Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Liberty89    13/12/2013    5 recensioni
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?
Dal capitolo I
Tsuna si scambia con il se stesso del futuro a causa del Bazooka di Lambo e il venticinquenne porta con sé notizie sulla nuova difficoltà che i Vongola dovranno affrontare. Che esperienza si cela dietro lo scioglimento del sigillo sulla Fiamma del Cielo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dunque... anzitutto, buona sera (?) ^^'' Chiedo umilmente perdono per essere svanita nel nulla, ma come ho detto in un recente aggiornamento di un'altra fic: non sono morta né espatriata, quindi state tranquilli xD Semplicemente avevo il capitolo pronto, ma mi sono portata avanti col prossimo e prima di postare questa fic volevo dedicarmi a un'altra che poverina era ferma da troppo tempo, e soprattutto che è quasi conclusa. Ma visto che non siamo qui a fare la manicure ai pinguini diamo il via al capitolo cinque! Buona lettura! :3



Capitolo V - Famiglia unita


Quando Reborn e Lambo lasciarono casa di Gokudera s’era fatta l’ora di pranzo. I due occupanti dell’appartamento mangiarono in compagnia di un silenzio strano, che non era né teso né imbarazzante. Il Guardiano della Tempesta non era in grado di definire l’atmosfera che era scesa tra di loro, quindi si limitò a consumare il proprio pasto e accettò con un sorriso accennato l’aiuto che il Boss gli offrì per sistemare. Lo sbirciò di sottecchi in numerose occasioni, ma Hayato non riuscì mai a decifrarne lo sguardo. Gli occhi marroni di Tsunayoshi sembravano lontani, rivolti a chissà quali pensieri o forse semplicemente a un nulla indefinito, che ne impedivano la lettura. Nonostante tutto, il giapponese era attento e vigile, concentrato su quanto stava facendo e nemmeno per un secondo l’argenteo lo vide vacillare, inciampare o distrarsi, come invece sarebbe accaduto al ragazzo che era abituato ad avere accanto.
Dopo che anche l’ultimo piatto fu asciugato e riposto nella credenza, Vongola Decimo si congedò senza una parola e si diresse verso la finestra. Nuovamente vi si fermò davanti, come se volesse studiare se stesso nelle profondità del riflesso che gli stava mostrando il vetro, poi portò le mani dietro la schiena e non si mosse più.
Smoking Bomb l’aveva osservato in ogni mossa, ma non aveva trovato la forza di richiamarlo né il coraggio, soprattutto perché effettivamente, non sapeva cosa dirgli. Quando poi si girò per dirigersi rapidamente in camera a recuperare le sue Box, trattenne a stento un sospiro per timore di disturbare il Boss, dopodiché si sedette al tavolo e iniziò a lavorare con attenzione. Tutti i dubbi e le insicurezze che lo avevano bloccato e impaurito il giorno precedente, erano stati spazzati via da una forte ondata di determinazione e aveva deciso di mettersi subito all’opera per ideare un progetto di miglioramento del sistema C.A.I.. Posò la punta della penna sul primo foglio del blocco che aveva davanti, ma prima di cominciare a scrivere, sollevò ancora una volta gli occhi verdi, puntandoli sulla schiena del venticinquenne, trovandolo nella stessa posizione in cui s’era fermato. Annuì con determinazione e tornò al proprio lavoro.
Nell’udire la penna correre rapidamente sulla carta, Tsunayoshi sorrise compiaciuto e si rilassò, lasciando che il suo sguardo si perdesse nell’ammirare Namimori e il suo cambiamento durante lo scorrere del giorno.

Era calata la sera quando il campanello trillò di nuovo.
-Aspettavi qualcun altro, Hayato?- domandò il castano senza voltarsi.
-No, Decimo.- ammise, sinceramente confuso, alzandosi.
-Yo, Gokudera! Come ve la passate tu e Tsuna?- esclamò la voce di Yamamoto quando l’uscio fu aperto.
L’argenteo grugnì. -Idiota del baseball! Cosa ci fai qui?!-
-Ciao Gokudera-kun.- intervenne Kyoko con gentilezza, spuntando da dietro la schiena dell’amico. -Siamo venuti a portarti gli appunti di oggi per te e per Tsuna-kun. Possiamo entrare?-
-Ah… Ehm, certamente. Prego.- balbettò l’italiano, spostandosi per far entrare i due ospiti.
Li invitò ad avanzare lungo il corridoio con un gesto, mentre con l’altra mano richiudeva. Tuttavia, il suo intento fu reso vano da una poderosa spinta che gli gettò la porta contro il viso per la seconda volta in quella giornata.
