Capitolo 14
William rincasò con una voglia assurda di
togliersi quella divisa
inamidata e spalmarsi sul letto, mettendosi a rileggere qualche libro
di cui
conosceva a memoria anche la punteggiatura. Quella giornata era stata
stressante e l’unica cosa che desiderava fare era leggere,
leggere ed ancora
leggere.
Appena varcò la soglia di casa si
trovò davanti Grell, con
dei pantaloncini rossi ed una maglietta nera scollata con inserti in
pizzo
rosso.
-Ti piaaacciono?- cantilenò allegro appena
vide entrare
William –Li ho comprati solo per - te!- cinguettò,
scandendo le parole.
-Sei sempre splendido- rispose William, con un
sorriso
abbastanza provato.
-Anche se i pantaloncini mi fanno un sedere
enorme. Non
trovi?-
Quella domanda era una trappola e William ci era
caduto
dentro con tutte le scarpe. Aveva a disposizione due risposte:
A) “Ma che dici? Ti stanno
benissimo?!” e rischiare l’accusa
di aver mentito pur di farlo felice.
B) “Effettivamente…” ed essere
accusato di essere un brutto
insensibile.
Qualsiasi risposta avesse dato, l’avrebbe a
condotto far
scoppiare una guerra. Così, con la stessa cautela con la quale
un artificiere
disinnescherebbe una bomba, disse le prime cose che gli passarono per
la testa,
cercando di usare un tono di voce serio e deciso.
-Affatto. Ti valorizzano il sedere, sembra
più tondo-
rispose impassibile.
Grell lo fissò corrugando la fronte ed
incrociando le
braccia, incerto se credere a ciò che gli aveva appena detto o
no. William
attese una sua reazione sudando freddo.
-Ne sei sicuro?- chiese sempre più serio
Grell.
-Dovresti conoscermi ormai-
Grell continuò a fissarlo, sempre meno
convinto. “Adesso
dovrò subire il trattamento del silenzio” pensò
Will, cercando di non
incrociare il suo sguardo. La bomba era stata innescata.
3…2…1…
Grell gli saltò addosso, soffocandolo di
baci.
-Ahw! Sapevo ti sarebbe piaciuto!- squittì
felice.
Proprio quando ormai il povero William stava per
morire
soffocato, Scarlett rientrò a casa con Eric. I due ragazzi
rimasero immobili
sulla porta, con le facce sconvolte di chi ha appena visto qualcosa che
ogni
notte tornerà a dargli il tormento nei sogni. William si
spiccicò di dosso
Grell, sistemandosi i capelli.
-Buonasera mia cara e buonasera anche a te
Slingby- fece,
come se nulla fosse mai accaduto -È andato bene il vostro primo
giorno di
osservazione?-
-Beh all’incirca- rispose Scarlett, senza
muovere un passo
oltre la soglia di casa.
-Volete entrare o rimanete li?- intervenne Grell.
-Ah sì, devo cambiarmi. Va beh, tanto
faccio subito. Eric tu
entri?-
-Ma no dai, ti aspetto in macchina- rispose lui,
abbastanza
imbarazzato.
-Oh suvvia non essere sciocco Slingby, accomodati
pure!-
disse allegramente Grell.
Così Eric cedette
all’ospitalità di Grell, sedendosi sul
divano ed iniziando a fissarsi imbarazzato le scarpe in pelle che
facevano cucù
dall’orlo dei pantaloni, su cui era rimasto l’alone rosa
della glassa delle
ciambelle con le quali lui, Alan e Scarlett andavano a fare colazione
una volta
a settimana.
Appena Scarlett uscì con i vestiti di
sempre, Eric scatto
dal divano come un pupazzo a molla, salutando cordialmente ed uscendo
di casa
con Scarlett. Quando i due uscirono dalla porta di casa, William si
girò a
guardare Grell in cagnesco, incrociando le braccia.
Quello era uno degli effetti collaterali della sua
relazione
con Grell: non aveva mai un momento di pace per concedersi un po’
di relax.
Dopo aver trascorso il resto del pomeriggio con il
suo (si
il SUO) Eric ed il caro Alan, Scarlett poteva rientrare a casa, farsi
una bella
doccia e cenare con il cottage pie che Grell preparava ogni
lunedì sera. E come
ogni lunedì sera, Ronald cenava con loro e passava il resto
della serata a
giocare a poker con William, giocandosi le noccioline con le quali
accompagnavano lo scotch.
