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Autore: Salvio Hexia    13/12/2013    0 recensioni
Con un abbraccio, loro, riuscivano a fermare il mondo per un po’; ad attutirne l’impatto; a stagliarne il flusso che, se non stai attento, ti trascina in un vortice dal quale, una volta dentro, non riesci a riconoscere più nemmeno te stesso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lidia era già fuori, l’aspettava. Il suo eastpak blu sulle spalle, le mani sottili tremanti, gli occhioni verdi persi chissà dove. Benedetta, vedendola lì, in quel modo, s’era sentita svuotare dentro dal suo stesso male: la paura di non essere abbastanza. “Accidenti, Lidia!”, pensava, “guarda che occhi. Tu che salvi sempre tutti, tu che sei così razionale con ciò che non ti riguarda, oggi, qui, dopo tutta la forza che c’hai messo per trascinare la tua vita il più lontano possibile dall’autodistruzione, dopo tutta la forza che c’hai messo per trovare l’equilibrio, ti sei lasciata inghiottire, di nuovo, dal vortice del tuo passato, dal vortice di tutto quello che ti ha fatto male e ti stai lasciando trasportare dove sai di non poterti più permettere di cascare! Reagisci, ribellati. Lidia, ti voglio bene” e fra quei pensieri che la travolgevano mentre parcheggiava, si faceva spazio il desiderio forte, vivo, di proteggerla e di portarla via da quello che era stato per ricordargli che tutto poteva ancora essere. Si erano strette come la prima volta, si erano strette perché due persone fragili, insieme, magari, riescono a sentirsi al sicuro, a non essere più il bersaglio di nessuno. O magari no, ma se si è in due, inutile negarlo, tutto è un po’ più semplice, il dolore è dimezzato o, a volte, amplificato. Ma quando ci si lega come si sono legate Lidia e Benedetta, non importa più ciò che pro e ciò che è contro. Non importa se sono più gli svantaggi, che i vantaggi. Non importa nemmeno il resto.
Era successo anche lì, nel parcheggio del condominio dove Lidia abitava. La preoccupazione di Benedetta era sparita, così come tutti gli altri ricordi, belli e brutti, che ti precipitano addosso quando non riesci più a stare in equilibrio. Lidia aveva persino dimenticato il senso di inadeguatezza che la pervadeva. Ecco cos’era che le salvava. Con un abbraccio riuscivano a far sparire il contesto. Riuscivano a far sparire le loro coetanee che a quell’ora, magari, erano in una chiesa a pronunciare il fatidico “sì, lo voglio”, oppure in una sala parto a spingere via dal loro corpo una nuova vita. Riuscivano a far sparire il modo che avevano gli altri di farcela, di essere e persino il loro, invece, non riuscire in niente, neppure ad essere. Un po’ per timore, un po’ per riservatezza, un po’ per tutto quello che si trascinavano dietro. Un insieme di dettagli, di paure, di mancanze  che impedivano loro di stare bene a contatto con il mondo, con tutte le sue contraddizioni, con tutta la sua cattiveria, con tutte le sue pretese, con tutti i suoi imprevisti. Con un abbraccio, loro, riuscivano a fermare il mondo, per un po’, ad attutirne l’impatto, a stagliarne il flusso che, se non stai attento, ti trascina in un vortice dal quale, una volta dentro, non riesci a riconoscere più nemmeno te stesso: niente di niente. Diventi solo uno strumento del mondo che ti fa essere, di volta in volta, quello che vuole, annullando ciò che realmente sei. Ad un certo punto, poi, però, quell’abbraccio bisogna interromperlo, prendere coscienza di quel contesto, che fa ad entrambe male, e comprendere cosa c’è che non va, se c’è realmente qualcosa che non va in loro due, o se alla fine ognuno ha i suoi tempi, i suoi modi, i suoi punti di fragilità che si possono, d’altronde, pur sempre trasformare in punti di forza. Bisognava che capissero cos’era che le rendeva fragili, per potersi difendere al meglio. Se non avessero scoperto quello, come avrebbero potuto portarsi via da quel flusso e accettarsi, finalmente, così com’erano? 7kg sottopeso, o meno. Con un fidanzato, o senza. Vita “socialmente attiva”, o no. Erano loro, erano così e si erano accettate, in tutto. E se ce l’avevano fatta loro poteva farlo anche qualcun altro,no? E cos’era quel bisogno che improvvisamente avevano entrambe d’amore? 
  
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