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Autore: _Effy    15/12/2013    0 recensioni
Frammenti. I frammenti di una storia reale che finalmente sta prendendo forma sulla carta, il grido di due ragazze che non possono pi stare in silenzio.
Lisa aveva visto troppo e Giulia aveva sentito troppo di Lisa per rimanere ancora in silenzio ad aspettare che si distruggesse.
Lisa, la ragazza sorridente che nasconde a tutti il suo dolore e Giulia che nonostante i suoi piccoli drammi cerca di salvarla, perchè chi lascerebbe mai morire un amica?
Litigi, pianti, risate. Questo è frammenti, una storia che non è ancora conclusa e che si spera avrà il suo lieto fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fine Novembre 2013

 
GIULIA
 

Idoli, una parola spesso abusata secondo il modesto parere di Giulia.  Affiancata più che altro a persone in fondo sconosciute che vengono chiamate così solo per la loro notorietà.
Giulia non aveva idoli musicali, ne attori come eroi. Ma non per questo non ne aveva uno, Giulia Lussana aveva lei. Lei che non era una roccia, anzi, era fragile e indifesa, paragonabile ad una bambina cocciuta che imparava raramente eppure era ancora lì. Lì nonostante le pezze, i problemi, gli sbagli e il mostro che di Domenica pomeriggio si addormentava sul divano.
Lei che sorrideva sempre nonostante il mondo l’avesse circondata di porte chiuse a chiave.
E per questo Giulia l’ammirava. L’ammirava perché nonostante lei guardasse da fuori la vita di Mia non poteva fare altro che piangere.
Ormai Novembre stava finendo, il freddo si faceva sempre più pungente e la neve cadeva dal cielo. Piccoli fiocchi acquosi che probabilmente non si sarebbero attaccati sulle strade, disagi inutili che Giulia non guardava nemmeno cadere. Non oggi almeno, aveva solo bisogno di riposare quelle membra stanche e stremate dal dolore che sentiva dentro. Un dolore che ballava con il senso di colpa e che ad ogni battito scandiva sempre più forte la parola: colpevole.
Colpevole, un battito. Colpevole. Un altro battito ancora. Colpevole. Le lacrime scesero ancora, le bagnarono nuovamente le guance segnate dall’acne. Come se non avesse pianto abbastanza, come se i suoi occhi non fossero abbastanza tristi.
Giulia si strinse nella coperta mentre le lacrime cadevano silenziose sul libro aperto sulle sue gambe.
“ Smettila, smettila di piangere come una bambina e reagisci” Si disse alzandosi da quella posizione semi sdraiata, le membra che inveivano contro di lei. Chiuse con un colpo secco il libro di Martin e lo lasciò sul divano per poi cominciare a trascinarsi in bagno a passi stanchi.
 
 


LISA
 
La neve cadeva, piccoli fiocchi acquosi che non si sarebbero attaccati al suolo. Inutili, perché nevicava e non tempestava? Lisa preferiva di gran lunga la pioggia, il vento, un tempo controverso che rispecchiasse il suo stato d’animo. La vita di Lisa era stato un continuo up e down, un mutare di sensazioni nel giro di pochi secondi. La sua vita si era consumata mentre sognava di volare, volare in alto come fece Icaro.
Lisa stava in piedi sul cornicione, i piedi nudi a contatto con il freddo mentre i suoi muscoli si contraevano obbligandola a tremare. Sotto di lei c’era il cortile su cui si affacciava la finestra del bagno, un bagno che l’aveva vista nei suoi momenti peggiori. Un teatro per le sciocchezze che aveva fatto e che confessava con un sussurro a Giulia.
Il cane abbaiò un paio di volte, un animale in gabbia come lei. Che come lei sopportava gli sbalzi d’umore di suo padre e guardava il comportamento sommesso di sua madre.
Lo guardò con uno sguardo vacuo, stanco. “ Novembre è un buon mese per morire? “ si chiese. “ Volare è un buon modo per morire? Icaro si sarà mai pentito di aver desiderato toccare il sole? “.

 

Maggio 2013



Giulia era un uragano dai capelli rossi, il viso perennemente arrossato e gli occhi che sgusciavano in tutte le direzioni. Non si fermava un istante, sempre presa da qualche discorso o pensiero. Spesso i suoi occhi indugiavano su di lei. Sulla sua esile figura. Lisa sapeva che cercava nuovi segni, che la studiava per vedere se era dimagrita. Ogni tanto glielo chiedeva anche, il tono che dall’allegro e perennemente sognante si trasformava in una voce dura e preoccupata. Giulia si fermava solo quando doveva parlare con lei, lo poteva capire da come i suoi occhi smettevano di scappare e si soffermavano nei suoi.
“ Sono qui, qualunque cosa succeda” Sembravano dire.
<< Lisa, mi senti? >> Chiese la ragazza dai capelli arruffati mentre muoveva una mano davanti ai suoi occhi.
Lisa rabbrividì tornando alla realtà. << Sì, scusa. Stavi dicendo? >>
<< La festa, fra due settimane è il nostro compleanno. Sveglia! >>
<< Sei sicura che vuoi farla con me, vero? >>
<< Smettila di fare la deficiente, certo che voglio! Casa tua e poi mi fermo a dormire ‘kay? Chi invitiamo? Cosa facciamo fare agli invitati? Che cosa devo far preparare a mia madre? >> Giulia parlava velocemente, come se non volesse sentire nessuna ragione. Era strano vedere come si occupava di lei, come una ragazza che sembrava così bambina potesse essere così matura. Come lei potesse nascondere tutti i segreti di Lisa senza chiedere nulla in cambio.
<< Vediamo… che ne dici di farle preparare la pizza? E per i giochi… mh, possiamo fare pescare delle penitenze da una boccia? >> Propose senza davvero sapere quello che diceva, la testa di Lisa era solo un continuo susseguirsi di numeri e di tabelle dietetiche.
“Devo vomitare questo cibo spazzatura” continuava a pensare mentre sorrideva a Giulia, la stessa Giulia che l’avrebbe seguita in bagno per assicurarsi che Lisa tenesse tutto dentro. Ma lei voleva svuotarsi, Lisa sentiva il bisogno di sentirsi vuota perché era troppo piena. Piena di idee suicide, di idee dannose e troppo piena di rabbia per il suo destino per non pensare di svuotarsi.
Giulia spesso le parlava di mostri, dei racconti fantasy e dei numerosi telefilm che quando era depressa per lei si sparava quasi fossero una dose. Giulia quando pensava ai mostri vedeva esseri dai denti a punta o pelosi, Lisa vedeva suo padre.

 

  
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