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Autore: saveme_    13/12/2013    1 recensioni
Allison è una ragazza introversa che non ama parlare di se stessa e che non ama aprirsi con le persone. Non si fida di nessuno. Qualcosa cambierà grazie ad un anno all'estero,impostogli dai genitori ma che l'aiuterà ad aprirsi,si aprirà grazie ad una persona che la vuole conoscere a fondo e Allison si fiderà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Nonostante oggi fosse domenica,mandai un messaggio a Robert,il mio coach di fitboxe chiedendogli se potevamo fare lezione oggi,nonostante non fosse giornata di allenamento. Mi incamminai per andare in palestra,una volta arrivata trovai Robert ad aspettarmi,stranito credo,dato che non di regola non dovevamo vederci. In palestra gli chiesi di farmi fare una sequenza con più diretti,ganci e montanti possibili. Meno calci,più pugni. Dovevo sfogare tutta la rabbia e la frustrazione che continuava ad aumentare con il passare del tempo. Mi odiavo non solo perché avevo paura della vecchia Allison,ma anche perché ero stata stupida,stupida a cedere a causa di un ragazzo di cui non ne valesse la pena. Dopo un duro allenamento,questa volta durato due ore circa,avevo le nocche rosse e spaccate a causa della troppa forza che diedi durante l’allenamento. Uscita dalla palestra andai a casa,mi feci un bel bagno caldo,mi stesi sul letto e lessi un libro. Riuscii a leggere i primi due capitoli,poi la mia mente si deconcentrò,cosi decisi di chiudere il libro. Andai di sotto in cucina da Abby che stava cucinando dei favolosi cupcakes cosi decisi di darle una mano,notò che qualcosa non andava in me,ma non fece domande,cercò solamente di farmi distrarre.
<< Avevi molto da sfogare? >>
<< Come? >>
<< Le tue mani non hanno un bell’aspetto >>
<< Oh,si. Ho chiesto al mio coach se potevamo fare lezione oggi,visto che non mi andava di né di fare i compiti né di rimanere in camera con i miei pensieri. Avevo bisogno di sfogarmi >>
<< Se ti fa stare bene è la cosa giusta da fare. Ora prendi la farina e iniziamo a fare questi cupcakes >>
Dopo essermi cimentata nella cucina credo non mi permetterò più di entrarci se non per mangiare. Arrivò il momento della cena,non feci neanche caso che le 16.00 erano passate,e da tanto. Quella sera io e i Thompson eravamo tutti riuniti a tavola per la cena della domenica,dopo il buonissimo pasto che Abby preparò,andai di sopra e questa volta fui io a chiamare Lydia su Skype. Accettò la chiamata e lei tutta euforica iniziò a raccontarmi del suo appuntamento con il suo fratello americano e di come lui fosse stato un angelo con lei. Ad un tratto mi persi fra le sue parole,tra i suoi siamo andati a cena,abbiamo fatto una lunga passeggiata e tutti i cuori che le spuntavano da tutti i pori,ero felice per lei se lo meritava. Ad un tratto però si fermò e mi osservò.
<< Hey,so che non ami parlare,specialmente di te,non ti chiederò niente. Ma voglio che tu mi ascolti. Qualsiasi cosa sia successa non lasciare che la vecchia te ritorni. Sei cambiata e nonostante abbia cominciato a fumare e a fare la ragazza dura,comunque sei diventata una persona fantastica che non lascia che gli altri la buttino giù,che impedisce agli altri di entrarle nella testa. E’ questo il cambiamento che ho più apprezzato di te,sei cambiata per te stessa,perché avevi bisogno di dimostrare agli altri che non sei debole,ma che vali molto di più di quanto gli altri pensino. Continua cosi che non sbagli e non ti spaventare se un ragazzo prova interesse nei tuoi confronti,non sottovalutarti sei all’altezza di ogni ragazzo li fuori. Ora vado che ho scuola. Ricordati che ti voglio bene,a domani. >>
Onestamente ero rimasta senza parole,era come se sapesse cosa mi stesse succedendo,come se mi avesse letto nella mente. Del resto era una cosa che le riusciva più che bene,sapeva sempre come stavo e come tirarmi su di morale,trovava sempre le parole giuste. Quelle parole rimbombavano nella mia testa,ero divisa una parte voleva darle ragione,l’altra diceva che non me le meritavo. Chiusi il computer e andai a letto,cercando di dormire,anche se mi fu molto difficile.
