Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Aki_chan_97    13/12/2013    7 recensioni
Millenni fa un'antica, mostruosa creatura venne imprigionata nelle profondità della terra dal Drago Rosso Cremisi. Egli chiuse la tomba dello sconfitto con cinque sigilli, che vennero in seguito affidati a cinque diversi esseri umani. Essi divennero i custodi dei cinque frammenti di potere del drago, e grazie alla loro presenza la pace poté regnare sovrana sul mondo. Ma mai nessuno, finora, aveva tentato di ricongiungere i segni insieme. Quale minaccia è appena comparsa all'orizzonte? Il Satellite, Neo Domino e il mondo intero rischiano davvero la loro pace? Riusciranno i possessori dei cinque sigilli a scoprire cosa sta accadendo per impedire in tempo il ritorno del demone vendicatore?
(YuseixAki) !!!! DISEGNI 12, 13, 14, E 15 AGGIORNATI !!!!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Yusei Fudo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*Nello studio buio e incasinato della scrittrice*
 
Io: *si precipita in stanza* riiiieccomi ragazzi... *pant* ringrazio tutti *pant* quelli che *pant* hanno letto (e recensito) *pant*  la mia storia XD *pant* (letteralmente *pant* i primi 25 lettori del Manzoni :’3 *pant*) ..finalmente *pant* ecco a voi *pant* il nuovo capitolo! :D *paaaant –si appoggia ad una sedia*
 
Yusei: tutto bene?
 
Io: potrebbe andare meglio... *pant*
 
Yusei: perché stavi correndo? –mi ricorda qualcosa <.<
 
Io: ringrazia i miei prof.... *pant* certe volte vorrei avere i poteri di Aki e strangolarli,  quei luridi pezzi di- *Yusei le tappa la bocca mentre lei continua a sbracciarsi*
 
Yusei: abbiamo afferrato... *le toglie la mano*
 
Io: *continua come un treno* ....e specialmente quella di italiano e latino, quella brutta str- *le ritappa la bocca*  (sappiate che str- sta per strega LOL)
 
Yusei: va bene che sia l’angolo della scrittrice questo, ma non credo sia né il luogo né il momento adatto per continuare a lanciare offese e imprecazioni contro i tuoi prof...
 
Io: *da sotto il guanto* ...Yùhhei, mi mhanha l’ahia...
 
Yusei: ?
 
Io: iuhhei ....thohhi... ha ...ma....hooo....

*gliela toglie lei a forza* AAAAAAAAAGH *respira*
 
Yusei: O_O ah, scusa >__< stai bene? D:
 
Io: a-ha, adesso si =w= <3
 
Yusei: ._.”?
 
Io: ecco a voi il secondo capitolo ^v^ <3
 
Yusei: non ci sto capendo più niente...
 
POV: Aki
 
 
Ero uscita di casa chiudendo silenziosamente la porta. Avevo un bisogno disperato di prendere aria, visto che ero rimasta chiusa in quelle quattro mura fin troppo a lungo, e questo a me non andava giù. Sapevo che non avrei dovuto farmi vedere in giro, nessuno avrebbe dovuto nemmeno sapere che esistevo. Però non ero una tipa che accetta le cose che non le piacciono così passivamente.
 
Ieri aveva piovuto, e già da alcune ore minacciava di ricominciare ben peggio stanotte. Non importava, tanto avrei girato comunque col mio solito cappuccio e mantello, due gocce non mi spaventavano mica. Anzi, meglio così, ci sarebbe stata ancora meno gente per strada.
 
Le nuvole nere ricoprivano il cielo, oscurando la poca luce della luna e delle stelle. Non ricordavo di aver mai visto un’oscurità tanto fitta. Non che mi desse fastidio, sia chiaro, io non ho mai avuto problemi a orientarmi nel buio. Ho imparato a farci l’abitudine. Quasi quasi mi piaceva: era un po’ come se mi proteggesse. Muri non fisici che sapevano celarmi agli altri senza vincolare la mia libertà. Perfetto, no?
 
