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Autore: telesette    15/12/2013    0 recensioni
Fiore di Luna sapeva benissimo che, se il Maestro non riteneva opportuno metterla a parte dei suoi timori, non era suo diritto domandargli alcunché. Costei nutriva una grande fiducia ed un rispetto reverenziale nei suoi confronti, trattandosi dell'uomo che l'aveva adottata e cresciuta come una figlia, tuttavia la preoccupazione per Sirio si faceva ogni giorno sempre più insostenibile...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dragon Shiryu, Libra Dohko, Shunrei / Fiore di Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shiryu x Shunrei'
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La pioggia, così com'era arrivata, cessò immediatamente.
Il cielo si era fatto di pece, interamente coperto da immensi nuvoloni minacciosi, e come se non bastasse centinaia di fulmini emanavano a tratti una forte luce sinistra. Preoccupata per l'incolumità di Sirio, ignorando il pericolo che lei stessa correva nel risalire da sola quelle rocce, Fiore di Luna teneva gli occhi fissi sul promontorio di roccia sito di fianco alla grande cascata d'acqua ribollente.

- Numi del Cielo, vi supplico, proteggete Sirio - mormorò lei tra sé, man mano che si avvicinava sempre di più.

Nonostante il terreno scivoloso per via della pioggia recente, e il suo frequente inciampare dovuto alla mancanza di accortezza, Fiore di Luna riuscì finalmente a raggiungere la sommità del promontorio. In circostanze normali era un tragitto abbastanza semplice ma, nello stato di ansia in cui era, le difficoltà valevano anche per lei che pure era cresciuta in mezzo ai Cinque Picchi.
Se la fanciulla avesse potuto percepire distintamente l'aura minacciosa subito oltre il sentiero, l'istinto le avrebbe senza dubbio suggerito di non muovere un altro passo in quella direzione. Tuttavia, in quel momento, il suo unico pensiero correva all'amato e alla terribile prova che egli stava affrontando.
Poteva forse abbandonarlo al suo destino, quando a separarli erano solo pochi chilometri anziché le miglia e miglia di distanza che separavano la Cina dalla terra di Grecia o dagli innumerevoli posti che Sirio aveva visitato per servire Atena?
L'unica cosa certa era che, nella sua giovane ed emotiva incoscienza, Fiore di Luna aveva a cuore la vita del Cavaliere più della propria. Sapeva di non poter fare molto, non essendo una combattente, ma era più forte di lei...

- Non posso credere a quello che dice il Maestro - pensò. - Sirio, io ti conosco, conosco la purezza del tuo cuore: Atena ti ha designato come suo Cavaliere, perché ha fede in te... e anch'io!

Ad un tratto, rischiarata dal bagliore dei lampi, Fiore di Luna vide la sagoma inconfondibile di Sirio Dragone ritto e immobile dinanzi a lei.
Costui era voltato di spalle, lo sguardo rivolto verso le acque della cascata, e tutto sembrava assolutamente normale... almeno in apparenza.
D'istinto costei fece per corrergli incontro ed abbracciarlo ma, ora che si trovava così vicino, perfino lei poteva avvertire in modo chiaro l'energia malvagia che scaturìva dal suo cosmo.
L'armatura di Sirio, perfetta e senza alcuna alterazione nella forma, era infatti avvolta da una densa nube rossastra. Guardando più attentamente, Fiore di Luna credette addirittura di scorgere la spaventosa figura di un gigantesco drago dagli occhi color del sangue. Questi torreggiava ferocemente su Sirio, quasi che intendesse dilaniarlo coi lunghi artigli ricurvi, e ciononostante il Cavaliere appariva calmo e tranquillo come se quella orribile creatura non lo riguardasse.
Fiore di Luna impallidì di colpo.
Voleva gridare ma, poiché le sue labbra erano paralizzate dallo spavento, quasi non riusciva neppure a respirare.
Gli occhi della fanciulla non riuscivano a contenere l'immagine del drago in tutta la sua interezza, tanto le sue possenti spire andavano contorcendosi su fino al cielo, e le scariche di elettricità nell'aria contribuivano a renderlo ancor più terrificante di ciò che era.
Possibile che un simile mostro fosse reale?
Era dunque questo l'altro aspetto di Sirio, quello che il Maestro aveva definito semplicemente la sua controparte malvagia?

