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Autore: Mirko Gavelli    15/12/2013    0 recensioni
PREFAZIONE
Bella POV
Non avrei mai pensato di vivere una vita così, o meglio una non vita. Credo che non avrei mai potuto chiedere di meglio dal destino, Edward mi ama come non mai. Ho una bambina che ormai è un’adolescente, sì perché Renesmee ha quest’abitudine di crescere a vista d’occhio e i suoi capelli ricci e lucenti sono lunghissimi. Quando si deciderà a tagliarli non lo so, ma è sempre bellissima. Oggi è il suo settimo compleanno, ancora mi ricordo quando nacque e quando sono nata anch’io. Indimenticabile momento! Edward mi guarda mentre sto sistemando dei vestiti, quelli occhi marrone dorati, mi stregano sempre, mi fanno sempre venire strane idee. Mi sento una ragazzina ancora guardandolo mentre si riveste la mattina presto quando si deve preparare per andare a caccia di qualche cervo. Non mi piace più di tanto quel tipo di sangue, troppo amaro per i miei gusti. Ridiamo sempre su questa cosa. Io voglio qualcosa di dolce. Anche se devo dire che niente è più dolce dei suoi baci...
Genere: Drammatico, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: Lemon, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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14
Ritorno a casa

Renesmee

Mamma viene da abbracciata da nonna Esme mentre
io e papà siamo sommersi da tutto il resto della no-
stra famiglia che naturalmente è contenta di averci
ancora tra i piedi.
«Fateli respirare!» dice Carlisle.
«Lo sapevo che non ci abbandonavi! D'altronde…sei
un  Cullen  non  un  vampiro  da  telefilm  via  cavo!»
esclama Emmett.
«Ragazzi non riesco a vedere il vostro futuro…»
«Il sangue di Renesmee te lo impedisce Alice»
e lei annuisce.
«Così  la  smetti  di  guardare  nel  futuro  per  sapere
quando beccare me e Bella in flagrante!»
Tutti ridono felici e zio Jasper dice:
«Dobbiamo fare una grande festa!»
«Mamma, possiamo invitare Claire e le altre mie
amiche?»
«Certo amore!» mi tiene la mano baciandomela.
La  mia  mamma  vorrebbe  strapazzarmi  adesso  ma
non può, c'è troppa gente adesso.
Non ha lo spazio per prendermi e farmi tutte le cocco-
le che vorrebbe. Zia Rosalie e in disparte e la chiamo
ma non viene e il gruppo si apre e la mia cara zia sta
da sola tutta triste seduta su una sedia.
«Vieni zietta!» le dico mentre mi guarda.
I vampiri non possono piangere ma la loro sensazione
triste non possono nasconderla.
La zia corre verso di me e mi abbraccia mentre gli al-
tri rimangono in silenzio.
Lei è molto legata a me, mi ha sempre trattato come
la figlia che non ha mai avuto e diciamo che sono la
sua nipote preferita, anche perché sono l'unica.
Papà esclama:
«A me non mi stringi così?»
e la zia si alza e sorride.
«Mi basta il sorriso!».
il mio Jacob mi guarda da lontano mentre gli sorrido
e poi si avvicina verso di me.
Mi tiene la mano e inizio a leggere il suo pensiero,
vorrebbe  abbracciarmi  nella  foresta  e  farmi  sentire
l'amore completo che ha per me.
«Jacob! Contieniti dai! E' sempre mia figlia!»
io divento rossa e zio Jasper dice:
«E bravo il nostro lupo!»
sorride mentre Jacob inarca gli occhi.
«Hey! Lo sapete che è brutto sentire sempre i pensie-
ri degli altri!»
«A chi lo dici!» dico ironicamente.
Risata  generale  di  tutti  mentre  Carlisle  invita  il
gruppo a uscire per darci spazio, tra poco torneremo
a casa, tra qualche ora.
Jacob  mi  bacia  dolcemente  sulle  labbra  e  mi  dice
guardandomi le mani:
«A dopo amore mio» ed esce insieme agli altri.
Mamma mi guarda dopo aver baciato per la centesi-
ma volta papà negli ultimi due minuti.
«Adesso c'è né anche per te stai tranquilla!»
e mi salta addosso sorridendo e mi strapazza di baci e
abbracci. Mi piace il suo calore freddo da vampiro che
lascia quel velo umano che le è rimasto nonostante la
trasformazione.
«Bella così la soffochi però!»
dice papà mentre si mette in mezzo tra noi.
«Scusate, vi amo troppo!»
esclama lei mentre si distende su papà.
Carlisle rientra e dice a mamma
«Ok  volete  provare  ad  alzarvi?  L'anestesia  non  do-
vrebbe farvi effetto tenetevi al muro. Mamma si alza
facendoci  alzare  lentamente  e  camminiamo  lenta-
mente ma senza dolore.
Abbiamo  subito  un'operazione  complessa  è  normale
che siamo un po’ stanchi.
«Camminate nella clinica mentre io parlo con Bella.
Poi vi do i vostri vestiti e ci prepariamo a partire»
si  toglie  il  camice  rimanendo  vestito  in  pantaloni  e
camicia e gilet grigi.
Il nonno si veste sempre bene e poi è sempre
bellissimo.
Questa è una caratteristica di noi vampiri, non invec-
chiamo mai.
Dobbiamo imbruttirci con gli umani per non renderci
troppo giovani e poi cambieremo città.
E così camminiamo nella stanza come due scemi ap-
pena svegliati da un incubo che ora è solo un brutto e
dimenticabile ricordo.
«Amore non camminare così piano però! Aumenta il
passo! Nel mio sogno correvi come un fulmine!» «Hai
sognato anche di James vero papà?»
lui annuisce girandosi verso di me fermandosi.
«Abbiamo sognato la stessa cosa… e ora siamo salvi
amore mio!»
mi abbraccia mentre io corro incontro a lui e sento il
mio papà.
Sento  l'amore  indissolubile  che  lui  ha  per  me,  un
amore che non può essere sconfitto da un essere che
nella vita ha solo odio e nient'altro che esso.
Torniamo da mamma e nonno Carlisle e ci rivestia-
mo, e mentre m'infilo i miei jeans blu, sorrido e penso
che stiamo finalmente per tornare a casa
e l'agonia è veramente finita.

