Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Alex Wolf    12/12/2013    7 recensioni
Ultima parte della storia di LegolasxElxSauron. Ispirata al film "Il ritorno del re".
Dal 13° capitolo:
"Mi sono sempre chiesto perché amore e sangue avessero lo stesso colore: adesso lo so.
- Alessandro D'Avenia"
« Stai lontano! Stai lontano da me! » Gli ordinai, facendo un passo indietro. I suoi occhi celesti mi guardarono stupiti dal mio comportamento e le sue labbra si socchiusero un poco. « Non voglio farti del male, ti prego. » Lo implorai, e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii fragile, distrutta e vuota dentro, con le lacrime che minacciavano di scendere. Ma non volevo piangere, perché non volevo mostrarmi debole, non volevo essere debole.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Sauron
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You must go. ‘Cause it’s time to choose. 
 


“Ma tu sei lei, e lo sei sempre stata.”
 
-Ligabue

 
 
 
Image and video hosting by TinyPic
 
 
 
Le stalle erano gremite di cavalli, qualche cavaliere stava sellando il proprio, mentre io ed Aragorn ci apprestavamo a prepararne uno solo: il suo. Mi aveva promesso che mi avrebbe portata a fare una piccola passeggiata fuori Edoras, il tutto all’oscuro di Legolas. Non che volessimo tramare qualcosa alle sue spalle, ma semplicemente lui era preoccupato dagli avvertimenti dello stregone e della salute di nostro figlio. Anche io ero preoccupata, ma non pensavo che una semplice passeggiata potesse crearmi chi sa quali danni. A un tratto Marry e Pipino, capitanati da Gandalf, ci sorpassarono e si diressero verso il box di Ombro-manto. Feci un cenno a Aragorn e li raggiunsi.
« Ma, ma ci rivedremo presto. Non è così? » Gli occhi grandi e verdi di Pipino fissarono Merry; dentro vi era paura e desolazione. Lo potevo leggere fra le righe del modo in cui parlava che era triste, che sapeva che quello era un addio. Merry guardò di fretta Gandalf e poi tornò all’amico, scuotendo il capo.
« Non lo so. Non lo so cosa rivedrò. » Ammise solamente. La bocca dello hobbit a cavallo si socchiuse in un grido muto, mentre lo stregone montava alle sue spalle su Ombro-manto.
« Merry », sussurrò allibito Pipino. Poggiai le mani sul mio ventre, e la stoffa del vestito verde che indossavo si tirò leggermente. Era disarmante sentire quelle parole dagli stessi compagni che si erano ripromessi di proteggersi a vicenda. Presi un bel respiro e mi caricai di coraggio, avvicinandomi poi ai due a cavallo.
« Sii prudente, Gandalf. » Lo pregai con tutta me stessa, e poi rivolgendomi al piccolo hobbit dissi: « Abbi cura di te, Pipino, e non cacciarti nei guai.  » Gli baciai la fronte, scambiando un’occhiata d’intesa con l’uomo alle sue spalle. Gandalf chiuse gli occhi per un istante e sospirò.
« Ci rivedremo presto, Eleonora. » Mi assicurò, mentre raggiungevo Merry e mi mettevo al suo fianco. Posai una mano sulle sue spalle e osservai i due fuggiaschi. Ci sarebbero mancati, entrambi. « Corri, Ombro-manto. Mostraci cosa significa “fretta”! » Ordinò lo stregone al cavallo.
« Merry! » Gridò Pipino, mentre il cavallo s’impennava e correva via. La sua figura scomparve nella forte luce pomeridiana che s’irradiava dall’entrata delle stalle. Un singhiozzo represso attirò la mia attenzione: proveniva dal piccolo uomo, che si era stretto a una delle mie gambe. Sorrisi leggermente e gli accarezzai la schiena con la mano, mentre Aragorn, comparso da uno dei box, ci guardava dolcemente. I suoi occhi azzurri parevano laghi primaverili, limpidi.  In braccio teneva una sella ricamata d’oro e verde – i colori di Rohan- , mentre dal pomo di essa dondolava una testiera nera. L’appoggiò a una delle pareti del box e si scompigliò i capelli, arruffandoli come quelli di un barboncino.
Povero Merry, lo sentii pensare. E non potevo dargli torto. Merry, io e il re di Gondor lo sapevamo bene, aveva appena lasciato andare una parte di se, il suo migliore amico, e non si sarebbe mai perdonato per questo. A me era successo con Jasmine sulla Terra, e con Titano qui.
« Devo salutarlo! » Sborbottò il piccolo hobbit all’improvviso, prima di lasciare la mia spalla e mettersi a correre verso una delle torri. Il suo scatto mi colse impreparata, tanto che per poco non persi l’equilibrio e caddi. Il re mi prese prontamente, poi cominciò a corrergli dietro urlando il suo nome.
Uomini. Pensai solamente, raccogliendo il vestito fra le braccia per prendere a inseguirli. Uscii dalle stalle e la luce accecante del sole m’investì in pieno, per qualche secondo mi girò la testa ma tutto tornò normale poco dopo. Percorsi la scala di una delle torrette fiancheggiando Aragorn e alla fine mi aggrappai a un paletto per sostenermi. Gandalf aveva ragione: non dovevo sforzarmi troppo adesso. Ma non mi sarei arresa, non volevo era più forte di me. Restai ancora per qualche minuto ferma, a godermi il calore dei raggi solari sul mio corpo e la carezza del vento sulla pelle. Chiusi gli occhi e immaginai di essere a casa, nella mia stanza con la mamma che mi leggeva qualcosa prima di addormentarmi come quando ero piccola. Scossi le spalle e tornai alla realtà, concentrandomi sui due ragazzi che parlavano poco lontano da me.
