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Autore: Altair13Sirio    14/12/2013    1 recensioni
Seguito di "Assassin's Creed: Rebirth".
"Cara sorella, ho delle notizie per te, e forse non ti piaceranno… Ho tradito i Templari. Sono diventata un’Assassina. La notizia potrebbe arrivare a Costantinopoli da un giorno all’altro, ed è per questo che ti scrivo: devi scappare, altrimenti potrebbero usarti come ostaggio, e addirittura ucciderti! Conosci bene i Templari, e sai che lo farebbero. Non pensare che avranno compassione per te; non pensare che chi chiamavi amici o Fratelli non ti faranno nulla! Scappa! Non farti notare da nessuno, e nasconditi. Presto verremo a portarti via, e torneremo a casa.
Spero di rivederti presto.
Tua sorella Fiora"
Un Templare che è diventato un Assassino, un Assassino che è diventato un Templare, due sorelle da salvare, un'amica venuta in aiuto, un Maestro Assassino e il suo apprendista, uno strano e loquace medico e un monaco che vuole vendicarsi.
Un viaggio fatto per finire ciò che avevano cominciato. Ma saranno all'altezza delle prove che li attendono?
E un'ombra del passato tornerà indietro, ma quali saranno i suoi piani?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il Lupo, Leonardo da Vinci, Yusuf Tazim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo era sulla cima della torre. Teneva le braccia incrociate e guardava l’orizzonte.
A che gioco stai giocando, Ristoro? Si chiedeva. Da un po’ aveva preso in considerazione l’ipotesi di Fiora: il Frutto dell’Eden.
I Templari sanno bene quanto siamo pericolosi. Sono sicuro che quel bastardo ha con sé la Mela. Pensò. Ma perché non la usa? Notò un bagliore sul porto. Sembrava che qualcosa di liscio e pulito stesse passando. Qualcosa come… Un’armatura!
Il Lupo saltò giù dalla torre ed entrò nel palazzo. Raggiunse la sala dove i suoi compagni stavano discutendo.
<< I Templari stanno arrivando! >> Esclamò. Yusuf non credeva a quello che stava dicendo. Vali si alzò e scattò dal figlio, per dirgli di non uscire dalla sua stanza per nessuna ragione. Fabiola sgranò gli occhi. Ahmed andò a prendere le armi. Aléxandros lo guardò spaventato. Faustina alzò leggermente lo sguardo, annoiata.
<< Come sta Lia? >> Chiese Il Lupo al medico. << Purtroppo non è ancora in grado di camminare correttamente. >> Disse. Un grido zittì il dottore: era Lia, e diceva di poter camminare perfettamente. << Sei un bugiardo! >> Esclamò rivolta al dottore, comparendo dall’ombra. Si appoggiava al muro, e aveva in viso un’espressione sofferente. << Non dire stupidaggini, Lia! >> Esclamò Il Lupo. Lei cadde, facendo preoccupare tutti. Yusuf, in particolare, scattò e la sollevò, chiedendole se stesse bene. Lei, arrossendo, disse di sì. Lui la prese in braccio e la portò nella sua stanza. Lei dimenticò di voler combattere, e come imbambolata, si lasciò portare via.
<< A volte mi chiedo come faccia… >> Mormorò Il Lupo. << Chi? Lia o Yusuf? >> Chiese il dottore. << Lia… Essere innamorati è veramente così? Rimani imbambolato? >> Chiese Il Lupo. Il dottore rise. << Non sei stato innamorato anche tu? >> Il Lupo rispose:<< Non così! E’ strano… >>
Sembravano essersi dimenticati dei Templari, se non fosse stato per Hisham, che li travolse mentre portava delle armi.
<< Oh, scusate! >> Disse. << Sono un po’ eccitato… E’ la mia prima battaglia! >> Disse saltellando, cercando di infilarsi uno stivale.
<< Fa’ in modo che non sia l’ultima… >> Disse Il Lupo. Non che fosse pessimista, ma pensava che il ragazzo non fosse pronto a lottare contro i Templari… Arrivò Anisa rinfoderando uno stiletto lungo e tozzo. Lo aveva ricevuto in dono dalla sua gente. Il Lupo li guardò sorridendo. << Così giovani e desiderosi di imparare… >> Hisham si infilò l’antibraccio con la lama celata. Scattò col polso e sorrise stringendo il pugno, alla vista della lama.