-Ehi Gokudera! Ci sono anch’io all’estremo!- urlò a gran voce il maggiore dei Sasagawa, insospettendosi quando non ottenne risposta. -Oi? Testa di polpo? Ci sei?-
-Dannato… testa a prato…- borbottò Hayato, massaggiandosi il naso dolorante. -Ti farò saltare in aria insieme alla Scemucca… prima o poi…- proseguì, mostrandosi finalmente all’altro ragazzo e facendogli cenno di accomodarsi.
Tornato in salotto, l’argenteo inarcò un sopracciglio e guardò disorientato i nuovi giunti poiché si erano fermati nel bel mezzo della stanza.
-Si può sapere che vi prende?- domandò.
-Tsuna-kun non ci risponde e…- esordì la ragazza, voltandosi verso la Tempesta, che a sua volta spostò lo sguardo sul Boss che era ancora rivolto verso la finestra.
Smoking Bomb aggirò gli amici e si avvicinò a Sawada per sfiorargli un braccio con la mano.
-Decimo?- chiamò. -Ci sono Sasagawa Kyoko e gli altri.-
-Mh?- rispose distrattamente l’uomo, svegliandosi dal suo torpore. -Oh, ciao ragazzi.- esordì, girandosi con un sorriso lieto. -Scusatemi, ero soprappensiero.-
-Sei sicuro di star bene, Tsuna-kun?- replicò Kyoko, posando la cartella sul tavolo per andare incontro al venticinquenne. -Sei pallido…-
-Non preoccuparti Kyoko-chan, sto bene.-
-Non mentire Tsuna.- affermò il Guardiano della Pioggia, indurendo lo sguardo e puntandolo in quello di Vongola Decimo. -È evidente che qualcosa ti preoccupa, parlane con noi.- proseguì con voce gentile, senza abbandonare l’intensità dei propri occhi per trasmettere all’uomo che aveva di fronte tutta la sua determinazione, poiché mai e poi mai gli avrebbe permesso di fuggire.
Il castano si concesse un sorriso sghembo e un sospiro, per poi rompere la posizione rigida che aveva tenuto fino a quel momento. -Hai ragione Takeshi, come sempre del resto. Vi chiedo solo di aspettare ancora qualche minuto, credo che presto riceveremo altre visite.- disse, incamminandosi verso una delle sedie. -Hayato, ti consiglio di mettere su l’acqua per il tè.-
Come fulminato da quelle parole, il padrone di casa scattò con un cenno d’assenso e dopo aver invitato i suoi ospiti ad accomodarsi, si mise all’opera con tazze e bollitore.
-Dimmi Takeshi, cosa vi ha portati qui?- chiese il Boss, guardando i tre ragazzi.
-Beh, eravamo venuti a portare i compiti per te e Gokudera!- rispose allegro il giocatore di baseball.
-E poi?- intuì Tsunayoshi, posando il gomito sul tavolo e il viso sul palmo aperto.
-…il bambino ci ha detto di passare di qua il prima possibile.- confessò Yamamoto, portandosi una mano sulla nuca. -Ci hai scoperti.-
Il venticinquenne ridacchiò. -So bene com’è fatto Reborn, per questo sono sicuro che arriveranno almeno altre due persone.-
Il vivace trillo del campanello che si fece sentire pochi istanti dopo, confermò la sua teoria. Il Guardiano della Tempesta abbassò il fuoco sotto il bollitore e corse all’ingresso, facendo entrare i nuovi ospiti che si rivelarono di più rispetto alla previsione di Sawada. Miura si presentò pimpante come di consueto aggrappata al braccio di Dokuro, che salutò con un timido inchino. Non furono tanto loro a stupire gli astanti, bensì il terzo arrivato che giunse alle loro spalle con un gran sorriso, una mano sollevata in segno di saluto e l’altra affondata tra le ciocche bionde.
-Buon pomeriggio a tutti!- esclamò il giovane, studiando i ragazzi che aveva davanti uno per volta. -Reborn mi ha detto di passare di qua, ma non ha voluto spiegarmi perché di preciso.-
-Dopo tanti anni ancora ti stupisci per certe cose?- ribatté Tsunayoshi, alzandosi in piedi e attirando l’attenzione di Cavallone, che sgranò gli occhi marroni.
-…otouto? Sei davvero tu?- domandò stupito e incredulo, guardando il quasi coetaneo. -Com’è possibile?- aggiunse dopo aver ricevuto un assenso.