Ah, no, c’era ancora la pioggia. Aveva cominciato a cadere fitta già da un po’, ma ripeto, non rappresentava un problema. Non troppo grande almeno. Le vie più vicine erano tante, ma tutte deserte. Le conoscevo bene, in fondo erano quelle intorno a casa mia... ok, diciamo al mio “rifugio”. Non erano vicoli normalmente affollati, comunque. Il vicinato, si sapeva, non era esattamente dei migliori. Nemmeno che ci fosse da aspettarsi di meglio da questo territorio, dopotutto, il Satellite era la terra dei disperati per eccellenza. Ma io non li temevo, anzi, erano loro che avrebbero fatto meglio a temere me, così come avevano fatto quelli di Neo Domino...
 
No, non avevo intenzione di tornare a ripensare al passato, mi aveva tormentata a sufficienza. Questa notte mi andava di distrarmi e basta. Se ero qui era per sigillare il mio passato. Non che mi si prospettasse un futuro vero e proprio in questo modo... ma per il momento mi accontentavo del presente. Il mio passato aveva vincolato le mie speranze per un futuro, ma che avrei dovuto farci adesso? Io non avevo colpe, era questo odioso segno la causa delle mie disgrazie, la causa di questi strani poteri. Se la mia vita era destinata a non averlo un futuro, combattere per riottenerlo non mi sarebbe servito a niente. Tanto valeva che mi accontentassi.
 
Mi ero quasi dimenticata di come si faceva a camminare. Avevo davvero bisogno di fare due passi. Chi se ne importava se pioveva, mi ero intestardita che sarei uscita stasera e così avrei fatto, non ero una che si rimangiava le decisioni.
 
Anche se dovevo ammettere che stavo iniziando ad avere una strana sensazione... era come se sarebbe dovuto accadere qualcosa, non sapevo se di buono o cattivo... Come se non fossi stata sola stavolta. Ehi, significa forse che ci debba essere qualcun altro qui? Io non vedo nessun-
 
Oh oh.
 
Qualcuno l’avevo visto, sì, ma era steso a terra. No, non avevo visto male, il buio non poteva ingannare me.
 
Incuriosita, mi avvicinai per capire meglio di chi si trattasse. Era un ragazzo, ma che ci faceva lì sul pavimento? Che gli era successo?
 
Numerose teorie affollarono la mia testa. Doveva essere solo una passeggiata, eh? Avrei potuto ancora fare in modo che rimanesse tale, passare avanti e abbandonare quel giovane a se stesso. In fondo, questo era il Satellite, e rischiare di farmi scoprire non era tra le mie prerogative. Mossi un solo passo oltre, poi mi arrestai definitivamente. Qualcosa dentro di me si rifiutava categoricamente di ignorare quel giovane. Ma perché?
 
Me ne sarei pentita, ecco perché. Sarebbe rimasto il rimorso, oltre al dolore dentro di me, per aver sprecato l’opportunità di salvare quella vita, specialmente sapendo che ne giacevano molte altre nella mia coscienza. Mi si era presentata l’occasione di rimediare almeno un minimo alla distruzione che avevo portato con me fino ad allora, perché gettarla via? Come avevo solo osato muovere quella gamba?
 
Mi voltai rapidamente e mi accovacciai affianco a lui. Era rovesciato a terra con la schiena all’insù leggermente di fianco, il viso era rivolto dalla parte opposta a dove mi trovavo io. Provai a scuoterlo, ma lui era assolutamente immobile. Mi balenò in testa l’idea che fosse... no, non poteva. Appoggiai due dita sul suo collo morbido, ed emisi un sospiro di sollievo. Poi gli toccai il viso liscio e bagnato. Era gelido, colpa dell’acqua e del freddo, forse. Non sapevo se stesse assolutamente bene, ma il buio era pur sempre il buio, non avrei potuto dirlo comunque. Sarebbe morto davvero se non mi fossi affrettata a soccorrerlo.
 