Faustina si alzò e salì le scale verso la torre. Il Lupo la inseguì, portandosi dietro tutto il gruppo. Arrivarono sulla cima, e scoprirono che i Templari li aspettavano in silenzio. Il Lupo ringhiò con disprezzo, snudando i denti. Nessuno riuscì a spiegarsi il motivo del suo gesto. Solo lui ne conosceva il motivo. Una parte di lupo era rimasta sempre dentro di lui. Questa era l’eredità di quei tre anni passati a vivere assieme ai lupi.
Saltò e atterrò sul tetto. I Templari erano sul tetto di fronte, come l’altra volta. C’erano Oksana Razin, l’Avanguardia, Odai Dunqas, il Guardiano, Damat Ali Pasha, il Visir, Mirela Djuric, la Truffatrice, Georgios Kostas, il Campione, Eveline Guerra, la Corsara, Lisistrata, la Teatrante, Samila Khadim, la Brigantessa, Kadir, il Bombardiere, Scevola Spina, il Cavaliere, Blaise Legros, Il Filibustiere, – più sobrio, rispetto alla visita precedente – Cirillo da Rodi, il Diacono e fra’ Ristoro, il Monaco.
<< Buonasera, Lupo. >> Disse Ristoro. Il Lupo non rispose. Ristoro sorrise. Faustina scese e si mise accanto al Lupo. << Quelli a destra sono tuoi, gli altri lasciali a me! >> Disse. Il Lupo trattenne un sorriso. Si unirono ai due Vali, Fabiola, Ahmed, Yusuf, Hisham e Anisa. Aléxandros arrivò dalla botola sul tetto, e lanciò un’occhiataccia ai Templari che aveva di fronte.
<< Siete venuti a lottare? >> Chiese Il Lupo. << Non credete che sarebbe meglio tornare indietro? >> Ristoro rise. << Dovremmo forse temere voi? >> I Templari scoppiarono in una risata collettiva. Il Lupo non si trattenne dal ringhiare di nuovo.
<< Pensavamo di saggiare le vostre abilità, ma se non ve la sentite… >> Disse Ristoro. Yusuf estrasse il kijil e saltò in strada.
<< Con chi devo combattere? >> Chiese. Kadir saltò in strada, sbattendo la mazza a terra. Si alzò e gli sorrise beffardo. << Pronto? >> Chiese. Yusuf sollevò la spada e la mise di traverso di fronte al viso. << Quando vuoi! >> Kadir scattò verso Yusuf con la mazza levata, che l'Assassino schivò di lato sorridendo. << Sei lento… >>
Aléxandros saltò giù in strada, e intimò ai Templari di scendere. Per tutta risposta Blaise Legros gli saltò addosso con la sciabola sguainata.
Vali saltò estraendo la katara. Odai Dunqas saltò puntando la lancia verso la Sentinella, che schivò gettandosi a terra non appena fu atterrato.
Ahmed scese ed estrasse la spada, scattò col polso e aspettò il suo avversario. Scevola Spina si gettò su di lui con tutto il suo peso, e l’Assassino lo schivò per un soffio.
Fabiola voleva scendere a lottare, ma pensava di non poter affrontare nessuno, armata solo del suo ventaglio. Il Lupo ci pensò su, poi la portò con sé dentro il covo. Erano nella camera di Fiora. Prese la sua spada e gliela diede. << E’ la spada di tua sorella Fiora. Sono certo che ti troverai bene. >> Lei lo ringraziò e i due tornarono sopra.
Dal tetto videro Faustina Collari lottare contro Eveline Guerra, Hisham combattere contro il Visir e Anisa contro Mirela Djuric.
Fabiola disse a Samila Khadim di scendere, e saltò in strada.
Il Lupo fissò la strada. Stavano lottando tutti quanti. Poi guardò il tetto di fronte al loro. Ristoro sorrideva sotto il cappuccio, accanto a lui c’erano ancora quattro Templari. Non avrebbero combattuto?
<< Non scendi, Lupo? >> Chiese il frate. Il Lupo lo guardò di traverso. Il Campione saltò in strada ed estrasse la sua accetta. << Non mi vuoi sfidare? >> Urlò. Il Lupo scattò col polso e saltò. Atterrato estrasse la spada e sorrise all’uomo. Gli puntò la spada contro.
