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Autore: xstylinsonslove    15/12/2013    5 recensioni
'Solo perché ci condivido la casa, non significa che devo condividerci anche la vita.'
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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new story Ciao, bella gente.
Ci vediamo alla fine, se volete.


*con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone né offenderle in alcun modo*


Se vedete questa scritta, mi dispiace, vi siete persi il mio bellissimo banner.

-Fanculo.-
-Oh, cos'è, al piccolo di casa non va bene?-
- Fino a prova contraria, son più grande di te. -
- Sicuro? A guardarti dimostri massimo 14 anni. -
- Se non ti allontani subito, lo giuro, non esci vivo da questo centro commerciale.-
- E tu credi che io, sul serio, abbia pau-
- SMETTETELA!-
Una voce alle loro spalle li fa sobbalzare, e voltare immediatamente all'indietro.
Anne li guarda con un'occhiata per niente piacevole, anzi.
Il ragazzo più grande, sebbene solo fisicamente, alza un dito per avere la parola.
- Se posso, ovviamente, è lui che è sempre cosi.. irritante. E, io, non ho fatto niente di-  Ma, naturalmente, non riesce neanche a finire la frase. Poiché il ragazzo, e questa volta sul serio, più grande, prende parola.
- Io? Sul serio? Ti sei messo a fare un putiferio! E perché? Perché vuoi sempre fare quello che piace a te. Anne, ti prego.-
E si sa, ormai, che Anne riesce a resistere meno agli occhi di Louis che a quelli del proprio figlio.
- Ah! Va bene. Harry, il prossimo anno si fa come vuoi tu, okay? Ora andiamo, è quasi ora di cena.-
I ragazzi, uno a testa bassa e uno con un sorriso tutto felice sul volto, la seguono come cani.
Certo, Anne è una delle donne più dolci e brave al mondo - Per questo Louis si chiede da chi Harry abbia preso.- ma non per questo la sua autorità non si fa sentire.
Anzi.
E cosi, andando avanti a spallate non viste da Anne, si incamminano verso la cassa.
E da fuori potrebbe anche sembrare una di quelle famiglie dove i due figli maschi litigano sempre, ma, si vogliono comunque bene.
Ma questo non è il caso.
- Mi chiedo ancora come mia madre abbia accettato questa.. cosa.-
Sputa fuori Harry sprezzante. 
-Magari perché ama mio padre, tu che dici?- Louis lo guarda con un sopracciglio alzato.
- Dico che una notte di queste ti soffoco, mentre dormi.-

