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Autore: SarahEsposito1    14/12/2013    0 recensioni
25 Febbraio 2009: la General Dynamics progetta un grande, nuovo e potentissimo motore Turbofan in grado di volare alla velocità della luce: si trattava di una grandissima novità per l’ umanità e se la progettazione sarebbe andata a buon fine, l’ uomo avrebbe potuto finalmente avere il controllo di tutti i pianeti (almeno quelli conosciuti della Via Lattea) e viaggiare nella galassia in brevi tempi. Motori così potenti sono molto delicati ed estremamente pericolosi: servono ottimi piloti per evitare di farlo andare in avaria. La General Dynamics si affida così al torinese Ajax Artaya, diciannovenne pilota esperto della squadriglia militare FightFalcon. Mark Evans, uno degli ingegneri che ha progettato il motore (successivamente chiamato Beam Light, raggio di luce), si impegnò a progettare anche un aereo o una navicella che avrebbe potuto contenere questo tipo di motore. Nel 2010 la progettazione della navicella terminò e fu chiamata General Dynamics Lights For Lights B-2: bisognava solo costruirli. Il B-2 è un aereo biposto, quindi viene organizzato un torneo tra piloti a cui partecipa anche una ragazza di nome Sonan. Durante il primo volo del B-2 succederà un imprevisto, che modificherà per sempre il corso della storia.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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4. La Vecchia Parigi

E così si incamminano per andare a chiedere aiuto a qualcuno che abita nella cittadina vicino al fiume.
-Hai visto veramente una città simile a Parigi, Sonan?- chiede Ajax.
-Si. O Parigi o Londra. La cosa strana è che non ho visto macchine.- risponde Sonan.
-Già, e nemmeno palazzi moderni.-
Dopo le parole di Ajax, Sonan comincia a sospettare qualcosa. A circa metà strada incrociano delle persone a cavallo:
-Ehi! Fermatevi, fermatevi!!- urla Sonan.

I signori a cavallo fanno come vuole Sonan, anche se hanno un’ aria piuttosto confusa e strana, quasi avessero davanti a loro degli alieni. Sono tre: uno ha i capelli ondulati e castani, con una divisa militare azzurra e viola, con il pantalone bianco e dei tratti oro; un altro ha i capelli lunghi e neri legati da un fiocco e gli occhi verde acqua, con un vestito antico elegante marrone; l’ ultimo ha i capelli lunghi e biondi con gli occhi blu, vestito quasi come il primo, anche se il suo abito è rosso con il pantalone bianco.
-Avete bisogno di qualcosa, signori?- chiede quello con i capelli castani.
-Bè, diciamo che vogliamo solo sapere dove siamo e magari anche dove dormire stanotte, dato che ci hanno dato poltrone scomode nella cabina di pilotaggio...- dice Sonan, con un tono di voce un po’ arrabbiato.
-Che cos’è una “cabina di pilotaggio”?- chiede quello biondo.
-E’ dove si pilotano gli aerei. Io per esempio sono un pilota comandante, cioè sono quella che si mette nella cabina di pilotaggio e fa volare gli aerei...-
-Aerei? Che cosa sono?- chiede ancora.
-Ragazzi, ma siete rimasti a cent’ anni fa?- dice Sonan, scocciata.
-Noi? Piuttosto voi, visto i vostri abiti...- dice il castano.
-I nostri abiti? Guardati allo specchio prima tu, che Carnevale è passato da due mesi!-
-Calma, Sonan!- le dice Ajax. -Scusatela, è che ha i nervi un po’ tesi... Volete dirci per favore dove siamo?-
-A Parigi, signore.- dice il ragazzo con i capelli neri.
-Avevo ragione! Sonan colpisce ancora!- esulta la ragazza.
-Volete che vi portiamo in città o avete prenotato un’ udienza con la regina?- chiede il biondo.
-La regina?- si stupisce Sonan.
-Si, la regina Maria Antonietta, non la conoscete?-
-Ha ha ha ha ha!! Mi stai dicendo che qui regna Maria Antonietta? Amico, che ti sei bevuto stamattina?- commenta Sonan, ridendo.
-Che cosa? Non ci credete? Piuttosto come vi chiamate, signore? E ditemi anche il vostro titolo nobiliare, se ce l’ avete.- chiede il castano.
-Io sono Sonan Firehawk e non ho la minima idea di che cosa siano i titoli nobiliari. Se intendi il mio lavoro, sono un pilota militare.-
-Militare? Ditemi immediatamente di quale esercito fate parte o sarò costretto a sfidarvi con la spada!- dice il castano.
-Di quello del Conte di BabbeiLandia, capellone! Ma ti pare che dico a uno qualunque di quale esercito faccio parte?- commenta scocciata Sonan.
Così il castano scende dal suo cavallo grigio e gli punta la spada al petto. Sonan vorrebbe difendersi, così cerca le pistole che ha portato con sé nella cintura del pantalone:
-Cacchio, le ho lasciate in aereo!!-