Bella

Stiamo tornando a casa finalmente, dopo una lunga
lotta e  una  battaglia estenuante  abbiamo  portato  a
casa il mio amore.
E' un pomeriggio mite di dicembre a Forks e
Carlisle ci sta portando dagli altri in macchina e tor-
nare quindi alla nostra vita.
Organizzerò  una  festa  per  mio  marito  e  mia  figlia,
una festa del sopravvissuto.

Sorrido guardando dal finestrino e vedo la tavola cal-
da   di   Forks   e   noto   mio   padre   Charlie   da   solo.
Mi fa tenerezza e tristezza guardarlo da qui.
Voglio rivedere mio padre e la festa sarà la scusa per-
fetta per farlo.
Edward  sta  coccolando  Renesmee  mentre  mi  giro
verso Carlisle.
«Non avrò il tempo di dirtelo dopo, sei un padre
eccezionale Carlisle!»
lui mi sorride.
«E' stata dura ma è andata… Adesso non pensiamoci
più Bella. Benjamin e gli altri ci stanno aspettando,
credo che non potranno esserci alla
festa»
ed io annuisco.
Stiamo  quasi  per  arrivare  a  casa  e  mio  marito  mi
chiama:
«Hey! Scusami se sono stato debole!»
«Non sei stato debole per niente amore mio. Essere
pronto e accettare la morte è un sintomo di forza non
di debolezza. Avevo accettato di non vederti più, sono
stata premiata per questo e ti amo ancora di più».
Edward mi sorride mentre dico queste parole e Rene-
smee è sdraiata con la testa sulle sue
ginocchia che ha gli occhi chiusi.
«Papà anche tu dovresti contenerti sai?»
ed io sorrido e capisco che il loro legame si è rafforzato.
«Lo so, che ci posso fare, amo la mamma!»