**


Nel suo letto, al sicuro da Harry, - ha chiuso la porta della camera a chiave, non è stupido.- Louis si gode i suoi minuti da solo, in assoluta tranquillità.
Non è che lo odi, ad Harry, ma proprio non gli va giù.
Sarà il suo essere sempre circondato da amici, totalmente falsi, e il suo farsi valere sempre con quell'aria da superiore, ma.
E Louis.. beh, diciamo che a farsi valere Louis è una nullità.
Si ricorda ancora quando in quarta elementare il suo amico, che poi amico non era, gli prese l'apparecchio che teneva nella scatolina sul tavolo e lo buttò nel cestino dell'immondizia.
Erano in mensa, e Louis ricorda perfettamente come Harry sia intervenuto, sebbene frequentasse solo la prima classe, a difenderlo dalle barbarie di quel suo compagno.
Louis lo guardava con gli occhi che brillavano di luce propria. Vedeva Harry come il suo salvatore, a quei tempi.
E ricorda bene tutte le volte che il più piccolo lo ha tirato fuori dai guai, anche i più piccoli.
Come quella volta alle scuole medie che Louis vomitò sul vestito nuovo della sua compagna, nel cortile della scuola che dividevano con le elementari dove era Harry, ed il riccio era corso in suo aiuto quando
il fidanzatino della suddetta ragazza voleva fargli rimangiare il suo vomito.
Raccrapicciante.
Ed Harry era sempre felice di aiutare Louis. Vuoi per semplice gentilezza, o per il fatto che si sentiva più forte ad aiutare un ragazzo più grande di lui, ma lo faceva.
E' stato alle superiori poi, che tutto cambiò.
Quando durante una riunione scolastica il padre di Louis e la madre di Harry si scontrarono.
Ecco, precisamente da quell'istante.
Harry aveva ringhiato, sul serio, contro di Louis vedendo il padre che posava le sue grandi mani sulle spalle di Anne per farla stare in piedi.
E Louis aveva fatto solo spallucce, non sapendo bene cosa dire o fare.
Aveva poi trascinato via il padre con la forza, ma non prima che quello lasciasse il suo bigliettino da visita alla madre di Harry.
La iniziarono i guai.
Anne aveva preso ad uscire ogni venerdì sera con il signor Tomlinson e all'inizio, okay, poteva anche andare.
Il brutto è stato quando sono iniziate le cene tutti insieme.
Harry aveva una sorta di gelosia verso la madre, e proprio non gli andava giù.
Ed Anne all'inizio ci rideva su perché, beh, lo considerava ancora il suo bambino gelosone. Anche se, si, aveva quindici anni.
Quando poi le cose si fecero davvero serie, Anne parlò con Harry.
Gli disse che se voleva la sua felicità, doveva accettare il nuovo compagno.
E beh, Anne disse il nuovo compagno, non comprese anche il figlio.
Louis si ridestò dai suoi pensieri quando sentì bussare alla porta.
Dal tocco, più simile a quello di un carcerato che vuole uscire dalla sua cella, dedusse che si trattava del ragazzo con cui condivideva la casa.
Si alzò per andare ad aprire e, siccome Harry non l'aveva sentito arrivare, quando aprì la porta, il riccio che ci era praticamente sdraiato sopra, gli caddè addosso.
- Ehy!- è tutto quello che Louis riusce a dire.
Anche perché lui ha sempre detto che non sopporta il fratellastro, ma non che non sia incredibilmente attraente.
E, beh, avercelo spalmato sopra, lui pensa, non è tanto male.
Ma questi sono i pensieri di Louis, non di Harry.
Infatti il riccio rotola subito sul fianco per togliersi da dosso al castano.
- Avvertire no, eh?-
Il riccio fa finta di aggiustarsi i pantaloni, e Louis vorrebbe ridere per la faccia imbarazzata che ha.
- Stare in una posizione consona e non spiaccicarsi addosso alla porta no, eh? -
Louis guarda con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate Harry che va verso il suo letto e ci si stende sopra.
- Con comodo.- Gli dice, ma il riccio non pare neanche ascoltarlo.
-Vuoi sapere una cosa stupenda? Eh?- Ovviamene non attende neanche che il castano acconsente. -I nostri, questi fine settimana, partono. Quindi, cosa significa?-
Harry lo guarda con aspettativa, e con gli occhi che brillano.
- Che dovremo tenere la casa in ordine, altrimenti Anne ci ammazza..?-
Il sorrisetto furbo di Harry svanisce subito, lasciando posto a un'occhiata fulminatrice.
-Hai vent'anni Louis, svegliati.-
Il castano lo guarda mordendosi un labbro, pensando a cosa vuole dire.
-Ehy, io sono sveglio. Non so, vuoi andare da Lola e tornare tardi? Okay, vai.-
E Louis gli sorride pure, perché pensa di aver centrato in pieno il pensiero di Harry.
Ma capisce che ha sbagliato quando, con riluttanza, Harry lascia il letto per alzarsi e mollare un ceffone dietro la nuca di Louis.
- Ahi! Ma che ti prende?-
Louis si trattiene ancora la nuca dolorante, quando Harry si ridistende sul letto.
- E poi ti chiedi perché mi vergogno ad averti come fratello.-
Sbuffa il riccio.
- Primo: Fratellastro. Secondo: te ne vergogni perché vedendomi cosi intelligente si chiederebbero da chi tu abbia preso?-
Louis si siede alla scrivania, guardandolo con astio.
-Festa, Louis. Daremo una cazzo di festa.-
Il riccio sembra aver ritrovato il buon umore, perché torna a fare un sorriso che gli prende tutta la faccia.
- Ma, piccolo cervellone, tu starai chiuso in camera, vero? Non vorrei mai che se ti ved-
Louis si alza di scatto, con gli occhi pieni di rabbia.
- Tu vuoi chiudermi in camera perché ti vergogni di me? Poi chiediti perché cazzo ti odio, brutto troglodita senza un fottuto neurore funzionante! E sai cosa? Parteciperò.-
Finisce il tutto puntandogli un dito al petto, che Harry si affretta a scacciare.
-Io lo facevo per te ma, se proprio vuoi, fa come vuoi. Ci si vede.-
- Aspetta. quanta gente pensi di invitare? Non vorrei mai che Anne poi torni, e..-
- Oh, sta zitto.- E, cosi dicendo, esce dalla stanza.
E Louis si butta sul letto dove, tutto emozionato, pensa che, due giorni dopo, parteciperà alla sua prima festa.