Così afferra velocemente un ramo da terra e i due si sfidano. E come poteva andare a finire? La lama della spada del castano taglia fino all’ ultimo il ramo secco di Sonan, che rimane quindi a mani vuote. Il ragazzo spinge Sonan fino a farla finire con la schiena appoggiata al tronco di un albero.
-Devo ammetterlo, siete agile, ma senza spada non riuscirete mai a battermi. In quale esercito militate? Siete forse spagnolo, inglese o americano?-
Sonan non apre bocca. Il ragazzo castano così la guarda bene negli occhi.
-Ma voi siete una donna!- esclama.
-Si è svegliato il bell’ addormentato nel bosco... Ce ne hai messo di tempo per arrivarci...-
-Scusate, non volevo farvi del male.-
-Nooo... Come vi chiamate?-
-Io sono Victor Clemente de Girodelle, e loro si chiamano Andrè Grandier e Oscar Francois De Jarjayes. Siamo tutti e tre parigini, ma voi da dove venite?-
-Allora... io, Sonan Firehawk, vengo da Napoli, il mio amico Ajax Artaya è di Torino e gli altri, Mark Owen, Robbie Williams, Jason Orange, Howard Donald e Gary Barlow, sono inglesi.-
-Ma se siete tutti europei perché indossate questi vestiti strani? Senza offesa...- dice Andrè.
Sonan ci pensa un po’ su:
-I vostri vestiti... la tua spada, Girodelle... i cavalli, niente auto, niente palazzi moderni... Guardami bene: in che anno siamo adesso?- chiede Sonan, rivolgendosi a Girodelle.
-Come in che anno siamo?- ride Girodelle.
-Rispondimi, è importante!!-
-Ok, ok. Oggi è il 7 Marzo 1778.-
Sonan e Ajax si guardano, con aria strana e un po’ spaventata. Anche Mark lo è, che ha capito tutto e riferisce ai suoi amici.
-V...veramente fai? Non mi prendi in giro, siamo veramente nel 1778?-
-Non capisco, che cosa avete?- chiede Oscar.
-Vuoi sapere la mia data di nascita?? 28 Gennaio 1991, e ora ho 21 anni. Sai che significa?-
-Che siete ritornati indietro nel tempo...- dice Andrè, meravigliato.
Sonan si mette le mani nei capelli.
-E ora che facciamo? Sonan sei il comandante, sta a te la decisione!! Sonan, Sonan!!- dice Ajax.
Sonan sembra aver fatto finta di non ascoltare le parole di Ajax, per pensare.
-Ecco che cos’ erano!!! I numeri, Ajax! Sembravano coordinate, ma in realtà erano semplicemente delle date! Quando siamo atterrati eravamo a 07031778, ricordi? Prova a riordinare i numeri come una data.-
-07/03/1778! Hai ragione! Ma come abbiamo fatto a tornare nel 1778?- dice Ajax.
-Bè, facendo i giri intorno alla Terra, credo...-
-Ma moltissimi aerei di linea girano intorno alla Terra per viaggi tipo Italia-Nuova Zelanda, no?-
-Si... ma mai nessuno alla velocità della luce!-
-Signorina Sonan, scusate il disturbo ma noi non sappiamo niente di ciò che state dicendo. Vorreste spiegarci tutto ciò mentre vi scortiamo in città con qualche cavallo?- dice Girodelle.
-Io non so andare a cavallo...- dice Ajax.
-E’ facilissimo. Ci andavo a 10 anni, ma ho dovuto smettere perché presi una brutta caduta...- dice Sonan.
-A giudicato, allora.- si convince Ajax.

