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Autore: _ciaosonoio    13/12/2013    1 recensioni
Louis si era sempre accontentato, limitandosi a guardare Harry da lontano. Non ci aveva mai parlato, ma conosceva tutto di lui.
Forse, uno dei motivi era che tutti lo conoscevano, quel ragazzo era davvero capace di farsi amare da tutti.
Moriva dalla voglia di parlarci, di scoprire qualcosa in più su di lui, ma non poteva: aveva una paura tremeda di fare brutta figura o dire qualcosa di sbagliato. E poi, lui era Louis, il ragazzo punk che doveva mantenere la sua aria da duro, quello che non parlava con nessuno se non strettamente necessario.
Pensava ch,e probabilmente, fosse arrivato a farsi odiare da parecchia gente grazie al suo atteggiamento troppo freddo, ma sperava di avere torto.
Al contrario di quanto poteva sembrare, era un ragazzo timido, per questo non parlava mai con nessuno. A volte gli risultava difficile credere che ancora nessuno l'avesse capito...
Anche quel giorno, a mensa, si soffermò a guardare Harry, mentre si avviavava verso quello che ormai era diventato il suo tavolo.
Harry era con il suo solito gruppo di amici, sembravano davvero felici mentre scherzavano e ridevano insieme. Louis li invidiava pe questo, per questo e per il fatto che potessero parlare
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis si era sempre accontentato, limitandosi a guardare Harry da lontano. Non ci aveva mai parlato, ma conosceva tutto di lui.
Forse, uno dei motivi era che tutti lo conoscevano, quel ragazzo era davvero capace di farsi amare da tutti.
Moriva dalla voglia di parlarci, di scoprire qualcosa in più su di lui, ma non poteva: aveva una paura tremeda di fare brutta figura o dire qualcosa di sbagliato. E poi, lui era Louis, il ragazzo punk che doveva mantenere la sua aria da duro, quello che non parlava con nessuno se non strettamente necessario.
Pensava ch,e probabilmente, fosse arrivato a farsi odiare da parecchia gente grazie al suo atteggiamento troppo freddo, ma sperava di avere torto. 
Al contrario di quanto poteva sembrare, era un ragazzo timido, per questo non parlava mai con nessuno. A volte gli risultava difficile credere che ancora nessuno l'avesse capito...
Anche quel giorno, a mensa, si soffermò a guardare Harry, mentre si avviavava verso quello che ormai era diventato il suo tavolo.
Harry era con il suo solito gruppo di amici, sembravano davvero felici mentre scherzavano e ridevano insieme. Louis li invidiava pe questo, per questo e per il fatto che potessero parlare con Harry ogni volta che volevano, senza essere bloccati da qualche irrazionale paura, quella che voleva mandare via da una vita, che odiava così tanto...
Forse si sofffermò un momento di troppo su quei capelli che immaginava essere morbidissimi, su quei movimenti languidi e impacciati, indubbiamente sexy, ma anche teneri, sulle sue bellissime mani strette sul suo vassoio. Senti qualcosa scontrasi contro di lui e , subito dopo, qualcosa di bollente sul petto che lo riportò alla realtà.
Non ci mise molto a inquadrare la situazione: un ragazzo - doveva essere circa del terzo anno - gli era venuto addosso rovesciando tutto il suo caffe sulla sua maglietta.  La macchia era poco visibile sulla sua maglietta nera e qualche goccia era caduta anche su i suoi jean, neri anch'essi.
Sbuffò fustrato e subito il ragazzo cominciò con le scuse.
"Non fa niente", avrebbe potuto dire, oppure"Non è colpa tua, ero distratto", ma quando aprì la bocca per parlare, si rese conto che tutti lo stavano guardando, così si bloccò.
Buttò pesantemente il vassoio su uno dei tavoli e corse via, uscì dalla sala mensa sperando che tutte quelle persone avessero smesso di fissarlo, ma non ebbe il coraggio di controllare.
Arrivò in bagno e si fermò difronte al lavandino, chiedendosi se fosse il caso di andare a casa a cambiarsi. Lo era, decisamente: il davanti della maglietta era completamente bagnato e impregnato dall'odore fastidioso del caffé.
Si assicurò di avere le chiavi di casa prima di chiedere un permesso e uscire, ma, come temeva, le aveva dimenticate. Gli succedeva spesso.
Soprirò e prese dei fozzoletti dalla sua borsa, iniziando a fregare il tessuto fracido, nel tentativo di asciugarlo almeno un po', ma si accorse subito cheera inutile. 
Si aggiustò il ciuffo tinto di rosso davani alla fronte e fece per uscire, pensando che sarebbe stato un giorno non molto peggiore rispetto agli altri. 
Indugiò ancora qualche altro secondo sulla sua immagine riflessa, sperando di sembrare almeno accettabile.
