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Autore: Chanel483    12/12/2013    3 recensioni
Sono passati quattro anni dalla notte che cambiò le loro vite.
Sono passati quattro anni dalla caduta di Hogwarts.
Ora, Harry, Ron ed Hermione fanno parte della S.A.S.C.O. (Squadra di Auror Specializzati Contro l'Oscuro), un gruppo di auror, ricercatori ed infermieri tra i migliori del mondo, impegnato nella lotta contro Voldemort che, piano piano, prende sempre più potere.
Nel frattempo Hermione si ritrova ad affrontare i fantasmi del suo passato per poter accettare ciò che è diventata e ritrovare un amore che forse non ha mai veramente perduto.
Dalla storia:
"Sono vuota, Harry" sussurrò la ragazza, mentre lui le asciugava i capelli con un incantesimo. Il moro non rispose, ma rimase ad ascoltarla:"è per questo che non so voler bene, perché voler bene vuol dire donare qualcosa di sé agli altri e … e io non ho più niente".
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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-La Battaglia Finale pt II
Poggiò la mano contro la superficie fredda del vetro e le lunghe unghie laccate di nero stridettero leggermente a quel contatto.
Nel giardino della villa si stava tenendo uno degli scontri più sanguinari che il Mondo Magico avesse visto negli ultimi cento anni e lei, che si considerava così potente da poter stravolgere l’intera situazione, non ne stava prendendo parte. Ma erano gli ordini del suo padrone e, nonostante desiderasse con tutta se stessa essere là fuori a combattere, Bellatrix non sarebbe mai andata contro il suo volere.
La porta alle sue spalle si spalancò e la donna si voltò di scatto, pronta ad inginocchiarsi ai piedi dell’Oscuro Signore non appena lui avesse varcato la soglia ma, al contrario, si trovò davanti Severus Piton stretto in un lungo mantello nero, i capelli unticci che ricadevano ai lati del viso slavato come due luride tende.
Bellatrix lo guardò sprezzante e sì lasciò volutamente sfuggire uno sbuffo. Quello sporco doppiogiochista era l’unica cosa che la divideva dall’essere la favorita del suo Signore, lo odiavo con tutte le sue forze.
<< Che ci fai qui, Severus? >> domandò rivolgendogli lo stesso sguardo che avrebbe riservato ad uno scarafaggio:<< Troppo coniglio per combattere? >> aggiunse prima di scoppiare a ridere per la sua stessa insinuazione, una risata malata, folle quando la luce nei suoi occhi.
L’uomo scosse la testa, segretamente divertito da quel malsano fervore che accompagnava Bellatrix in qualsiasi cosa facesse:<< Ed ovviamente non hai neanche preso in considerazione l’ipotesi che io sia qui per il tuo stesso motivo, vero Bellatrix? >>.
La logica di quelle parole fece infuriare la mangiamorte oltre ogni limite, odiava essere nel torto e nessuno avrebbe dovuto permettersi di rivolgersi a lei in quel modo. Mentre lei arrossiva vistosamente per la rabbia, Piton prese tranquillamente posto sulla poltrona rivestita di velluto blu notte e dall’alto schienale che troneggiava davanti al camino che occupava quasi per intero una delle pareti della stanza.
<< L’Oscuro Signore avrà sicuramente in mente un piano per noi due >> commentò Severus, senza scomporsi minimamente.
Al contrario, Bellatrix sembrava sul punto di perdere le staffe:<< Non ho mai messo in dubbio gli scopi o i piani del Signore Oscuro! >> ribatté con voce immotivatamente alta, mentre stringeva con forza le mani a pugno.
Proprio in quel momento, nemmeno lo avessero invocato, Lord Voldemort fece il suo ingresso nella stanza, etereo e silenzioso come solo un fantasma avrebbe potuto essere. Non appena si rese conto della sua presenza, Bellatrix si prostrò ai suoi piedi strisciandogli vicino fino ad arrivare a baciargli la veste, mentre Severus si alzava dalla poltrona e faceva una piccola riverenza con il capo.