Così gli amici di 300 anni fa vanno a prendere altri sette cavalli dalle loro stalle, mentre Sonan e gli altri li aspettano nel punto dell’ incontro e discutono.
-Credi che tutto questo c’entri con il Triangolo delle Bermuda?- chiede Ajax a Sonan.
-No... non ho mai creduto al triangolo. Una volta ci volai sopra. Tutto quello che incontrai fu solo una fortissima turbolenza.- risponde lei.
-Chi fa parte della tua squadriglia?-
-Segreto militare.-
-Cosa?-
-Vuoi saperlo?-
-Certo che vorrei saperlo...-
-Potrei dirtelo, ma dopo dovrei ucciderti.-
-Ok... Ma il miglior pilota sei tu, vero?-
-Lasciamo perdere... Non lo sono perché non rispetto le regole...-
-Tipo?-
-Niente di che... volo sotto o sopra la quota stabilita e passo ad alta velocità a volo radente sulla torre di controllo. Una volta sulla figlia del generale...- dice Sonan, ridendo.
-Penny Shepard?-
-Si... mi avrà preso a parole...-
-Ti sarai divertita molto...-
-Certo che si! Una volta sai che ho fatto? Volavo e vidi un MiG- 28, aereo rarissimo. Così mi misi in volo rovesciato sopra di lui e a una distanza di circa un metro e mezzo gli scattai una foto e “mantenni legami di amicizia con paesi nemici attraverso gesti simbolici con le dita”... hai presente le corna?-
-Ha ha ha!!-
-Si, perché non potendo spararlo, pensai: “Ora divertiamoci un po’!”-
-Sei incredibile! Piloti anche molto bene, l’ ho notato oggi in volo.-
-Che facciamo con la navicella?-
-Non lo so, ma non possiamo lasciarla qui. Aspetta... se siamo arrivati a 300 anni fa compiendo dei giri intorno alla Terra alla velocità della luce... non potremmo andare nella direzione opposta sempre alla velocità della luce  per tornare a casa?-
-Non correre, Ajax. Primo: voglio vedere un po’ come si vive, qui. Secondo: devo levarmi lo sfizio di inventare qualcosa, e qui ce ne sono tante da inventare. Terzo: siamo a secco.-
-Che vuoi dire a secco?-
-Che sono atterrata apposta per questo: non abbiamo più energia. Ma non preoccuparti, ho portato il caricatore.- dice Sonan, infatti il motore và a energia elettrica.
-E dove lo carichiamo? Dimentichi che le prese di corrente ancora le deve inventare nessuno?-
-Idiota, i fulmini! Basta solo mettere il caricatore vicino a un parafulmini e il gioco è fatto.-
Ajax la guarda male, e Sonan capisce subito il perché:
-Il parafulmini lo inventiamo noi...- dice.