« Mi ha sempre seguito dovunque andassi, da quando eravamo piccoli. L’ho sempre cacciato nella peggior specie di pasticci, ma poi… ma poi ero sempre li a salvarlo. » Sorrise Merry affacciato dal piccolo spazio trovato fra le assi di legno. Osservava Gandalf dirigere Ombro-manto lontano da Edoras, con Pipino in sella. Aragor gli rivolse un’occhiata carica di speranza e un sorriso accennato ma sincero. I capelli gli calarono sul volto con una raffica di vento leggera, e il re li rispostò indietro con una mano. « Ora se né andato. » Lo hobbit si voltò a fissarlo e gli occhi tristi imposero all’uomo di poggiargli una mano sulla spalla, per dargli due pacche consolatorie. « Come hanno fatto  Frodo, e Sam… »
« Una cosa che ho imparato sugli Hobbit », si affrettò a dire il re, « sono un popolo audace.  » I loro occhi erano incollati come se avessero avuto la colla.
« Avventato, forse. Lui è un Tuc. » Merry aveva il sorriso sulle labbra, e questo fece sorridere anche me che decisi era ora di intervenire nella conversazione. Mi avvicinai e poggiai la mano sulla spalla di Aragorn; il re si voltò a guardarmi sorridendo e lo stesso fece Pipino.
« Perché ci hai messo così tanto? » Borbottò incuriosito lo hobbit, esaminando il mio volto con occhi attenti. Le sue guance arrossate, segno che aveva corso, si piegarono in un leggero sorriso.
« Le scale… sono così tante. » Mi giustificai, gesticolando con la mano in aria mentre sentivo qualcosa poggiarsi sulla mia pancia. Allora rimasi ferma, immobile, aspettando che qualunque cosa fosse si bloccasse. Quando abbassai lo sguardo due mani poggiavano su di essa: una piccola, simile a quella di un bambino, l’altra era quella di un uomo.
« E’ cresciuta », constatò Aragorn, il suo pollice si mosse leggero sulla stoffa verde dell’abito e io sorrisi. Merry invece ritirò la propria mano e scrocchiò le nocche.
 « Ho fame, vado a mangiare. » E scomparve, rimanemmo solo io e il re.
Un uccello oscurò il sole per qualche secondo, permettendomi di esaminare meglio i tratti del sovrano: erano tirati e stanchi, doveva riposare. Addolcii il mio sguardo e allungai una mano sul suo volto ad accarezzarlo. La barba mi graffiò leggermente il palmo, tutta via era un “dolore” sopportabile. Gettai la testa verso destra e sorrisi un poco; la sua mano era ancora sul mio ventre, ad accarezzarlo. Era strano tutto quello. Non ero mai stata molto vicina ad Aragorn, ma da quando era incinta mi sentivo come spinta verso di lui, a dover prendermene cura in un certo senso, come lo ero con Merry e persino Gimli.
« Sei stanco, non è così Aragorn? Perché non vai a riposare? » Domandai prendendogli la mano nella mia e stringendola, mentre con lentezza ci dirigevamo verso le scale. Cominciammo a scenderle, mentre le palpebre del re sbattevano tentando di allontanare la luce del sole.
« Ti avevo promesso che ti avrei portata a cavalcare, Eleonora. »
« Ci sarà tempo per le cavalcate, mio signore, » annuii a me stessa senza accorgermene, « ora è tempo di riposo per te. Non ci sarai utile sveglio a metà, Aragorn. » Il sole venne oscurato nuovamente per qualche secondo da un altro uccello. « Abbiamo tre giorni prima che Gandalf arrivi nella città dei Re; questo significa tre giorni prima di avere notizie concrete, e questo porta a tre giorni di riposo, che di certo non faranno male ne a te, ne a me, ne a Legolas e neppure a Gimli. » Salimmo i gradini che conducevano alla reggia e entrammo negli alloggi. « Non trovi anche tu, mio signore? »
« Si, ma… » Lo fermai davanti a una stanza e  aprii la porta. Era identica alla mia, solo le lenzuola cambiavano e il disordine.
 « Fermata prenotata per sire Aragorn. » Scherzai, indicandogli con le braccia l’interno della camera. Lui corrugò le sopracciglia e unì le braccia al petto.
« Fermata… prenotata? »
« Oh, si, giusto: tu non sei del mio mondo. Non sai cosa siano i treni o roba del genere, lo dimentico sempre. Non importa. » Mi grattai il capo, alzai le spalle e mi allungai verso di lui. Le mie labbra sfiorarono la sua guancia per un secondo. « Buon riposo, mio signore. » Lo spinsi nella stanza e feci per chiudere la porta. Lui mi fermò a metà strada, stringendo la maniglia e tirando il tutto indietro.
« Non credo che dovrei… »
« Tre giorni Aragorn. » Gli ricordai, sventolandogli davanti tre delle mie dita. Lui sospirò rassegnato e mi fece chiudere il portone. Sorrisi vittoriosa avviandomi verso la mia camera, dove sapevo avrei trovato Legolas addormentato o meglio: in un dormiveglia molto profondo.
 
