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Autore: Mugiwara_no_Tales    14/12/2013    4 recensioni
questa storia non so se vi interesserà. in pratica parla di una ragazza, di cui on si sa il nome (scusate xD) che scopre una cosa sconvolgente, e così decide di togliersi la vita. lo so, non è molto esaltante come cosa, ma spero vi piaccia comunque. depressione mode:ON
" Sentii dei suoni simili a rantoli all'altro capo e capii che, chiunque mi avesse chiamato, stava piangendo."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STANCA DI ESSERE VIVA
Era un giorno come tanti, e presa com'ero dai compiti di biologia, non mi accorsi che avevano appena trasmesso una notizia sconvolgente alla radio: coppia sposata morta in un incidente d'auto. "si, beh" direte voi "succede quasi tutti i giorni. Perchè prendersela tanto?" Aspettate a parlare, brutti ignoranti. Quella coppietta così tenera e carina, era la coppietta che ha messo a mondo la sottoscritta, non so se mi spiego. Così, appena dopo aver messo giù la penna, suonò il cellulare, che campeggiava sul comodino. Lo presi piuttosto seccata (ma, ehy, qualcuno mi stava per dire che ero appena diventata orfana!!) e risposi. Sentii dei suoni simili a rantoli all'altro capo e capii che, chiunque mi avesse chiamato, stava piangendo. Dissi:-Pronto?- una voce familiare, disse:- Hai sentito?- io mi guardai intorno. -Cosa, chiesi spazientita:-Zia, sei tu?- nessuno rispose.-Zia, non è divertente!-in procinto di mettere giù, mi voltai, e vidi una figura scura che mi osservava dalla finestra del condominio di fronte. Aggrottai la fronte e chiusi la finestra. Mia zia disse:-Tesoro, ascoltami bene: hai sentito alla radio?- io scossi la testa e dissi:-No, perchè? Non dirmi che è morto Obama!- risi alla mia battuta (che è oltremodo squallida, ma ci accontentiamo). Zero assoluto:-Eddai, era divertente!- ancora silenzio.Poi mia zia esplose:-Sciocca, non hai ancora capito che i tuoi genitori sono morti?-poi rittaccò. Restai basita. Lasciai che il telefono mi cadesse di mano e restai lì impalata. No. No, no, no, no, no! Mi fiondai alla radio e alzai il volume al massimo:niente. Solo musica commerciale di cui non mi interessava nulla. Aprii la porta della mia stanza e accesi la televisione. Scorsi i canali alla rinfusa cercando quello delle notizie, proprio quello che avevo snobbato per anni preferendo quelli musicali. Appena lo ebbi trovato, restai in ascolto. Si, proprio quello che aveva detto la zia: coppia di coniugi, stroncati da un albero su cui si è schiantata la loro auto. Sono aperte le indagini sulla natura dell'incidente. Le lacrime scorrevano a fiotti, senza fermarsi. Sentii il loro sapore salato sulle labbra. Mi misi il giubbino e uscii. Andai al parco. Genitori con i loro figli. Coppiette di innamorati seduti sotto i cipressi in fiore. Anziani che passeggiavano a braccetto. Tutto questo mi fece andare in crisi e mi rifugiai sotto una quercia, che sembrava quasi proteggermi sotto i suoi grandi rami. Si fece buio e il parco era ormai deserto. Tornai in casa e mi buttai sul letto. Non mi svegliai fino alla mattina dopo. Feci colazione seduta da sola su una delle sedie che attorniavano il tavolo, inzuppando i biscotti nel latte freddo di frigo (chi avrebbe voglia di scaldare il latte dopo aver scoperto di essere ormai soli al mondo?) Non aggiornai Facebook. Non twittai nulla su Twitter. Non mi feci vedere nemmeno su Tumbrl. Lasciai il computer al suo posto, ma la sua presenza sembrava dirmi: Accendimi, anche solo per qualche minuto. Non sei sola... Che ci volete fare? Ormai ero completamente andata. Ormai ero maggiorenne, quindi nessun assistente sociale venne a prelevarmi per portarmi in chissà quale orfanotrofio scadente. Restai raggomitolata sul divano per giorni, prima di venire a sapere che si erano già svolti i funerali. Mia zia indossava un abito nero con un cappellino con la rete che le copriva il viso.Aveva pianto e si era completamente dimenticata di me. Mi alzai di controvoglia e andai al cimitero. Vagai come una reclusa per tutte le lapidi e trovai quella dei miei genitori. Osservai con gli occhi pieni di lacrime i loro volti sorridenti, poi non ce la feci e mi sdraiai sul terreno freddo e piansi tutte le mie lacrime. Tornai a casa e decisi di farla finita. Presi un coltello a serramanico e con quello misi fine alla mia vita. Ai funerali mia zia indossava il solito vestito nero e il cappellino. Questa volta non mi aveva dimenticata, piangeva solo per me.
   
 
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