Il primo ad attaccare fu Georgios. Lanciò un urlo selvaggio e levò l’arma, scattando verso il suo avversario. Il Lupo schivò a destra e lo graffiò al fianco. Georgios gli lanciò un’occhiata omicida. << Sei stato incauto! >> Lo ammonì Il Lupo. Quello si lanciò su di lui con furia irrefrenabile.
Yusuf parò la mazza di Kadir con difficoltà. L’arma era pesante e il suo proprietario attaccava con forza. L’unico modo per fermare l’impeto era deviare la traiettoria dell’arma. Levò la spada e la fece toccare con la mazza. Piegò di lato e la mazza sbattè violentemente a terra, aprendo una crepa tra i mattoni della strada. Yusuf scattò col polso e approfittò della situazione: affondò la lama nel torace del nemico. Quello ebbe un sussulto. Lo calciò via e sollevò la mazza. << Sei un baro! >> Esclamò puntandogli un grosso dito contro. Yusuf si irritò. << Io non ho affatto barato! >> Gli puntò contro l’antibraccio, levò l’anulare e premette il grilletto della sua pistola celata: Kadir capì appena in tempo, prima che la pallottola gli sfiorasse il viso; si piegò di lato e la pallottola gli segnò la tempia. Kadir ringhiò. Yusuf sorrise e gli puntò contro la spada.
Ahmed levò il suo kijil e mancò Scevola, che gli diede una botta sul viso con l’imugnatura della spada. Ahmed indietreggiò tenendosi il naso sanguinante. Si pulì con una manica e lanciò un pugnale al guerriero. La fragile lama del pugnale da lancio non scalfì neanche la corazza del Cavaliere, che rise. La sua risata era irritante: dentro quell’armatura rimbombava come se si trovasse in una galleria vuota; la sua era sgradevole, e Ahmed si irritava sempre di più, ogni volta che la sentiva, nonostante fosse un uomo calmo e pacato.
Blaise Legros rise: la sua sciabola aveva cozzato con la spada lunga di Aléxandros, e ora aveva estratto una katara corta da dietro la cintura, e la stava puntando contro il guerriero. Aléxandros spostò la testa a destra, schivando la corta lama e assestando un calcio nello stomaco al Filibustiere, che tossì con forza, piegandosi a metà. Sputò a terra e lo guardò con un sorriso perfido. << Tu sei un traditore, Aléxandros. >> Disse. Il soldato lo zittì:<< Tu non sei mai stato più fedele di me! Ti basta guadagnare soldi, poi la fazione per cui lavori non conta! >> Esclamò. << Io almeno faccio del bene! >> Si lanciò sul pirata, che si spostò di lato e gli diede una gomitata nello stomaco. << Certo! Per cos’altro dovrei farlo, altrimenti? Per la riconquista di Costantinopoli? >> Chiese quello allargando le braccia e alzando lo sguardo al cielo. Poi fissò il guerriero, e gli sorrise, mostrando un dente mancante. Aléxandros non si voleva arrendere, e lo guardò di sbieco, sollevando la spada.
Vali affondò la sua katara puntando al petto di Odai, che si abbassò e diede un calcio nello stomaco alla Sentinella. Si sollevò e gli diede una gomitata sul viso, facendolo sbilanciare indietro. Vali approfittò dello slancio, e apoggiandosi al pavimento fece una capriola dando un calcio al Guardiano. Poi si rialzò e afferrò la sua katara. Scattò col polso e attaccò al ventre del suo nemico. Quello saltò, ma Vali alzò la katara e lo ferì a una gamba. Quello perse lo slancio e cadde a terra, non prima, però, di aver fatto inciampare Vali nella sua lancia. << Dovresti fare più attenzione! >> Gli disse quello alzandosi a fatica, poggiandosi alla lancia. Vali si massaggiò la schiena. << Non mi sei mai piaciuto, Odai! >> Disse. Puntò la sua katara sporca di sangue verso il Guardiano. << Quindi non ascolterò i tuoi consigli! >> Esclamò. Odai scosse la testa con un leggero sorriso. << Troppo accecato dall’ira… >> Si raddrizzò. << Prevedo già la tua sconfitta! >> Disse inasprendo lo sguardo facendo un passo in avanti.