Nel frattempo i Take That, per passare il tempo, cantano “Shine” e la dedicano a Sonan:
-You, you’re such a big star to me
You’re everything I wanna be,
But you’re stuck in a hole, and I want you to get out
I don’t know what there is to see
But I know it’s time for you to leave
We’re all just pushing along
Trying to figure it out, out, out.
All your anticipation pulls you down
When you can have it all, you can have it all.
So come on, so come on, get it on
Don’t know what you’re waiting for
Your time is coming don’t be late, hey hey
So come on
See the light on your face
Let it shine
Just let in shine
Let it shine!..- cantano, mentre Sonan e Ajax ballano e cantano insieme.
-Thank you very very much!!- ringrazia Sonan, mentre arrivano i loro nuovi amici con i cavalli. Li portano a fare un giro in città, il centro di Parigi:

-Quanta povertà... ma come fanno a vivere così?- dice Ajax.
-Mi sembra Napoli nel dopoguerra... almeno così me lo racconta mia nonna...- dice Sonan.
-Cioè?- chiede Oscar.
-Il dopoguerra è il periodo orribile che segue, appunto, la guerra. Tieni presente che durante la Seconda Guerra Mondiale ci fu un grande utilizzo di aerei bombardieri e una numerosa perdita di civili. Gli aerei bombardieri sono dei mezzi (tipo carrozze) che volano e trasportano bombe, che sganciano sulle città. La nonna dice che quasi nessuno aveva una casa e poteva anche considerarsi fortunato perché era ancora vivo. Non avevano quasi niente da mangiare.-
-E invece voi come state? Nel duemila, intendo.- chiede Andrè.
-Nel 2012 stiamo bene, almeno per quanto riguarda la nostra nazione, l’ Italia. C’è chi sta peggio di noi e chi invece sta meglio.- risponde Sonan.
La città è molto povera, con case piccolissime e sporche, e gli unici “ristoranti” che ci sono, non hanno molta roba da mangiare. Il menù vedeva protagonisti la zuppa di patate e del pane. Solo le famiglie nobili potevano permettersi il lusso di una carne o del pesce.
-In città girano molte pericolose malattie. Forse è meglio che vi portiamo al nostro palazzo, dove nessuno è mai stato malato.- dice Oscar.
-Si, forse è meglio, anche se abbiamo medicine per curarci.- risponde Ajax.
Così, prima di tornare al palazzo della famiglia Jarjayes (dove vive anche Andrè), fanno una tappa al Lights For Lights per prendere tutto ciò che serve per la vita di 300 anni fa e, magari, per essere rintracciati.

-Non faremmo meglio a portare l’ intero Lights For Lights nel giardino del palazzo? Così non dobbiamo tornare qui ogni minuto... e poi con i cavalli non si va molto veloce...- dice Ajax.
-Bho... se il giardino è abbastanza grande si. Sul fatto dei cavalli invece avrei qualcosa da ridire...-
-Cioè?-
-Se ti dicessi che al momento del decollo eravamo giusto giusto al massimo del peso concesso tu come mi risponderesti?-
-Ti chiederei perché eravamo al limite del peso concesso...-
-Ecco: ho portato numerose cose con me.-
-Per esempio?- chiede Ajax.
-Niente di che... La moto, delle pistole, modellini di aerei, cinque palloni da calcio, delle schede del mio aereo, il libro del liceo dove ho imparato a pilotare e cose varie, oltre alle valigie.-
-La moto?? Come fai a portare una moto nella stiva di un aereo?-
-Sai, la porto sempre nella portaerei.-
-E poi non eri scaramantica… Quanto è grande?-
-La portaerei? Moolto grande...-
-No, il tuo aereo.-
-E’ un F-16A, giudica tu. Ma ha anche un i-pod incorporato e un cellulare che chiama anche con la modalità aerea e non interferisce con le apparecchiature di controllo... Si chiama Valkyrie.-
-Bel nome! Il mio l’ ho chiamato Wyvern. E’ un modello Rafale Marine. Me l’ hanno dato quattro anni fa, quando mi sono affermato come pilota, prima pilotavo un elicottero Black Hawk con un pilota della Marina Militare.-
Così Ajax le fa vedere una foto del suo aereo.
 
