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Autore: nicky__    14/12/2013    0 recensioni
Harry è il tipico ragazzo del quale ci si può solo innamorare, perchè il solo scopo delle sue due fossette sulle guance è quello di affondarci un paio di dita dentro e perchè i suoi occhi sono così verdi che quando fuori piove e il tempo ti mette tristezza, guardi le sue iridi e capisci che del tempo non te ne frega proprio un cazzo.
Ero io quello che non riusciva ad aspettare. Passavo mesi distante da lui e dal suo bellissimo corpo, perciò non potevano chiedermi altre tre ore perché non avrei retto.
Non ci mettevamo mai d’accordo davvero, era una sorta di tradizione, la nostra, per ricordare chi dei due si era esposto per prima e non dimenticare mai la natura di quel gesto.
***
All'improvviso mi fissa negli occhi e io non capisco dove stia andando a parare con il suo modo di fare. É stato un attimo. Un unico fugace attimo in cui ho appena perso tutto me stesso.
Mi mette le mani dietro la nuca, chiude gli occhi e mi attira a sè. Le nostre labbra entrano in contatto e io non mi sono mai sentito meglio in vita mia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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It is what It is

Mi domando davvero come Harry faccia a sorridere così facilmente.
A mentire con cosí tanta destrezza ed abilità, davanti a tutti. Davanti a me.
Se non lo conoscessi, direi che lui sia il ragazzo piú felice del mondo, perchè ognuno si sofferma a guardare il suo sorriso, non il suo sguardo. Tutti guardano il fisico e i segni indelebili su tutto il corpo, ma nessuno vai mai oltre per scoprire ció che esiste dietro a quei disegni. Qualsiasi ragazza lo vorrebbe, perchè bravo, perchè bello, perchè famoso e ricco, perchè 'facile da ottenere', ma pochi sanno che le sue notti lui le passa per conto suo, magari leggendo un bel romanzo, mentre il suo cuore piange da solo nella sua camera da letto.
Harry è il tipico ragazzo del quale ci si può solo innamorare, perchè il solo scopo delle sue due fossette sulle guance è quello di affondarci un paio di dita dentro e perchè i suoi occhi sono così verdi che quando fuori piove e il tempo ti mette tristezza, guardi le sue iridi e capisci che del tempo non te ne frega proprio un cazzo. Non si può non amarlo, sarebbe come smettere di respirare. Per questo motivo sono in una costante apnea da ormai quasi tre anni e sono stanco di soffocare.
Non sono autorizzato ad amarlo, ed io ci provo, ci provo davvero a non farlo, ma poi spunta il suo sorriso accompagnato dalle sue adorabili fossette e io mi ci perdo dentro quelle due minime fessure sulle sue guance.
-Andrà tutto bene, Lou.
Me lo ripete sempre. Me lo sussurra ogni volta all'orecchio prima e dopo aver fatto l'amore, perchè non vuoi che io mi spaventi, non vuole che io lo lasci andare, ma come posso abbandonare la mia fonte di vita maggiore?
Non lo vedo mai e quei pochissimi momenti che abbiamo a disposizione non sono mai abbastanza da trascorrere, perchè il tempo non si ferma per nessuno, nemmeno per noi due.
Sono stato cosí sciocco ad innamorarmi di un ragazzo, ma è così sbagliato amare qualcuno indipendentemente dall'aspetto? Eleanor è molto bella si, ma non ha quella scintilla di vita, quel modo di fare, di gesticolare, di pensare, di scrivere di Harry. Non ha le sue fossette, nè le sue iridi verdi scintillanti. Lei non vive come se non ci fosse un domani e non fa l'amore come se fosse l'unica cosa importante al mondo.
-Lo supereremo Lou. Te lo prometto.
Ed io ci credo. Ci credo ogni volta che me lo dice, perchè lui ha tutto il mio cuore e mi fido di come lo possa trattare senza farci nemmeno un graffio e senza che nemmeno un granello di polvere ci si soffermi sopra.
Il tempo continua a scorrere inesorabile, mentre io rimango seduto sul letto in attesa. Di cosa? Non ne ho idea, perchè ormai ho imparato a non aspettare più nulla.
 
E’ passato un giorno e ancora non è cambiato nulla.
