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Autore: angelikakiki    14/12/2013    5 recensioni
Dal primo capitolo:
“ Tu non hai amici” sussurra. Resto di sasso. Ma come…?
“ E hai sofferto tanto. È per questo. Hai difficoltà ad aprirti con le persone, ma quando lo fai, gli dimostri chi sei veramente, senza censure. La gente, allora, si spaventa. Non è facile adattarsi al cambiamento che fai. Quindi scappano tutti. È normale, sai? Lo fanno anche con me” ammette alzando le spalle. Non riesco a rispondergli. Come diamine fa a sapere… mi ha capita meglio lui in dieci minuti che le persone che mi conoscono da una vita. Non è possibile. Al mio sguardo stupito, mi risponde con un sorriso radioso.
“ Quando hai sofferto tanto, impari a riconoscere la sofferenza altrui!”mi spiega velocemente Finnick. Abbasso lo sguardo.
“ Ti riferisci agli Hunger Games?”
La storia di Finnick e Annie.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E tre giornate passano così veloci con Finnick. Abbiamo fatto tante cose insieme: la mattina mi aiuta a prendere i polipi, il pomeriggio, dopo aver mangiato ognuno a casa propria, andiamo sull’isola, dove scherziamo, ridiamo e peschiamo, e dopo cena passiamo la notte sulla spiaggia. Ieri siamo anche riusciti a vedere l’alba. Siamo stati abbracciati tutta la notte. Sì, mi piace Finnick Odair. Ma ancora non so capire quanto e in che modo. Mi batte il cuore a mille ogni volta che lo vedo. Possibile che mi stia… innamorando di Finnick Odair? Non lo so. Ma a volte l’ho sorpreso a guardarmi attentamente con fare dolce. E più volte mi prende la mano. Dovrà pur significare qualcosa, no? Peccato che non abbia troppi termini di paragone.

Mi sveglio a mezzoggiorno, grazie a un’entrata plateale di Amadeus.

“ Domani c’è la Mietitura” esclama facendomi sussultare. Ancora in stato confusionale, provo a  guardarlo attentamente. Devo riconoscere di aver trascurato molto la mia famiglia in questi giorni. Amadeus mi sembra molto più pallido e magro del solito.  Ora che riesco a mettere a fuoco i suoi contorni, lo guardo con fare truce.

“ Eh già. E allora? Non mi dire che vuoi offrirti volontario!” esclamo mettendomi a sedere. Infatti non aveva nessuna scusante, ormai. Finnick si ostinava a depositare ogni mattina un paio di gioielli fuori dalla nostra porta. Alexander aveva insistito affinché glieli restituissi, ma quando avevo accennato l’argomento a Finnick, lui mi aveva detto “ O li prendi, oppure li butto in mezzo all’oceano. A te la scelta”. E ovviamente, quella non era una scelta. Sarebbe stato un terribile spreco. E dopo proteste varie, anche Alexander aveva dovuto ammettere che quei gioielli facevano comodo a mamma. E’ incredibile di come il suo stato sia migliorato nel giro di tre giorni. E’ quasi… felice. E la cosa rende me più spensierata. Si è anche scomposta, l’altra sera: prima di uscire mi ha sussurrato un “ ti voglio bene”. Un miracolo che mi ha fatto salire le lacrime agli occhi. Amadeus  annuisce implacabile. Sbuffo alzandomi in piedi.

“ Basta, Amadeus! Ormai abbiamo le medicine per mamma. Finnick…

“ Oh, non mi parlare di Finnick Odair! Non voglio avere niente a che fare con lui, non voglio dovergli qualcosa! Soprattutto dopo quello che ha detto su di te” urla quasi fuori di sé. Rimango pietrificata.

“ Per quale ragione, scusami? Che ha detto su di me? ” chiedo mettendo da parte la rabbia. Finnick parlava di me? Con chi?