**

Louis cammina per i corridoi della sua scuola, l'ultimo anno per fortuna, in direzione del suo armadietto.
La mattina dopo i genitori partiranno, e daranno via ai preparativi della festa dove, è certo, Harry farà sgobbare solo lui.
Ma, ehy, va bene. E' troppo emozionato per pensare a quel particolare.
Mette la combinazione all'armadietto e lo apre per posare i libri, quando trova un bigliettino.
Posa i libri con attenzione, ci è affezionato dopo tutto, e apre il biglietto.

Ti fai trovare all'uscita davanti alla tua macchina? 
Andiamo a comprare le cose, ok?
A dopo. H

Quindi, pensa, dovrà anche sprecare benzina.
Va bene, pensa, per questa festa tutto.
Allora chiude l'armadietto, prende il giubbino di jeans accuratamente piegato che tiene dentro la scatola di metallo e lo infila.
Chiude l'anta e si incammina, con le chiavi in mano, verso la macchina.

Saranno già quindici minuti che il castano aspetta il più piccolo, ma niente.
Non si vede neanche l'ombra di Harry.
Ecco che torna l'odio, come sempre.
Il fatto che per due giorni non si sono alzati le mani è un traguardo, ma sa che presto finirà.
Quando sente delle voci in lontananza si gira e pensa che finalmente è arrivato, ma vede con riluttanza che sono solo Stan e Nick, i giocatori di football.
E Louis vorrebbe subito salire in macchina e non farsi vedere perché, lo sa, tutti in quella scuola lo odiano.
E non capisce neanche il perché.
Insomma, lui non calcola nessuno e si fa i fatti suoi.
Probabilmente gli unici nomi che sa sono quelli dei professori e del suo fratellastro.
Ma sa che se salisse in macchina, loro, lo vedrebbero sicuramente.
Cosi sta fermo, immobile, forse neanche respira.
E sembra sia passato un sacco di tempo quando poi sente una mano scuotergli la spalla e, lui, sobbalza spaventato.
-Ehy, che ti prende?-
- Oh, fanculo, sei tu. Andiamo.-
Ed Harry vede Louis che si guarda preoccupato intorno, ma non gli interessa.
Dopo dieci minuti che sono in macchina, raggiungono il supermercato per comprare le cose da bere, e a Louis viene in mente una cosa.
- Perché non mi hai scritto un messaggio al cellulare, invece del bigliettino?-
Ed Harry lo guarda un minuto, prima di scoppiare a ridere.
- Oh mio Dio, sei così idiota. Davvero non te ne sei accorto?-
Harry si sta ormai trattenendo la pancia, da quanto è scosso dalle risa.
- Ehm, di grazia, riguardo a cosa?-
Louis piega il collo verso destra, guardandolo come fa solo un bambino.
Harry si incanta un attimo a guardarlo, ma si riscuote subito.
- Ti, ehm.. ti hanno rubato il telefono, stamattina.-
Louis all'inizio sembra non capire, perché lo guarda ancora con la testa pendente.
Ma poi, quando connette quelle parole tra loro, capisce.
- Co-cosa? Tu, tu lo sapevi e.. oddio, no. Sul serio? No, no! Tu, piccolo bastardo, non hai detto niente?!-
Louis è sconvolto e, sul serio, Harry pensa che quelle vene cosi sporgenti dal suo collo non siano affatto normali.
- Hai solo da fare più attenzione, idiota. Svolta a destra!-
Il castano vorrebbe prenderlo a pugni in testa, ma, purtroppo, non può.
Svolta a destra e proseguono ancora un po' in assoluto silenzio, fino al market.
- Aspettami qua, ci metto poco.-
Louis neanche fa domande, solo chiude le sicure della macchina e abbassa il sedile, ormai lo sa, Harry ci metterà molto più di poco.
Accende la radio, e si rilassa.
Non c'è cosa che ama più della radio, seriamente. Ama il fatto che non è lui a scegliere le canzoni ma, a volte, escono le sue preferite
e lui si gasa in maniera anche eccessiva, quasi fosse lui la persona che le canta.
E, davvero, ama quella radio nel momento in cui passa no words dei The Script.
Chiude gli occhi e ascolta, cullato da quelle note che semplicemente ama.
Neanche fa caso quando, dopo mezz'ora passata, Harry bussa sul finestrino.
Allora si alza dal sedile, abbassa la radio e apre le sicure.
Il riccio posa tutte le buste nei sedili posteriori e, mentre si gira, Louis nota quel rivolo di sangue cadergli dal labbro inferiore.
-Cos'hai fatto?-
Il riccio si gira sorpreso, per capire di cosa sta parlando.
- Qua.-
Allunga una mano verso il suo mento, e con un dito raccoglie una goccia di quel liquido scarlatto.
-Cos'è?-
Harry sbuffa una risata, e allontana bruscamente la sua mano.
Gli da davvero noia quando il ragazzo gli si avvicina di troppo.
-E' sangue, genietto.-
L'unica cosa che Louis fa è quella di lanciargli uno sguardo davvero cattivo.
- Oh, ho avuto un battibecco con il cassiere, okay?-
- Non ci posso credere. Sei cosi.. idiota e stupido e bambino.-
Harry si mette a ridere ma, Louis lo sa, quella è una risata davvero cattiva.
Infatti - Andiamo a casa Louis, ora.-
E Louis non può fare niente se non obbedire.

