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Autore: PandoraSutcliff    14/12/2013    1 recensioni
"La bambina cominciò ad urlare a pieni polmoni nel cuore della notte, per la millesima volta.
-Will, vai tu vero?- farfugliò Grell, girandosi dall'altra parte.
-Ma… Ci sono andato sempre io …-venne bruscamente interrotto.
-HO DETTO VAI TU!- strillò l’altro- L’ho partorita due giorni fa, ho dolori ovunque e i punti mi tirano da impazzire. E ora muovi il sedere e vai da lei!-"
Cosa accadrebbe se William e Grell mettessero al mondo una figlia?
E se quest'ultima decidesse di seguire le orme dei genitori? Questa è la storia di Scarlett Spears, figlia di due Shinigami non che giovane promessa del Dipartimento londinese.
Spero che la mia storia riesca a rapirvi e soprattutto, che vi conquisti.
Buona lettura ^^
Uno speciale ringraziamento va alle mie sorelle Neko e Mary. Grazie per il vostro supporto
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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CAPITOLO 14

Capitolo 14

 

William rincasò con una voglia assurda di togliersi quella divisa inamidata e spalmarsi sul letto, mettendosi a rileggere qualche libro di cui conosceva a memoria anche la punteggiatura. Quella giornata era stata stressante e l’unica cosa che desiderava fare era leggere, leggere ed ancora leggere.

Appena varcò la soglia di casa si trovò davanti Grell, con dei pantaloncini rossi ed una maglietta nera scollata con inserti in pizzo rosso.

-Ti piaaacciono?- cantilenò allegro appena vide entrare William –Li ho comprati solo per - te!- cinguettò, scandendo le parole.

-Sei sempre splendido- rispose William, con un sorriso abbastanza provato.

-Anche se i pantaloncini mi fanno un sedere enorme. Non trovi?-

Quella domanda era una trappola e William ci era caduto dentro con tutte le scarpe. Aveva a disposizione due risposte:

A) “Ma che dici? Ti stanno benissimo?!” e rischiare l’accusa di aver mentito pur di farlo felice.

B) “Effettivamente…” ed essere accusato di essere un brutto insensibile.

Qualsiasi risposta avesse dato, l’avrebbe a condotto far scoppiare una guerra. Così, con la stessa cautela con la quale un artificiere disinnescherebbe una bomba, disse le prime cose che gli passarono per la testa, cercando di usare un tono di voce serio e deciso.

-Affatto. Ti valorizzano il sedere, sembra più tondo- rispose impassibile.

Grell lo fissò corrugando la fronte ed incrociando le braccia, incerto se credere a ciò che gli aveva appena detto o no. William attese una sua reazione sudando freddo.

-Ne sei sicuro?- chiese sempre più serio Grell.

-Dovresti conoscermi ormai-

Grell continuò a fissarlo, sempre meno convinto. “Adesso dovrò subire il trattamento del silenzio” pensò Will, cercando di non incrociare il suo sguardo. La bomba era stata innescata. 3…2…1…

Grell gli saltò addosso, soffocandolo di baci.

-Ahw! Sapevo ti sarebbe piaciuto!- squittì felice.

Proprio quando ormai il povero William stava per morire soffocato, Scarlett rientrò a casa con Eric. I due ragazzi rimasero immobili sulla porta, con le facce sconvolte di chi ha appena visto qualcosa che ogni notte tornerà a dargli il tormento nei sogni. William si spiccicò di dosso Grell, sistemandosi i capelli.

-Buonasera mia cara e buonasera anche a te Slingby- fece, come se nulla fosse mai accaduto -È andato bene il vostro primo giorno di osservazione?-

-Beh all’incirca- rispose Scarlett, senza muovere un passo oltre la soglia di casa.

-Volete entrare o rimanete li?- intervenne Grell.

-Ah sì, devo cambiarmi. Va beh, tanto faccio subito. Eric tu entri?-

-Ma no dai, ti aspetto in macchina- rispose lui, abbastanza imbarazzato.

-Oh suvvia non essere sciocco Slingby, accomodati pure!- disse allegramente Grell.

Così Eric cedette all’ospitalità di Grell, sedendosi sul divano ed iniziando a fissarsi imbarazzato le scarpe in pelle che facevano cucù dall’orlo dei pantaloni, su cui era rimasto l’alone rosa della glassa delle ciambelle con le quali lui, Alan e Scarlett andavano a fare colazione una volta a settimana.

Appena Scarlett uscì con i vestiti di sempre, Eric scatto dal divano come un pupazzo a molla, salutando cordialmente ed uscendo di casa con Scarlett. Quando i due uscirono dalla porta di casa, William si girò a guardare Grell in cagnesco, incrociando le braccia.

Quello era uno degli effetti collaterali della sua relazione con Grell: non aveva mai un momento di pace per concedersi un po’ di relax.