Era quasi comica la differenza tra i suoi due più fedeli servitori, osservò tra sé e sé l’ei fu Tom Riddle, guardandoli attentamente mentre lo salutavano. Tanto era glaciale, calcolatore e astuto l’uno, tanto era vulcanica, folle e sconsiderata l’altra. Entrambi però sapevano rivelarsi utili e, proprio per questo, lui li aveva scelti per una missione speciale.
<< Alzati Bellatrix. >> ordinò dopo aver rivolto un cenno di assenso a Piton:<< È ora che anche voi facciate la vostra parte… >>.
 
*****
 
Hermione non voleva crederci. Non era vero, non poteva esserlo.
Non è lui.
Per poco non si lasciò sfuggire l’arma di mano, mentre tutto ciò che la circondava sembrò bloccarsi, insieme al suo cuore.
Dovette fare diversi passi avanti prima di rendersi conto che sì, l’auror dai capelli rossi sdraiato a terra era proprio Ron.
Si mise a correre con quanto fiato avesse in gola, incurante della battaglia che la circondava, per poi gettarsi praticamente a terra accanto a lui ed afferrargli il viso tra le mani:<< Ron!? Ron, mi senti!? >> gli strillò praticamente contro, mentre lo scuoteva.
Per un paio di secondi il ragazzo non diede alcun segno di vita poi, tossendo un paio di volte, si mise a sedere. Sembrava sul punto di svenire ad aveva il fiato corto, ma era vivo. Il suo cuore batteva ancora.
Hermione rimase immobile per alcuni secondi, gli occhi fissi in quelli azzurri di Ron, che si guardavano intorno allucinati:<< Sono vivo? >> chiese stupidamente lui, iniziando a toccarsi il petto come a voler controllare che tutto fosse al suo posto.
<< Sei uno stupido! >> gli urlò contro la ragazza, riprendendo a scuoterlo con violenza:<< Mi hai fatto prendere un infarto, deficiente! >>.
Il rosso sbatté le palpebre, cercando di realizzare per quale strano motivo lei potesse comportarsi così e, alla fine, giunse ad una molto personale conclusione:<< Oh ma questo vuol dire che ti preoccupi per me? >>.
Lo scappellotto che gli arrivò in piena nuca era quantomeno inevitabile.
Prima che uno dei due potesse chiedere o fornire una spiegazione, uno scoppio ad un paio di metri da loro li costrinse a scattare in piedi.
Erano nel mezzo di una battaglia, nonostante per qualche secondo fossero esistiti solo loro, il mondo circostante continuava, aspro e crudele come pochi istanti prima.
<< Ricordami di affatturarti, quando tutto questo sarà finito >> sibilò tra i denti Hermione, trascinandosi dietro il ragazzo che sembrava ancora un po’ instabile sulle gambe.
Pienamente consapevole che fosse il momento meno opportuno, Ron si lasciò sfuggire una risata:<< Dio, quanto ti amo! >> esclamò contro ogni logica, facendo incespicare la riccia e rischiando che si beccasse una maledizione in pieno petto.
Hermione si abbassò all’ultimo per schivare l’incantesimo e lanciò un Bombarda nella direzione da cui proveniva il fascio di luce:<< E ti pare questo il momento giusto per dirmelo?! >> strillò isterica.
<< Ehi, non è mica la prima volta che te lo dico! >> si difese il rosso, mentre sfoderava una spada per attaccare il mangiamorte che gli si stava lanciando contro.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente. Era il momento meno adatto ma, se avesse potuto, lo avrebbe riempito di calci e pugni, oppure lo avrebbe baciato:<< Muoviti, dobbiamo trovare Harry >> si limitò a dire.
Quando Ron si fu liberato del suo avversario, i due si spostarono in un punto più tranquillo dell’enorme parco che circondava la villa e presero a guardarsi intorno alla ricerca del moro, ovviamente ciò che dovevano fare non poteva essere fatto senza Harry, era lui il Prescelto, lui ad essere destinato ad uccidere Voldemort. O morire nel tentativo.
Non ci volle troppo per individuarlo tra la folla. Gli occhi di Hermione sembravano come calamitati della sua figura e, nell’arco di qualche secondo, intravide una massa di capelli neri e spettinati – facilmente confondibili con il mare di nero che inondava il giardino – e, senza la minima esitazione, prese a correre nella sua direzione con un Ron un po’ stupito alle calcagna.