“ Stamattina. L’ho sentito mentre parlava a quel Pacificatore, Brattes. Brattes ha detto che vi aveva visti insieme, e lui gli ha risposto che ti sta illudendo un po’, così, per divertimento e che di te non gliene importa niente!” mi spiega. Sento le gambe afflosciarsi. Mi rimetto seduta. Non è possibile. Finnick… lui ci tiene a me… no? Mi era sembrato di sì. Doveva essere sì. Io… io sento che sto cominciando a piangere. Anzi, ormai è tardi: sono in lacrime. Perché ha detto una cosa del genere? Non capisco…

“ Ne sei… sicuro?” chiedo a Amadeus. Lui annuisce in modo quasi grave. So che non mi sta mentendo. Non lo farebbe mai. Si siede vicino a me.

“ Mi dispiace, ok? Ma ti giuro che è quello che ho sentito. E non voglio dovergli più qualcosa. Stamattina per poco non l’ammazzavo. C’era anche Alexander con me, ha dovuto trattenermi, stavo per dare una lezione a quel deficiente, ma… niente, tra la folla era difficile. Se lo rivedo lo ammazzo, nessuno può trattarti così o prendersi gioco di te in questo modo. Annie, non vale la pena sprecare tempo per uno come lui.

“ Ma… le medicine… e i gioielli e… l’isola…” comincio. No. Non può averlo detto sul serio. Il bagno di notte, qualche giorno fa… La sua epressione quando mi guarda… eppure avevo sentito… ormai non importa più. Amadeus alza le spalle. Sembra dispiaciuto.

“ Domani mi offrirò volontario alla Mietitura. E non c’è niente che mi possa fare cambiare idea, Annie!” dice alzandosi e sbattendo la porta. Rimango di sasso lì, sul letto, a fissare il muro bianco per quella che mi sembra un’eternità. Mi tremano un po’ le mani. Non so come reagire. Possibile che mi sia sbagliata così tanto su una persona? Non saprei. Effettivamente, non ho mai aperto il mio cuore a qualcuno… prima che conoscessi Finnick. Pensavo fosse diverso… ma ormai non ha più importanza. Sento una voce chiamarmi fuori dalla finestra. È proprio Finnick. Corro verso la porta, prima che Amadeus possa prenderlo a pugni. Ma è troppo tardi: mio fratello è stato più veloce, e si sta rivolgendo a Finnick con fare minaccioso.

“ L’hai illusa per bene mia sorella, eh?” urla. Finnick è pietrificato.

“ Non capisco…” ciancica confusamente. Vedo un braccio di Amadeus alzarsi. Lo blocco.

“ Ci penso io, ok? Non ti immischiare!” gli urlo parando Finnick con la mia presenza. Amadeus abbassa il pugno. Guarda prima me e poi Finnick.

“ Sì, sarà meglio. Anche se ammetto che spaccarti quel bel visino mi piacerebbe da morire. Ma… è tutto tuo” esclama entrando in casa. Mi giro lentamente. Finnick sembra spaventato e confuso. Cammino lontano da casa, dirigendomi verso la spiaggia. Anche Finnick lo fa, sento il suo passo dietro il mio. Arriviamo in riva al mare. Non oso guardarlo negli occhi. Mi ha illusa. E devo essere chiara e concisa con lui. Quel momento di sofferenza pura che ho provato dentro la mia stanza mi ha fatto capire che devo guardare la realtà: Finnick Odair non potrà mai interessarsi a Annie Cresta. Mi ha solo illuso. Per noia? Per il brio di una nuova conquista? Per puro interesse fisico? Non lo so. E, in tutta onestà, non voglio saperlo. Pensavo che fosse mio amico, e, per un momento, anche… qualcosa di più.

“ Voglio che tu sparisca dalla mia vita” affermo decisa. “ Non voglio più vederti” dico alzando lo sguardo. Vedo la scintilla negli occhi di Finnick farsi piccola piccola, fino a sparire. Disperazione, sembra. È un ottimo attore, non c’è che dire.

“ Annie…

“ Non mi importa. Ciao” esclamo voltandomi. Lui mi afferra per un polso.

“ Prima dimmi perché. E poi ti lascerò andare” mi spiega senza guardarmi in faccia. Mi libero dalla sua presa. Gli vado vicina, alzandomi in punta dei piedi per guardarlo dritta negli occhi.