-Bello. E’ supersonico?- chiede Sonan.
-8.500 chilometri orari. Il tuo?-
-11mila chilometri orari.-
-Accidenti...- si sbalordisce Ajax.
-Già... è il quarto più veloce del mondo, dopo il Lights For Lights, lo Space Shuttle e l’ X-43A.-
-Ne avevo sentito parlare, ma non credevo che fosse il tuo...-
Così Sonan prende la moto dal Lights For Lights e la fa vedere agli amici del ‘700, che restano stupiti. Gli fa un piccolo riassunto dei motori, anche se sa benissimo che nessuno ci ha capito niente. E’ un po’ imbranata nello spiegare le cose. Poi si mettono d’accordo:
-Il giardino del vostro palazzo quanto è grande?- chiede Sonan.
-Più o meno da quell’ albero fino all’ aereo.- le risponde Oscar.
-Abbastanza grande. Atterriamo sulla strada che porta al palazzo e poi lo portiamo dentro, sperando che nessuno lo veda.-
-Ok. Anche se abbiamo già fatto una bella figura in città con questi vestiti, Sonan. E poi ce la facciamo con l’ energia?- dice Ajax.
-Certo. Mi hanno detto che il palazzo è vicino.-

Così Sonan, Ajax, Mark, Jason e Gary salgono sulla navicella, mentre Robbie e Howard vanno in moto e gli altri li seguono a cavallo. Si è fatta sera. In volo Sonan non accende le luci, perché sa che potrebbe suscitare l’ attenzione dell’ intera Parigi, che penserebbe a cose tipo gli alieni o gli abitanti della Luna. Una volta al palazzo è costretta ad accenderle, per riuscire a vedere la strada dove atterrare. Nonostante sia sera e che Sonan abbia spento il Lights For Lights, la città di Parigi è illuminata da lumi tipo come i lampioni di oggi, solo più bassi e alimentati da candele. Si vede bene, infatti Sonan ha notato che da una finestra del palazzo si è affacciato un signore, probabilmente avrà visto le luci della navicella. Così Andrè apre il cancello del palazzo e fa entrare Sonan con l’ aereo, che ha portato alla minima potenza per cercare di non fare rumore. Entrano nel palazzo Jarjayes e notano subito tantissime cameriere, una signora nobile ed elegante, un uomo molto ricco (già si vedeva dai vestiti color oro che portava) e una ragazzina bionda con abiti poveri ma puliti. Tutti guardano Sonan e gli altri con un’ aria strana.
-Ah, ecco... mi pareva strano che ancora dovevamo vedere le parrucche...- dice Sonan, facendo ridere sotto i baffi Ajax.
-Padre, sono delle persone che abbiamo incontrato mentre tornavamo a casa. Non preoccuparvi, sono innocue. Dicono di venire dal futuro.- spiega Oscar.
-Come dal futuro?- dice il generale De Jarjayes, padre di Oscar.
-Non ci credi? Amico, non vedi i nostri vestiti? Hai visto quelle luci là fuori? E hai sentito quegli strani rumori?- dice Sonan.
-Ma come avete fatto? E per favore, non datemi del tu.-
-E’ una lunga storia, ma se c’è qualcosa da mangiare, sediamoci a tavola per parlare che facciamo prima. Ho tanta fame.-
-Ehi! Dimmi perché dovrei cucinare a una scostumata come te! Non hai salutato nemmeno le cameriere! Sei entrata senza fare l’ inchino al signore e quando siete entrati nel palazzo ci siamo tutti impauriti per i rumori del coso là fuori!- dice una cameriera, la più vecchia di tutte (nonché nonna di Andrè).
-Senti, nonna, tu pensa a cucinare qualcosa che è da stamattina che volo.- dice con molta signorilità Sonan.
-Calma, Sonan. Contieniti.- le dice Ajax, vedendo che si stava aprendo un po’ troppo.
Così si siedono a tavola: si mangia della buona carne e, dopo che Oscar, Girodelle e Andrè hanno spiegato a tutti cos’era successo, Sonan e Ajax parlano della loro vita nel 2012.
-Stiamo bene. La tecnologia è avanzatissima, non c’è paragone con voi. Anche la musica è cambiata: da voi c’è quella classica, giusto? Violini, flauti ecc... Da noi invece c’è questa.- dice Sonan, mentre prende il suo cellulare da una delle tasche dell’ uniforme.
-Che cos’è?- chiede la ragazza con gli abiti poveri ma con l’ aria nobile, Rosalie Lamorlière.
-Un cellulare. Non chiedermi com’ è fatto perché con tutto il tempo che c’è voluto per spiegare al biondino com’è fatto un semplice motore di una motocicletta mi ci sono volute tre ore, con il cellulare mi rifiuto proprio di spiegartelo.- risponde Sonan.
Accende il cellulare, clicca su “musica” e ne mette una dei Take That, The Flood. Dopo gli fa sentire anche Passion e Relight My Fire. Sia i Take That che i due piloti cantano in coro l’ ultima. Gli amici del ‘700 apprezzano e si divertono molto. Gli piace la musica del 2000.
-Sono in inglese! Mi piace molto l’ inglese!- dice Rosalie.
-Lo conoscete tutti qui?- chiede Ajax.
-La maggior parte.- risponde Oscar.
-Ma se venite da Napoli come mai parlate la stessa nostra lingua? Nel Regno Di Napoli non si parla francese... o con il tempo è cambiato qualcosa?- chiede Girodelle.
-Si... sono cambiate moltissime cose. Primo: io solo vengo da Napoli, lui è di Torino e gli altri cinque di Londra. Secondo: Napoli non è più un regno, ma insieme ad altri regni ha formato un solo regno, che quest’ anno, cioè... nel 2012 compierà 151 anni: questo regno prese il nome di Italia. Più avanti, dopo il 1940, l’ Italia si convertì in Repubblica, che è un tipo di governo dove non c’è solo uno a comandare, ma comandano i deputati, i senatori e anche i cittadini, attraverso le votazioni. La lingua ufficiale dell’ Italia è l’ italiano, ma sinceramente non so perché ora noi due che siamo italiani parliamo la stessa vostra lingua. Secondo me siete voi che parlate italiano, perché io non ho mai conosciuto il francese.- spiega Sonan.
-No, noi parliamo francese, come sempre.- dice Andrè.
-Strano... nemmeno io so parlare francese.- spiega Ajax.