Harry se la stava vedendo abbastanza brutta. Probabilmente Voldemort aveva dato l’ordine di non ucciderlo ma di catturarlo o qualcosa di simile, perché si era ritrovato a battersi con diversi mangiamorte allo stesso tempo, senza che però nessuno di loro gli scagliasse contro nemmeno un Avada.
Quando Hermione fu a pochi metri di distanza si rese conto che l’amico era letteralmente accerchiato da incappucciati e, a causa dell’evidente differenza numerica più che dell’incapacità di Harry a difendersi, stava per cedere sotto i loro incantesimi.
Prese un bel respiro e, sfruttando tutta l’agilità e la velocità che possedeva, si fece rapidamente largo tra quegli uomini. Prima ancora che qualcuno di loro potesse rendersene conto, era al centro del cerchi, accanto ad Harry:<< Abbassati! >> gli ordinò mentre puntava la bacchetta verso il cielo muovendo il braccio in un movimento circolare.
La bacchetta sprigionò un’ondata di energie che fece crepitare l’aria attorno a loro e scagliò a gambe all’aria chiunque si trovasse a meno di tre metri di distanza.
Il moro sbatté le palpebre, incredulo:<< Wow >> fu tutto ciò che riuscì a sussurrare.
<< Mi piacciono gli ingressi teatrali >> si limitò a dire lei, prima di afferrarlo per il braccio e trascinarselo dietro fino al punto dove si trovava Ron.
<< Beh… grande >> commentò il rosso, non appena furono a portata d’orecchio.
Hermione si strinse nelle spalle:<< Erano mesi che volevo provare questo incantesimo. E ora muoviamoci, dobbiamo seguire il piano >>.
Gli altri due annuirono, tornando subito concentrati ed attenti. A suon di maledizioni e fendenti, si fecero strada fino all’ingresso della villa dal quale non facevano altro che uscire mangiamorte.
<< Come entriamo? >> domandò Ron, nascosto insieme agli altri accanto alla rampa di scale in marmo bianco che portava all’ingresso.
Ovviamente i due ragazzi si voltarono verso Hermione che sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, mentre comunque il suo cervello ragionava già per trovare una soluzione:<< Facciamo il giro della casa. >> propose:<< Non possiamo certamente suonare il campanello ed aspettare che ci aprano e di sicuro c’è un ingresso secondario >>.
Senza tentennare neanche un istante, si misero a percorrere il perimetro della casa in cerca di un punto d’accesso. Nessuno li disturbò, erano tutti così concentrati nei loro scontri da non badare neanche ai tre ragazzi. Non trovarono nessuna entrata secondaria ma una portafinestra che sembrava quasi chiedere di essere distrutta.
Dopo aver fatto un incantesimo di silenzio, Hermione scagliò una delle boccette di Bombarda che teneva nel cinturone contro il vetro che subito cadde in frantumi senza produrre alcun rumore. Sorridendo soddisfatta, la ragazza si fece strada all’interno della casa, subito seguita dai due compagni.
All’interno della villa regnava un silenzio di tomba. Strano, considerando che da lì erano uscite decine e decine di mangiamorte, teoricamente avrebbero dovuto sentire quantomeno il rumore di passi. Ignorando la brutta sensazione che provava, Hermione riparò la portafinestra con un incantesimo e:<< Meglio non lasciare tracce >> spiegò in risposta all’occhiata interrogativa di Harry.
Si trovavano in un salottino non troppo grande, dall’arredamento semplice ed essenziale, l’esatto opposto di quello che ci si potrebbe aspettare dalla casa di Lord Voldemort. Lasciarono velocemente la stanza per addentrarsi, il più silenziosamente possibile, nella villa.
Era tetra e silenziosa, in netto contrasto con la sala di poco prima. I larghi corridoio sembravano estendersi all’infinito, dando l’impressione che la villa fosse molto più grande di come risultasse dall’esterno.
<< Credi sia un incantesimo? >> domandò Harry in un sussurro, all’orecchio dell’amica.