 

Dopo aver trascorso il resto del pomeriggio con il suo (si il SUO) Eric ed il caro Alan, Scarlett poteva rientrare a casa, farsi una bella doccia e cenare con il cottage pie che Grell preparava ogni lunedì sera. E come ogni lunedì sera, Ronald cenava con loro e passava il resto della serata a giocare a poker con William, giocandosi le noccioline con le quali accompagnavano lo scotch.

Lei e Grell invece si dedicavano ad attività decisamente più femminili, come spostarsi sul letto matrimoniale di William e Grell e raccontarsi le loro giornate, abbuffandosi di cioccolata per poi sentirsi in colpa due secondi dopo. Appena rientrò a casa  trovò Ronald comodamente sprofondato sul divano, con William accanto che leggeva e Grell alle prese con la cena.

Salutò tutti con molto entusiasmo prima di andarsi a fare la sua più che meritata doccia. Infilò una delle sue fedeli camicette e se ne tornò in salotto, dove la tavola era già apparecchiata.

-Allora, come procedono le cose con Slingby?- chiese Ronald, punzecchiandola.

-Come vanno a te le cose con la ragazza della sezione Affari Generali - rispose prontamente lei, contrattaccando.

-Te la sei cercata- intervenne William, tagliandosi un’altra fetta di cottage pie.

-Siamo amici, per ora- rispose Roland, senza minimamente scomporsi.

Scarlett lo fissò alzando un sopracciglio divertita. Adorava mettere alle strette il suo caro zio Ronald. Era furbo, ma non abbastanza da poter competere con lei.

-A proposito, quando mi darai l’onore di poterti allenare?- chiese lui, tra un boccone e l’altro.

-Quando avrai intenzione di prenderti un po’ di calci nelle costole- rispose lei, sempre sorridendo.

-Aah ma che hai oggi?! Dovresti portare rispetto a tuo zio-

-È l’amore mio caro Ron- intervenne Grell.

Come ogni conversazione da cena anche quella terminò col dolce, dopodiché una volta lavati i piatti, Ronald e William passarono la loro serata in compagnia di scotch, arachidi e poker mentre Grell e Scarlett affogavano i dispiaceri nella cioccolata. Non avrebbe parlato né con William tantomeno con Grell del suo incontro con Sebastian. Non lo temeva affatto, avrebbe potuto affrontarlo tranquillamente da sola.

Dopo il rituale del lunedì sera, Ronald se ne tornò a casa, e dopo una giornata molto impegnativa, Grell e William decisero di andare a dormire. Scarlett invece rimase ancora un po’ sveglia, intenta a ricontrollare e studiare la sua anima nel caso il giorno dopo avessero avuto nuovamente il dDmone in mezzo ai piedi. Non riusciva a starsene con le mani in mano. Voleva eseguire il suo primo incarico alla perfezione.

 

Intorno alle due di notte, Grell si svegliò con una fame assurda. Negli ultimi tempi gli capitava spesso. Troppo spesso. Se non si fosse dato una regolata, sarebbe diventato un bovino.

Sbuffò prima di abbandonare il tepore del letto per spostarsi in cucina, alla ricerca di qualcosa di poco calorico da mangiare. Passando davanti la camera di Scarlett notò la luce accesa.  Aprì lentamente la porta, trovandola di faccia sulla scrivania, addormentata sulla cartella della sua anima. Grell la guardò sorridendo: aveva assolutamente preso da William.

-Scarlett?- fece sottovoce Grell, scuotendola un po’.

Scarlett aprì pigramente gli occhi. Quando realizzò di essersi addormentata sulla scrivania sobbalzò. Come diavolo si era potuta addormentare?!

-Ma che ore sono?- chiese, ancora mezza stordita.

-Sono le due di notte tesoro. Dovresti andare a dormire- sorrise lui.

-Volevo solo revisionare la cartella- sbadigliò.

Quelle parole fecero tornare alla mente di Grell il suo William quando era ancora un novizio. Ogni momento era perfetto per studiare, revisionare e prendere appunti. Accarezzò i capelli di sua figlia prima di uscire dalla sua stanza con un sorrisetto, dimenticandosi dell’attacco di fame. Appena si rimise a letto, William si girò dalla sua parte, abbracciandolo e dandogli un bacio sulla fronte.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Mea Culpa, come sempre! Ho un progetto abbastanza importante (la creazione di un vestito) che assieme ai compiti rendono la mia vita mooolto piena ^^

Ho fatto male i conti, questo era un capitolo piuttosto Grelliamoso, il prossimo capitolo è quello di cui ho parlato nel capitolo prima di questo… (?!)

Sì, quando riuscirò a pubblicarlo potrete gioirne e beneficiarne tutti. Il mio discorso è piuttosto breve, lo ammetto, ma vado un tantino di fretta…

Kiss kiss!

Pandora Sutcliff

 

                                                                                                                       GRAZIE PER AVER LETTO!

  
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