“ Io non ho bisogno del tuo permesso per andarmene, hai capito? Tu pensi di essere un dio sceso in terra, Finnick Odair, la celebrità del Distretto 4… ma fattelo dire, tu non sei nessuno! Non hai il diritto di impormi niente, e non ti devo nessuna spiegazione!” esclamo in preda alla rabbia.

“ Allora te lo chiedo gentilmente, Annie” afferma in modo pacato. “ Perché? Posso saperlo? Dammi un solo motivo e ti giuro che uscirò dalla tua vita per sempre!” giura.

“ Lo sai benissimo perché!!!” urlo fuori di me, allontanandomi un po’. Mi siedo sulla sabbia, prendendomi la testa tra le mani.

“ Quanto sono stupida… Pensavo che fossimo amici… che in una settimana noi… ci fossimo avvicinati… non ho mai avuto un rapporto così con qualcuno… e poi scopro… che mi stai illudendo… Amadeus ti ha sentito al mercato…” provo a dire. Ma le lacrime che ho agli occhi non mi permettono di essere troppo eloquente. Lui pare capire e si siede vicino a me. Apre la bocca leggermente. Sta per confermare tutto. Me lo sento. Meglio. Così almeno potrò accettare la bruta realtà dei fatti.

“ Annie, l’ho fatto per te, per noi. Non capisci che se qualcuno potesse sapere di me, di te… ti metterei in pericolo… e… e non voglio… io non posso permettere che tu… che tu faccia la fine di tutte le persone a cui volevo bene!” mi spiega. Alzo gli occhi su di lui. Intravedo un luccichio. Delle lacrime. Perché?

“ Non capisco… Io non capisco mai niente di quello che dici…” dico tremando un po’. Scuote la testa.

“ Lo so” afferma ridendo amaramente. “ Non puoi capire. E io non posso dirtelo, peggiorerei le cose. Ma… nessuno deve sapere che…” comincia. Si interrompe. Prende un sospiro e guarda il mare.

“ Che?” domando io. Che cosa?

“ Che mi sto innamorando di te, Annie” dichiara. Il mondo sembra fermarsi. Anche le onde sono statiche, così come il vento che ha smesso di soffiare. Non… non può essere vero. Sta mentendo, è chiaro. Eppure non vedo traccia di ironia, né di forzatura nella sua epsressione. È dura, grave, come se avesse detto qualcosa di spiacevolmente vero. Come se fosse dispiaciuto di averlo detto.

“ Non… non è vero” affermo asciugandomi le lacrime. Finnick mi prende il volto tra le mani. Provo a scostarmi, ma lui mi blocca, e dopo qualche secondo, smetto di combattere e mi limito a non guardarlo in faccia.

“ Annie… guardami, per favore” mi incita. Alzo gli occhi sul suo volto. Il suo sguardo è intenso, serio e deciso.

“ Io… non permetterò che nessuno, stavolta… ti porti via da me. Hai capito?” mi chiede. Non oso annuire. Non oso fare niente. Fa tutto lui. Avvicina le sue labbra alle mie. Sento il suo respiro. È teso, è un respiro nervoso. Chiudo gli occhi. Io… non voglio baciarlo, o sì? E mentre fa combaciare le nostre bocche, non posso fare a meno di pensare che è la più bella sensazione che abbia mai provato. Le sue labbra cominciano a muoversi lentamente, abbracciando e avvolgendo le mie che, dapprima immobili e pietrificate, cominciano timidamente a muoversi. Dalla mia faccia, le sue mani scivolano sulla mia schiena, e mi avvicinano al suo petto. Vorrei fare anche io qualcosa. Porto le mie mani dietro la sua nuca, incontrando i suoi capelli. Apro un po’ gli occhi. No, non è un sogno: è tutto così reale, così vero e tangibile. E in quel bacio, sento tante parole che in una settimana avrei voluto dire. Avrei voluto dirgli che ogni volta che lo vedo mi batte il cuore. Avrei voluto dirgli che con lui mi dimentico tutti i miei problemi. Vorrei dire tante cose anche adesso. Ma penso che il modo in cui ci stiamo baciando sia speciale e molto comunicativo. Il nostro bacio non ha niente a che vedere con i baci clandestini che vedevo spesso tra quei ragazzi che si rifugiavano dietro il molo a pasticciare con le labbra. Il nostro è lento, calmo, senza fretta, delicato. Sento dei passi. Sarà Amadeus?