Lei si strinse nelle spalle, senza smettere di lanciarsi occhiate attorno per analizzare l’ambiente che la circondava:<< Probabile. Dobbiamo stare attenti, non ho idea degli incantesimi o delle trappole che potremmo trovare >>.
Iniziarono a perlustrare il corridoio e le stanze che vi si affacciavano, provarono ad aprirle ma le trovarono tutte chiuse a chiave o bloccate da un incantesimo che non erano in grado di riconoscere o spezzare. Per tutto il tempo non incontrarono nessuno.
<< Non è normale. >> commentò Ron, procedendo per il corridoio che non sembrava essere affatto intenzionato a finire, lo sguardo vigile e la bacchetta stretta in mano:<< Siamo in un covo di mangiamorte. Non dovrebbero esserci… beh… dei mangiamorte? >> domandò ovvio.
Hermione alzò gli occhi al cielo, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso:<< Perspicace, Ronald >> commentò.
Harry si lasciò sfuggire una risatina, divertito e felice nel vederli battibeccare come un tempo:<< E allora che si fa? >> chiese, cercando di richiamare l’attenzione dei due.
La ragazza si bloccò per lanciarsi un’occhiata intorno, stavano girando a vuoto e questo, oltre ad essere decisamente improduttivo, era una grande perdita di tempo:<< Proviamo a salire al piano superiore, >> propose:<< teoricamente le camere e gli alloggi personali sono lì… >>.
Il moro annuì:<< C’erano della scale poco più indietro, potremmo usare quelle… >>.
Senza bisogno di aggiungere nulla, i tre tornarono sui loro possi e salirono la rampa di scale in marmo bianco cui si trovarono davanti. Il secondo piano era pressoché simile a quello inferiore, un lungo corridoio di estendeva per metri sia a destra che a sinistra e tutto ciò che si scorgevano erano decine e decine di porte in legno massiccio.
<< Questo posto mi inquieta >> commentò Ron in un sussurro, come preoccupato di rompere il silenzio irreale che impregnava quel luogo.
Hermione alzò gli occhi al cielo e, stringendo maggiormente la bacchetta, si trascinò i dietro i due per il corridoio.
Provarono ad aprire le porte ma, come era successo poco prima, le trovarono bloccate.
<< Non è possibile! Andremo avanti così all’infinito?! >> si lamentò il rosso, scuotendo con forza l’ennesima porta.
Inaspettatamente, quella si spalancò.
La riccia sollevò un sopracciglio e lanciò al ragazzo un’occhiata eloquente:<< Apparente no… >> gli rispose, nascondendo un sorrisetto divertito.
Ron sorrise e contemporaneamente alzò gli occhi al cielo. Entrarono tutti e tre nella stanza, un po’ timorosi ma senza alcuna esitazione. Prima ancora che potessero guardarsi intorno, tutto divenne nero.
 
*****
 
Inizialmente pensò di trovarsi nel suo letto e di non aver sentito la sveglia quella mattina, ma rapidamente si rese conto di non essere esattamente sdraiata sul suo comodo materasso.
Hermione aprì faticosamente gli occhi e ci mise diversi secondi per mettere a fuoco ciò che la circondava. Realizzò di essere seduta su una sedia di legno, con polsi e caviglie bloccati da spesse corde, in un’angusta stanzetta spoglia ed umida. Cercò di tirare le corde per liberarsi, ma più lei si muoveva più queste si stringevano, così si arrese dopo poco.
Aveva bisogno della sua bacchetta.
Proprio mentre si guardava intorno per cercare di trovare qualcosa di appuntito con cui provare a recidere i lacci, la porta della stanza si spalancò, lasciando entrare l’ultima persona che Hermione si sarebbe immaginata di trovarsi davanti.
<< Bellatrix! >> esclamò la ragazza stupita, cercando di mettersi il più dritta possibile.
La donna ghignò, un sorriso malato le distorse i lineamenti duri del viso ed i suoi occhi si illuminarono di sadica follia:<< Hermione Granger, che piacere è per me averti qui! >> sibilò sarcastica, prima di lasciarsi sfuggire una risata stridula e acuta, che ricordava il rumore delle unghie contro una lavagna.