Questa mattina abbiamo una conferenza stampa per parlare del nuovo tour in programma e hanno permesso a me ed ad Harry di stare seduti vicini. È una buona cosa, no?
Il mio cuore mi dice di pensare che sia tutto per merito di Harry, che abbia mantenuto quella sua promessa ‘Lo supereremo, Lou.’, ma quando la notizia arriva al mio cervello, quei pochi neuroni rimasti sani dopo l’arrivo del riccio mi mandano a ‘fanculo e mi fanno venire in mente che, in realtà, è solamente una semplicissima conferenza stampa e che dovremmo semplicemente parlare del nuovo tour.
Non è in programma nessun coming-out.
Harry è seduto alla mia destra e mai nessuno è stato più bello prima d’ora. Almeno ai miei occhi. È vestito in modo semplice, come sempre, un paio di jeans attillati che lasciano poco all’immaginazione di tutte le ragazzine con gli ormoni in subbuglio, una maglietta nera a maniche lunghe che lui è solito tirare su fino a metà avambraccio, un orologio al polso e due anelli sulle dita della mano opposta. Al collo porta una collana, ma non ha un ciondolo a forma di aereoplanino. Gliel’avevo regalata io due anni e mezzo fa, poi lo hanno costretto a toglierla. Ufficialmente, gliel’ha rubata una fan durante un red carpet.
Tutti e cinque ci sediamo quasi contemporaneamente e mentre io mi sbilancio leggermente in avanti sul tavolo, appoggiandomi con i gomiti, arrischio un’occhiata. Come potevo tranquillamente immaginare, Harry si gira verso di me ed io mi sento pian piano morire dentro quando sulle sue guancie compaiono due adorabili fossette. Gli sorrido anche io, poi mi giro verso le telecamere di malavoglia, prima che qualcuno noti il nostro scambio di occhiate.
 
Due ore.
Due stramaledettissime ore in cui il mio cervello è stato spento più della metà del tempo e per quei vaghi momenti in cui era attivo, pensava solo ed esclusivamente al fatto che tra esattamente tre giorni, avremmo soggiornato in un albergo a Londra, come tappa di apertura al tour.
Tutti assieme.
Forse ero stato attento per meno della metà del tempo, ma le cose necessarie le avevo colte e anche molto bene. Io ed Harry saremmo riusciti a rimanere assieme per almeno quattro giorni e tre notti, per lo meno per questa tappa.
Il nostro vero problema è proprio questo. Riusciamo a vederci solamente durante il tour e di tempo da dedicare a noi stessi non ne abbiamo molto e quando usciamo dalla routine della band è come se fossimo due perfetti estranei, come se non ci conoscessimo.
Eppure quando lui esce con qualche ragazza io lo vedo eccome. Lo sento, fin nel profondo del mio cuore, fin nelle ossa, l’odio innaturale e ingiustificato verso quella ragazza. Ma il fatto è che non è colpa sua e non è nemmeno colpa di Harry. A questo punto della mia vita, credo di aver capito che Harry assuma la faccia da cattivo ragazzo, da donnaiolo, perché è stanco almeno quanto me ed è incazzato almeno quanto me, quando lui, a New York, vede una foto di me ed Eleonor a Londra a passeggiare, mano nella mano.
Ci hanno separati e che Dio mi fulmini, ritorneremo come prima. Punto. Però ho paura, anche troppa, di non riuscire ad essere abbastanza per Harry. Ho il terrore di non poterci essere per sempre, per Harry, ed è stato Niall, il primo ad accorgersene, dietro le quinte, dopo la conferenza stampa, guardandomi negli occhi e cercando di scavarmi dentro, nell’anima.
-A che pensi?
Alzo lo sguardo per incontrare gli occhi azzurri di Niall.
-In questo momento, a che pensi?- ripete.
Gli rispondo con una scrollata di spalle, non volendo dilungarmi troppo sui miei pensieri tristi e decisamente poco razionali.
-Non abbandonarlo mai, ti prego. Qualunque cosa accada.- cambio improvvisamente idea e mi ritrovo ad implorarlo, pochi istanti dopo.
Chiudo gli occhi e mi sforzo di apparire felice, di non piangere di fronte a tutte quelle telecamere. Niall mi mette una mano sulla spalla e io giro la testa per incontrare il suo sguardo. Non servono nomi. Capisco dal modo in cui mi guarda che mi ha appena promesso di tenere al sicuro Harry al posto mio, quando io non potrò esserci.