“ Ah, non ti importa, eh, Odair?” dice una voce gelida. Mi stacco da Finnick. È uno dei Pacificatori. È Brattes. Finnick resta in silenzio. Guarda lui, poi guarda me. Comincia a parlarmi. La sua voce è diversa. La sua epsressione è diversa. Spavalda, arrogante, presuntuosa.

“ Bhe, che dire, Brattes? Sei un guastafeste! Pensavo di illuderla ancora un po’, sai, il tempo di ricavarne una sorta di piacere! Ma niente, sei arrivato tu e hai rovinato tutto!” esclama alzandosi in piedi. Una sorta di… piacere? Ma che gioco è questo? Sta scherzando? Il Pacificatore mi scruta sospettoso.

“ Odair, Odair, Odair… Non impari mai, eh?” afferma. Non afferro il significato delle sue parole. Non ci sto capendo proprio niente. Finnick mi guarda con fare disgustato.

“ Brattes, fidati, questa ragazzina ha una cotta per me… volevo solo sfruttarla a mio vantaggio! Mi dispiace, cara, che Brattes abbia distrutto il tuo fantastico sogno ad occhi aperti… ma spero che vorrai concederti lo stesso, anche sapendo di non significare niente per me!” afferma. Non può dire sul serio. No… mi alzo in piedi e indietreggio.

“ Tu…” dico tra i denti. Odio. Ora capisco. Innamorato di me? Oh, no. Non a quanto dice. Sta negando tutto. È un vigliacco.

“ Tu… brutto stronzo…” affermo prendendolo a pugni sul petto. Ma, inutile dirlo, non gli faccio niente. Ride crudelmente, guardando Brattes.

“ Mamma mia… un peperino, eh? Peccato, non eri da sprecare, ma dato che il nostro amico qui ha rotto l’idillio…” aggiunge. Scoppio a piangere per la rabbia. Mi giro e me ne vado, lasciando che quei due a parlare. Raggiungo casa mia. Amadeus, vedendo le mie lacrime, penso che non possa fare a meno di supporre che abbia rotto definitivamente con Finnick Odair. Supposizione corretta, direi. Mi ricnhiudo nella mia stanza. Guardo la finestra. Brattes si allontana velocemente, mentre Finnick lo rincorre. Vedo che si stanno urlando in faccia. Poi, improvvisamente, Brattes mette una mano sulla spalla di Finnick. Non so cosa gli stia dicendo. E non mi importa. Brattes se ne va. Quando è abbastanza lontano, vedo Finnick dirigersi verso di me. Arriva fino a sotto casa mia. Bussa alla porta. Mi fiondo in soggiorno, ma, come al solito, Amadeus fa prima di me.

“ Ha chiuso con te! E’ meglio se la lasci stare!” esclama. Finnick mi guarda, mentre scendo le scale.

“ Annie, ti prego, lascia che ti spieghi…

“ No! Volevi fare… volevi solo quello, eh? Bhe, io non sono nelle condizioni di darti quello che vuoi! Vai al diavolo, Finnick!” esclamo in preda alla rabbia, con grande orgoglio di Amadeus. Finnick sospira.

“ Io… non posso darti torto” dichiara ancora sul ciglio della porta. Amadeus sorride.

“ Bravo… e adesso, sparisci!” urla fuori di sé sbattendogli la porta in faccia. Mi fiondo tra le braccia accoglienti di mio fratello. Lo sento sospirare.

“ Tranquilla. Domani tanto se ne andrà a Capitol City” mi spiega. Mi stacco da lui. Che vuol dire?

“ Eh?