**


Louis pensa solo 'non è una buona idea.'
O meglio, non lo è più.
Prima sembrava davvero divertente, l'idea di dare una festa.
Ma, ora, vedendo l'inferno che regna nella propria casa, può dire che ha decisamente cambiato idea.
Cerca Harry con gli occhi, impaurito da tutto quello che lo circonda.
Ok, Louis ha vent'anni e ha visto film su film dove queste cose succedevano e sapeva cosa aspettarsi, ma.
E' che ha paura che tra poche ore avrà qualche ventina di chiazze di vomito da pulire, qualche statua rotta da buttare e, cosa alquanto preoccupante, qualche incendio o allagamento.
Ma continua a ripetersi che andrà tutto bene, e vorrebbe tanto vedere Harry spuntare da qualche angolo.
Solo che pensa, va bene, lo sa per certo, il riccio è chiuso da qualche parte a succhiare l'anima dalla bocca di qualche bella ragazza.
Quindi prima di rivederlo passeranno ore.
Guarda con le lacrime agli occhi per terra dove, causa qualche lotta, giace del vetro con una foto accanto.
Ed è quando vede che la foto era una sua foto di quando era piccolo con i nonni che, ormai, non ci sono più, si china lentamente a prendere il pezzo di carta.
Guarda verso la portafinestra e imbocca subito quella strada, fregandosene dei corpi che urta.
Amava quella foto e, si ok, la foto c'è ancora, ma se non la vedeva? Sarebbe andata persa in mezzo a vomito e birra.
Si poggia contro le radici di un albero nel giardino enorme della villa Tomlinson-Styles e tira le ginocchia al petto, poggiandovi sopra la foto.
E Louis pensa che non è giusto.
Non è giusto che ogni singola persona all'interno della casa, a partire dal fratellastro per finire con il secchione che suona nella banda scolastica, si stia divertendo.
Tutti, tranne lui.
Il punto è che ci ha anche provato.
Ha bevuto un sorso di birra.
Troppo amara.
Ha provato allora con della vodka liscia.
Decisamente gli è mancato il respiro per una decina di secondi.
Dopodiché ha anche provato a fumare una sigaretta.
Ha fatto un tiro e pensava di finire dritto per terra, da quanto gli girava la testa.
E questo per una sigaretta, quindi neanche ha provato ad immaginare cosa succederebbe se provasse una canna.
Niente da fare, Louis è più una persona da tanti libri e poca compagnia.
E' fatto cosi, ma poi, in fin dei conti, lui ama essere cosi.
Pensa sempre che la fuori ci sia qualche persona adatta a lui, e del tutto diversa.
Cosi da poter essere ognuno una metà diversa, per fare un insieme unico.
Il punto è che, a Louis, piace anche sognare.
Forse anche troppo.
E, a volte, se si sogna troppo, alla fine non ti rimane proprio niente.
-Sei Tomlinson, vero?!-
Louis alza di scatto la testa, e guarda le persone davanti a lui.
Qualcuno neanche si tiene in piedi, costretto a essere un peso per qualcun'altro che lo tiene dalle spalle.
-Si.-
Porta subito la foto con i suoi nonni della tasca posteriore del jeans, al sicuro.
Poi il castano guarda Nick negli occhi, sapendo che non è mai piaciuto al ragazzo.
Louis non sa cosa ha fatto di male ma la gente lo odia, già detto no?