-Il bazooka di Lambo s’è rotto e io sono bloccato in questo tempo fino a domani. La cosa ti turba, Dino?-
-No, affatto!- si affrettò a rispondere il Boss italiano. -Però, non me l’aspettavo! Credevo che avrei dovuto aspettare dieci anni per poterti vedere cresciuto invece… beh, eccoti qua!- rise, andando incontro al castano per abbracciarlo. -L’unica cosa bizzarra sai qual è? Che ora sei tu il più vecchio tra noi due!- continuò, ridendo assieme all’altro, che ricambiò la stretta con affetto.
Vongola Decimo chiuse gli occhi, rilassandosi nell’abbraccio di Cavallone. Con il passare degli anni, il legame tra lui e il biondo s’era fatto più saldo, quasi fossero veri fratelli di sangue. Per lui, però, Dino era sempre dieci passi avanti e sapeva che non avrebbe mai potuto eguagliarlo in quanto a esperienza, in ogni campo. E Cavallone Decimo doveva aver compreso fin da subito questo suo pensiero poiché gli era stato accanto in ogni occasione, quasi quanto Hayato e soprattutto dopo lo scioglimento del sigillo. Era stato presente più che mai per istruirlo e insegnargli ogni sfaccettatura della vita mafiosa e di come rapportarsi con coloro che ne facevano parte. Sentiva un debito immenso nei confronti di quel ragazzo sbadato quanto -e forse più- di lui ed era fermamente convinto di non averlo mai ringraziato o ripagato abbastanza, proprio come i suoi Guardiani e i restanti membri della sua Famiglia.
-Allora otouto, illuminami! Quali sono i guai che ti porti dietro stavolta?- chiese l’italiano, rompendo la stretta.
-Reborn non ti ha detto proprio niente?-
-È stato criptico come solo lui può essere! “Vai a casa di Gokudera, troverai una sorpresa!”, così mi ha detto e in effetti una sorpresa l’ho trovata!-
-Siediti allora, ci sono molte cose che devo raccontarti.-

Più che mai scioccato e sull’orlo del baratro della paura, il Guardiano della Pioggia si ritrovò a non voler credere a ciò che aveva sentito. Inoltre, per la prima volta riuscì a comprendere alla perfezione i sentimenti di Smoking Bomb nei confronti del loro amico e Boss. Aveva accettato senza particolari impedimenti il fatto che Tsuna avrebbe perso il controllo di sé quando il sigillo sulla sua Fiamma sarebbe stato rimosso ed era più che pronto a scontrarsi con lui se sarebbe servito ad aiutarlo. Faticava però a credere che quel ragazzino timido e gentile si sarebbe letteralmente rivoltato contro di loro per eliminarli e conquistare le loro Fiamme. Rivolse uno sguardo intenso al braccio destro, che ricambiò con uno rassegnato ma al contempo ricolmo di fermezza, segno che non si sarebbe tirato indietro per nulla al mondo: avrebbe affrontato il loro adorato Cielo per la sicurezza della Famiglia e perché non farlo sarebbe equivalso a un abbandono e a un tradimento. Deglutendo a vuoto, Yamamoto si voltò verso il suo senpai, trovandolo con un’espressione di rara serietà che gli aveva indurito i tratti del viso, solitamente morbidi e distesi, e lo capì immediatamente: per lui quella era sicuramente una sfida a cui non avrebbe mai rinunciato ma prima di questo, c’era un amico da aiutare. Il Sole non avrebbe lasciato il Cielo in balia di se stesso. Con un sorriso accennato, la Pioggia decise che non sarebbe stata da meno.
Fu un singhiozzo spaventato a risvegliarlo dalle sue riflessioni. Si girò in direzione del divano e si preoccupò vedendo Miura quasi preda del pianto, che scuoteva la testa in segno negativo. -Tu… tu menti!- esclamò, stupendo tutti. -Tsuna-san non farebbe mai del male ai suoi amici!-
-Haru-chan…- tentò Kyoko, cingendo le spalle della mora.
-Hai ragione Haru.- disse Tsunayoshi serio ma gentile, incatenando gli occhi della ragazza ai propri. -Non ne sarei mai stato capace neanche volendo, ma la Fiamma del Cielo ha preso il controllo e non ho potuto far nulla.- spiegò tranquillo. -So che non è una scusa, però ti assicuro che se avessi avuto un’altra possibilità l’avrei colta senza pensarci.-
La ragazza singhiozzò un’ultima volta prima di calmarsi del tutto con un paio di respiri lunghi e profondi. Si perse nello sguardo quieto dell’uomo, che rivelava unicamente sincerità e una leggera ombra. Un’ombra che per lei fu indecifrabile, ma che non alterò il suo giudizio.