Mi spostai dall’altra parte e cercai di sollevarlo posando il suo braccio attorno al mio collo. ‘Ugh, pesi più di quanto pensassi’, gli mormorai. Non che mi aspettassi una risposta, chiaramente. Spostai il suo corpo verso il centro della mia schiena coperta dal mantello, cosicché avrei potuto sopportare i suo peso più facilmente. Era più alto di me, dunque questo mi costringeva a flettermi leggermente in avanti per sostenerlo meglio. Camminavo lentamente, ma tanto di fretta non ce n’era, casa mi- il mio rifugio non era lontano, a quella velocità non ci sarebbe voluto più di un quarto d’ora.
 
Sentivo il suo respiro lento e leggero vicino al mio orecchio, la sua testa era sulla mia spalla. L’oscurità mi permetteva di distinguere le forme, ma non i colori. Non ritenevo importasse in un mondo così grigio, però adesso stavo cominciando ad incuriosirmi. Avevo notato che aveva dei capelli lunghi rivolti a ciocche all’insù, e una frangia che gli sovrastava leggermente gli occhi.
 
‘Chissà cosa gli è successo... glielo chiederò quando si riprenderà magari. Che tipo di persona sarà mai? Ora che ci penso, sto correndo davvero un bel rischio a portarlo con me, ma saprei come difendermi in ogni caso. Mi devo sbrigare, potrebbe essere in condizioni peggiori di quanto abbia potuto constatare. ’
 
Finalmente raggiunsi l’ingresso dell’edificio. Aprii con cautela la porta cigolante, e varcai la soglia. Ero abbastanza stanca, il peso del ragazzo per me era tutt’altro che indifferente, e ne stava soffrendo parecchio tutta la mia schiena. Cercai di farlo scendere più lentamente possibile sul divano a cui mi ero avvicinata, sotto le luci ancora spente. Poi stiracchiai la schiena inarcandola all’indietro e tesi all’insù le braccia. Mi ritenevo fortunata ad aver trovato un tetto sotto cui stare in quella terra desolata. Ormai i pochi abitanti nei dintorni avevano capito che avrebbero fatto meglio a non avvicinarsi nemmeno a questa casa. Non era molto che mi trovavo qui, ma sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo prima le solite voci sul mio conto cominciassero a girare.
 
Beh, non era che dall’esterno questo posto ispirasse molta fiducia. C’erano due piani, ma le mura non erano molto ben messe. Il tetto era per la maggior parte chiuso, ma non mancavano le solite falle qua e là. Era una vera rottura quando piov- ah già, vero, pioveva. Uff. Pazienza, domani. Comunque, l’importante era che ci fosse di quanto necessario per vivere. Il piano di sopra era assolutamente vuoto, ma non importava, tanto non ci avevo mai messo piede.
 
Tolsi il cappuccio e il mantello: ormai l’acqua aveva bagnato anche i miei capelli, e il corpo del ragazzo aveva bagnato anche la mia schiena. A proposito... ora avrei potuto accendere la luce. Ce n’era una sola al centro della stanza e un po’ fioca, ma bastava. Mi allontanai dal divano e posi la mano sull’interruttore. La luce alle mie spalle si era accesa, ma mi ci vollero alcuni secondi per far abituare la vista alla nuova atmosfera.
 
Impaziente, mi voltai tornando verso dove avevo disteso il ragazzo, e la mia mano mi coprì istintivamente la bocca.
 
Aveva un fianco sanguinante, e a giudicare dalla sua espressione sofferente, sembrava ne sentisse anche il dolore benché incosciente. Non mi era mai capitato –grazie al cielo direi– di dovermi occupare di ferite del genere, ma sentivo che dovevo agire in fretta. Armata di un innato spirito risoluto, cercai in giro qualcosa che potesse aiutarlo a fermare il sangue. In un mobiletto del bagno, fortunatamente, c’erano rimaste delle garze asciutte. Presi un lenzuolo che avevo lasciato su una sedia e rapidamente tornai nella stanza più grande.
 