Hermione, già emotivamente provata da ciò che era successo nelle ore successive, si trattenne a stento dall’urlarle contro:<< Cosa vuoi da me!? >> le domandò a denti stretti, stringendo dolorosamente i pugni nel tentativo di trattenersi.
Udendo la domanda, Bellatrix rise ancora più rumorosamente:<< Semplice, voglio divertirmi un po’ con te mentre il Signore Oscuro fa a pezzi il tuo amichetto! >>.
<< NO! >> l’urlo uscì dalla bocca di Hermione senza che lei se ne accorgesse e gli occhi le si riempirono di lacrime. Era lì per quello, aveva passato gli ultimi dieci anni della sua vita al fianco di Harry per proteggerlo ed aiutarlo e adesso, ora che davvero aveva bisogno di lei, non poteva fare nulla per lui.
La mangiamorte sorrise ancora, godendo come sempre del dolore altrui, ma questa volta aveva un’espressione diversa in viso, sembrava quasi concentrata:<< Ma tranquilla mezzosangue, ce n’è anche per te! >> e, detto questo, agitò la bacchetta e le funi che la tenevano legata si dissolsero nel nulla.
L’auror non se lo fece ripetere due volte, non appena fu libera scattò in piedi massaggiandosi i polsi, aspettando che Bellatrix le desse la sua bacchetta per poter iniziare a duellare. Quest’ultima però, ben lungi dall’essere onesta o rispettosa delle regole, le scaglio subito contro una Cruciatus.
Hermione non avrebbe urlato. Non era una ragazzina terrorizzata, ma un auror specializzato ed era in grado di resistere ad una maledizione simile, era allenata per farlo. La forza dell’incantesimo la costrinse a terra, mentre decine di spilli sembravano volerle rodere la carne, ma non un suono lasciò le sue labbra.
L’altra si incupì e, non soddisfatta del risultato, colpì la ragazza ancora e ancora, finché Hermione, con i polmoni svuotati, fu costretta a rantolare in cerca d’aria. Si sentiva tirare e bruciare, le sembrava di essere sciolta nell’acido e poi rimessa insieme solo per ricominciare a liquefarsi, come in circolo infinito, sembrava che quella tortura non dovesse più aver fine.
Finalmente realizzata, la donna rise con forza e, interrompendo l’ultimo Crucio, si avvicinò alla ragazza e si chinò verso di lei:<< Sei stata un fastidioso sassolino nella scarpa per troppo tempo. Non potevamo accettare di farci mettere i bastoni tra le ruote da una lurida mezzosangue. >> si rimise in piedi, alzando il mento con fierezza e tornando a puntare la bacchetta contro il corpo dilaniato di Hermione:<< Addio. Sectumsempra! >>.
Bellatrix faceva bene il suo lavoro, pensò incoerentemente la ragazza, mentre le ferite le squarciavano la pelle ed il suo “sangue sporco” si riversava su quel lurido e freddo pavimento. Se avesse potuto scegliere, avrebbe desiderato una morte più rapida e un po’ meno patetica, magari qualcosa di leggermente teatrale. Sicuramente non avrebbe voluto morire da sola, incapace di difendersi, in quella umida stanzetta.
Man mano che il sangue la abbandonava, sembrava portarsi via goccia dopo goccia la sua energia e la voglia di combattere. Infondo, nonostante non fosse come voleva, che senso aveva ribellarsi alla morte? Era molto più facile starsene lì ad occhi chiusi ed aspettare che qualcuno venisse a prenderla e la portasse in un posto migliore, un posto tranquillo.
<< Avada Kedavra! >>.
Quelle due parole le giunsero alle orecchie da molto, molto lontano. Sembravano provenire dall’altra parte di un vetro o… da un sogno. Riusciva a capire cosa quell’incantesimo significasse e si domandò anche se magari la maledizione fosse per lei, forse Bellatrix si era stancata e aveva deciso di farla finita in fretta. Ma infondo a lei cosa importava? Stava così bene lì dov’era…
Pian piano il nero che offuscava la sua vista fu sostituito da un velo bianco che presto divenne quasi accecante, tanto che Hermione desiderò con tutte le sue forze di sentire ancora le braccia ed avere la forza per portare una mano davanti agli occhi.