-Ohoh, il piccolo asociale non riesce a stare alla festa, non è così?-
Grimshaw prende un sorso dalla sua bottiglia di birra, e ride sguaiatamente con i suoi, squallidi pure loro, amici.
- Beh, diciamo che.. non mi piace molto andare alle feste.-
Louis guarda per terra, chiedendosi cos'altro vogliano da lui.
- E' cosi? Allora, dai, viene la festa qua da te. Che ne dici? Eh, ragazzi? Facciamo festeggiare il piccolo Tomlinson?-
Un rumore di risa si alza dal gruppo di ragazzi, e sovrasta il rumore dei denti di Louis che, insieme al resto del corpo, tremano e sbattono tra loro.
-Cosa volete?-
Vorrebbe essere coraggioso, Louis, anche questo ha sempre sognato. Ma la verità, purtroppo, è che è solo un piccolo coniglio.
Non è che è un fifone ma, sul lato corporeo, non si può proprio dire che Louis sia questa gran cosa.
- Vogliamo.. beh, fare festa!-
Detto questo Nick si abbassa frettolosamente verso il castano, che non fa in tempo a proteggersi la faccia, scoccandogli un pugno ben assestato dritto sulla guancia destra.
Louis, potrebbe giurarlo, sa che quel rumore di ossa che stridulano tra loro non sia tanto ok.
E, Dio ringrazi il suo sangue freddo, fa appena in tempo a spostarsi dall'albero quando un calcio abbastanza forte colpisce la corteccia.
Esattamente dove fino a poco prima c'erano i suoi organi vitali.
- Cazzo! Devi stare fermo!-
Louis si metterebbe pure a ridere, ma non può.
Davvero si aspetta che in un momento simile, lui, possa restare fermo?
Pensa che deve aver bevuto qualcosa di più forte, di una semplice birra.
-Volete tenerlo fermo o lasciate fare tutto a me? Imbecilli!-
Gli amici di Nick, che sono veramente imbecilli, lasciano il fianco del capo per andare dritto dal ragazzo.
E Louis ci prova, davvero, a liberarsi. Ma saranno anche stupidi, e su questo non ci piove, ma questo non significa che non abbiano una forza equivalente a 7 Louis messi insieme.
Beh, va bene cosi, pensa.
'Picchiatemi e andatevene, basta che poi non mi darete più fastidio.'
Ma qualcuno pensa che le cose debbano andare diversamente.
Infatti al quinto colpo, stavolta di nuovo in viso, per Louis, Nick si sente trattenere per la giacca.
Si gira di scatto, voglioso di picchiare anche quell'imbecille che l'ha fermato.
Ma quando di fronte si trova due occhi verdi che lo guardano davvero male, decide che forse è meglio andarsene.
Scappano, letteralmente, lasciando cadere Louis al suolo, senza fiato.
-Lou.. stai bene?-
Harry è praticamente su di lui, a cavalcioni, per sentire se respira ancora.
Louis tossisce un paio di volte, per liberare i polmoni e prendere una manciata d'aria.
-S-si. Tutto ok.-
Ma il sangue sparso un po per tutta la faccia non fa stare tanto tranquillo Harry, che si alza da lui e lo prende per le spalle, cercando di farlo entrare in casa.
Appena dentro si ferma un attimo, guarda la gente e lascia un momento Louis su una sedia.
Si avvicina alle grandi casse e con un gesto veloce le zittisce.
-Fuori tutti, ORA.-