Respirai profondamente. Dovevo togliergli almeno giacca e maglia, quelle erano zuppe e gelide, e sarebbero state d’ostacolo anche al mio delicato lavoro. Lo sollevai dalla schiena per togliergli la giacca blu già aperta, la sua testa appesa all’indietro era pesante, ma cercai di resistere a quel leggero sforzo delle braccia per tenerlo su. Con l’altra mano iniziai a sfilargliela dalle le maniche, e quando riuscii a toglierla riappoggiai il busto del ragazzo sul divano. Posi la giacca affianco a me, poi allungai le dita verso la base della maglia che indossava.
 
Esitai per un attimo, ma non a lungo, non avevo tempo da sprecare. Sentii le mie guance diventare parecchio rosse, ma pazienza, mi sarebbe passato. ‘Forse farei meglio a chiudere gli occhi per un attimo, non vorre- non voglio deconcentrarmi. ’ In un colpo solo la feci arrivare fino alla base del suo collo, poi la feci passare attraverso le braccia che gli riposi vicino ai fianchi.
 
Uff, e questa era fat...ta. Wow. N-non male. Dovevo ammettere che aveva davvero un bel fisico. I muscoli delle braccia e del torace erano ben tonici, e la sua pelle aveva più colorito della mia, lievemente abbronzata. Però la vista del sangue non era molto rassicurante. Dopo la veloce occhiata che mi ero concessa, mi concentrai sul lungo taglio che ora potevo distinguere nettamente. Non era troppo profondo, tuttavia credevo fosse stato provocato da qualcosa di molto affilato. Presi l’asciugamano, e rapidamente lo passai sulla zona attorno alla ferita pulendo il sangue che ne era sgorgato, e lo fasciai con quello che avevo trovato in casa.
 
Infine gli asciugai il torace, le braccia e la testa, e a loro seguito anche quanto potevo delle gambe. Non sarebbe stato un problema se fosse rimasto con quei pantaloni addosso –scordatevelo, ok? Quelli non li avrei toccati per nessun motivo al mondo. Presi l’ultima coperta asciutta che sapevo ci fosse in casa, e la distesi su di lui. Aveva cominciato a riscaldarsi, però ponendo una mano sulla sua fronte mi accorsi che quella stava diventando davvero troppo calda.
 
Stupida pioggia. Dev’essere stato il gelo, oltre alla ferita. Presi un piccolo pezzo di stoffa umido, lo piegai e glielo posi sulla fronte per tenergliela più fresca. Non avevo idea di cosa fare ancora. Tutto quello che potevo fare era restare ad aspettare che si svegliasse. Mi sedetti su uno sgabello vicino, e rimasi per non so quanto a rimirarlo. Aveva dei capelli, sebbene un po’ scomposti, davvero particolari. Erano lunghi e neri, gli cadevano su parte degli occhi con altri ciocche, più lunghe, che si dividevano all’insù lungo i lati della testa. Tra queste vi erano alcune strisce giallo-bionde- difficili da credere naturali. Erano davvero curiose, tuttavia affascinanti, a loro modo.
 
(NA: sappiate che quelle le aveva anche da bambino, dunque a rigor di logica dovevano essere vere XD ci sono buone probabilità che la nostra Aki si sbagli insomma u_u  ah, non ha il marchio adesso, non è detto che comparirà ^^)
 
Dopo un po’ decisi che forse era meglio andare a dormire: io avevo perso molte energie e iniziavo a sentire le palpebre pesanti per la stanchezza. Feci forza sulle ginocchia, mi alzai e andai a spegnere la luce che fino a poco prima aveva riscaldato l’ambiente, poi la stanza ripiombò bruscamente nell’oscurità. Mi feci strada fino a dove si trovava il letto senza urtare niente, e cambiai i miei vestiti umidi con dei nuovi asciutti che vi avevo lasciato vicino. Sollevai il lembo del largo lenzuolo e mi distesi anche io, iniziando a rilassare completamente il mio corpo.
 