In lontananza prese a delinearsi una figura che inizialmente sembrava solo una macchia scura ma, man mano che si avvicinava, prese le sembianze della professoressa McGranitt.
Minerva McGranitt non era cambiata di una virgola, i capelli ormai grigi erano severamente legati nella solita crocchia e gli occhialetti da vista stavano in perfetto equilibrio sulla punta del suo naso appuntito.
Hermione cercò di aprire la bocca per salutare quella che era sempre stata la sua professoressa preferita ma si rese conto di non esserne in grado. In realtà non sapeva neanche più dove fosse la sua bocca, come d’altronde il resto del suo corpo.
Minerva scosse la testa e sollevò una mano, quasi a volerle accarezzare una guancia:<< Non è ancora giunto il tuo momento >> sussurrò piano, con un tono di voce dolce che la ragazza non ricordava di averle mai sentito.
L’ormai ex-professoressa sorrise e tutto tornò di colpo nero.
 
******
 
Non c’era battito. Non respirava. E lui faceva davvero schifo con gli incantesimi di guarigione.
Era in grado di bendare un taglio sulla mano con un Ferula, ma come avrebbe fatto a far ripartire un cuore che non batteva? Aveva ragione lei, come sempre, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione quando con Remus avevano affrontato quei particolare incantesimi.
Si chinò in avanti e poggiò la fronte contro quella di Hermione, mentre le lacrime gli rigavano il viso fino alla punta del suo naso appuntito, per poi cadere sul volto di lei.
<< Non mi puoi lasciare… >> sussurrò con le labbra premute sulla sua pelle:<< non mi puoi lasciare, Hermione… >>.
Aveva fatto tutto ciò che poteva per risanare le sue ferite, ma non sapeva quanti altri danni le avesse procurato Bellatrix. Si sentiva così inutile, inginocchiato acconto al suo corpo, immersi entrambi in una pozza di sangue, senza essere in grado di aiutarla.
Si spostò sulle sue labbra e la baciò dolcemente:<< Ti amo, Hermione. Non puoi andartene… >>.
Fu come se un fremito la attraversasse dalla testa ai piedi, face un verso orribile a metà tra un lamento ed un colpo di tosse e, sbarrando gli occhi, riprese a respirare.
<< Hermione! >> strillò quasi Ron, tirandosela al petto e stringendola con forza.
La ragazza tossì:<< Ron, ti prego… così mi soffochi >> sussurrò al suo orecchio, cercando di allontanarlo leggermente in modo da poter riprendere fiato.
Il rosso si staccò senza smettere di tenerla per la spalle, come se ci fosse il rischio che lasciandola andare lei scomparisse:<< Scusami… >> disse tirando su con il naso, mentre le labbra si distendevano in un sorriso sincero.
Hermione ricambiò il sorriso e finì per lasciarsi scivolare in avanti ed appoggiarsi al petto del ragazzo:<< Sono così stanca… >> sussurrò senza forze, chiudendo gli occhi.
Ron rientrò subito nel panico:<< Cosa? No, Hermione! Tieni gli occhi aperti io… no… cioè, hai perso molto sangue e… prendi il mio! >> esclamò facendo la prima cosa che gli venne in mente, ovvero scoprire il polso ed avvicinarlo al suo viso.
La riccia si lasciò sfuggire una risatina sottile e scosse piano la testa:<< Non sono mica un vampiro, Ron. >> lo riprese bonariamente:<< Ma se cerchi nel mio cinturone dovrebbe esserci della Pozione Rimpolpasangue… >>.
Dandosi dello stupido, il ragazzo prese a frugare tra le decine di boccette che Hermione aveva nel cinturone finché non trovò quella che cercava. La avvicinò alle sue labbra e gliela fece lentamente bere.
Ci volle qualche minuto perché Hermione si riprendesse e guarisse le ferite che Ron non era riuscito a medicare, ma un quarto d’ora – ed un paio di pozioni rivitalizzanti – dopo era praticamente come nuova, se si escludono una manciata di nuove cicatrici e vestiti e capelli macchiati di sangue secco.
Quando ebbe finito si alzò in piedi trascinandosi dietro Ron e solo in quel momento si rese conto del cadavere che giaceva contro la parete opposta.