-Dovresti stare fermo, almeno due cazzo di secondi!-
Louis lo guarda davvero male, e -Vorrei vedere te, se ti bruciasse la faccia come se sopra ci fosse del carbone ardente!- risponde.
Harry si allontana un'attimo, apre il primo cassetto del bagno e tira fuori quello che dovrebbe essere uno straccio.
Con un po di forza tira i due lati dello straccio e lo strappa, facendone uscire due.
Ne prende uno, che è davvero grande e si chiede come farà a metterlo dove lo deve mettere, mentre crea una specie di palla.
La posa un attimo e prende l'altro pezzo, avvicinandosi a Louis.
-Cosa.. cosa vuoi fare? Ehi, Harry, non mi piace il tuo sg- Ehi! Cosa diamine fai? Lasciami andare subito Harold, ho detto di lasciarmi!-
-E stai zitto, almeno un minuto?-
Quando Harry ha finito ciò che doveva fare, cioè legare i due polsi di Louis con lo strofinaccio in modo da non farlo muovere, si avvicina alla pallina.
- Non so cosa tu voglia fare con quella, ma, ti avverto, tua madre sap- L'attimo dopo Louis emette solo versi soffocati, di cui non si capisce niente.
-Molto meglio. Oa posso curarti.-
Louis cercava di sputare fuori la palla che Harry gli ha messo in bocca, ma niente, è troppo grande e pensa che potrebbe pure morire se non usa subito il naso per respirare.
-Ho quasi finito, Lou, dai.-
Harry avvicina il batuffolo al labbro inferiore di Louis, che è spaccato a metà.
Deve fare un gran male, pensa. Sopratutto con la pallina in bocca ma, quel ragazzo, si lamenta davvero troppo.
Vorrebbe essere arrivato giusto un po prima, ma ringrazia il cielo di non essere arrivato troppo tardi.
Quando Nick beve diventa davvero uno bestia, non c'è verso.
Inizia a togliere via il sangue, mentre con il mignolo sfiora il labbro del ragazzo, e pensa che è davvero freddo.
-Hai freddo?-
-Hm mnm pmm-
Harry emette una leggera risata, pensando che sembrano quasi tornati piccoli, quando lo salvava sempre.
-Non ho capito un cazzo, ma presumo che, si, tu abbia freddo. Aspetta-
Esce di corsa dal bagno, andando nella sua camera.
Potrebbe prendere qualcosa dalla stanza di Louis, ma è in fondo al corridoio e proprio non ne ha voglia.
Apre i cassetti in fretta e tira fuori una felpa e la porta in bagno.
-Ecco-
Ma, quando prova a metterla, guardando lo sguardo scettico di Louis, capisce che qualcosa non va.
- Ah.. Beh, prometti di non muoverti e non urlare? Mi dai alla testa. Tanto ho quasi finito.-
Louis annuisce annoiato, ed Harry lo libera.
Harry gli posa la felpa sulle spalle, e Louis la infila subito.
Ha davvero freddo, in fin dei conti sono all'inizio di dicembre
-Haz..-
Harry alza lo sguardo sui suoi occhi, e gli fa cenno di continuare.
-Perché mi hai difeso? Nick è tuo amico. E a me ... si beh, noi ci odiamo. No?-
Harry rimane spiazzato per un po.
-Tu.. tu mi odi?-
Louis lo guarda non capendo, perché gli chiede quello?
- Io.. beh, no. Ma tu.. Il nostro rapporto non è proprio da.. fratelli.-
Louis abbassa la testa, aspettando la risposta del riccio.
-Non dobbiamo per forza comportarci da fratelli, Lou. Io non ti odio, non potrei mai. Solo a volte.. uhm, non ti sopporto. Ma..-
Si ferma un attimo, non sapendo bene come continuare.
Ma Louis lo guarda con quegli occhi pieni di speranza, e allora continua.
