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Autore: nightmaresandstars    13/12/2013    3 recensioni
[SPOILER! Se non avete letto la trilogia, sbrigatevi e poi tornate qui!]
Helene Snow è la nipote dell'ormai ex Presidente di Panem. Questa è la storia degli ultimi Hunger Games.
Che i Settantaseiesimi Hunger Games abbiano inizio. E possa la fortuna essere sempre a vostro favore!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 - PERCHÉ PARLI SOTTOVOCE?

Tempo dieci minuti e già mi ero stufata.
Sono uscita dalla stanza con una lentezza di cui non mi credevo capace.
C’era gente che apparecchiava la tavola.
Chissà che c’è per pranzo...
Non sapevo veramente che fare, così mi sono messa sul divano, le gambe incrociate come al solito, a giocare con le punte dei miei capelli blu notte, tutti spostati sulla spalla.
Finché Gale non si è seduto vicino a me.
«Trovato qualcosa da mettere?» ha chiesto mentre mi sedevo composta.
«No, ancora no... credo che dopo pranzo mi metterò d’accordo con Jale»
«Mmh... ok.» era diventato silenzioso.
Ma che hai?! Sei imbarazzato? Uno come te?? Dovrei essere io quella in soggezione...
«Dobbiamo allenarvi noi...» ha aggiunto alzandosi. «Quindi magari dopo mettetevi d’accordo anche su queso.» Si è stiracchiato, ha messo bene la camicia, che si era un po’ stropicciata, e alla fine mi ha porto la mano. «Su, il pranzo ormai sarà pronto, non facciamoli aspettare.»

