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Autore: Elle_Ls    14/12/2013    3 recensioni
Elena torna con poco entusiasmo al Whitmore dopo che Damon ha deciso di "lasciarla andare".
Ma non riesce a smettere di pensare al suo "ex ragazzo".
Cosi,in un momento di solitudine,gli telefona.E' l'unico modo che ha per parlare con lui.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non era mai stata una studentessa modello, nemmeno al liceo, dove copiava molti temi di letteratura da Bonnie.
Era lei la vera “secchiona”.
Non era servito nemmeno isolarsi a un tavolo sotto il suo cipresso preferito del campus per riuscire a studiare le 125 pagine che le mancavano per essere pronta ad affrontare il primo esame del semestre.
Non era servito a nulla seguire tutte le lezioni della giornata, studiare fino a sera tardi, tenere occupata la mente stando insieme a più gente possibile per non sentire le voci nella sua testa.
Niente.
Ora che era da sola, appoggiata a quel tavolo di legno scuro all’aperto, con un mare di appunti davanti, senza niente che riuscisse davvero a tenere occupata la sua mente, i suoi pensieri caddero su di lui.
Quello che odiava definire ex fidanzato.
Perché per chiamarlo in questo modo non avrebbe dovuto sentire una morsa che le opprimeva il petto,che la divorava dall’interno, consumandola piano.
Lei voleva solo chiamarlo Damon.
L’uomo – vampiro – di cui era, ed è tuttora innamorata.
E che non vedeva  e sentiva da quel giorno, quando lui l’aveva “lasciata andare”.
Per il suo bene, aveva detto.
Ma non trovava nulla del “bene” che lui aveva fatto intendere nel fatto di non riuscire a dormire di notte, di bagnare il cuscino di lacrime perché quella sera non c’era stata nessuna telefonata da parte del suo ragazzo, di alzarsi al mattino sentendosi uno straccio, di ritrovarsi a pensare a lui e al fatto che non se lo sarebbe più trovato davanti all’improvviso mentre usciva da un’aula all’altra,di non sentire più la sua voce.
Non c’era assolutamente NULLA di buono in tutto questo.
E si ritrovò a scorrere automaticamente la rubrica, arrivando a quel numero che ormai conosceva a memoria, che aveva provato a chiamare ogni sera nella settimana trascorsa, e che mai le aveva dato risposta.
Ma Elena voleva parlargli. Aveva bisogno della sua voce.
Portò il telefono all’orecchio, contando mentalmente tutti gli squilli che mancavano alla segreteria telefonica, che si attivò con un semplice “bip”.
Era da giorni che sapeva che la sua segreteria si attivava dopo 15 squilli.
Damon non era tipo da registrare un “Ciao,sono Damon, lasciate un messaggio dopo il bip”.
E lei era stanca di starsene zitta.
-Ehi- disse con voce tremante, incrociando le gambe sulla panca. –Sono Elena..insomma, lo sai chi sono-
Si lasciò sfuggire un sorriso, forse per evitare di piangere e pensare al fatto che lui poteva essere dietro a quella cornetta ad ascoltarla senza far nulla.
-So che non mi vuoi sentire- disse con il solito odioso tremolio. –Ma ..sono fuori al campus..e sto cercando di studiare per un dannato esame di cui non me ne importa niente-
Pronunciò “niente” con una certa enfasi, sentendo un onda di emozioni salire dal petto fino alla sua lingua.
-Sto uno schifo- sputò fuori sentendo la prima lacrime scendere. –E vorrei soltanto che tu lasciassi il bicchiere di bourbon che hai in mano, alzassi il culo da quella poltrona e venissi a prendermi.
Perché non riesco a pensare che ogni week end, ogni ringraziamento, ogni giorno che potrò passare via dal college non potrò passarlo con te..non posso-
Si passò ancora una mano sulle guance, portando via le lacrime che cadevano come un fiume in piena.
-Ti amo,Damon- disse dopo un secondo di silenzio. –Ti amo cosi tanto che dirlo senza averti di fronte mi fa male al cuore..e non accetto che tu dica che è per il mio bene..perchè non c’è nulla di buono nel fatto che ti amo e non posso stare insieme a te!Non mi importa di quello che hai fatto, di quello che hai detto e chi hai ucciso in 145 anni..non me importerà mai un bel niente. 

Niente, Damon..niente- mormorò con la lingua che ormai sapeva delle sue stesse lacrime.
Non avrebbe mai pensato che questo succedesse.
Che lui potesse farla star male in questo modo.
-Con chi passerò l’eternità se tu non sei con me..?- disse guardando un punto impreciso nel cielo. I suoi occhi erano completamente offuscati, e il pensiero di avere davanti dieci, cento, mille anni da passare senza l’uomo che amava era orribile.
Il solo pensiero la uccideva.
-Non lasciarmi andare. Ti prego- mormorò prima di riuscire a chiudere la chiamata.
Non si era mai trovata a “implorare” di essere amata, ma quella divisione ingiusta la stava consumando.
E dentro di se, nonostante la speranza, sapeva che Damon non l’avrebbe richiamata.
Perché lui era cosi. Fermo nelle sue decisioni. Nelle cose che voleva.
E chinò la testa in basso.
Piangendo ancora.
Forse un giorno sarebbe riuscita a spegnerlo anche lei.


 
  
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