-Non è che non sopporto te. Penso di.. penso che non sopporto la situazione. Sai, abbiamo una bella famiglia in fin dei conti, no? Ma io, beh,..
avrei voluto che al posto di tuo padre ci fosse il mio, che la mia famiglia fosse veramente al completo. Se tu fossi mio fratello, figlio di mio padre e mia madre,
penso sarebbe diverso. No? Saremmo una vera famiglia. Ma cosi non è. Penso che ti ho sempre trattato male per questo.
Perché tu, con tuo padre, impedivi alla mia famiglia di esistere. E so che anche avessero avuto un'altra occasione mio padre l'avrebbe sprecata.
E beh, io ti invidio anche per questo. Perché tu hai un padre che ti vuole bene, no? Si, ho sempre pensato che tuo padre avesse più coraggio del mio, che mio padre
non ne sarebbe stato all'altezza, e ti ho odiato anche per questo. Ma non è mai stato un odio vero e proprio, di quelli che desideri veder morire
l'altra persona.. no. E' stato solo.. fastidio. Tutto qua. Mi spiace, Lou.-
Harry riporta lo sguardo in quello di Louis, e nota come i suoi occhi si siano fatti lucidi.
Vorrebbe anche dirgli di non preoccuparsi per lui, che non vuole la sua compassione, ma, sul serio, pensa di aver già parlato troppo.
-Ehm, mi dispiace. Io.. Non lo sapevo, no? Io no ho una madre, Harry, lo sai anche tu. Solo che, quando ho conosciuto Anne, ho visto subito in lei una..figura materna.
Quindi non mi è mai pesata tanto, questa situazione. Quello che ti posso dire.. è che, beh, mio padre ti vuole davvero bene come se fossi figlio suo, lo sai, gli si
illuminano gli occhi quando parla di te..-
Harry sorride leggermente, mentre riprende a medicare il castano.
Louis continua a tenere gli occhi su di lui e pensa che, si, è davvero troppo bello.
E una persona normale come a tenere la mente lucida, con un ragazzo simile di fronte?
E Louis non se ne accorge mentre tira fuori una frase che, a parer suo, mai sarebbe dovuta uscire dalla sua bocca.
-Sono gay.-
Harry sente il corpo irrigidirsi immediatamente, gli occhi ancora fissi sul labbro che sta medicando, la mano a mezz'aria che non vuole saperne di scendere.
Louis invece proprio non respira.
Sembra dimenticarsi come si fa, fino a quando vede Harry indietreggiare lentamente.
-H-Harry, io..non..-
Ma harry lo fulmina con lo sguardo, e Louis si immobilizza di nuovo.
-Sta zitto, zitto. Tu.. santo Dio, prima non avevo ragione di vergognarmi di te, ora si! fai schifo, cazzo. Non ti avvicinare a me, per nessuna ragione al mondo.-
Ma Louis non ne vuole sapere, di queste cose.
Si alza e arriva fino al punto in cui Harry e fermo, e lo guarda con tenacia negli occhi.
- Cosa? Stai scherzando, vero? Tu mi schifi per il mio.. orientamento sessuale? Sai cosa ti dico? Sono io a schifare te, brutta testa di cazzo. E tu, i tuoi occhi, i tuoi ricci di merda e quelle
fossette da stronzo, andatene dritti a fanculo.-
Fa per uscire dalla stanza, ma prima si ricorda di avere addosso la felpa del più piccolo. Se la slaccia immediatamente, come se bruciasse, e gliela lancia dritta in faccia.
Sente un 'ahi', ed è sicuro di averlo beccato con la cerniera in faccia, ma non gli importa.
Con tre passi e una spallata abbastanza forte, esce dalla stanza.
Con la morte nel cuore.