Un pranzo capitolino a tutti gli effetti. Primo, secondo e contorno in stile grande cenone in famiglia. Una bottiglia di vino era di proprietà di Haymitch, l’altra alla fine della cena non era arrivata neanche a metà.
La torta al cioccolato era deliziosa e fino a quel momento l’unico rumore che si era sentito era stato quello delle posate.
«Allora, ho cambiato idea. Trovate qualcosa da mettervi entro questa sera e vedete di decidere da chi volete essere allenati.» ha sbraitato Haymitch.
«Io voglio Haymitch! Così mi divertirò un po’!» ha risposto prontamente Jale.
L’ho fulminato!
Poi per paura di diventare rossa ho iniziato a fissare il piatto.
«O-ok... per me va bene...»
Non credo d’aver più alzato lo sguardo, finché, con la scusa del vestito non ho deciso di alzarmi e filare in camera.
Oh mamma! Oh mamma! Gale mi allenerà! Gale!!! Proprio lui!
Ho aperto l’armadio con tanta enfasi che per poco non volava via un’anta!
Due vestiti mi sono saltati subito agli occhi, e dopo un po’ sono arrivata a quattro.
Uno era corto e attillato, monospalla con la manica lunga e a pipistrello, nero, la parte sopra al seno opposta alla manica era rossa... con i colori c’eravamo, ma non mi convinceva.
Un altro era tagliato in vita, la parte superiore era bordeaux, la gonna era più ampia e leggera, e sfumava verso il rosso, aveva una scollatura a forma di “v” ampia con delle piccole maniche rosse con le rouches.
Un terzo era stile impero con le rouches verticali nella parte superiore e lungo fino a terra; molto, molto leggero.
L’ultimo l’ho trovato nell’armadio, ma non era mio, aveva uno scollo a barchetta con le meniche lunghe e attillate, con uno stile a sirena, con una scollatura enorme sulla schiena, nero... non era molto a tema e neanche mi piaceva più di tanto... ma tanto valeva provarlo!
Ho tolto il vestito che indossavo e ho messo l’accappatoio.
«Per adesso ne ho trovati quattro! Inizio a provare?» ho urlato dalla mia stanza.
C’è stato un attimo di silenzio, un leggero borbottio e poi un “va bene” biascicato da Haymitch.
Ho deciso di provarli da quello che mi piaceva di meno, così ho messo quello a sirena. Sono uscita senza scarpe e sono arrivata in salotto. Ho fatto una giravolta e mi sono fermata.
«Spero che quello non sia il più bello!» ha detto Haymitch con tono serio.
«Tranquillo!» gli ho risposto. «L’ho scelto solo per la scollatura sulla schiena! Non piace neanche a me...»
«E allora perché ce lo fai vedere?» ha chiesto.
«Perché quella scollatura merita! Eccome se merita!» ha risposto Jale al posto mio. «Girati un po’!»
«Facciamo che mi giro se me lo chiedi con gentilezza!» ho ribattuto io.
«Va bene... puoi girarti per favore?»
Mi sono voltata con fare svogliato spostando i capelli sul davanti per mostrare la schiena e li ho sentiti borbottare.
Ma chi me l’ha fatto fare?!
«No, no, non va bene. Il prossimo.» ha detto infine Haymitch.
Sono andata in camera, ho messo quello corto e attillato e poi sono tornata in sala.
«Questo?» ho detto fermandomi e aprendo un po’ le braccia.
«Sexy.» ha commentato Jale.
«Sta zitto tu!» gli ho risposto acida.
Ha fatto una boccaccia  e ha fatto finta di mettere il broncio.
«Non mi piace la manica...» ha detto Gale con sguardo triste.
Era il primo commento che faceva e non era positivo... non andava bene.
«Ok, allora vado a provare il prossimo.»
Tornando in camera mi sono chiesta perché gli piacesse. Poi ho avuto il lampo di genio...
Katniss! Gli ricordava il vestito della seconda intervista, quello che si era trasformato in vestito da ghiandaia... Stupida, dovevi pensarci prima!
Ho messo il vestito lungo stile impero e sono tornata di nuovo di là.
«Mmh, questo è carino... questo tessuto è leggero, vero?» ha chiesto Haymitch. Ho annuito. «Potrebbe ricordare una fiamma... ok, vediamo l’ultimo...»
Quello che mi piaceva di più, ovviamente lasciato per ultimo è piaciuto molto anche agli altri e hanno tutti optato per farmi usare quello, anche se ancora non ero pienamente soddisfatta.
Durante il pomeriggio ho continuato a cercare abiti, ma con scarsi risultati. Poi mi sono ricordata che in un cassetto dell’armadio avevo un set da cucito, una delle strane fisse del nonno... non sono mai stata brava nel cucire, ma tanto valeva provare! Ho preso il vestito a stile impero e ho tagliato la parte superiore, lasciando solo la gonna lunga, ho preso la parte davanti e l’ho arricciata, cucendola alla bell’e meglio, in modo da creare una gonna corta davanti e molto lunga sul dietro, l’ho arricciata un po’ anche sul dietro, per creare volume e accorciare un po’ lo strascico.
Ho rigirato il vestito che avevamo scelto in modo da cucirlo senza rovinarlo e ho provato ada attaccare la gonna e a vedere l’effetto che faceva.
Niente male Hel! Proprio niente male!
«Ne ho un altro!» ho urlato.
«Va bene! Vieni!» mi ha risposto Gale.
Erano rimasti sul divano, non so per quale strano motivo, ma erano fermi lì...
Quando mi hanno sentito arrivare si sono girati senza alzarsi.
«Allora? Che ne dite?»
«Scusami tanto, ma come ha fatto a non  vederlo nel’armadio?» ha chiesto Haymitch.
«Beh... perché non c’era!» ho risposto, ma ho dovuto aggiungere un “l’ho fatto io” perché le loro facce erano troppo strane e subito dopo sono scoppiata a ridere, erano sconvolti!
«Mi sottovalutate proprio tanto, eh? Solo perché mi chiamo Snow non significa che non sappia fare niente!»
«Comunque manca qualcosa...» ha detto Jale.
«Lo so...» ho risposto. «Ma non so che fare...»
«Dei brillantini –o come si chiamano-?»
«Ce li avrei anche, ma non so proprio come attaccarli...»
«Ci penso io... aspetta qui...»
È scappato di corsa ed è tornato dopo dieci minuti con una cosa strana in mano. Una cosa che assomigliava alle pistole delle guardie di mio nonno...
«È un laser, attacca tutto su tutto... togliti il vestito che ti faccio vedere come si fa.» ha detto estasiato.
«Ehm... ok, torno subito...»
«Torni subito?» ha chiesto alzando un sopracciglio.
«Sì, vado a cambiarmi, per- per la pistola...»
«Ah, giusto... ma è un laser, non una pistola...»
«Dettagli.» ho aggiunto prima di andarmene.
Tempo di togliere l’abito e prenderne al volo uno blu dall’armadio e sono tonata in sala, avevo in una mano, tirata sopra la testa, il vestito, nel vano tentativo di non farlo strusciare a terra e nell’altra una pesante scatolina con dentro tutte piccole pietre nere riflettenti.
Ci siamo avvicinati al tavolo e abbiamo steso il vestito, ha preso una pietra, gli ho indicato un posto dove metterla e dopo averla posizionata ha preso in mano il laser, l’ha puntato sulla pietra e gli si è avvicinato piano, rimanendo fermo per qualche secondo. Ha tolto il laser e sollevato il vestito con aria compiaciuta.
«Visto? Non si stacca! Hai capito come funziona?»
«Sì, ed è fantastico! Solo... non è che puoi aiutarmi a metterne uno?» ho chiesto quasi vergognandomi (e ovviamente arrossendo).
«Ehm... va bene...»
Ho posizionato un’altra pietra e ho preso la pistola.
Jale si è messo dietro di me e ha posato le sue mani sopra le mie accerchiandomi con le sue braccia forti e muscolose.
Ho sentito il suo respiro sopra il collo ed è partito un brivido che ha percorso tutta la schiena. Il rossore ha nuovamente invaso le mie guance e le mani hanno iniziato a sudare.
Grazie al cielo sono attaccate alla pistola!
«Posiziona la punta del laser sulla pietra.» mi ha sussurrato in un orecchio.
Ti prego! Smettila!
Ho annuito. Le mie mani hanno iniziato a tremare e Jale deve essersene accorto perché ha subito stretto maggiormente la presa.
Abbiamo attaccato qualche altra pietra insieme, i suoi commenti erano sussurrati direttamente nel mio orecchio. Ad ogni commento partiva, come da manuale, un mio brivido e tutte le volte sentivo le sue labbra incresparsi in un sorriso.
Se fossi in altre situazioni sarei in grado di resistergli? Probabilmente non dovrei neanche tentare di resistergli... se qualcun’altra fosse nelle mie condizioni forse non aspetterebbe un secondo... no, non posso. Io devo resistere, devo! Però...
«Ehi, voi due!» ha urlato Haymitch facendomi letteralmente saltare. «Non venderò di nuovo gli “sfortunati amanti”, quindi potete anche evitarvi la sceneggiata!»
«Tranquillo Haymitch! Lungi da me tutto ciò! Le stavo solo facendo vedere come attaccare le pietre!» ha risposto lui scuotendo la mano come a sminuire tutto quanto. «Puoi fare da sola adesso, vero?» mi ha chiesto dopo.
Ho annuito e lui se n’è semplicemente andato.
Ho finito il vestito e mi sono ritirata in camera.
Mancavano poche ore alla cena.