Ritorno a fissare il suo sorriso ammaliante, mentre io lentamente muoio dentro.
E muoio dentro ogni volta che sento il suo nome, che sento la sua voce, che so che le sue labbra sono a pochi centimetri dal mio viso, ma non posso baciarle, né sfiorarle con un dito.
Devo solo aspettare altri tre fottutissimi giorni.
 
Siamo nella sua camera d’albergo e i tre giorni sono finalmente passati.
Come ogni volta, sono stato io ad andare da lui. Non perché lui non avesse mai avuto una qualche avversione per le mie camere, ma semplicemente perché, tra noi due, ero sempre stato io quello più impavido. A differenza di quello che il mondo pensa, è lui quello timido, quello che non si espone mai troppo per chissà quale timore infondato. Aveva sempre paura di fare qualcosa di sbagliato, di commettere sempre qualche errore, per questo non era mai lui quello a venire da me, preferiva essere sicuro che tutti se ne fossero andati a dormire, anche se poi ci trovavamo a mezzanotte e mezzo e anche se alla mattina dopo avremmo sicuramente gli occhi segnati dalle occhiaie, a lui non importava e avrebbe aspettato il mondo intero, pur di stare con me una notte al mese.
Ma ero io quello che non riusciva ad aspettare. Passavo mesi distante da lui e dal suo bellissimo corpo, perciò non potevano chiedermi altre tre ore perché non avrei retto.
Non ci mettevamo mai d’accordo davvero, decidevamo solamente chi dei due doveva andare da chi ed io lasciavo sempre l’onore ad Harry, anche se alla fin fine sapevamo già in partenza come sarebbe andata a finire. Ma era una sorta di tradizione, la nostra, per ricordare chi dei due si era esposto per prima e non dimenticare mai la natura di quel gesto. Non era mai stata l’attrazione fisica ad attrarci l’uno all’altro, quella era subentrata dopo, né il sesso, perché per quello c’era voluto almeno un anno, ma era il nostro relazionarci l’uno all’altro, l’attaccamento naturale al carattere che avevamo trovato in noi stessi. E anche se devo ammettere che Harry è diventato davvero un bel ragazzo di diciannove anni, non sarà mai solo quello ad attaccarmi a lui.
Ed ora sono qui, sul suo letto già tutto sgualcito dopo che lui –da solo- ci aveva dormito un’ora questo pomeriggio, per poter durare di più sta notte. Le lenzuola ci coprono a malapena, ma onestamente, quello è l’ultimo dei nostri pensieri. Siamo abbracciati l’uno all’altro; ho la schiena appoggiata sul suo petto, mentre lui mi accarezza il braccio destro, dalla spalla alla mano, finché non si ferma e intreccia le dita alle mie, portandosi la mia mano alla bocca. Riesco a percepire la primissima striscia di barba sul suo mento.
Il mio ragazzino che cresce…
Mi giro su me stesso e lo guardo negli occhi, poi mi avvicino a lui e gli appoggio un bacio sulla mandibola, scendendo dolcemente fino al mento, e poi giù fino al collo. Mi sofformo particolarmente su quest’area, succhiando e mordendo, ed arrischio un’ulteriore occhiata. Harry ha gli occhi chiusi, il labbro inferiore tra i denti e la testa leggermente gettata all’indietro.
Alzo la testa e la sposto un po’ più in basso, appena sopra la clavicola, poi ricomincio la mia dolce tortura. Sento il suo respiro farsi un po’ più pesante e le sue mani afferrano le mie tempie, cercando di spostarmi tirandomi per i capelli.
-Lou…- mormora appena, quando capisce che non ho nessuna intenzione di staccare la mia bocca dalla sua pelle.
-Lou, fermati.
-Tu sei mio.
…e non ti lascerò andare mai, avrei voluto aggiungere, ma mi ritrovai solamente a pensarlo, mentre, con estrema lentezza e un miscuglio tra frustrazione, amore e possesso tale da bastare per un anno intero, mi sposto leggermente più a destra e ricomincio daccapo.
-Lou, fermati. Basta segni.
