“I mostri e i fantasmi
esistono. Essi vivono
dentro di noi, e a volte…loro vincono.”
C |
hi
era Harry Styles? Un ragazzo
goffo, timido e perennemente studioso. La gente pensava che quel suo
interesse
per lo studio fosse nato a causa di una curiosità, ma in
realtà non era affatto
così. Passava la maggior parte del suo tempo a leggere,
leggere di storie di
cui lui non avrebbe mai fatto parte, storie che lo lasciavano con il
fiato
sospeso e che, nei lunghi pomeriggi passati in solitudine, lo
allontanavo dal
mondo esterno e dalle delusioni che la vita gli riservava.
Difficilmente
parlava con qualcuno, perché se mai gli avessero proferito
parola sarebbe
scoppiato in un pianto disperato, un pianto che, secondo lui, nessuno
avrebbe
mai dovuto sentire. Si poteva definire come un ghepardo a cui era stata
rubata
la mobilità degli altri inferiori, mancava qualcosa di
importante nella sua
vita, qualcosa che poteva spingerlo a fare grandi cose, cose che lui
non sapeva
di poter fare.
Camminava
a testa bassa, incapace di trattenere lo sguardo senza arrossire o
diventare
improvvisamente nervoso. Nessuno aveva mai provato a cercare qualche
indizio
dentro quelle pozze verde smeraldo, eppure bastavano semplicemente
pochi minuti
per capire cosa riservavano. Non sapeva odiare, lo considerava un
sentimento
demoniaco, destinato solamente a chi non possedeva un benché
minimo di cuore. Proprio
per questo riusciva a perdonare chiunque gli alzasse le mani. Era
vittima,
intrappolato nelle sue paure che lo spingevano a crearsi un muro di
resistenza,
che tante di quelle volte ha finito per crollare. Harry Styles era
diverso da
chiunque altro.
Portava
i capelli buffamente scompigliati verso destra e degli occhiali che,
molto spesso,
gli scivolavano dal naso. Nessuno sapeva cosa nascondevano, forse
perché non
avevano ancora provato a capire cosa provava il moro. Sarebbe bastato
così
poco.
Quel
ragazzo conosceva l’arte del silenzio, un silenzio che
l’aveva accompagnato per
troppi anni. Quanti urli aveva riversato? Tanti segnali che non avevano
mai
avuto un destinatario ben specifico. Sperava solamente che qualcuno se
ne
accorgesse, perché era evidente che gli serviva un aiuto.
Non
aveva dato il primo bacio e ne era a conoscenza l’intera
scuola, una delle
cause per cui veniva deriso. Solamente una volta aveva provato a
chiedere di
uscire ad una ragazza, ci aveva messo due anni per riuscire a formulare
una
frase di senso compiuto e per incoraggiarsi a farle la proposta. La
risposta
gli spezzo il cuore in mille pezzi. Di certo, quel giorno, non si
sarebbe
aspettato un ‘si’ ma immaginò la scena
diversamente.
“Scusa,
potresti ripetere?”
gli chiese la ragazza per poi scoppiare in una fragorosa risata che
coinvolse i
passanti e le sue compagne di classe. Fisicamente era molto bella,
forse una
delle più belle ragazze dell’istituto, ma, proprio
in quel momento, Harry si
accorse che in una scala di maturità sarebbe risultata
certamente l’ultima.
“T-ti
andrebbe di uscire con m-me
uno di questi giorni?”
ripeté il ragazzo ancora una
volta. Brittany – così si chiamava ̶ aggrottò
le sopracciglia e rise di nuovo,
questa volta mentre scuoteva il capo inconsciamente.
In
quel momento, Harry, avrebbe voluto sprofondare o magari svanire nel
nulla.
Subiva ogni giorno le risate e i commenti inadeguati che parlavano di
lui,
commenti sconci e piuttosto volgari per i suoi confronti, ma le risate
di
quella ragazza lo ferirono più a fondo: nell’anima.
“Oh,
scusami, dovrei risponderti?”
sogghignò la ragazza.
Harry
annuì lentamente chiudendo e, di conseguenza, aprendo
lentamente gli occhi.
Abbassò il capo in attesa di una sua risposta.
“Senti..”
iniziò
la ragazza.
“Tu sei un
‘nerd’, sì,
chiamiamolo così, ed io sono una ragazza popolare,
capisci?” disse la
ragazza con fare superiore. “Io
esco con
i giocatori di Basket, proprio perché sono una Cheerleader!
Tu dovresti uscire
con qualcuno del tuo stesso livello, perciò voltati e
facciamo finta che questo
non sia mai successo.” Brittany
sospirò
mentre si riavviava i capelli con
una mano. “Ah,
e se non
l’avessi capito,
la risposta è un NO pieno.” Detto
questo si girò verso le sue compagne e
tornò a chiacchierare senza dargli un minimo di attenzione.
Una
delle tante delusioni che la vita riservava per un ragazzo inseguito
dal
dolore.
Chi sono io? Colei che gli chiederà di uscire. Riuscirò a trovare la risposta nel suo sguardo, uno degli sguardi più belli e intensi che abbia mai visto.
LEGGETEMI, VI PREGO cwc.
Salve a tutti,
questa è la mia prima One-Shot. Purtroppo è
venuta molto corta, ma è tutto ciò che mi
è venuto in mente.
Spero che, a
differenza mia, la One-shot vi piaccia, e se
volete potete tranquillamente lasciarmi una recensione, non importa di
che tipo
(negativa o positiva) perché si impara dai propri errori,
perciò... fatemi
sapere! Grazie dell’attenzione.
Un
abbraccio, Giulia.