<< L’hai… >>.
Il ragazzo annuì:<< Sì, l’ho uccisa io. Stava per… >>.
Hermione annuì, interrompendolo:<< Sì, ho sentito la maledizione mentre… pensavo fosse per… ma tu come hai fatto a trovarmi? Cioè, dove sei stato? >>.
<< In realtà è successa una cosa molto strana. >> ammise Ron, grattandosi la nuca:<< Mi sono risvegliato in una stanzetta molto simile a questa e con me c’era… beh, Piton. Ma non era morto anche lui durante l’attacco ad Hogwarts? >>.
La ragazza ci pensò su qualche istante:<< Tecnicamente lo hanno dichiarato disperso. Insomma, nessuno ha mai ritrovato il corpo ma non era certo l’unico a mancare all’appello… >>.
<< In ogni caso era lì. >> riprese il rosso:<< E stranamente mi ha… insomma, aiutato… credo. Mi ha lasciato andare, mi ha detto di correre ad aiutare Harry. >>.
<< E tu, brutto stupido, hai cercato prima me, vero?! >>.
<< Ehi, è questo il tuo modo di ringraziarmi per averti salvato la vita? >>.
<< No, è questo… >>.
Sussurrò prima di alzarsi sulle punte dei piedi e posare le sua labbra su quelle del ragazzo. Fu un bacio lento ma intenso, che trasmetteva tutte le emozioni che la scuotevano in quel momento. Pochi istanti dopo però si allontanò:<< E ora, andiamo a cercare Harry >> esclamò prima di trascinarsi Ron fuori dalla stanza.
Probabilmente si trovavano nei sotterranei della villa, le pareti erano macchiate di muffa e l’aria impregnata di umidità e lì sotto non si aveva l’impressione che i corridoi continuassero all’infinito come invece accadeva ai piani superiori.
<< Come facciamo a trovare Harry? >> chiese Ron.
Hermione ci pensò su qualche istante:<< Beh… tu come hai fatto a trovare me? >>.
<< La risata di quella pazza probabilmente si sentiva anche in Cina… >>.
<< Effettivamente… >> commentò la riccia tra sé:<< allora potremmo… posso provare con un incantesimo, aspetta un attimo >> fece per prendere la bacchetta dall’apposita tasca nel suo cinturone ma la trovò irrimediabilmente vuota.
Ron le sorrise:<< Cercavi questa? >> domandò sventolandole la sua bacchetta sotto il naso.
Gli occhi di Hermione si riempirono di gioia e lei l’afferrò al volo:<< Come ha fatto a trovarla? >>.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, mentre gliela passava:<< L’aveva in mano Bellatrix. Appena l’ho disarmata mi sono reso conto che si trattava della tua e quindi l’ho tenuta da parte. >> poi, si rabbuiò di colpo:<< Immagino stesse usando quella per torturarti… probabilmente lo trovava molto divertente >>.
Hermione gli poggiò una mano sul braccio, cercando di tranquillizzarlo:<< Sapevamo quando fosse pazza ed ora è morta, non ci causerà più alcun problema >>.
Detto questo, puntò la bacchetta dritta davanti a sé e, con un incantesimo non-verbale, fece comparire una sottile linea argentea che, tecnicamente, avrebbe dovuto condurla da Harry.
Ron osservò ammirato il risultato dell’incantesimo:<< E questo da dove spunta fuori? >> domandò interessato.
<< Lo sai, mi piace leggere >> si limitò a rispondergli lei, iniziando a seguire il percorso indicatole dalla magia.
Vennero condotti davanti ad una porta identica alle altre, non troppo lontana da quella dietro la quale si era risvegliata Hermione.
<< Qui dentro? >> chiese Ron scettico, osservando l’anonima porta:<< se Voldemort ha preso Harry, non credo proprio si limiterà a qualcosa di così poco spettacolare… >> commentò guardandosi intorno.
La ragazza dovette dargli ragione, ma non c’era possibilità che il suo incantesimo avesse fallito, doveva esserci un’altra spiegazione:<< Entriamo a controllare >>.