E’ arrivata la notte: hanno tutti molto sonno e Girodelle torna al suo palazzo per dormire.
-Grazie molte per la buona cena. Noi andiamo a dormire nel nostro Lights For Lights. Buona notte!- dice Sonan, allontanandosi.
-Aspettate! Signorina, abbiamo molte camere per gli ospiti. Se volete potrete dormire in dei letti comodi, come delle persone normali.- dice la nonna di Andrè.
-Grazie mille! Allora prendiamo le valigie e torniamo.- dice Ajax.
Così i ragazzi entrano nelle loro camere: hanno pochissimi mobili, ma sono grandissime, eleganti, e devono essere anche costosissime. I letti sono tutti matrimoniali a baldacchino e le finestre sono molto alte, quasi come il soffitto, che raggiungerà poco più di cinque metri.
-O mamma... la tenessi io una stanza così... Questi devono essere inguacchiati di soldi...- dice Sonan ad Ajax, che è nella camera accanto alla sua. I Take That sono di fronte.
Ajax ride, per l’ espressione usata da Sonan. I sette così, si scambiano la buona notte e chiudono le porte delle stanze. Sonan non dorme subito: si lancia sul letto e accende il suo computer portatile, caricato al massimo. Vuole descrivere tutto quello che è successo su una pagina di Word, per poi raccontarlo nei minimi dettagli agli altri una volta tornati a casa. Ovviamente non ha la connessione a Internet. Dopo circa un’ ora si addormenta, pensando alle probabili risposte delle sue mille domande.
 
  
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