I raggi di sole che entravano dalla finestra davanti alla scrivania illuminavano l’inchiostro nero nella boccetta di vetro, e i fogli bianchi svolazzavano per la stanza sull’aria leggera. Sul letto era sdraiato a pancia in su l’elfo biondo, una mano sulla pancia l’altra sugli occhi. Alzai gli occhi al cielo, piegandomi a raccogliere la carta. La maggior parte dei fogli erano bianchi, tranne due: una era la mia lettera, l’altro non l’avevo mai visto. Rizzai la schiena e diedi le spalle a Legolas, analizzando il foglio ripiegato che tenevo fra le mani. Era più scuro degli altri, un color crema quasi,  e portava sopra un sigillo verde: due corna di cervo sul davanti della busta. Corrugai le sopracciglia e la infilai fra gli altri fogli; in quel momento tutto quello di cui non avevo bisogno erano altre notizie, qualunque esse fossero. Mi diressi verso il letto a baldacchino e con molta attenzione ci salii, sdraiandomi vicino al corpo caldo del principe. Abbracciai l’unico cuscino libero, gli diedi la schiena e chiusi gli occhi. Il sole era perfetto, riscaldava il mio corpo ma non mi colpiva in faccia. Sorrisi benedicendo Theoden per la scelta dei letti e rilassai i muscoli. Qualche istante dopo Legolas mi tirò verso di se con un braccio e prese a baciarmi le spalle con dolcezza.
« Dov’eri? » Sussurrò al mio orecchio. Mi mossi con lentezza per voltarmi verso di lui, ma quando lo feci i suoi occhi azzurri mi colpirono come diamanti. Alla fievole luce solare erano talmente chiari da sembrare bianchi. Arricciai le labbra e alzai le spalle.
« Sono andata alle stalle, a salutare Gandalf e Pipino. » La mia voce s’incrinò leggermente. « Poi ho accompagnato Aragorn nelle sue stanze e sono tornata. Molto interessante, no? Tu, che hai fatto oltre che fingere di essere una mummia stecchita? »
« Una che… ?»
« Nulla, lascia perdere. » Con una spinta voltai il viso verso l’alto e poggiai le mani sulla pancia. Era strano dirlo ma toccarla era confortante, rilassante. Era come se potessi gettare tutte le mie preoccupazioni fuori dalla una finestra e ricordarmi del piccolo mezzelfo che mi cresceva dentro. Respirai intensamente e le mie narici furono inebriate dal profumo di pini di Legolas. « Legolas », sussurrai a un tratto guardandolo, « cosa pensi che accadrà? »
« In che senso? » Domandò sbattendo le palpebre. Qualche filo biondo gli cadde sul volto, ma lui lo spostò con velocità.
« Cosa accadrà a… noi, a lui? » Mi ressi sui gomiti per alzarmi leggermente. « Insomma, anche se non l’ammetto ho paura di quello che potrebbe succedere. E se qualcosa andasse storto? Se il mio lato da guardiano prevalesse? Dio, Legolas, io non sopporterei il fatto di perdere… »
« No, ehy, ascoltami.  » Sia affrettò a mettersi a sedere e prendermi il volto fra le mani. « Andrà tutto bene, tutto si risolverà per il meglio come è sempre successo. Noi staremo bene, e lei starà bene. » Poggiò una mano sulla pancia, sorridendo dolcemente come mai aveva fatto. Feci correre le mie mani al suo collo e accarezzai la sua pelle liscia. Lui non aveva cicatrici, non tante quanto me almeno. « Non importa cosa succederà in questa dannata guerra, ok? Noi c’è la faremo, insieme. Tutta andrà bene. Tutti si risolverà come sempre.  »
« Me lo prometti? »
« Te lo prometto. »  Chiuse le palpebre, e  questo mi lasciò interdetta. Di solito quando diceva la verità non lo faceva mai, eppure decisi di credergli perché dopo tutto mi fidavo di lui.
 