il suo sorriso mi cattura come sempre.
Eccoci arrivati a casa nostra dove due macchine sono
parcheggiate, gli altri sono già dentro.
Jacob esce da casa e viene fuori mentre parcheggia-
mo la macchina nel vialetto.
«Renesmee, ora puoi andare da lui!»
mia figlia apre la porta correndo verso Jacob.
I due si abbracciano e si baciano felici ed io guardo il
mio Edward mentre Carlisle è già uscito.
«Stanotte recuperiamo il tempo perso!»
«D'accordo signora Cullen!»
usciamo dalla macchina insieme.
Gli altri sono usciti e ci guardano dal portico all'en-
trata  di  casa  nostra  mentre  gli  andiamo  incontro.
Questo  è  il  nostro  senso  di  famiglia,  che  poi  non  è
tanto differente da molte famiglie americane. Noi ci
prendiamo cura dei nostri da soli, siamo una famiglia
appunto.
Entriamo in casa con gli altri e Jasper fa una battuta
che non sento mentre guardo mio marito e Renesmee
entrare insieme a Jacob.
Sono fortunata e oggi più che mai mi ricordo la mia
scelta, io ho voluto questa famiglia.
Io  ho  fatto  una  scelta  anni  fa  e  non  me  ne  pentirò
mai, ho scelto il mondo di Edward e sapevo che tutti
avremmo trovato il nostro equilibrio alla fine.
Edward mi bacia il collo da dietro e sento un piccolo
brivido che pensavo di non provare più.
Mi  giro  e  lo  bacio  appassionata  mentre  tutti  fanno
mormorii maliziosi.
Non m'interessa e lo bacio, le nostre lingue si rincon-
trano dopo tanto tempo d'infelicità e sofferenza. Ora
il  peggio  è  passato  e  mentre  lo  abbraccio  in  questo
bacio  infinito,  mi  sento  di  nuovo  un  tutt'uno  con  il
mio amore.
Andiamo in soggiorno e insieme agli altri festeggiamo
la nostra ritrovata speranza e felicità.
Jasper ci dice mentre mi stacco da mio marito «Hey…
un po’ di contegno!»
alza il sopracciglio sorridente.
Parla lui che ancora mi ricordo quando l'ho beccato in
garage con Alice. Un ricordo, quello sì, che non potrò
dimenticare!
«Accendiamo  la  TV,  stanno  giocando  i  Red  Sox!»
esclama Emmett dando una pacca sulla spalla a Ed-
ward che lo segue e i due si guardano la partita di
baseball alla tv insieme a Rosalie, Renesmee e Jacob.
Esme mi sorride:
«Piccola mia abbracciami!» mi stringe a sé.
Che  bella  che  è  Esme,  mi  ha  sempre  amato  anche
quando ero appena entrata in famiglia.
E' proprio una bella suocera e mi sussurra:
«Hai visto? Siamo felici adesso mia piccola Bella… Ti
voglio tanto bene!».
Se fossi stata ancora umana, oggi avrei pianto
per  ore  almeno  il  poco  trucco  che  ho  messo  non  si
sporca questa è un'altra caratteristica di noi vampiri, sembriamo insensibili ma non è così.
Andiamo in cucina insieme ad Alice e Jasper che non
sono amanti del baseball e come noi sono un po’ più
appassionati di cucina.
«Allora per la festa che hai intenzione di fare?»
mi chiede Alice mentre Jasper la stringe da dietro.
«Domani inviteremo tutti…»
nella confusione non mi accorgo neanche che Garrett,
Kate e Benjamin sono con noi.
«Oh amici! Non vi avevo neanche visto!»
esclamo sorridendo ai tre.
«Non  c'è  nessun  problema,  purtroppo  dobbiamo  an-
dare  via,  ognuno  per  la  sua  strada  amica  mia  ma
sappi che al primo problema saprai dove trovarci!»
mi risponde Benjamin mentre mi stringe.
Il vampiro di colore va a salutare gli altri mentre Ka-
te e Garrett rimangono ancora un po’.
«Allora la prossima volta che ci vediamo…»
«Al tuo matrimonio con questo bell'imbusto!»
sorrido  dolcemente  mentre  i  due  rispondono  al  mio
sorriso.
«Tra quattro mesi… siete invitati naturalmente! Ma
dovrete venire in Australia!»
«Australia? E vi sposerete lì?»
loro annuiscono mentre sorrido insieme a loro.
«Natura e libertà…e lì non fanno domande… che si
vuole di più?» Garrett è sicuro della sua scelta.
«Saremmo i primi ad arrivare! Faremo una bella va-
canza Edward ed io da soli e poi verremo tutti
insieme. Aprile è un bel mese per sposarsi!»
i due mi abbracciano e capisco che devono partire.
«Grazie di tutto. Grazie per averci aiutato in questa
battaglia»
«Siamo una famiglia ragazzi! Se non ci aiutiamo noi,
chi lo farà?»
Kate mi abbraccia sussurrando nelle orecchie:
«Stasera  non  mollare  Edward  per  un  momento  mi
raccomando!» sorride salutandomi.
I due salutano anche gli altri che sembravano cattu-
rati dalla partita, i Red Sox stanno vincendo oggi, de-
ve essere proprio un giorno speciale.