Fabiola tentò di colpire Samila alla spalla, ma la Brigantessa spinse la spada con l’asta della sua lancia e la puntò alla gola della Cortigiana. Sorrise. << Troppo facile… >> Mormorò. Fabiola estrasse il suo ventaglio e ferì Samila alla mano. Quella lasciò andare la lancia e si coprì la mano con l’altra, emettendo gemiti di dolore. Guardò di traverso la donna che aveva davanti, che ora aveva preso la sua lancia e gliela stava puntando contro. << Cosa hai detto? >> Chiese Fabiola abbozzando un sorrisetto. La Brigantessa sorrise beffarda e Fabiola la vide letteralmente cadere a terra: era poggiata con una mano e aveva entrambe la gambe levate, mentre l’altra mano restava sollevata. Diede un calcio alla lancia ed estrasse una spada ricurva da dietro il mantello. Con un’acrobazia si rimise in piedi e puntò la spada contro Fabiola. << Sono una donna previdente, io. >> Disse. << Porto sempre con me molte più armi di quante sembri. >> Afferrò la lancia che stava cadendo a terra e la mise sulla schiena. << Maledetta…! >> Disse Fabiola schivando un fendente.
Hisham stava combattendo contro il Visir Damat Ali Pasha. Quello, però, sembrava più pavoneggiarsi che lottare. Continuava a mostrare al giovane Zingaro la sua spada decorata con pietre  preziose, e parava i suoi colpi con noncuranza, mettendo a dura prova l’autocontrollo del giovane Assassino. << In fondo non tutti sono in grado di competere con me… >> Disse il Visir sbadigliando. << E’ già tanto che tu abbia resistito fino a qui. >> Concluse sorridendo. Hisham preferì non rispondere. Attaccò al ginocchio dell’avversario, ma quello fece un saltello e mirò alla spalla del ragazzo. Sentì un dolore insopportabile, e il sangue schizzò dalla ferita. << Ops! >> Disse. << Mi sa che ho esagerato… >> Sorrise perfido, mentre Hisham tratteneva le urla, e delle lacrime gli scendevano dagli occhi.
<< HISHAM!!! >> Gridò Anisa, intenta a combattere contro la Truffatrice, Mirela Djuric. Voleva andare ad aiutarlo, ma la donna, ogni volta che ci provava, le si parava davanti e le sorrideva. << Dove credi di andare? >> Chiedeva. Le venne da piangere, alla vista del ragazzo – per lei quasi un fratello – che veniva ferito in quel modo. << Puttana! Perché fai questo?! >> Urlò rivolta alla Truffatrice. << Perché ci hai lasciati tutti e ci fai soffrire così?! >> Urlò. Mirela non la ascoltò, e con un gesto agile, abbassandosi e alzandosi velocemente, la ferì al ventre e al torace. Dalla giovane Athingana uscì un urlo, che attirò l’attenzione di tutti.
Ahmed, che stava parando la spada del Cavaliere, scattò alla vista dei due giovani feriti, assieme a Yusuf; non volevano vederli morire. Yusuf spinse via il pesante Kadir e corse a salvare Anisa, mentre Ahmed lasciò indietro Scevola Spina per raggiungere Hisham.
Il Visir stava per abbassare definitivamente la spada sulla testa di Hisham, ferito e inginocchiato a terra. Ahmed si lanciò sotto la traiettoria della lama, spingendo via Hisham. Fu colpito dalla spada, ma la trattenne, spingendola indietro e dando un calcio alle gambe del Templare, facendolo cadere.
Yusuf si lanciò addosso a Mirela Djuric, spingendola a terra. La ferì poi con la lama celata alla spalla. Lei gridò. L'Assassino si alzò e andò ad accertarsi delle condizioni della ragazza.
Faustina saltò in aria, facendo una capriola e atterrando alle spalle della Corsara. << Sai, mi dispiace che tu abbia deciso di passare dalla parte degli Assassini… >> Disse Eveline voltandosi e alzando la sciabola. << In fondo saresti una Sorella perfetta, e sono certa che eri una delle migliori, un tempo! >> Scattò verso la Ladra, che fece una piroetta a sinistra e diede un calcio alla sua avversaria, facendola cadere a terra. << Io non sono un’Assassina! >> Esclamò aspettando che la Corsara si rialzasse. Quella non fece caso a quello che aveva detto e sorrise. << Non dovresti dare possibilità di sopravvivere al tuo nemico. >> Faustina si lanciò addosso a lei, puntandole contro la mezza forbice. Quella si voltò e le diede un calcio in viso. Faustina tossì e si tenne il naso sanguinante. Eveline la sentì tossire con forza, e capì come poterla battere. La spinse mentre ancora tossiva, facendola cadere a terra. Lei tossì così forte da farsi venire le lacrime agli occhi. Cercò di alzarsi, ma la Corsara la prese per i capelli e le mise una mano alla gola. << E’ qui che ti fa male, vero? >> Chiese con un sorriso malvagio.