- Si... Sirio ?!?

Il cuore di Fiore di Luna mancò un battito.
Vero o illusione che fosse, l'animale sembrava quasi in perfetta simbiosi con il Cavaliere sotto di lui. Invece di attaccarlo, infatti, si stava piuttosto "fondendo" con il corpo di Sirio.
L'armatura sacra ad Atena, incapace di sopportare oltre quell'aura di pura malvagità, si staccò da lui lasciandolo completamente privo di protezione.
Le difese mentali del giovane, dopo giorni e giorni di resistenza estenuante, stavano dunque cedendo sotto il malefico influsso di una potente entità.
Che Sirio stesse veramente soccombendo al suo lato oscuro?
Fiore di Luna ricordava ancora il dolce ragazzino che, sfiorandole timidamente la mano, era capace di arrossire più o meno come lei. Quel ragazzino, colui che successivamente in seguito avrebbe rivendicato come propria l'armatura del Dragone, era lo stesso giovane a cui lei aveva donato il cuore...
Come poteva cedere così al male?

- Sirio - ripeté lei, chiamandolo a voce alta. - Che ti succede? Non ti ho mai visto così, rispondimi, ti prego...
- Fio... Fiore di Luna - esclamò l'altro in risposta. - V... Vattene di qui, allontanati, per favore... va via!
- Il Maestro ha detto che l'oscurità ti sta annebbiando la mente, ma tu sei un Cavaliere di Atena, non puoi rinnegare così i tuoi sforzi e il giuramento che hai fatto!
- Ti ho detto di andartene - gemette Sirio tra i denti, quasi che un dolore immane gli si stesse insinuando fin dentro al cervello.
- Sirio, ti supplico - fece lei testardamente, ignorando il pericolo mortale che stava correndo. - Ascoltami, per favore, pensa alle parole del Maestro!

Evidentemente Fiore di Luna non comprendeva ancora la gravità della situazione.
L'essere orribile e spaventoso che aveva visto, e che si stava letteralmente fondendo col corpo e l'anima di Sirio, altri non era che un derivato spirituale della costellazione del Dragone. In sostanza era la componente "malvagia" che, nutrendosi degli stessi poteri delle stelle, aveva assunto quella determinata forma.

- Reagisci Sirio, non puoi lasciarti sopraffare, non...

Come Sirio si voltò improvvisamente a guardarla, Fiore di Luna rimase impietrita dal suo sguardo.
I suoi occhi erano rossi, proprio come quelli del drago che costei aveva visto troneggiare sopra di lui, ed emanavano una luce molto diversa...
Cattiva.
Non vi era più alcuna traccia di umanità in quello sguardo, pure se il volto ed i lineamenti erano gli stessi, e lei ne aveva chiaramente paura. Un brivido di terrore le scivolò lungo la schiena, nel momento in cui gli occhi di Sirio incontrarono i suoi, e così lei percepì anche tutto l'orrore e la malvagità che dimoravano ora all'interno del giovane.
Quello non era più Sirio.
Era un mostro, un demone con le sue sembianze, e lei non poteva fare assolutamente nulla per scacciarlo dal corpo di colui che amava.
Sirio sollevò il pugno.
Mai e poi mai si sarebbe sognato levare il proprio pugno contro di lei, preferendo piuttosto rivolgerlo contro sé stesso, ma non era Sirio Dragone a controllare il suo corpo... bensì l'essere malvagio e privo di scrupoli che lui stesso aveva generato.
A nulla erano valsi gli avvertimenti, purtroppo per lei, e Fiore di Luna capì con orrore e incredulità che Sirio si stava preparando ad investirla con uno dei suoi colpi mortali.

- Sirio - gridò in preda al panico. - Sirio, guardami, sono io!
- Non saresti dovuta venire quassù - sentenziò Sirio con una possente voce gutturale che non sembrava neanche la sua.
- Ma io... io ero preoccupata per te, non potevo lasciarti, volevo solo...
- Hai avuto un bel fegato a salire qui tutta sola - ruggì l'altro, quasi divertito. - Pensi forse che avrò pietà di te, perché sei una donna?
- Sirio, che cosa stai dicendo, possibile che tu non mi riconosca?