Sarebbero accadute molte cose il giorno dopo, dunque per adesso avevo bisogno di recuperare più forze possibili e di restare a mente chiara. Divagai il pensiero in altre, numerose ipotesi riguardo il giorno che sarebbe seguito. Forse era la prima volta che pensavo davvero al futuro. Non avevo idea di cosa sarebbe accaduto, ma avevo una strana sensazione riguardo quel giovane. Doveva essere un po’ più grande di me, non so di quanto. Non avrei dovuto abbassare la guardia, non avevo idea di chi c’era nell’altra stanza, in fondo. In questo pozzo di disperazione potevo aspettarmi di tutto. Ma avrei aspettato la luce del giorno per affrontare la questione.
 
Sapevo già come sarebbe finita. Lui avrebbe visto di cosa ero capace e sarebbe scappato, come tutti. Per una volta dopo tanto tempo che non ero del tutto sola, l’idea di perdere quella semi-compagnia un po’ mi rattristava. Ma ero già preparata al seguito. Era successo tante volte. Però volevo aspettare e stare a vedere. Così avvolta dalle nubi che circondavano la mia mente, mi abbandonai tra le braccia di Morfeo.
 
*Nello studio buio e incasinato della scrittrice*
 
Io: Ok, capitolo lunghetto XD A-hem, so bene che Aki dovrebbe essere la strega perennemente nera col mondo tutta fuoco, fiamme e radici, però volevo dipingerla più come una persona che ha già accettato la sua sorte, soffre, ma non vuole dar peso alla cosa, e cerca di trovare un suo modo per continuare ad andare avanti senza lasciare che il suo passato le addossi altri guai... non so se sono riuscita ad esprimere il concetto XD avrei dovuto farla più cattiva, ma ho letto troppe fic (anche in inglese) in cui abbiamo questa Aki ancora al guinzaglio di Divine o diffidente nel lato cattivo del termine, e la cosa mi ha dato abbastanza nausea -_-
 
Aki: almeno sono comparsa stavolta.
 
Io: dovresti ringraziarmi, ti ho regalato l’intero pov ù_ù
 
Aki: conoscendoti, pensavo l’avresti concesso a Yusei, prima che a me ._.
 
Io: come potevo? Il nostro amico era svenuto per la via, non avrebbe avuto molto da dire XD
 
Yusei: lo sapevo... sei crudele, hai appena cominciato e sono già finito male.
 
Io: ehi, che vuoi, ad Aki non gliel’hai mai detto “crudele”! Insomma, lei ha cercato di ammazzarti ben due volte! D:
 
Yusei: siete più simili di quanto pensassi.
 
Io: mi stai dando della sadica? ç_ç
 
Aki: io sarei sadica? e_e
 
Io: Nooooh, certo che no Aki ^^” però sembrava ti stessi divertendo davvero un mondo mentre duellavi durante la Fortune Cup e...
 
Aki: che c’è, non ci si può divertire duellando?
 
Io: io non intendevo in quel senso -_-
 
Yusei: va bene, lasciamo stare... A proposito, tu duelli?
 
Io: ovviamente, che domande >w< ho anche il mio profilo personale su dueling network *^* il deck naturia resterà per sempre il mio preferito X3 ho sempre avuto un debole per i ....tipi.... pianta.... NO. NO. NON E’ VERO...
 
Yusei: ..come non detto...




Vai col disegno numero due! :D le anticipazioni sono più o meno le stesse ^_^ vabbé, sono una fangirl (non-yaoista) senza speranze di recupero, non stupitevi di niente :]  ...per essere precisi, data la mia stima nei confronti di Tite Kubo, autore di Bleach, un po’ il mio stile si è modellato su quello XD lo dico perché Kubo tende a fare altezze un po’ farlocche, per questo Yusei potrebbe sembrare più alto di quanto non sia davvero X°D e lo stesso vale per Aki u.u anche se qui sta in ginocchio XD ...devo essere una barba con questi papiri d’introduzione <.< meglio chiudere, ecco a voi il mio lavoretto XD (per la cronaca, gli sfondi sono noiosi e.e ciao ciao caro studio della prospettiva :’) )



 
  
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