Lei e Grell invece si dedicavano ad
attività decisamente più
femminili, come spostarsi sul letto matrimoniale di William e Grell e
raccontarsi le loro giornate, abbuffandosi di cioccolata per poi
sentirsi in
colpa due secondi dopo. Appena rientrò a casa
trovò Ronald comodamente sprofondato sul divano, con
William accanto che
leggeva e Grell alle prese con la cena.
Salutò tutti con molto entusiasmo prima di
andarsi a fare la
sua più che meritata doccia. Infilò una delle sue fedeli
camicette e se ne
tornò in salotto, dove la tavola era già apparecchiata.
-Allora, come procedono le cose con Slingby?-
chiese Ronald,
punzecchiandola.
-Come vanno a te le cose con la ragazza della
sezione Affari
Generali - rispose prontamente lei, contrattaccando.
-Te la sei cercata- intervenne William,
tagliandosi un’altra
fetta di cottage pie.
-Siamo amici, per ora- rispose Roland, senza
minimamente
scomporsi.
Scarlett lo fissò alzando un sopracciglio
divertita. Adorava
mettere alle strette il suo caro zio Ronald. Era furbo, ma non
abbastanza da
poter competere con lei.
-A proposito, quando mi darai l’onore di
poterti allenare?-
chiese lui, tra un boccone e l’altro.
-Quando avrai intenzione di prenderti un po’
di calci nelle
costole- rispose lei, sempre sorridendo.
-Aah ma che hai oggi?! Dovresti portare rispetto a
tuo zio-
-È l’amore mio caro Ron- intervenne
Grell.
Come ogni conversazione da cena anche quella
terminò col
dolce, dopodiché una volta lavati i piatti, Ronald e William
passarono la loro
serata in compagnia di scotch, arachidi e poker mentre Grell e Scarlett
affogavano i dispiaceri nella cioccolata. Non avrebbe parlato né
con William
tantomeno con Grell del suo incontro con Sebastian. Non lo temeva
affatto,
avrebbe potuto affrontarlo tranquillamente da sola.
Dopo il rituale del lunedì sera, Ronald se
ne tornò a casa,
e dopo una giornata molto impegnativa, Grell e William decisero di
andare a
dormire. Scarlett invece rimase ancora un po’ sveglia, intenta a
ricontrollare
e studiare la sua anima nel caso il giorno dopo avessero avuto
nuovamente il
dDmone in mezzo ai piedi. Non riusciva a starsene con le mani in mano.
Voleva
eseguire il suo primo incarico alla perfezione.
Intorno alle due di notte, Grell si svegliò
con una fame
assurda. Negli ultimi tempi gli capitava spesso. Troppo spesso. Se non
si fosse
dato una regolata, sarebbe diventato un bovino.
Sbuffò prima di abbandonare il tepore del
letto per
spostarsi in cucina, alla ricerca di qualcosa di poco calorico da
mangiare.
Passando davanti la camera di Scarlett notò la luce accesa. Aprì lentamente la porta, trovandola di
faccia sulla scrivania, addormentata sulla cartella della sua anima.
Grell la
guardò sorridendo: aveva assolutamente preso da William.
-Scarlett?- fece sottovoce Grell, scuotendola un
po’.
Scarlett aprì pigramente gli occhi. Quando
realizzò di
essersi addormentata sulla scrivania sobbalzò. Come diavolo si
era potuta
addormentare?!
-Ma che ore sono?- chiese, ancora mezza stordita.
-Sono le due di notte tesoro. Dovresti andare a
dormire-
sorrise lui.
-Volevo solo revisionare la cartella-
sbadigliò.
Quelle parole fecero tornare alla mente di Grell
il suo
William quando era ancora un novizio. Ogni momento era perfetto per
studiare,
revisionare e prendere appunti. Accarezzò i capelli di sua
figlia prima di
uscire dalla sua stanza con un sorrisetto, dimenticandosi
dell’attacco di fame.
Appena si rimise a letto, William si girò dalla sua parte,
abbracciandolo e
dandogli un bacio sulla fronte.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Mea Culpa, come sempre! Ho un progetto abbastanza importante (la creazione di un vestito) che assieme ai compiti rendono la mia vita mooolto piena ^^
Ho fatto male i conti, questo era un capitolo piuttosto Grelliamoso, il prossimo capitolo è quello di cui ho parlato nel capitolo prima di questo… (?!)
Sì, quando riuscirò a pubblicarlo potrete gioirne e beneficiarne tutti. Il mio discorso è piuttosto breve, lo ammetto, ma vado un tantino di fretta…
Kiss kiss!
Pandora Sutcliff
GRAZIE PER AVER LETTO!