Ignorando le parole della fanciulla, Sirio prese ad avanzare verso di lei con fare più che minaccioso.
Voleva ucciderla.
Non c'erano dubbi che intendesse farlo, i suoi occhi parlavano molto chiaramente. Fiore di Luna indietreggiò di riflesso, pur sapendo di avere la cascata dietro le spalle, e l'unica possibile via di fuga era bloccata da un Sirio ormai in preda alla più totale follìa.

- Che cosa vuoi fare? - domandò attònita. - Sirio, per l'amor del cielo, guardami... Non posso credere che tu abbia dimenticato chi sono!

Per tutta risposta, i muscoli e il corpo di Sirio presero a deformarsi orribilmente: le vene pulsavano, ormai in procinto di spaccarsi, e il sangue prese a sprizzàre fuori da varie piccole ferite; evidentemente il suo corpo non era del tutto in grado di contenere quella spaventosa furia omicìda, la quale sembrava divorarlo dall'interno, e Sirio era privo di controllo.

- Le sciocchezze che dici non hanno per me molto senso - esclamò Sirio con voce tale da fare accapponare la pelle. - Donna, è inutile che implori per aver salva la vita!
- Sirio, no...
- Smettila di chiamarmi "Sirio", Sirio era troppo debole per resistere a me; colui che hai di fronte è il Supremo Dragone, ed è lo stesso che ti ucciderà qui... adesso!
- Non puoi dire sul serio - gemette lei.

Quando il Cavaliere di Cancer aveva inteso precipitare Fiore di Luna coi suoi poteri, all'epoca della battaglia al Grande Tempio, Sirio riuscì ad acquisire il Settimo Senso al prezzo di una rabbia incontrollabile e un dolore tale da straziargli completamente l'anima.
Ora, invece, la mente e il cuore di Sirio erano ottenebrati da una malvagità quasi equiparabile a quella del perfido Cavaliere d'Oro.
Non c'era più alcuna traccia di amore in lui, né tantomeno dei sentimenti che aveva sempre provato, e lo spirito del Dragone Oscuro lo stava spingendo ad uccidere la stessa fanciulla che avrebbe inteso proteggere.
Un destino piuttosto ironico, in effetti.
Il pugno di Sirio fischiò nell'aria, rilasciando una scìa in grado di frantumare persino la roccia, ma Fiore di Luna lo evitò per una fortunata casualità: inciampando inavvertitamente all'indietro, e sottraendosi così dunque dalla linea di tiro, il pugno mortale di Sirio la mancò per un soffio.

- Sirio, ti supplico, torna in te!

Fiore di Luna non riusciva a credere che Sirio avesse realmente cercato di colpirla. Accanto ai suoi piedi, vi era ancora il solco che il pugno aveva scavato nella roccia.
Distesa e tremante, la poverina disperava di poter fare appello al cuore e ai sentimenti dell'altro. Ormai Sirio non era più in grado di vedere e sentire nulla: la bestia era infatti dentro di lui, e lo dominava completamente, a dimostrazione del fatto che aveva appena cercato di uccidere la persona più cara.
La fanciulla era spaventata.
Confusa.
Non sapeva più cosa pensare.
Se il "vero" Sirio, quello che lei conosceva e che amava da sempre, era davvero scomparso dentro a quella specie di mostro con le sue sembianze... forse era preferibile lasciarsi morire, in modo da riunirsi al suo amato nell'aldilà.
Gli occhi di sangue e l'espressione deformata sul volto, Sirio incombeva ora sopra di lei, pronto ad assestarle il colpo definitivo.

- Affida la tua anima agli Dei - esclamò Sirio crudelmente, sollevando ancora il pugno micidiale della mano destra.

Ora Fiore di Luna poteva vedere chiaramente come quello non fosse Sirio.
L'energia corrotta del microcosmo, indipendentemente dal guscio "umano" che la conteneva, era riaffiorata infatti nella sua vera forma.
L'orribile drago dagli occhi di sangue, bramoso di saziare le proprie fauci con la sua preda, era pronto ad avventarsi su di lei tramite il pugno che Sirio stava per sferrarle contro la testa.
Ormai era finita.
Non vi era modo di evitare il colpo, specie da una distanza così ravvicinata, e comunque lei stessa non desiderava più vivere.
Fiore di Luna non poteva vivere, senza Sirio al suo fianco.
Poteva accettare di saperlo lontano, in rispetto della sua natura di guerriero, ma non di saperlo ridotto così: nient'altro che un involucro di carne ed ossa, privo della propria volontà, e con uno spirito malvagio a guidarne le azioni.
Era troppo da sopportare.
Meglio accogliere in silenzio la morte, pregando affinché almeno le loro anime potessero ricongiungersi nell'amore che la vita aveva inteso negargli, e che tutto il dolore e la sofferenza si riducessero alla pace dei sensi.