Il rumore della porta che si apriva lo fece voltare di scatto. Rimase in quella posizione per qualche secondo prima di rendersi conto di chi avesse davanti.
Doveva farsi coraggio, cogliere l'occasione e finalmente parlargli.
Probabilmente non l'avrebbe fatto comunque, ma il pensiero della maglietta macchiata e dei suoi capelli più in disordine del solito, lo resero tentennate.
Decise di uscire facendo finta di non averlo notato, come sempre.
Ma con sua grande sorpresa, fu proprio l'altro a parlare.
"Ehi, ho visto cos'è successo in mensa, tutto bene?", disse con una voce calda e profonda. Louis la conosceva già, ma suonava deciamente più bella adesso che era rivolta a lui.
Avrebbe voluto rispomdere, ma si rese conto che fosse trascorso troppo tempo dalla domanda. Si era perso di nuovo nei suoi pesieri. Come al solito. 
Decide che fosse meglio fare finta di non averlo sentito, per non fare brutte figure.
"Non ti piace molto parlare con la gente, ho ragione?" continuò l'altro con  sorriso, ma con voce più insicura di prima.
Questa volta Louis voleva davvero rispondere, ma non sapeva cosa dire. 
A lui piaceva parlare con le persone, solo che non gli riusciva semplice farlo, ma non poteva dirglielo, lo avrebbe giudicato strano.
Così si limitò a guardarlo e sorrise timidamente. 
Il sorriso di Harry si allargò e , come incoraggiato, e ricominciò a parlare.
"Ho visto cosa è successo in mensa", lanciò una sguardo eloquente alla macchia, adesso più larga, sulla maglia di Louis.
"Se vuoi, posso darti la mia felpa, a me non serve"
Feca per togliersi la felpa, che portava aperta su una maglietta bianca a scollo ampio che esponeva le sue clavicole robuste, ricoperte da pelle pallida.
"N-non devi, sto bene", tentò Louis balbettando, mentre già si malediceva pensando a quando doveva essere suonata incerta la sua frase.
Arrerò istintivamente di un passo, sbattendo al freddo lavabo su cui appoggiò entrambe le mani per non cadere.
Il ragazzo rise portandosi una mano alla bocca.
Era bellissima, rossa, in contrasto con la pelle di porcellana.
"Tieni" 
Il ricci cominciò a togliersi la felpa e subito gliela porse, in un gesto gentile.
Si era avvicinato a Louis di qualche passo.
Da quella distanza, il ragazzo riusciva a vedre perfettamente tutte le sfumature di quegli occhi che aveva ammirato da lontano. Occhi verdi che sapevano di primavera che ra sempre stata la stagione preferita da Louis.
"Meglio che tu vada a cambiarti, tra poco ricomincieranno le lezioni", sorrise ancora il ragazzo piegando leggermente la testa per guardare Louis negli occhi, mentre gli pocchiava una mano sulla spalla.
Louis si stupì del fatto che non stesse tremando, non ancora.
"Grazie", mormorò allora in risposta, sforzandosi di mostrarsi sicuro di sé e si scostò entrando in uno dei bagni.
La campanella suonò non appena richiuse la porta dietro di sé, per cui immaginò che Harry se ne fosse andato.
Si tolse velocemente la maglietta indossando la felpa di Harry. 
Era azzurra e parecchio larga. Impregnata ancora di quella che doveva essere l'odore di Harry. L'amò all'istante.
Uscì dal bagno  con l'intento di affrettarsi a raggiungere l'aula di biologia, ma incappò ancora nello sguardo del bellissimo ragazzo di poco prima.
Lo fissava come intenerito.
"E' enorme  su di te, ma ti sta davvero bene, questo colore fa risaltare i tuoi occhi. Sono davvero belli, sai?", disse avvicinandosi sempre di più.
Louis si soffermò sul significato delle parole del ragazzo.
Ci stava provando con lui? Harry era gay e ci stava provando con lui?
Per Louis era impossibile da credere, ma la tentazione di concedersi il beneficio del dubbio era troppo forte, quindi considerò l'ipotesi.
"Grazie, anche tu lo sei", disse senza rendersene conto a pochissima distanza da lui. Non poté evitare di arrossire rendendosi cont delle cose appena dette.
"Sei così tenero" mormorò Harry a pochi centimetri da lui mentre sorrideva.
"Troppo tenero" soffiò sulle sue labbra sorridendo, un attimo prim di baciarlo.
Louis si sentì come congelato all'istante, ma non lo respinse, si abbandonò al bacio sena pensare ad altro.


Le urla di sua madre lo svegliarono bruscamente quella mattina, interrompendo il suo bellissimo sogno.
Si alzò sbuffando e si preparò a un'altro orribile giorno di scuola, uni di quelli reali, in cui Harry non lo avrebba mai notato.
  
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