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Sola,nessuno mi sente.Sto affogando nelle mie stesse lacrime/ed è come se…
-No,non va bene-Pensai sconfortata,cancellando per l’ennesima volta,l’inizio della canzone.Di quella maledetta canzone che non riuscivo a cominciare.Sbuffai e appoggiai la matita sulla palla di fieno vicino a me,poi diedi un morso alla carota che avevo rubato dal piatto di mio padre.Mi guardai intorno.Cercai di apprezzare quel silenzio,il fruscio del vento fuori dal granaio e la luce tenue che entrava dalla porta.Non riuscivo a capire cosa non andasse.Era il mio rifugio,avevo la mia vecchia chitarra in mano,ma la testa piena di idee tremendamente confuse.Bussç il portone.
-Entra Steve !-Esclamai appoggiando la chitarra per terra e rilassando la schiena contro il legno freddo delle pareti.Steve entrç,con una tazza di tisana fumante in mano.Sorrise calorosamente.
-Ehi bionda,come procede?-Alzai le spalle e sbuffai.Lui rise lievemente e si sedette vicino a me porgendomi la tisana
-Crisi da pagina bianca?-Chiese guardandomi.Gli porsi il foglio e lui rise ancora
-Caspita…ma quante righe hai fatto?Eh,sei messa maluccio sorellina!-Alzai il sopraciglio
-Cosa dovrei fare secondo te?Non so cosa dire,da dove iniziare…-Portai la tazza alla bocca e chiusi gli occhi,mentre sorseggiavo silenziosamente.Cercai di calmarmi, ma non funzionò granché
-Sto affogando nelle mie stesse lacrime?Juliet,c’è qualcosa che non và in questo periodo?-Fissai il suo sguardo preoccupato poi abbassai subito gli occhi per terra
-Ti prego,non sarà  per quei cinque frocetti là,spero!-Mi alzai da terra,irritata,raccolsi la chitarra e gli tolsi violentemente il foglio dalle sue mani abbronzate.Guardai i suoi occhi castano cioccolato per un qualche secondo,sperando che il mio sguardo avesse potuto mandargli una scarica elettrica talmente forte da ucciderlo.Ma non successe niente.Me ne andai,buttandogli addosso la tisana calda,ma non abbastanza per bruciarlo.Lui si alzo di scatto da terra,urlando e aprendo la bocca.Il petto prese a muoveri più velocemente,per via dello spavento.
-No dico,ma sei apposto?-urlo contro di me.Restai ferma al mio posto,immobile,dura come una roccia
-Visto che sei etero e che sei un vero uomo,puoi benissimo sopportare qualche goccia sui tuoi schifosi capelli ingellati,invece di saltare in piedi e urlare come un oca starnazzante.-Dissi decisa,poi me ne andai,lasciandolo lì,in piedi e con la bocca ancora aperta.Sbattei violentemente il portone e entrai in casa,verso la mia camera.Chiusi la porta a chiave e mi guardai intorno.I mobili marroni,in legno,che aveva scelto mia madre alla mia età,i numerosi libri sulla libreria.Le mie bellissime pareti,piene di poster,dei loro bellissimi visi,I visi dei miei idoli.Seguivo gli One Direction da circa due anni emmezzo.Li avevo scoperti per caso su You Tube,in un periodo un po’ buio della mia vita.Loro hanno fatto da ancora di salvezza e non li ringrazierò mai abbastanza per questo.Tenevo nascosto il mio amore per loro,avevo solo fatto il grande errore di dirlo a mio fratello.La reputavo una cosa privata,il mio amore privato,i miei pianti privati,i miei desideri privati.Anche mia cugina sapeva tutto.Perrie,la mia bellissima e simpaticissima cugina,sorella e migliore amica.A lei potevo dire ogni  cosa,siamo cresciute insieme,ci diciamo ogni cosa.Lei è bellissima e grazie alla sua voce spettacolare e con la sua band sono riuscite a vincere X-Factor.Ho sempre sognato di diventare una cantante,ma non credo di avere la faccia abbastanza decente per poterla mettere sulle copertine dei dischi,o il corpo abbastanza stretto per apparire a figura intera in una ripresa.Chiusi quei pensieri nella mente e mi avviai verso il mio computer,sulla scrivania.Lo accesi e aspettai per circa dieci minuti che si fosse caricato.Il computer più lento della storia.Impiegai una buona mezz’ora per digitare la parola “Twitter” e un'altra per riuscire ad accedere al mio profilo.Ed eccomi lì:duecento tweet disperati,naturalmente rivolti a loro,venti following e quaranta followers.Che schifo,pensai.Guardai le interiazoni,Nessuna risposta,nessuno di loro mi seguiva.Lessi le canzoni che avevo mandato ad Harry la sera prima.Le avevo scritte per lui,pensando a lui,ma probabilmente non le aveva nemmeno guardateForse erano troppo banali?.Cominciavo a pensare che tutte quelle stronzate che mi dicevano su di loro fossero vere.Drogati,puttanieri,menefreghisti.O magari non aveva avuto il tempo di aprire Twitter.Controllai il suo account.Ultimo tweet…un ora fa!Sospirai e mi appoggiai sulla sedia.Fissai il dekstop ma non succedeva niente.Forse avrei dovuto mandargliele con la base e la voce?O forse mi sarei dovuta dondolare nuda su una palla da demolizione?.Risi brevemente,sulla mia allusione a Miley.Squillò il telefono fisso,vintage,che tenevo sulla scrivania.Strano,nessuno mi chiamava su quello,naturalmente.
Alzai la cornetta,leggermene confusa e risposi
-Pronto chi è?-
-Tu chi sei?-Rispose una voce roca e calda.Ma che risposta era?
-Io sono Juliet,tu sei?-
-Una persona che non conosci,ma che ti conosce molto bene.Ti piacciono i film horror,Juliet Edwards?-Scoppiai a ridere
-Cos’è,la promozione di Scream 4?-Chiesi ancora ridendo
-No.Allora,ti piacciono i film horror?-Chiese ancora.Degluti,leggermente spaventata.
-Ok,mi stai innervosendo,chi cazzo sei e cosa cazzo vuoi?-
-Non rispondermi così,puttanella,se non vuoi morire.-Disse con voce leggermente arrabbiata e molto irritata.
-Fottiti!!-Esclamai,chiudendo la conversazione.Poi tornò il silenzio.Mi appoggiai alla sedia,con il fiatone.Chiusi gli occhi.MA all’improvviso sbattè la finestra,con un rumore così potente che saltai sulla sedia
-AAAA-Urlai spaventata.Poi qualcuno bussò alla porta.Restai ferma al mio posto,troppo impaurita per alzarmi.Ma visto che chiunque c’era dietro quella porta,bussava sempre più forte,mi decisi.Presi il manico della scopa in mano,pronta ad ogni evenienza e mi avviai verso la porta.Ebbi un po’ di tentennamenti,ma riuscì ad aprire la porta,con le mani tremanti.
Nessuno.Deglutì rumorosamente.Avanzai di qualche passo,indecisa.Quando guardai alla mia destra me lo trovai davanti,faccia a faccia.Era vestito di nero,con la maschera dell’urlo,Sembrava di essere in un film dell’orrore.Urlai e istintivamente impugnai il manico della scopa e glielo tirai in testa,con tutta la forza che avevo.Lui cadde a terra con un tonfo sordo,ma il grido che aveva lanciato poco prima mi insospettì parecchio.Con il sopraciglio alzato,le mani tremanti e il respiro affannato,cercai con il manico della scopa di togliergli la maschera.E restai a bocca aperta