-Mi… dispiace… Tsuna-san…- balbettò, stringendosi i lembi della gonna della divisa.
-Non importa.-
-Mi pare di capire che quest’esperienza ti abbia cambiato, otouto.- osservò Cavallone Decimo, attirando l’attenzione. -È chiaro che sei cresciuto, maturato, ma in qualche modo sei diverso, e non credo che sia perché sei diventato Boss. Al contrario, sono convinto che il cambiamento ti abbia guidato su questa strada. Sbaglio?-
Dopo quelle parole, rimasero tutti col fiato sospeso, intenti a osservare i due uomini scrutarsi in un morbido silenzio ma carico di attesa. Il ventitreenne non distolse nemmeno per un secondo lo sguardo dall’altro e trattenne a fatica un brivido nel vederlo così serio e illeggibile. Neanche il Nono era capace di metterlo in un simile stato di soggezione e questo dettaglio lo impensierì ulteriormente. Inoltre, gli fu finalmente chiaro il motivo per cui il suo ex insegnante l’aveva mandato lì. Non era solo perché poi avrebbe dovuto riferire a Kyoya come comportarsi dopo la rimozione del sigillo, no. Voleva che vedesse con i suoi occhi e che capisse quale sarebbe stato il futuro della Famiglia Vongola.
Il Guardiano della Tempesta deglutì a vuoto, incrociando le braccia e serrando le dita sulle maniche della camicia. L’Arcobaleno aveva detto le stesse parole quella mattina come domanda, ma non aveva ottenuto alcuna risposta dal castano. L’argenteo aveva un’idea, ai limiti del possibile, di ciò che avrebbe potuto replicare il suo Boss, poiché aveva avuto modo di riflettere su tutta quella spinosa faccenda mentre lavorava al miglioramento del sistema C.A.I..
Tsunayoshi sospirò appena, accavallando le gambe. -Siete tutti terribilmente curiosi… Reborn mi ha chiesto la stessa cosa stamattina…- esordì, chiudendo le palpebre per un istante, prima di tornare a fissare le iridi calde del biondo. -Non sbagli, Dino. La rimozione del sigillo mi ha cambiato in un certo senso, ma per un motivo molto semplice. Come ho già detto, col passare del tempo la Fiamma del Cielo ha assunto una volontà indipendente e quando è stata liberata ci siamo confrontati. La sua era nettamente più forte della mia.- affermò con voce grave. -Alla fine, in qualche modo, ho avuto la meglio… credo.-
-Credi?- ripeté confuso l’italiano.
-I miei ricordi di quel giorno sono molto pochi e la metà sono sensazioni poco definite. Chi può dire come sia andata realmente tra i miei Guardiani e la Fiamma e tra la Fiamma e me? So soltanto che dopo quello scontro, in breve tempo, le due volontà si sono unite e ciò che vedi è il risultato.
-Non sono cambiato.- si affrettò ad aggiungere. -Sono diventato… completo, si può dire così.-
-E questa completezza ti ha fatto cambiare idea sul mondo della Mafia?- indagò ancora Cavallone.
-È chiaro che non ho cambiato idea da un giorno all’altro, ma lo vedrai da te come giusto che sia. Ho già detto troppo e vi chiedo di non accennare nulla con il me stesso di questo tempo, potrebbero modificarsi molte cose.-
-D’accordo!- esclamò Dino, alzando le mani in segno di resa. -Effettivamente credo di aver saputo ben oltre ciò che dovevo, quindi mi ritengo più che soddisfatto.-
-Ti ringrazio.- sorrise Sawada, prima di guardare i giovani membri della sua Famiglia. -E voi? Come avete intenzione di comportarvi dopo ciò che avete sentito?-
-Io non abbandonerò Tsuna.- rispose prontamente la Pioggia con risolutezza. -Lui ci ha sempre aiutati e sostenuti, ed è un amico, non lo lascerò proprio ora che ha bisogno di me.-
-Yamamoto ha estremamente ragione! Anch’io aiuterò Sawada fino all’estremo delle mie forze!- riferì Ryohei con grinta.
-Nemmeno io mi tirerò indietro, Boss.- intervenne Chrome, incrociando lo sguardo del venticinquenne.
-Faremo anche noi la nostra parte!- dichiarò la minore dei Sasagawa, stringendo i pugni. -Tsuna-kun avrà bisogno di sostegno in questi giorni e anche quando questa storia sarà finita saremo al suo fianco.-
-Ovviamente, potranno contare anche su di me!- esclamò Cavallone.