“ E’ un mentore. Te ne sei scordata?” domanda. Oh, sì. È vero. Tra tutto quello che era successo, mi ero scordata la parte più brutta di Finnick Odair, una volta all’anno, lui deve recarsi a Capitol City ad assistere alla strage e a baciarsi con qualche bella ragazza attraente. Giusto. Chissà perché, ma non riesco a capacitarmi delle sue doti nel recitare. Con me sembrava una persona completamente diversa. Mi aveva convinta. Ma adesso, mi ricordo chi è: il pavone di Capitol City, il rubacuori donnaiolo che vuole solo apparire. Passo il pomeriggio così, in camera, a chiedermi fino a che punto sia in grado una persona di mentirmi. Eppure… eppure qualcosa non mi quadra. Nonostante il suo tono fosse spavaldo e sfacciato, mentre parlava con Brattes… i suoi occhi erano lucidi. Tanto lucidi. Che stesse… mentendo? Non lo so. Non voglio neanche scoprirlo. Ha detto delle cose orrende. Non mi rimane che cenare e andare a dormire, affogando i miei pensieri nel cuscino. Domani c’è la Mietitura.

 

 

Mi alzo in piedi di scatto, come trasportata da una forza magica che mi tira per le orecchie. Mietitura. Mietitura. Mietitura. Mi tremano le mani, mentre guardo fuori dalla finestra. Lui non c’è. Non c’è. Ok. Non mi interessa. Sento bussare alla porta, mentre mi sistemo i capelli.

“ Chi è?” domando. Nella stanza entra Amadeus. Ancora.

“ Annie, lo farò” esclama. Sbuffo. Non capisce. Non può farlo.

“ Basta dire assurdità. Che ore sono?” chiedo io.

“ Le dieci e mezza. Alle undici e mezza si scende in piazza” mi dice. Ma non c’è bisogno di rimarcarlo. So già tutto. Scendo in cucina, dove provo a mangiare qualcosa, sotto gli occhi di mamma, innegabilmente terrorizzati. Ogni anno è così. E io ancora no ci ho fatto l’abitudine. Sentiamo la porta bussare. Mi alzo e vado ad aprire. È Finnick Odair. Mi prende per un braccio e mi trascina fuori. Sono troppo sorpresa per ribellarmi. La sua espressione è dura e seria.

“ Dì a tua madre che tornerai tra poco” mi ordina.

“ Tu non puoi…

“ ANNIE, DIGLIELO, E’ UNA COSA SERIA, TI PREGO!” sbotta lui. È tutto rosso e i suoi occhi sono contornati da un paio di occhiaie giganti. Non so perché, ma mi convinco. Rientro in casa, avvertendo mamma. Mi rivolge un’occhiata stupita, prima di intravedere Finnick fuori la porta. Non sa niente della nostra litigata di ieri, così mi fa lieve accenno del capo. Finnick mi fa cenno di seguirlo sulla spiaggia. Lo seguo, sospettosa. Che vuole dirmi di così importante e serio? Non lo so. E in realtà, vorrei che non mi interessasse. Ma l’espressione con cui l’ha detto… il tono allarmato… Si ferma in riva al mare. Esattamente nello stesso punto in cui stavamo ieri. Mi salgono le lacrime solo a pensarci.

“ Che cosa vuoi? Che cos’era quel tono allarmato? Un altro dei tuoi trucchi?” domando. Lui non mi guarda. Fissa il mare.

“ Vorrei fosse così. Ma devi andartene. Scappa. Porta con te i tuoi fratelli. Ti darò la mia barca. Non si accorgeranno della tua fuga. Devi andare dalla parte opposta all’isola. Penso che potrai raggiungere tranquillamente il Distretto 3. Chiedi di una certa… Mafalda Torrent. È una vecchia… amica. Digli che sei mia cugina. Ci crederà. E… porta con te la tua famiglia. Avvertili subito. E scappa, prima della Mietitura!” esclama guardandomi negli occhi con fare serio. Rido.

“ Stai scherzando?