Spalancarono la porta con le bacchette strette in mano, pronti a difendersi da decine di mangiamorte e invece, rimasero a bocca aperta. L’enorme stanza che si trovarono davanti non somigliava affatto al resto dei sotterranei, sembrava un’imitazione della camera dei segreti, con le mattonelle verde scurissimo e tutti quegli archi che davano su bui corridoio rotondi.
Ron ed Hermione però non ebbero il tempo di osservare l’ambiente che li circondava perché, pochi istanti dopo, si resero conto dei due corpi riversi a terra. Uno apparteneva a Voldemort e l’altro, contro ogni logica, ad Harry.
Senza la minima esitazione, Hermione corse verso l’amico e si lasciò cadere al suo fianco, determinata a capire cosa era successo e a trovare un modo per aiutarlo. Consapevole di non saperne nulla di medicina – come aveva dimostrato pochi minuti prima – Ron invece si prese un paio di secondi per osservare il corpo di Voldemort che, oltre ad essere palesemente morto, era anche in uno strano stato di decomposizione, come se fosse lì da diversi giorni invece che da qualche minuto.
Scuotendo la testa e decidendo di rimandare le supposizioni a momenti più consoni, il rosso si avvicinò agli altri due auror, rivolgendo un’occhiata interrogativa ad Hermione.
<< È solo svenuto. >> gli spiegò lei, sollevata come non mai:<< Ha diversi lividi e tagli ma nulla di grave, non sembrano esserci gravi lesioni interne >> aggiunse indicando i segni che deturpavano la pelle chiara del viso e delle braccia.
Hermione si prese un istante per ricambiare il sorriso che Ron le stava rivolgendo. Non aveva ancora realizzato che tutto ciò significava che era finita.
Voldemort era morto. Loro erano vivi. Avevano vinto.
Puntò la sua bacchetta verso Harry:<< Innerva! >> pronunciò e, un attimo dopo, il moro scattò a sedere prendendo un lungo respiro.
Harry si guardò intorno con aria spaesata giusto per un paio di secondi poi, resosi conto che non c’erano minacce imminenti attorno a loro e che lì accanto aveva i suoi due migliori amici, tornò a sdraiarsi per terra e chiuse gli occhi, in viso un’espressione rilassata per la prima volta dopo tanto tempo.
<< Ragazzi, non sono mai stato così contento di vedervi >> sussurrò piano, facendo scoppiare a ridere gli altri due.


Wow.
Ok, mi sento quasi emozionata all'idea di aggiornare questa storia dopo così tanto tempo. Quanto è passato? Qualcosa come quattro mesi?
Beh, ci tengo a precisare un paio di cose. Io ci tengo tantissimo alla S.A.S.C.O., nonostante come è andata a finire, è una delle storie che sento più mia tra quelle che ho scritto e pubblicato fin ora e mi dispiace tantissimo di aver fatto tutto questo casino con gli aggiornamenti. Non voglio tediarvi con la mia vita privata, sappiate solo che in quattro mesi mi è capitata una serie di disastri che sembrava infinita - tra cui due ricoveri in ospedale ed il pc completamente morto dal quale si sono cancellati tutti i file, bozze di questo capitolo incluse - che ha irrimediabilmente rallento la produzione di questo capitolo.

In ogni caso sono qui.

A questo punto non so neanche se ho il "diritto" di sperare in qualche lettore fiducioso che sta aspettando l'aggiornamento, considerando che già con gli ultimi capitoli avevo decisamente rallentato il ritmo.
In ogni caso, anche se non dovesse leggerlo nessuno, il pubblico quest'ultimo capitolo e presto arriverà anche l'epilogo, perché io deteste non portare a termine le cose.

Una volta finita questa fanfiction, ricomincerò con
Born to be winners e non sperate di liberarmi di me tanto presto perché ho un sacco di idee in mente che prima o poi finiranno sicuramente per essere pubblicate su questo benedetto sito.

In conclusione, un enorme grazie a chi leggerà il capitolo e ci rivediamo tra poco (prometto che questa volta sarò rapida) con l'epilogo.
Un bacio enorme,
Chanel

PS: Per chi fosse interessato e non l'avesse ancora vista,
qui trovate la mia pagina Facebook e qui il mio profilo ;)

 
  
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