»Chapter
13
You? ... You? … - As Ink On Paper
Il
capodanno si avvicinava sempre più, Beth e Jessy lo
avrebbero trascorso al
Tamigi dove, come ogni anno, si sarebbe tenuto uno dei più
belli spettacoli
pirotecnici del mondo, per poi andare in un locale.
Beth, purtroppo, non aveva con se un vestito adatto all'occasione,
così
quell'oggi sarebbe andata con la sua amica alla ricerca di un vestito,
ricerca
ardua visto i suoi gusti difficili.
Il negozio dove Jessy avrebbe portato la ragazza dagli occhi blu si
trovava
dalle parti del Tower Bridge e ci sarebbero arrivate in metro.
Quando
le ragazze
decisero di tornare a case era sera inoltrata, Londra era avvolta dal
freddo,
dalle luci delle decorazioni natalizie, e dal buoi tipico della notte.
Erano
le sette e mezza,
eppure, la metropolitana era gremita di persone in corsa per gli ultimi
preparativi, regali da comprare, scarpe, accessori, vestiti; nell'aria
c'era
quel tipico odore che si respira solo in quel periodo e odorava di
neve,
felicità, calore e... musica; le dolci corde di una chitarra
suonavano Here
without you dei 3DoorsDown accompagnate da una voce roca e
profonda, Beth
si girò in cerca del cantante ma non riuscì a
trovarlo, c'era troppa gente.
Beth Smith sentì nello stomaco una strana sensazione.
Quella voce... che voce!
Beth ne era sicura, non aveva mai sentito quella canzone, una delle sue
preferite, cantate in quel modo, con quell'intensità e
passione.
Si sentì strana, e non sapeva perchè.
Jessy, Charlotte e Eleonor avevano già superato i caselli,
Beth era rimasta
indietro, si affrettò a prendere l'abbonamento, fatto
qualche giorno prima, ma
nulla: sparito.
Beth si diresse verso la biglietteria, dove una folla di gente sostava,
poi
risentì quella voce e capì che il cantante si
trova lì, cercò di avvicinarsi,
ma nulla, troppa gente.
Fu un attimo, un uomo si spostò e Beth incontrò
due occhi, neri, come
quelli di lui.
Sentì un tremolio percorrerla.
Impossibile, pensò.
Poi nuovamente una calca di gente la separò dal musicista.
Prese la borsa in cerca di spiccioli, ma nulla aveva solo una banconota
da
venti sterline.
<< scusate avete da cambiare venti sterline?
>> chiese a delle
signore, che davano l’impressione di essere quelle tipette
con la puzza sotto
il naso, ferme vicino la biglietteria adiacente e queste risposero con
un No
secco, senza neanche controllare.
Beth scosse la testa, poi si girò nuovamente...
***
Come
era solito fare
Alec si trovava in stazione, dove anche quel giorno, aveva suonato.
Erano quasi le otto di sera, ma la stazione era zeppa di persone.
Stava suonando le note di una canzone quando una sensazione allo
stomaco lo
attraversò, si sentì bene, vivo...
Alec cantò quella canzone in un modo in cui non aveva mai
cantato.
Sentì quelle parole sulla propria pelle, incise.
Ne sentì il dolore e l'intensità.
Cantò con passione, una passione che si
distrugge con la sua stessa
intensità, e che terminò con l'ultimo accordo
della canzone.
Ma quella sensazione allo stomaco no, era ancora lì, e
chissà come ci era
arrivata.
Alec si prese una pausa e la folla di persone iniziò a
diminuire, poi ad un
tratto si girò e incontrò due occhi blu,
come quelli di lei.
Impossibile, pensò.
Mentre era intento a sistemare la sua chitarra sentì una
ragazza chiedere se
qualcuno aveva da cambiare venti sterline, Alec si alzò e si
diresse verso
questa...
***
... e si ritrovò lui.
Così all'improvviso, come quando in una bella giornata all'improvviso
piove.
Alec era davanti a lei, ed era ancora più bello di come lo
ricordasse.
A Beth sembrò passata un'eternità dal loro
incontro sul Palladian Bridge, lo
aveva cercato così a lungo, senza trovarlo, e perdendo, poi,
le speranze.
Qualche notte lo aveva sognato. Aveva rivissuto, nella sua mente, i
loro
incontri, dal primo all'ultimo. E si sentiva bene, terribilmente
bene.
Ed ora era lì, con i suoi occhi inchiostro, i capelli
più lunghi e spettinati,
i jeans strappati, una maglia che gli fasciava il fisico asciutto e un
sorriso... sorpreso.
E in Beth nacque la speranza che lui si ricordasse di lei,
sperò che, come lei,
lo avesse cercato per poi perdere le speranze, e che il colore dei suoi
occhi
lo avesse tormentato.
Ma Alec sorrideva, sorrideva e basta.
E Beth si senti, in qualche stranissimo modo, tradita…
… non era possibile, era lei.
Cazzo!
L’aveva cercata così a lungo; vedeva i suoi occhi
ovunque, quel blu così
intenso; aveva cercato in tutti i modi di dimenticare quegli strani, ma
stupendi, incontri; aveva cercato, in qualsiasi modo, di non pensarla,
di non
cercarla, ma invano, qualsiasi cosa facesse, quella ragazza dal nome
ancora
sconosciuto non andava via.