 



°    °
 
 
 
Sauron gridò per l’ennesima volta, ormai lo faceva ogni giorno, e lanciò un oggetto pesante contro l’enorme porta di pietra che si stava per aprire. Questa si richiuse e non si mosse più. L’oscuro si sedette sul suo trono e guardò alla sua sinistra, dove un tempo stava il secondo trono ora risiedeva il vuoto. Il nulla per testimoniare quanto lui si sentisse tradito dalla persona che aveva amato. Lei era l’unica, e lo sarebbe sempre stata. In un moto di rabbia, tirò un pugno al bracciolo del suo trono e una scheggia appuntita si alzò in volo, roteò su se stessa svariate volte e cadde trafiggendogli la palpebra dell’occhio sinistro.  Serrò le palpebre. Portò una mano all’occhio e rinchiuse a pugno l’altra. Poteva sentire il sangue colargli sul volto come lacrime, caldo e denso, scendere e macchiargli il prezioso mantello nero che indossava.
« Sei sempre stato un tipo molto emotivo », intervenne una voce divertita. Il suono echeggiò nella stanza, superando di volume persino le grida e i rumori provenienti da fuori. « Io l’ho sempre detto. Anche quando quell’umano ti ha tagliato la mano. Troppe emozioni, Sauron; e per cosa? Essere distrutti da se stessi. Bah, io non ti capirò mai. » Tutto tacque, tranne il rumore dei passi leggiadri che rimbombava fra le pareti della sala del trono. Allora, l’oscuro signore alzò il volto e fissò la figura snella appena entrata nella stanza. Era ancora lontana da lui, osservava tutto con discrezione e un ghigno stampato sul viso. I lunghi capelli biondi, tanto chiari da sembrare bianchi, le calavano sulle spalle e si muovevano leggiadri, le sottili orecchie a punta spuntavano da essi. L’armatura fatta solo da un pezzo da mettere sulle spalle di potente ferro elfico, risplendette contro la luce proveniente dall’esterno di Mordor. « Certo, non sei messo bene, eh? Mi aspettavo qualcosa di meglio dalla grande e… potente Torre Nera. » Gli lanciò uno sguardo di sfida divertito, con quei suoi occhi di ghiaccio solido.
« Fanie Roitare. » Mai nome era stato più adeguato per un elfo: “Bianca Guerriera”. Gli occhi rossi dell’oscuro accettarono l’occhiata.
« Sorpreso di vedermi, fratello? » Lei abbozzò un sorrisetto malfico, che tutta via scomparve presto alla vista del profondo taglio sull’occhio. Lui la bloccò prima che potesse muoversi, in modo da farla fermare.
« Sto bene, sorella. Come hai detto tu: sono sempre stato un tipo emotivo. »
« Si ma cosa…? »
« Sentimenti, sorella. Lasciati dire una cosa: non innamorarti. L’amore t’inganna.  »





Hola peipe,
ve l'aspettavate questa new entry? Yep. Anyway, parlando d'altro: mi sono accorta che il fim dura meno degli altri (ho meno roba su cui lavorare) perciò allungherò i tempi a mio piacimento. Chiedo venia a Peter Jeckson e J.R.R Tolkien per questo cambio di programma. In tutti i modo, siccome la sorella del nostro Sauron diverrà un personaggio importante ho intenzione di scrivere un breve FF su di lei. Si chiamerà "La ragazza dei draghi", si scoprirà poi il perchè.

 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Alex Wolf