Ed ecco affiorare il ragazzino insicuro, pieno di dubbi e timoroso di ogni cosa. Sicuramente sta pensando a cosa direbbero se vedessero la scia di succhiotti che sto lasciando sul suo corpo, ma a me non frega niente, perché è l’unico modo che ho dichiarare al mondo la sua appartenenza me soltanto.
-Tu. Sei. Mio.- mi ritrovo a ringhiare queste parole, perché è l’unico sistema per sfogarmi almeno un po’, nonostante in realtà non fosse colpa sua.
Alzo lo sguardo e mi accorgo che i suoi occhi sono di nuovo chiusi, il labbro è di nuovo intrappolato tra i suoi denti e la testa è di nuovo gettata all’indietro. Decido di sollevare la testa per ammirare il mio lavoro, ma nel mentre, Harry mi afferra di nuovo la testa e incolla le sue labbra alla mie, poi all’improvviso si alza e si mette seduto, trascinandomi con se. Riesco a sentire la sua erezione farsi sempre più spessa contro la mia coscia, mentre mi mordicchia il lobo dell’orecchio destro, passando le mani per tutta la lunghezza della mia schiena, fermandosi sul mio sedere prima di stringerlo con forza.
-Mio Dio, Lou. Il tuo culo è una favola.- dice piano, la voce abbassata ad un sensuale gemito roco proveniente dal fondo della sua gola.
Rido leggermente, soddisfatto del mio didietro, appoggiando la mia bocca sulla sua mandibola, vicino all’orecchio e poi scendo di nuovo, tracciando con la lingua una linea immaginaria su tutta la sua guancia, fino alle sue labbra, delle quali mi approprio senza troppi complimenti. La mia lingua si intreccia alla sua, desiderando di non lasciarla mai più, a costo di morire soffocato. Ci stacchiamo dopo un po’ per riprendere fiato e mentre lo sento respirare sulla mia bocca, io continuo a mordere il suo labbro inferiore, a succhiarlo senza mai porvi fine. Bastano pochi secondi perché le lingue ricomincino a danzare; e non si fermano nemmeno quando Harry, con un colpo di reni ben assestato, mi distende sul materasso, e lui sopra di me, poi però si stacca e mormora qualcosa al mio orecchio, prima di cominciare a scendere inesorabilmente verso il mio petto.
-C-cosa? Vuoi un secondo round?
-Voglio sentirti. Voglio ricordare tutto in caso non saremo più capaci di farlo ancora.
E ha ragione. Ha maledettamente ragione. Solo che io non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo ad alta voce.
-Ti amo così tanto, Lou. Così tanto che fa fottutamente male.
Ed io amo lui allo stesso modo. Fa talmente male che a stento riesco a respirare, sopraffatto da tutto. Sto soffocando e l’unico modo per evitare ai miei polmoni di atrofizzarsi sono queste sporadiche nottate con Harry, perché lui era ed è tuttora l’unico motivo che ho per tornare a vivere.
-Fa male come il mio culo in questo momento?
Cerco di scherzarci perché era abbiamo passato divisi talmente tanto tempo che prima ha fatto davvero male. Lui si sente in colpa, si è subito sentito in colpa, fin dalla prima smorfia di dolore comparsa sul mio volto. Ma non è colpa sua e non sarà mai colpa sua, e anche se fosse non me ne importerebbe nulla perché io amo lui e questa è stata una delle nottate migliori della mia vita.
-Molto di più, Lou.
E lui ama me. Forse anche troppo, ma è il solo modo che abbiamo per riconoscere noi stessi, il solo motivo per non lasciarci andare alle apparenze e non permettere ai polmoni di soccombere inevitabilmente al mondo esterno.
Il suo viso scende ancora un po’, fino a che le sue labbra raggiungono l’ombelico, dopodiché comincia a succhiare e rimanere fermi diventa impossibile. Afferra i miei fianchi con le mani e mormora piano, un sussurro sensuale che alle orecchie del mio cuore sa tanto di amore incondizionato.
-Lou, non ti agitare troppo.
Ridacchia tra se e sé, ma io lo predo alla sprovvista quando mi alzo e lo bacio, perché alle mie labbra mancavano troppo le sue dopo essere state divise per così tanto tempo.
Mi afferra la testa e mi riappoggia sul materasso,  e mentre sulle sue guance si formano le adorabili fossette si trascina di nuovo verso il basso, ma io affondo le dita nei suoi ricci e lo riporto su per darmi altro ossigeno. Stavolta ride di gusto, mentre affonda il naso nella mia guancia. In un guizzo di audacia afferro il suo fondoschiena, facendolo ridere ancora più forte.