Edward

Sono passati due giorni dal mio ritorno alla vita, sono
felice e finalmente mi sento libero.
Sono tornato a cacciare con mia moglie e stiamo tor-
nando dalla foresta e oggi si sta preparando la festa
per me e Renesmee.
Stiamo andando da Charlie e Sue alla vecchia casa di
Bella e insieme a loro torneremo dagli altri.
«Sono mesi che non parli con Charlie, lo senti solo al
telefono, mi dispiace di questo… è ora di cambiarla
questa cosa amore mio!»
mia moglie mi ha lasciato guidare la nostra Jeep.
Siamo  arrivati alla casa di Charlie e  ci fermiamo e
Bella sospira e mi guarda.
«Andrà  bene  dai…  non  temere  tuo  padre  non  vede
l'ora di rivederti!»
mi sorride.
«Allora usciamo dai!»
esclama  Bella  uscendo  dalla  Jeep  e  Charlie  appare
davanti a noi sulla porta di casa sua dicendo:
«Hai vinto alla lotteria Edward? Hai sposato mia fi-
glia!»
sorride e guarda la figlia che corre, in modalità uma-
na, verso di lui.
I due si abbracciano, cerco di non leggere i pensieri di
Charlie anche perché poi Bella me lo impedirebbe con
il suo scudo.
Siamo tornati al nostro per sempre ma dopo
questa vicenda abbiamo deciso che non è giusto
tenere fuori Charlie dalle nostre vite, allontanarlo
lentamente da noi non va bene per Bella.
Sue esce vestita con un completino scuro molto carino
e ci saluta sorridendo.
«Ciao ragazzi. Come va?»
io  uscendo dalla macchina vado incontro a lei salu-
tandola.
«E' tutto apposto adesso. Diciamo che questa vittoria
alla  lotteria  mi  ha  sorpreso…non  ho  mai  giocato  è
stato un caso… e ora voglio farvi dei regali a tutti, mi
sembra il minimo. Del resto Capo Swan lei  ha ragio-
ne, la mia fortuna è stata sua figlia»
Charlie accenna un sorriso fintamente forzato.
Lui fa sempre la parte del padre duro e concentrato e
ora che lo sono anch'io, capisco bene il perché.
Non è facile lasciare andare la propria figlia ma gli
ho promesso che l'avrei sempre rispettata.
«Sono curioso di sapere che regalo mi farai Edward!»
ed io leggendo il suo pensiero capisco cosa voglia.
«Avevo pensato di aiutarvi, io e i miei fratelli, a ri-
strutturare  la  casa,  naturalmente  provvederò  io  a
tutto. Che ne dice?»
lui rimane a bocca aperta.
«Mi hai letto nel pensiero?»
Bella mi guarda sospettosa.
«Capo Swan ho solo una buona memoria, mi ricordo
che  dice  sempre  di  volere  dare  una  pennellata  di
cambiamento alla casa, e allora…»
lui sorride dandomi una pacca sul braccio.
«Allora andiamo a questa festa ragazzi?»
prende  mia  moglie  sottobraccio  e  l'accompagna  alla
Jeep insieme a me e Sue.
«Senti Edward dopo ti devo parlare d'accordo?»
cerco di leggere il suo pensiero ma Bella lo sta bloc-
cando ed io guardando in avanti rispondo:
«Certamente Capo Swan!» e sorrido.
Rientriamo in macchina e Charlie, insieme a Sue, en-
tra nella sua.
«Che cosa pensava tuo padre?»
Bella sorride. Sono un po’ preoccupato:
«Non cambierà mai questa cosa vedi? Anche se sono
una vampira e starò con te per sempre. Avrai sempre
paura di mio padre!»
ride insieme a me.
Riaccendo il motore e ripartiamo verso casa e duran-
te il viaggio continuo a pensare alle parole di Charlie
e a cosa possa dirmi.
Ed  eccoci  in  viaggio  verso  casa  di  Carlisle,  è  quasi
Natale a Forks e le lucine sono sempre al minimo in
questo paesino sperduto.
«Per Natale voglio invitare tutti a casa nostra sai?»
«A proposito le amichette di Renesmee non ci saran-
no oggi. Claire aveva dei piani con il suo nuovo ra-
gazzo… e le altre non possono venire»
io annuisco:
«Tanto Renesmee starà tutto il tempo attaccata a Ja-
cob!»
sorrido pensando che neanche una settimana ero in
un letto morente e oggi sono più vivo che mai.
Siamo arrivati a casa di Carlisle e parcheggiamo la
Jeep e uscendo notiamo che gli altri sono
pronti fuori da casa di mio padre.
Sam, Seth e gli altri porteranno la tavola e faremo
una celebrazione all'aperto.
Andiamo verso Carlisle e gli altri che ci salutano sor-
ridenti e Rosalie mi indica Emmett:
«Ora sei guarito! Vai ad aiutarlo!» e mi sorride.
Vado da mio fratello e lo aiuto a prendere i timballi
pronti di riso preparati da Esme.
E poi in questi anni devo dire che Bella ci ha inse-
gnato  ad  apprezzare  la  cucina,  che  prima  non  usa-
vamo mai.
Bella  ed  io  entriamo  in  macchina,  Renesmee  è  con
Jacob e gli altri del branco di Sam nella foresta e gli
andiamo incontro.
In quel luogo speciale dove ogni tanto facciamo le no-
stre sfide di baseball.
A Gennaio ne faremo un' altra, purtroppo siamo stati
impegnati in questi mesi ma ormai è tutto alle nostre spalle.

   
 
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