I suoi occhioni blu erano leggermente spalancati, e Alec
sperò con tutto se
stesso che si ricordasse di lui, che lo avesse cercato, come lui
cercava lei, e
che ora fosse felice di averlo lì d’avanti.
Le sue labbra si aprirono leggermente ed uscì un tremolante
‘ ciao ’
Alec sorrise ancora di più
<< ciao >> le rispose con voce calda
Beth sentì una scossa percorrerla, che freddo che
fa qui, si disse.
<<
tieni…
>>
<< scusa… cosa?? >>
<< ti servono i soldi per il biglietto no? Prendi
>>
<< Io… n-non posso… >>
<< non ho da cambiare venti sterline, su prendi,
canterò qualche altra
canzone e li riguadagnerò… >>
<< Io…, tu… grazie >>
Sorrisi,
di certo la
prima volta che parlammo non era così impacciata…
Dio, è ancora più
irresistibile…
E Alec lo pensava sul serio, che quella piccola ragazza fosse irresistibile,
era così dannatamente diversa dalle altre, da tutte le altre
ragazze con cui
era stato, era così piccola e timida, ma nascondeva anche
una guerriera e
spavalda sè.
I suoi capelli neri le arrivavano in vita, ed erano come il cielo di
notte,
nero, ma luminoso, costellato di stelle.
I suoi occhi, quei maledetti occhi, non
c’erano parole per descriverli,
ma solo le sensazioni che gli causavano: brividi, scosse, sensazioni
indefinite
nello stomaco.
Era bassina, ma anche attraverso la felpa, dei Pink Floyd, di qualche
taglia
troppo grande per lei, riusciva a intravedere che di certo
lì sotto nascondeva
delle bellissime curve.
Era la ragazza più misteriosa e bella che avesse visto.
Il suo sorriso era come l’acqua in una torbida giornata nel
deserto, indispensabile.
<<
sei bravo…
>>
<< c-cosa? >> Alec si risvegliò
dai suoi pensieri.
<< dicevo, sei bravo, mi piaci come…, suoni
bene >>
Dio,
che imbarazzo! Che
imbranata!
Alec
sorrise, e Beth si
sentì morire.
La sua risata era un suono così melodico, che sarebbe
rimasta lì per sempre ad
ascoltarlo.
<<
grazie!
>>
Ed
anche Beth sorrise.
<<
Ecco, io
dovrei fare il biglietto, grazie ancora… >>
<< figurati! >>
Si
sorrisero nuovamente
poi Alec andò nuovamente verso la sua chitarra.
Beth fece il biglietto, si girò per andare ai caselli, e si
scontrò ancora con
quegli occhi.
Sorrise, si sorrisero, e il mondo introno a loro sparì, di
nuovo.
Beth stava per andare via quando qualcuno le tirò il braccio.
<<
devo ancora
sapere il tuo nome… >> le disse Alec.
<< devi ancora scoprirlo! >> gli rispose.
Sul
viso di Alec
comparve un sorrisetto furbo.
<<
mi piacciono
le sfide >> disse passandosi una mano tra i capelli.
Beth
si girò e andò
via.
In
treno incontrò le
altre ragazze e disse loro di aver dovuto fare il biglietto.
Per tutto il tragitto di ritorno Beth non fece altro che ripensare a
lui, e
inevitabilmente, sulle sue labbra si dipinse un sorriso.
Ed era felice, tremendamente.
Lo aveva rivisto, e non avrebbe potuto sperare in un rincontro
migliore…
Era andata via, così come era arrivata, troppo
velocemente.
E ad Alec non rimaneva che il suo profumo incastrato tra le narici, il
suo
sorriso e i suoi occhi.
Continuò a cantare per un altro po’ e per la prima
volta da quando era a Londra
si sentì libero, veramente libero.
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Ink
Droplets
Care
lettrici,
eccoci con un nuovo capitolo,
in primis ringrazio chi in questi giorni ha recensito i miei capitoli,
questo
capitolo è dedicato a tutte voi, spero vi piaccia.
Come avete visto Beth e Alec si sono rincontrati, e come tutti i loro
incontri,
non è stato per nulla banale, o almeno lo spero.
Se Beth aveva dato l’impressione di averlo dimenticato, qui,
capiamo che non
l’ha fatto per nulla; magari ha provato ad andare avanti, ma
Alec era sempre
lì, in un piccolo posto della sua mente, in un piccolo posto
del suo cuore.
Inoltre capiamo, o almeno spero si sia capito, che quel qualcosa
che
mancava ad Alec per sentirsi vivo, era lei, erano i
suoi occhi,
ed ora che li aveva rivisti lui si sente irrimediabilmente vivo.
Forse in questo capitolo è anche più
comprensibile cosa provano l’uno per
l’altro, anche se è ancora indefinito, ma di certo
non è un semplice interesse;
di Beth non si sa ancora con precisone, ma di Alec di, la trova
irresistibile,
interessante e diversa da tutte le ragazze con cui è stato,
e non sono poche.
Cosa accadrà mai tra i due protagonisti?
Lo scoprirete continuando a seguire la mia storia.
Spero che vi piaccia, e si vi va recensite (non obbligo nessuno,
però mi
renderebbe molto felice vedere qualche recensione in più).
Un ringraziamento a:
per
aver recensito la mia storia, e soprattutto, per le bellissime
recensioni.
Xx
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