-LouLou, devi imparare a stare fermo
Stavolta sono io a ridere, appoggiando entrambe le mani sulla parte bassa della sua schiena, lui fa lo stesso e mi riporta seduto su di sé. Le mie mani salgono e le porto sulle spalle quando lui, con le sue, afferrano il mio membro. Getto indietro la testa e mi mordo il duramente il labbro inferiore –gesto ereditato da Harry- mentre passa lentamente il pollice sulla punta. Lui abbassa la testa sul mio mento, mentre lo mordicchia dolcemente.
La sua mano si stacca dalla mia schiena, mentre mi mette due dita in bocca, ed io le prendo e le avvolgo alla mia lingua, perché mai più di quel momento avrei voluto essere suo, alla faccia di tutto il resto del mondo. Lo vedo dischiudere le labbra, mentre sposta la mano verso il basso e infila le dita dentro di me.
Poi mi bacia. E non è un bacio dolce o amorevole, è un bacio pieno di passione e desiderio, che io non esito a restituirgli.
Stacca la mano dal mio pene e sfila le dita per avvolgere il mio sedere e farmi sollevare sopra di lui.
-Ci sei?- mi chiede piano, continuando a torturare il mio mento.
Io annuisco, perché onestamente non mi importa di null’altro che lui, in questo momento.
Delicatamente mi fa sedere su lui e questa volta, del dolore non me ne frega proprio nulla, perché avevamo entrambi così tanto bisogno di vivere e di respirare che per quanto possa far male, per quanto il cuore possa essere sul punto di esplodere e per quanto io e lui potessimo stare distanti l’uno dall’altro, sarebbe sempre valsa la pena di alzarsi alle undici e mezza della notte, recarsi in camera di Harry ed uscirne alle quattro della mattina seguente, dimentico di ogni cosa razionale su questa terra.
Perché siamo Harry e Louis e, per il momento, va bene così.
 
-Posso?
Me lo chiede come se fosse un favore troppo grande da chiedere, come se si sentisse in colpa per quello che mi stava chiedendo, come se non meritasse tutto il mio piú profondo affetto.
Io annuisco, sinceramente indaffarato per imparare al meglio il nuovo pezzo della canzone. Entra nel mio camerino un po' titubante; si guarda in giro spaesato, come un animale in gabbia. Lo guardo e mi rendo conto di quanto effettivamente attraente sia il mio migliore amico. I capelli ricci sono arruffati e leggermente piú lisci rispetto al solito, segno che si era passato le mani piú volte lì in mezzo per il nervosismo. Gli occhi sono spalancati, quasi in soggezione, sotto il mio sguardo attento. Vedo che continua a torturarsi le mani e mi chiedo il motivo di così tanta insicurezza.
É sempre stato un tipo piuttosto semplice da capire. All'apparenza sembra il solito rubacuori, ma in realtá lui è l'esatto opposto. Ha 17 anni, è giovane, insicuro, dolce e terribilmente carino con quei jeans troppo larghi per lui.
-Harry. Tutto apposto?
Gli chiedo, forse intimorito dalla sua possibile risposta.
Lui mi guarda d'un tratto, gli occhi verdi a fissare prima me -per un attimo soltanto- poi le proprie mani, che subito si appresta a mettere in tasca.
Annuisce debolmente, forse non del tutto convinto della sua affermazione, mentre io continuo ad esercitarmi su quella nuova strofa che proprio non vuole entrarmi in testa.
-Ehm... Lou?
Mi chiama, indeciso e intimorito, di nuovo.
-Si?
-D-dovrei parlarti di una cosa...
In questo momento il mio cuore perde un battito. Sapevo che era assolutamente un assurdità, ma se ci fosse stata una qualche speranza che mi confessasse tutto?
Sono disperatamente innamorato del mio migliore amico da un anno e mi sento un così totale idiota. Me ne sono reso conto nel momento in cui non sono piú riuscito a far a meno di lui. I suoi messaggi, le sue chiamate, la sua voce, parecchio tempo fa. Credo che nessuno mai debba star male quanto io stia adesso, perchè il non poterlo toccare, il non poter dichiarare il mio possesso su di lui mi uccide ogni volta che lo vedo, ogni volta che lo sento, ogni volta ne ascolto la voce.
