovò occupato.

Kankuro si stava allenando con Karasu e Kuroari, ma quando percepì di non essere più solo si fermò.

-Buongiono Shino.-

-Kankuro.-

Il master of insects si avvicinò ostentando una calma che in realtà non aveva. Era tutt’altro fuorché calmo.

Era mai possibile che ogni qualvolta si trattasse si quel ragazzo lui aveva l’impellente istinto di fuggire come il più codardo dei codardi?

Eppure non era mai fuggito di fronte al nemico, né ne aveva mai sentito il desiderio… ma, pensò, Kankuro era tutt’altra storia.

Possibile che fosse così vigliacco?

-Come stai? Ho sentito che sei malato.- esordì il master of puppets sedendosi su un masso. Shino gli si accomodò accanto e spiegò:

-Non sono malato.-

Kankuro sorrise in un modo che l’altro riuscì a definire solo come enigmatico e continuò:

-Eppure Naruto era serio, non credo che scherzerebbe su certi argomenti.-

-Naruto scherza su qualunque argomento.- rispose lui monocorde, aggiungendo però mentalmente che gliel’avrebbe fatto perdere lui questo vizziaccio a suon di kunai.

-Anche Kiba?-

-Soprattutto!- ed aggiunse il nome del compagno di squadra accanto a quello dell’Uzumaki.

-Ma anch’io l’ho notato.-

Il cuore di Shino perse un battito.

-Notato cosa?-

-Che hai qualcosa.- spiegò, continuando a guardare di fronte a se – Sei distratto e nervoso, e poi sei così silenzioso.-

-Silenzioso?-

-Più del solito intendo.-

Il sopraciglio del più piccolo si sollevò interrogativo e lui sorrise, incrociando per la prima volta il suo sguardo.

-Non sei l’unico bravo ad osservare inosservato, sai?!-

Shino non rispose, non avrebbe saputo che dire, ma continuò ad osservarlo, fin quando non fu lui a voltarsi e concentrarsi nuovamente sui sassi ai suoi piedi, schiarendosi la voce senza motivazione apparente.

Il moro più piccolo continuò invece ad osservarlo nella luce cristallina delle prime ore del giorno, soffermandosi sul verde screziato d’oro degli occhi, proprio come quelli dei gatti, sulla bocca rosea e sottile, sui capelli castano-rossicci sparati in tutte le direzioni... ed i suoi sintomi tornarono prepotenti a farla da padrone nel suo corpo.

Gli sembrò di andare in tachicardia. Il cuore gli martellava nel petto ad una velocità e con una forza impressionante – chissà se anche Kankuro lo sentiva- ed il respirare gli era diventato quasi estraneo come concetto –figurarsi come azione. E lui si sentiva la testa leggerissima, con un senso di vertigine che non aveva senso di esserci, avendo lui i piedi ben piantati al suolo, mentre le mani avevano cominciato a umidificarsi dal sudore ed a tremare in modo assolutamente anomalo.

Neanche si riconosceva più. Quello non era lui!

Quel vergognoso ammasso di palpitazioni ed ansia non era lui!

Lui non era così. Era stoico, e meravigliosamente sordo a certe emozioni.

Ma allora perché ora si sentiva così? Perché gli stava succedendo tutto quello?

Che i suoi amici avessero ragione? Che fosse realmente malato?

Infondo non si poteva dire che lui fosse consono a certe reazioni, tutt’altro.

-Forse...- cominciò con voce malferma – Forse hai ragione. Io non sono in me. Sono... Devo essere malato!-

Kankuro si voltò a guardarlo con di nuovo quel sorrisino ambiguo a contraddistinguerlo, e lui si sentì febbricitante, preda di sensazioni mai provate.

-Togliti gli occhiali.-

-Cosa?-

-Gli occhiali Shino, toglili per favore.-

-Perché?-

-Per favore.-

Il master of insects rimase piuttosto interdetto da quella richiesta. Era strana, anomala e fuori contesto, ma lui acconsentì, perché era stato Kankuro a chiederglielo.

Si abbassò il cappuccio, sfilò gli occhialini e li ripose in tasca, tutto sotto lo sguardo sorridente del più grande, procurandogli uno stranamente piacevole spasmo sotto lo sterno.

Avrebbe voluto chiedere di nuovo –Perché?-, ma Kankuro lo baciò e la sua mente si svuotò di qualunque cosa non fossero quelle labbra sulle sue o quelle mani che gli circondavano il volto, trattenendolo contro di se.

-Perché volevo vederli scaldarsi per me.- spiegò comunque Kankuro una volta separatisi –Volevo avere la certezza di non aver frainteso nulla. Volevo essere sicuro di essere io la tua... malattia.- sorrise appena, poggiando la fronte contro quella del compagno, e sospirò ad occhi chiusi –Ti prego, dimmi che non mi sono sbagliato. Dimmi che tutto questo è per me...-

Shino non rispose, non era mai stato bravo con le parole.

Con le mani scostò quelle dello shinobi dal suo viso e le strinse tanto forte da far male, fino a quando quelle non ricambiarono, e si sporse in cerca di quella bocca che tanto desiderava.

Forse era malato, forse stava male, ma non gli importava, non in quel momento, con Kankuro che rispondeva al suo bacio quasi con timidezza. No, se quella era una conseguenza della sua malattia, allora ripromise a se stesso che non sarebbe mai più guarito!

------------

 

Naruto sospirò pensieroso, seduto accanto ad un Kiba altrettanto corrucciato.

-Eppure dev’esserci qualcosa!-

-Tsunade-sama dice di no.-

-Quella vecchia sta perdendo i colpi allora! Avanti, è palese! Come diavolo fa a non rendersene conto? Guardalo!-

I due si voltarono in direzione di uno Shino intento ad osservare concentrato una farfalla poggiata sul tronco di un albero, e spiegare chissà quali cose ad un Kankuro assolutamente attento ed interessato.

-Quello non è Shino!- piagnucolò quasi Naruto, e Kiba annuì vigorosamente per poi decidere:

-Dobbiamo scoprire cos’ha!-

-Ah lasciate perdere.- l’arrivo di Shikamaru, alle loro spalle, li fece sobbalzare dalla sorpresa. Il giovane Nara lanciò una nuova occhiata al motivo di tanto interesse e sorrise nel notare come i suoi occhi non si staccassero mai dalla figura dello shinobi di Suna –Qualunque sia la malattia che lo affigge, state tranquilli: ora ha la sua medicina.-

   
 
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