Udite quelle parole d’amicizia, l’uomo allargò il proprio sorriso, dopodiché rivolse l’attenzione alla Tempesta che era rimasta in un quieto silenzio. Ne incontrò le iridi verdi, leggendovi una determinazione e una fedeltà tanto profonde quanto sincere e non ci fu bisogno di riempire quel silenzio.
-Grazie a tutti.-

Quella notte, Tsunayoshi si addormentò serenamente, sdraiato sul fianco sinistro, rivolto verso il padrone di casa, che al contrario non riusciva a trovare pace. Teneva lo sguardo fisso sul soffitto, perso nei propri pensieri. Per tutta quella giornata non ci aveva minimamente riflettuto, poi però le parole dell’uomo che ora gli dormiva accanto, gliel’avevano ricordato di colpo: il giorno seguente sarebbe tornato il suo Boss e avrebbero dovuto rivelargli cosa c’era ad attenderlo nel prossimo futuro.
Il quindicenne sospirò pesantemente, sarebbe stato un discorso senza dubbio difficile. Lungo e difficile. Come avrebbe reagito il giovane Decimo? Sicuramente si sarebbe spaventato e probabilmente l’istinto di fuggire avrebbe preso il sopravvento sulla sua mente. Purtroppo però, quello era un destino da cui non poteva scappare.
-Hayato…- mugugnò il castano, sollevando appena la testa dal cuscino.
-Mi scusi Decimo! L’ho svegliata?- replicò, girando il viso verso di lui, che negò con un cenno.
-Perché non dormi?- chiese in un bisbiglio, accoccolandosi meglio sotto le coperte.
-Non riesco a prendere sonno, tutto qui…-
-Cosa ti preoccupa?- indagò il venticinquenne. -Hai forse paura per il me di questo tempo? Temi la sua reazione?-
Il Guardiano sgranò gli occhi, spiazzato di fronte all’ennesima incredibile dimostrazione del super-intuito dei Vongola. -Beh… Io…-
-Non angustiarti.- riprese Tsunayoshi. -Quando gli parlerai, sii te stesso e andrà tutto bene. Te l’assicuro.-
Nemmeno per un istante Smoking Bomb pensò di contestare quelle parole: annuì leggermente, fidandosi ciecamente del proprio Boss. Tornò a osservare il soffitto e annuì una seconda volta, ora fermamente convinto di poter affrontare qualsiasi cosa per il bene del suo Cielo.
-Grazie Deci- s’interruppe quando si accorse che l’uomo s’era nuovamente assopito.
Smoking Bomb sorrise e dopo aver sistemato le coperte sul venticinquenne, chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal suo respiro profondo e tranquillo.





Miao, rieccoci in fondo.
Capitoletto di transizione, né troppo lungo né troppo corto (o almeno così mi auguro!), che spero abbia fatto la gioia delle signorine con l'entrata in scena di Dino Cavallone. A proposito di lui, spero di aver rispettato l'IC e di aver azzeccato il soprannome che usa con Tsuna. Ho fatto ricerche -tra internet e gli episodi dell'anime- nel poco tempo che avevo a disposizione e mi è uscito che Dino si rivolge a Tsuna chiamandolo "otouto" e non "onii-chan". Ripeto: spero di averci azzeccato, se ho sbagliato fatemelo presente e correggerò! :3
Che altro dire? Dopo il legame di fiducia tra Hayato e Tsuna e quello di fluffosa fratellanza tra quest'ultimo e il piccolo Lambo, ci aggiungiamo anche quello serio/fratelloso/in amicizia con il Decimo Cavallone, che comparirà poco purtroppo, ma qui mi concentrerò sui nostri Vongolini e lui, ahimé/ahivoi (?), non mi serve ù.ù
E ora concludiamo con i ringraziamenti importantissimi di sempre ù.ù
Ringrazio: animelover, Iku e Ryo, Lego, masato_prince e Purple_Rose per aver messo la fic tra le preferite.
Ringrazio: x_x io x_x e _EucliffeRedHot_ per averla messa tra le seguite.
Ovviamente si ringrazia tantissimissimo chi commenta e un ringraziamento va anche a chi legge soltanto. Siete sempre tantissimi e io gongolo a dismisura <3
Ci ritroviamo qui con il prossimo capitolo il prima possibile! Se non faccio in tempo, auguro a tutti voi un buon Natale :3
See ya!
  
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