-Si, dimmi.
Gli sforno il più dolce e comprensivo dei sorrisi mentre mi avvicino piano a lui.
-Senti, Lou... Tu sei il mio migliore amico giusto?
Annuisco, incapace di formare una frase coerente.
-E non mi giudicherai mai per quello che sto per fare, vero?
-Beh... No. Suppongo di no.
'Mi piace il modo in cui si sta svolgendo in discorso' penso tra me e me, mentre la mia mente comincia a viaggiare.
Harry punta il suo sguardo verso il basso, sembra afflitto, ma in qualche modo...sollevato. Come se si fosse appena -o che stesse per- confessare il suo segreto più profondo, come se stesse per togliersi un macigno dal petto.
All'improvviso mi fissa negli occhi e io non capisco dove stia andando a parare con il suo modo di fare. É stato un attimo. Un unico fugace attimo in cui ho appena perso tutto me stesso.
Mi mette le mani dietro la nuca, chiude gli occhi e mi attira a sè. Le nostre labbra entrano in contatto e io non mi sono mai sentito meglio in vita mia. Sembra una di quelle storie scritte a malapena, dove succede quello che il protagonista ha appena immaginato, ed evidentemente è così, perchè quelle labbra così soffici e morbide finalmente sono sulle mie e anche io trovo il coraggio di poggiare le mie mani dietro il suo collo.
É stato un bacio così, tranquillo e semplice, nullo per molte altre persone, ma per noi no. Per noi è stato tutto, l'inizio e la fine di ogni cosa logica nella nostra vita.
Un unico fugace attimo in cui ho appena perso tutto me stesso.
Mi mette le mani dietro la nuca, chiude gli occhi e mi attira a sè. Le nostre labbra entrano in contatto e io non mi sono mai sentito meglio in vita mia. Sembra una di quelle storie scritte a malapena, dove succede quello che il protagonista ha appena immaginato, ed evidentemente è così, perchè quelle labbra così soffici e morbide finalmente sono sulle mie e anche io trovo il coraggio di poggiare le mie mani dietro il suo collo.
É stato un bacio così, tranquillo e semplice, nullo per molte altre persone, ma per noi no. Per noi è stato tutto, l'inizio e la fine di ogni cosa logica nella nostra vita.


**spazio autrice**

Ed eccomi qua!!
Ho deciso di scrivere una fanfiction Larry e finalmente mi sono decisa a postarla. Dico finalmente perchè era da un bel po' che la tenevo in serbo per voi sul mio pc e solamente oggi ho preso tutto il coraggio necessario per farla finalmente leggere a voi.
E' ambientato all'inizio dello scorso tour, e nel caso sia sbagliata, mi scuso in anticipo per aver messo come prima tappa
Londra, ma visto che li seguo da poco non ero del tutto sicura che fosse quella la città giusta., perciò anche in caso di altri eventuali errori temporali contattatatemi e provvederò a sistemarli quanto prima possibile. Vi avviso anche che con i titoli sono una frana, perciò abbiate pietà di me, se secondo voi la frase del titolo non compare nel testo.
Che altro posso dire? Che mi sono sentita male mentre lo scrivevo? Oh, si. Ma non perchè credo che il lor amore sia sbagliato, quanto più perchè se tutto quello che si dice è vero, loro stanno passando un inferno vero e proprio e, fidatevi, non c'è cosa peggiore al mondo di farsi portare via da sotto il naso la parsona che ami.
E un'altra cosa... Chiunque di voi avesse letto il capitolo e non sia d'accordo con la coppia Larry, beh... non recensite nemmeno, perchè, onestamente, di sentirmi dire quanto io sia stupida e quanto io in realtà non tenga davvero a loro, non ne ho proprio voglia. Soprattutto quando poi voi, magari, non fate altro che pensieri a mio giudizio veramente squallidi su tutti loro. Poi, se in realtà si scopre per certo che l'Eleunor è vero e che Harry è davvero un donnaiolo, amen. Felici loro, felici tutti.
#peaceandlove
Con questo piccolo sfogo vi lascio e vi esorto a lasciare una piccola, anche piccolissima recensione.
Un salutoneoneone, Nicky <3
  
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