“ No. No, Annie, ti prego. Devi fidarti di me. Ti ho messa in pericolo. È tutta colpa mia. Non avrei mai voluto… te, soprattutto, ma Brattes… me l’ha fatto capire, Annie. Ho paura che possa succedere davvero. Ti prego. In seguito riuscirò a procurarti dei falsi documenti, conosco delle persone che possono aiutarti. Non puoi chiedermi di vederti morire… sapendo che la causa sono io” afferma. Mi allarmo. Che vuol dire?

“ Non capisco. A che ti tai riferendo?” domando.

“ Non capisci? Sarai tu il tributo femmina degli Hunger Games di quest’anno. E solo per colpa mia. Mia e del mio egoismo…” singhiozza. No. Non è possibile. Mi volto.

“ Stai mentendo. Tu non puoi saperlo. Quei biglietti vengono sorteggiati. È tutta una questione di fortuna” affermo. No. Non gli credo. Vuole spaventarmi. Vuole togliermi di torno. Cosa pensa, che possa dire a tutte le ragazze con cui ci prova che vuole solo… portarsele a letto? È questo il suo obiettivo? Oppure vuole semplicemente disfarsi di me perché si sente in colpa. Non può davvero pretendere che io gli creda. E poi, lui che ne sa? Perché, poi, ‘ per colpa sua’?

“ Annie, il sorteggio è truccato. Devi ascoltarmi!

“ Io non ti credo più, Odair” dichiaro. Finnick sospira.

“ Lo so. Annie, lo capisco, sul serio. Ma devi fidarti, ti prego” mi implora. Sondo la sua espressione. Mi sembra… serio. Ma è un bravo attore, ormai lo so. Mi giro.

“ No. Non commetterò due volte lo stesso errore. Vuoi mandarmi via, vuoi sbarazzarti di me. Bhe, io non vado da nessuna parte. Non perché un povero pazzo mi ha detto questa assurdità” affermo andandomene. Finnick mi chiama. Ma io non mi volto a guardarlo. Tra poche ore lui sarà a Capitol City. E io, invece starò qui al Distretto 4. Spero.

 

Mi infilo in silenzio il mio vestito, sotto gli occhi terrorizzati di mamma. E’ color lilla, lungo fino ai piedi e cinto in vita da un sottile nasto viola. Non sta troppo bene con il colore dei miei capelli, ma non mi importa. Questo vestito apparteneva a mamma quando aveva la mia età. Indosso sempre lo stesso, ogni anno. Penso che mi porti fortuna. Amadeus mi sta aspettando alla porta. Lascio che mamma mi sistemi i capelli in una stretta coda alta, così da mettere in risalto le spalline elaborate del mio vestito. Riesce anche a mormorare un “ Sei splendida”. La ringrazio con un bacio alla guancia, prima di scendere nel soggiorno. Anche Amadeus rimane un po’ stordito dalla mia visione. Probabilmente perché non è abituato a vedermi conciata in questo modo. Mi apre la porta, e ci dirigiamo in piazza. Essa è gremita di gente, e piena di Pacificatori. Dobbiamo separarci per farci prelevare il sangue. Mi afferra le spalle.

“ Annie… ti voglio bene, questo lo sai, vero?” mi chiede. Vuole andare volontario. È deciso, lo vedo nei suoi occhi. Annuisco e provo anche a dire qualcosa, ma mi stringe velocemente tra le sue braccia e si allontana. Sospiro tremando come una foglia. No. Non può andare volontario. Non lo farà davvero, ne sono sicura. Mi avvicino alla fila. Vedo Finnick seduto su una sedia posizionata sul palco. Sta parlando con Felixa, l’altra mentore. Inutile dire che sta facendo gli occhi dolci a Finnick in modo vergognoso. Ingoio dentro di me la rabbia. Tanto a lui non gliene è mai importato nulla di me. Meglio accettare la realtà, basta essere tristi per Finnick Odair. Mi pungono il dito velocemente, e mi ordinano di mettermi in fila con le altre ragazze. Riconosco parecchi volti noti: le ragazze più popolari del Distretto, che, nonostante la situazione tragica, non fanno altro che commentare il nuovo taglio di capelli di Odair. Sbuffo. Mi chiedo se ci sia un limite alla meschinità umana. Il presentatore arriva sul palco. È sempre lo stesso: Glaxus Fuhermaan. È un uomo sulla quarantina, impacciato e svogliato, con una pancia sproporzionata rispetto al corpo. Si vede che ha cercato di ingannare i segni del tempo: probabilmente si è fatto qualche ritocco al viso a Capitol City. Perché un volto del genere non può essere considerato naturale: è troppo tirato e informe.