Il Lupo vide la scena di Eveline e Faustina. Sentì l’impulso di correre e aiutarla. Afferrò Georgios per il braccio e lo scaraventò addosso una catasta di legna di fronte a una bottega. Si lanciò verso le due donne. Con furia afferrò il braccio della Corsara e le urlò contro. << LASCIALA STARE!!! >> Lei sorrise. << Ti fa così male, vederla soffrire? Era la tua peggiore nemica… >> << NON ME NE FREGA UN CAZZO!!! SMETTILA DI PRENDERTI GIOCO DI LEI!!! >> La zittì Il Lupo. Scattò col polso e la ferì al fianco destro. Lei si piegò tenendosi il fianco. Il Lupo fu afferrato da due mani possenti, e si ritrovò bloccato da Georgio Kostas, che si era ripreso e lo aveva fermato.
<< Lupo! >> Esclamò Vali girando lo sguardo verso di loro. Questo attimo gli fu fatale, e Odai Dunqas lo ferì al fianco. Vali cercò di schivarlo, ma venne colpito comunque, e cadde a terra. Fabiola si voltò chiamandolo e venne ferita alla schiena dalla spada della Brigantessa.
Aléxandros ricevette un pugno sul mento da Blaise, che rise sonoramente, e gli puntò la sciabola contro.
Eveline, rialzatasi, fissò Il Lupo con odio. Gli diede un pugno sullo stomaco. Lui sobbalzò. Tentò di liberarsi, ma non ci riuscì. Lei continuò a colpirlo. Faustina ancora tossiva. Nel trambusto era stata lasciata a terra, e ora impugnava la sua mezza forbice. Eveline stava colpendo Il Lupo con forza.
<< E adesso ti toglierò il tuo cappuccio… >> Disse con un sorriso.
<< Mai! >> Esclamò Il Lupo, sanguinante e ferito. Lei non se ne curò. Stava per prendergli il cappuccio, quando Faustina la ferì dietro al ginocchio, facendola cadere. Georgios urlò di rabbia. Stava per colpire Faustina con un calcio, ma Il Lupo si divincolò e lo fece cadere. Estrasse la spada e gliela puntò contro. Nello stesso istante la mazza di Kadir si posò sulla sua schiena, e lui si bloccò.
La scena era questa: Il Lupo era in piedi, sopra a Georgios disarmato, con alle spalle Kadir che gli intimava di fermarsi; Faustina era a terra, tossiva ancora, e Eveline Guerra era accanto a lei, che perdeva sangue dalla gamba. Fabiola era ferita, un lungo taglio le percorreva tutta la schiena, e Samila Khadim le puntava contro la sua sciabola. Vali Cel Tradat era a terra che si teneva il fianco ferito e il Guardiano lo fissava sprezzante. Blaise Legros era di fronte a Aléxandros disarmato, e gli puntava contro la spada. Scevola Spina stava di fronte a Yusuf e Anisa, gli puntava contro la spada lunga, e contemporaneamente aiutava Mirela Djuric ad alzarsi. Il Visir era ferito, ma lievemente, come anche Ahmed, che proteggeva Hisham dalla punta della spada del Templare. Ristoro, Cirillo, Lisistrata e Oksana guardavano la scena, e sorridevano.
Un battito di mani vibrò nell’aria e entrò nelle orecchie di tutti i presenti. Era fra’ Ristoro, e sorrideva soddisfatto.
<< Va bene, Fratelli, così può bastare! >> Disse. Con grande stupore del Lupo, vide i Templari ritirarsi, lentamente, e riporre le armi. Georgios gli diede un calcio all’inguine e si alzò, andò a prendere la sua accetta e tornò da lui. Finse di puntargliela alla gola, e gli sussurrò:<< Ci vediamo, Il Lupo! >> Lo lasciò andare e se ne andò. Nella strada rimasero solo gli Assassini, feriti e umiliati.
E’ questo allora… Pensò Il Lupo, cercando inutilmente di alzarsi. E’ questo il tuo gioco, Ristoro? Si guardò intorno. Vuoi vedermi soffrire!

 
   
 
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