Le settimane passarono e io in quel parco non ci misi piede. Dopo quel discorso non chiamai Lydia per un po’ e lei nemmeno chiamò me,voleva darmi i miei spazi. Era una cosa che avevo sempre apprezzato di lei,aveva capito com’ero fatta ed era l’unica che non mi faceva pressioni. Ero sdraiata sul letto a ripensare alle parole di Lydia,a pensare a me,a lui. Non volevo che un ragazzo mi cambiasse,ma allo stesso tempo non volevo passare per la stronza di turno,per quella che non sono. Mi ero creata questa corazza di ragazza dura che usavo con le persone che mi avevano fatto del male,giudicata o che avevano l’intenzione di farmelo,che ormai la usavo sempre. Ma ripensando,mi dicevo che alla fine lui non aveva fatto niente di male. Voleva conoscermi e io,come al solito,glielo stavo impedendo. Ero io quella che giudicava adesso. Odiavo i giudizi e le persone che giudicavano e ora stavo diventando una di loro? Cosi decisi di alzarmi dal letto,farmi una doccia e andare al parco. Arrivata li fui abbastanza stupita,lui non c’era. Del resto cosa potevo pretendere? Ero io quella che l’aveva allontanato,ero io quella che si era comportata da deficiente. Ero io quella sbagliata. Rimasi per due secondi li in piedi prima di andarmene.
<< Sai ci speravo >>
Sentii una voce familiare dietro di me. La sua voce. Mi girai di scatto e lui proseguì.
<< Dopo quella sera sono tornato,speravo tornassi pure tu. >>
Stava per andarsene,non sapevo che fare,cosi presi anima e coraggio,presi un profondo respiro e iniziai.
<< Settembre duemiladieci,primo superiore,amici nuovi,professori nuovi,materie nuove,classe nuova,persone a me del tutto sconosciute. Credevo di potercela fare ma non ero adatta a quel posto. Tutti i miei compagni di classe erano dei geni,io prendevo quel misero sei e qualche sette. Non sono mai stata un genio a scuola. Quest’anno mi sono data una svegliata. Non mi sentivo all’altezza,mai. E sai cosa significa? Non parlo solo a livello scolastico,ma anche esteticamente,fisicamente. Odiavo tutto di me. Se ti stai chiedendo se sono caduta in depressione ti dico che la mia risposta è si. Non è durata molto però,e di questo ne vado fiera. Nel luglio duemiladodici ho deciso di fare il cambiamento,ho deciso di cambiare atteggiamento. Basta piangersi addosso,basta essere derisi,basta essere fra gli ultimi. Volevo provare sensazioni nuove. Ho cambiato cerchia di amici. Ho iniziato a fumare,brutta abitudine lo so,me lo hai ricordato anche tu. Ho fumato erba un paio di volte ma ho lasciato perdere subito,ho provato l’alcool,ma ci ho rinunciato. E’ rimasta la sigaretta. Ma posso rinunciare anche a quella. Tra i vecchi amici ho sempre mantenuto i rapporti stretti con Lydia,la mia migliore amica,che mi ha sempre riportata con i piedi per terra ed era sempre li a sostenermi quando nessuno c’era. Quando la mia famiglia era sull’orlo di una crisi e ora sai più cose tu di lei dato che nonostante la conosca da tredici anni non mi sono mai aperta con lei. Ecco questa sono io,chiamami ragazza disturbata o come preferisci. Non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose.. >>
Dopo essermi finalmente liberata di tutte quelle cose,pensavo che Ashton se ne sarebbe andato considerandomi una pazza,ma disse l’ultima cosa che mi aspettavo potesse dirmi.
<< L’invito a cena è ancora valido,ti va di andare? >>
<< Volentieri. >>
  
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