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Autore: RainAgainst    15/12/2013    0 recensioni
Un “sto pensando a te, e ti sorrido. Sto pensando a te perché ti voglio bene, perché mi piace pensarti e quando lo faccio sto bene. Non importa se tu non mi pensi. Ci penso io, a pensarti, e il mio pensiero compenserebbe anche il tuo.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edoardo ha sedici anni. Anzi, forse ne ha diciassette. Non lo so, nessuno lo sa. Quanto ti si presenta davanti, Edoardo, di solito ti perdi nei suoi occhi azzurri o ti chiedi se i suoi capelli siano biondi, castani o rossicci. Perciò, appunto, nessuno gli chiede mai se ha sedici o diciassette anni. Edoardo è un ragazzo fortunato: ha tanti amici, a scuola prende bei voti, ha una famiglia che gli vuole bene e tanti sogni nel cassetto. Edoardo non è uno di quei ragazzi che vogliono cambiare il mondo, Edoardo vuole solo trovare il suo posto nel mondo. A volte crede di non esserne capace, ma poi si ricorda che c’è tempo per questi pensieri, ha solo sedici anni. O diciassette, certo, ma c’è tempo ugualmente.
Quando viene Dicembre, ad Edoardo si scalda il cuore: scaturisce in lui un desiderio di generosità e di amore che gli fa credere che la bontà non sia solo un sentimento negato dai poeti maledetti e palesato in modo dissacrante dai romantici.
Ma ad Edoardo Dicembre piace anche perché è il mese dei regali. E ad Edoardo piacciono i regali. Ne ha sempre ricevuti tanti, di tutti i tipi. Tutto quello che desiderava, niente di meno, forse addirittura qualcosa di più. Da genitori, nonni, zii, amici: tutti sembravano captare con minuziosa precisione quello che voleva e spartirselo alla perfezione. Ma non è questo il motivo per cui Edoardo aspetta i regali di Natale ogni anno. Edoardo aspetta che qualcuno arrivi con il regalo perfetto. Ad Edoardo piace ricevere tutto quello che desidera, ma ogni anno percepisce una sensazione di vuoto perché tutti quei regali non sono, appunto, perfetti. Edoardo, che ha un cuore buono, sa che di un regalo si apprezza il pensiero. Edoardo va oltre i luoghi comuni, le banalità. Sa bene che quando è, per esempio, il tuo compleanno non basta il pensiero. E’ crudo da dire, ma ci sono delle situazioni in cui “basta il pensiero” è una frase patetica che sostituisce il “non ti devo nulla, figurati se ti faccio un regalo”. Intendiamoci, ad Edoardo non basta un pensiero perso e vagante. Edoardo desidera quello che nessuno gli ha mai dato: un pensiero concreto. Un “sto pensando a te, e ti sorrido. Sto pensando a te perché ti voglio bene, perché mi piace pensarti e quando lo faccio sto bene. Non importa se tu non mi pensi. Ci penso io, a pensarti, e il mio pensiero compenserebbe anche il tuo.”
E’ questo, quindi, il motivo per cui, quando è Dicembre, ad Edoardo piace il mondo. A Dicembre Edoardo si ricopre di speranza e di belle sensazioni. Anche quest’anno è arrivato Dicembre, e anche quest’anno Edoardo è come è da sedici anni a questa parte. O diciassette. Anche quest’anno è Natale, e anche quest’anno Edoardo riceve tanti regali. Ci sono i suoi genitori che lo vogliono felice e gli regalano proprio quello che aveva chiesto. Ci sono i suoi nonni che gli regalano dei soldi perché vittime dell’era digitale non riescono più a stare dietro alle sue esigenze. Sì, le chiamano esigenze, non desideri. Edoardo non ha mai capito perché. Poi ci sono gli zii che abitano lontano e che vedono Edoardo un paio di volte all’anno, tentando disperatamente di cogliere i segnali per essere sicuri di non sbagliare nel regalo. E, ancora una volta, non sbagliano.
Poi ci sono gli amici: ci sono quelli più stretti che gli regalano qualcosa di grande, quelli meno stretti che entrano nei negozi economici e alla cieca fanno scorta e si dicono soddisfatti, e poi ci sono quelli speciali che, purtroppo, non sono originali.
“Ecco un altro Natale come sempre”, pensa Edoardo, e contento dei suoi regali maschera il vuoto che gli si crea nel cuore. Sorride agli amici, agli zii, ai genitori. Ride, si diverte, si ripete “Edoardo, sei il ragazzo più fortunato del mondo”.
Poi c’è Anna. Anna non parla tanto, è timida, tanto più con Edoardo. Appena lo vede arrossisce, ed Edoardo un po’ si imbarazza e allora fa finta di niente. A volte Edoardo è antipatico con Anna, ma non lo fa apposta. Gli dispiace.
Questo Natale, Anna si avvicina ad Edoardo. Allinea i suoi occhi con quelli di Edoardo. Edoardo si accorge che sono verdi. Pensava fossero castani. Anna respira profondo. Sorride. Gli dice che vuole vincere la timidezza e vuole parlare con lui. Vuole sapere a cosa pensa la notte, a cosa pensa di giorno, che cosa gli piace e che cosa non gli piace, se ogni tanto a lei ci pensa. Gli dice anche che è proprio questo il suo regalo di Natale: l’essersi fatta coraggio per andare da lui. Edoardo sorride. Ride. Si diverte. Si ripete “Edoardo, sei il ragazzo più felice del mondo. Buon Natale, Edoardo.”
  
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