Appoggiai la mano alla porta e spinsi lentamente facendo cigolare i cardini.

La prima cosa che sentii fu il silenzio, innaturale.

Sapeva già di morte.

James Potter giaceva riverso sul pavimento, il viso tranquillo come di chi è in pace.

Sentii la rabbia travolgermi mentre pensavo a ciò che mi era stato sottratto.

Non un istante di pietà.

Bastò questo a farmi sentire un mostro.

Scansai il suo corpo e mi affrettai verso le scale sperando che non tutto fosse ancora finito.

Quanto mi sbagliavo.

Aprii la porta quasi con foga rompendo finalmente quel silenzio opprimente.

E lei era lì.

Bellissima anche nel pallore della morte.

Sentii le lacrime pungermi gli occhi e non feci in tempo a trattenerle, gettandomi in ginocchio accanto a quel corpo che avevo amato.

Passai una mano sulla sua guancia, sui suoi capelli rossi sparsi sul pavimento e singhiozzai ancora più forte quando la sentii fredda e immobile.

«Lily» sussurrai, la vista annebbiata «Non mi abbandonare..».

Un sorriso amaro mi si formò sulle labbra quando capii che l'aveva già fatto.

Di nuovo.

La presi per le spalle e la scossi prima piano e poi sempre più forte fino a quando non ebbi la consapevolezza che che mi aveva lasciato per sempre.

Fu nel silenzio di quella casa distrutta dall'odio che lo sentii.

Il pianto di un bambino.

Fu allora che lo vidi, la mia stessa disperazione riflessa nel suo sguardo mentre fissava sua madre. Quando si girò verso di me sussultai.

Aveva i suoi occhi.