- Prega pure quanto vuoi - rise il drago pieno di disprezzo. - Il tuo destino si è compiuto, non appena hai messo piede su questa roccia... MUORI !!!

Fiore di Luna levò dunque al cielo la sua muta preghiera, piangendo tutte le sue lacrime per Sirio e per non essere riuscita a salvarlo.

- Perdonami Sirio - gemette. - Se solo fossi stata più forte, almeno avrei potuto cercare di aiutarti... Ma la verità è che sono debole, troppo debole, e la mia debolezza ha permesso che un mostro si impossessasse di te e della tua anima! 

Caldi rivoli trasparenti e sottili scendevano lungo le guance della fanciulla, nel mentre che raccomandava la propria anima e quella di Sirio alla misericordia divina.
Ormai era pronta a morire.
Preoccupata com'era per la salvezza di Sirio, di colpo non avvertiva più la paura per sé stessa. Il suo amore era tutto ciò che aveva da offrirgli, forse non abbastanza, assieme alle lacrime che sgorgavano dritte dal cuore e dalla purezza del suo animo.
Attimi di grande tensione, il pugno che stava a privarla d'un sol colpo della vita, eppure qualcosa parve riaccendere una luce negli occhi spenti e fanatici di Sirio.
Questi infatti, forse per istinto, avvertì come una voce che gli urlava incessantemente di non ucciderla.

- Che... Che cosa sto facendo? - pensò il Cavaliere, recuperando tosto un piccolo barlùme di coscienza. - Chi è questa ragazza? Perché la sto attaccando? Cosa... Cosa mi sta succedendo?

Immagini su immagini presero a susseguirsi nella mente di Sirio Dragone: immagini di sé stesso, in compagnia di una dolce fanciulla dai lunghi capelli scuri.
La pelle morbida e vellutata.
Il viso dai lineamenti delicati.
Un sorriso timido e gli occhi pieni di speranza...
Malgrado il velo di tenebre che ancora offuscava i suoi sensi, il "vero" Sirio cominciò a riaffiorare dall'abisso nel quale il suo alter-ego lo aveva relegato.
C'era qualcosa, nel pallido volto femminile dinanzi a lui, qualcosa che non riusciva bene a spiegarsi. Anche se non riusciva a mettere bene a fuoco le immagini, per confrontarle con quella della fanciulla china in preghiera, qualcosa nella sua testa gli ripeteva a gran voce di non ucciderla.

- Sirio - mormorò lei, versando altre piccole gocce luccicanti dal filo socchiuso delle palpebre. - Addio...
- FIORE DI LUNAAA !!!

Se le lacrime o il pianto sommesso di lei erano riusciti a toccarlo, laddòve le parole da sole non potevano giungere, fatto sta che Sirio riuscì a recuperare il pieno controllo di sé giusto in tempo per arrestare il proprio pugno.
Se la sua mano avesse proseguito nell'azione, tutte le lacrime del mondo non sarebbero certo bastate a lenìre il suo dolore.
Per giorni aveva cercato invano di resistere al lato maledetto del suo segno, rischiando di scomparirvi quasi del tutto, e ora invece le lacrime di Fiore di Luna avevano appena dissipato l'oscurità dal suo cuore.

Ci volle un po', perché entrambi potessero rendersi conto dell'accaduto.

- Fiore di Luna - ripeté Sirio, abbracciando dolcemente colei che era pronta a sacrificare la propria vita per lui. - Stai bene, amore mio?

Come la fanciulla ebbe aperto gli occhi, ritrovando in quelli di Sirio la solita lucentezza calda e avvolgente, il suo volto si aprì ad un grande sorriso luminoso.
Quello era il Sirio che conosceva.
E mentre le nubi in cielo andavano a diradarsi, e il sole tornava a splendere, entrambi si strinsero l'uno all'altra nella gioia di essere ancora insieme.

FINE

 

   
 
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