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Autore: Ginevra285    12/12/2013    1 recensioni
Fabian Smith era il classico tipo insignificante. Una di quelle persone sulle quali nessuno scriverebbe mai niente, proprio a causa dell’insulsaggine che le caratterizza.
E invece qua c'è proprio la sua storia, in poche parole, quanto basta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sai che cosa vuol dire non essere nessuno?
 

Fabian Smith era il classico tipo insignificante. Una di quelle persone sulle quali nessuno scriverebbe mai niente, proprio a causa dell’insulsaggine che le caratterizza.
Ma oggi io ho deciso di dedicare una pagina proprio a Fabian Smith, un ometto sulla quarantina dal nome banale quasi quanto l’aspetto.
Dipendente della grande azienda Bloomers, che da molti anni ormai monopolizzava il commercio di spazzolini da denti, il signor Smith non era né ricco né povero, né alto né basso, né bello né brutto.
Convinto da sempre che il suo unico problema fosse la timidezza, che ovviamente era un’avversaria invincibile, si rifiutava di ascoltare la moglie Lilian quando gli diceva che per ottenere più popolarità e successo avrebbe dovuto esporsi, per esempio comprandosi una bella cravatta colorata: così ogni primavera comprava la solita cravatta nera, identica a quella vecchia e logora, pensando che con una cravatta colorata avrebbe solamente fatto al figura dello scemo.
Lilian, la povera donna che se l’era sposato, la notte si tormentava chiedendosi perché non potesse essere una signora per bene proprio come le madri dei compagni di John e Janet, i loro figli, e non accettava l’unica risposta che ogni volta le veniva spontanea: suo marito non avrebbe mai avuto una promozione per il semplice motivo che tutti si dimenticavano di lui, pur essendo un lavoratore instancabile.
Fabian aveva studiato anni e anni, con il sogno di diventare amministratore delegato di una grande azienda, ma si sa, chi non è buono a fare è buono a sognare; infatti una volta assunto alla Bloomers, non aveva avuto il coraggio di superare i colleghi, temendo che soffiare la promozione ad un compagno potesse essere troppo poco educato.
I compagni avevano persino smesso di chiedergli pareri, sapendo che lui non si sarebbe mai pronunciato, neanche sotto tortura, con il timore che qualcuno potesse serbargli rancore se avesse preso una decisione sbagliata.
Insomma, Fabian era inutile in quella società, per non dire inutile in generale, anche se lui si considerava un grand’uomo, un uomo intelligente, di quelli che pensano tanto senza che nessuno lo sappia. Di quelli a cui piace nascondere i propri meriti per paura di sembrare poco modesti.
Una di quelle persone che, come tante, va avanti, senza che nessuno dedichi loro alcun libro.
Uno come tanti.
 




 


Dedicato a tutti quelli che non sanno di essere qualcuno.



 
  
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