La cena è stata tranquilla e dopo cena ci siamo vestiti per farci vedere insieme da Haymitch e Gale.
Jale indossava un semplice smoking, ornato con una cravatta rossa, una rosa rossa (che ho immediatamente provveduto ad eliminare), e scarpe nere con lacci rossi.
Non eravamo male, ma...
«Avvicinatevi magari!» ci ha “rimproverato” Haymitch. «Non dovete fare gli innamorati, ma non mostrate neanche troppa indifferenza!»
Ci siamo avvicinati e Jale a messo una mano sul mio fianco.
«Ecco! Da un eccesso all’altro! Jale! Non sei un ragazzino! Contieniti!»
«Farò come viene quel giorno!» ha risposto lui.
«Va al diavolo e fa come ti pare! Voi andate a riposare, Gale, noi andiamo, dobbiamo discutere di una cosa.»
Mi sono sciolta da quella sottospecie di abbraccio e sono filata in camera.

«Snow... Snow...»
Erano passati appena venti minuti, avevo appena messo il pigiama e mi ero sdraiata, ma ovviamente, Jale doveva rompere.
Mi sono alzata controvoglia, ma continuava a sussurrare il mio cognome con un tono urgente.
«Che c’è?!» gli ho quasi urlato in faccia quando ho aperto la porta.
«Non strillare e fammi entrare!» continuava a sussurrare.
«Perché parli sottovoce?»
«Perché non dovrei essere qui...» ha aggiunto subito prima di spostarmi per entrare.

*Angolino autrice*
Ok, non credo ci sia molto da commentare, solo una cosa:
ogni riferimento a "torte al cioccolato" e a numeri è puramente casuale...
sì, sì, come no!!
Ma chi vogliamo prendere in giro? Io amo quel tipo!
Anyway, spero di avervi incuriosito con il finale,
sto già iniziando a scrivere il sesto capitolo, ma dovrete comunque aspettare la settimana prossima!
A presto!
Lady_Periwinkle
  
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