“ Buongiorno, Distretto 4! Felici Hunger Games e…

“ Possa la fortuna sempre essere a vostro favore” sussurro io guardando Amadeus, bianco cadaverico ma con uno sguardo deciso. Non può farlo davvero… Non può. Come al solito, c’è un breve discorso del Sindaco, un omino basso ed esile, con due baffi lunghissimi. Mi viene un po’ da ridire, nonostante la Mietitura. Le mani cominciano a tremare in modo vistoso e spero di riuscire a calmarmi per non svenire in mezzo alla folla. Tanto non chiameranno il mio nome. C’è solo quattro volte, non ho mai preso cibo extra da loro… quel compito spetta ad Amadeus. Infatti il suo nome sta nell’urna esattamente venti volte. E se lo chiamassero comunque, anche se non si offrisse volontario? Comunque sono certa che a mamma prenderebbe un colpo. No. Non può essere chiamato lui. Non dobbiamo… Non dobbiamo essere sorteggiati. Niente, ormai tremo tutta. È l’attesa che è tremenda. Contraggo la mandibola. Sta partendo il video. Quello che ci fanno vedere ogni anno, per ricordarci di quanto loro siano superiori a noi. Non è giusto, non è bello. Ma adesso, devo pensare a calmarmi. Faccio lievi respiri. Chiudo gli occhi. Devo stare calma, devo. Lo devo a mio fratello, a mamma, ad Alexander, che adesso starà vendendo i miei polipi al mercato… Apro gli occhi. Lo sguardo di Finnick mi trapassa letteralmente. Mi guarda intensamente, quasi… arrabbiato con me. Felixa, invece, si limita a guardare il video. Il sindaco si sta massacrando l’estremità dei baffi con le dita. Glaxus guarda in modo annoiato la folla. Appena il video si conclude, mi manca il respiro. Eccoci qui. Ci siamo. È arrivato il momento. Non sono pronta. Voglio scappare. Voglio andare via lontano, magari a quell’isola che Finnick mi aveva mostrato, con Amadeus, mamma miracolosamente guarita, Alexander, Finnick, innamorato di me… Ok, sto delirando.

“ E adesso… il tributo femmina di quest’anno” esclama Glaxius. Chiudo gli occhi. Le mani ormai sono impazzite. Mi stringo il labbro inferiore con i denti. Esce un po’ di sangue.

“ Annie Cresta.

No. No. No. Non ha detto davvero il mio nome. Deve esserci stato un errore. Adesso dirà che ha letto male, che si è sbagliato, che non è davvero uscito quel bigliettino… Lo dirà. Aspetto qualche secondo. No, nessuno dice niente. Sento delle mani che mi afferrano decise. Le assecondo. Mi scortano da qualche parte. Sul palco. Volo. Non sento niente. Niente. Forse, un urlo. In lontanza. Guardo Finnick. Ha gli occhi lucidi. È distrutto. Aveva ragione. Toccava a me. Perché? Non lo so. Dì, qualcosa, Annie, mi stanno dicendo. Mi stanno dicendo qualcosa. Che cosa? Di dire ciao. Ok, dirò ciao. Ciao. No, non mi esce niente dalla bocca. Qualcuno poi dice qualcos’altro. Chiamano un nome. Il nome di qualcuno. Maschio. No, mio fratello non dice niente. Lo sto guardando ora, sta zitto e piange. Piange. Amadeus che piange è strano da vedere. Ma piange. Sento qualcuno affiancarmi. Un nome. Manuel Keist. Ok. Non lo conosco. Meglio. Non avrò rimorsi, quando dovrò ucciderlo. E non ce li avrà lui quando, più probabilmente, ucciderà me.

  
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