**


Anne si chiede cosa succede da un paio di giorni, ma, non trova risposte.
Ha sempre visto i suoi figli -si, suoi. Ha sempre visto, dal primo giorno, Louis come fosse suo figlio.- litigare ma, ultimamente, li vedeva un pò più tranquilli.
Poi di nuovo niente.
Preferiva quando litigavano. Almeno c'era un minimo di dialogo tra loro. Ora neanche quello.
Non si parlano, non si guardano e evitano persino di fare lo stesso percorso che fa il fratello.
Si chiede quanto si debba preoccupare.
-Harry, amore..-
Il riccio alza la testa verso la madre, e la guarda per dirle che può continuare.
- Cosa succede con.. Louis? Siete cosi strani, ultimamente.-
Harry si irrigidisce subito, e sgrana leggermente gli occhi.
-Io, noi.. niente. Non-non è successo niente.-
Anne si alza dalla sua sedia e fa il giro del tavolo, arriva da suo figlio e gli fa una dolce carezza sui capelli.
-So che non è vero. Harry io non vi chiedo di andare d'amore e d'accordo, ma.. almeno un minimo.-
Il ragazzo sente di starsi agitando, e si alza in piedi.
-Senti, mamma. Io semplicemente non voglio averci a che fare, ok? Solo perchè ci condivido la casa, non significa che devo condividerci anche la vita. No?-
- Nessuno te lo ha mai chiesto.
Harry scatta veso la porta, sentendo che la risposta non veniva dalla bocca della madre.
- Cosa vuoi?-
Il castano sorride, palesemente finto, e si avvicina a lui.
Vede Harry indietreggiare, finchè non sbatte contro il tavolo.
Il riccio sposta gli occhi sulla madre, non trovandola. Anne aveva pensato che magari poteva esserci un chiarimento, e li ha lasciati soli.
Louis continua ad avvicinarsi ad Harry, ed Harry sente il cuore battere fortissimo.
- Di cosa hai paura, Harry?-
Harry continuava a tenere gli occhi bassi, decisamente terrorizzato.
Ma da cosa, alla fine?
Neanche lui lo sapeva.
-Mi fai schifo.-
Louis gli sbuffa una risata direttamente sul collo, data la vicinanza e la differenza d'altezza.
- Quindi, hai paura della mia vicinanza. Giusto? Quindi, cosa faresti se..-
Non finisce la frase, Louis.
Si abbassa sul suo collo, e posa le labbra sopra la pelle.
Harry è immobile.
Pensa che se anche si muovesse solo di due millimetri, succederebbe il finimondo.
Louis, d'altro canto, vuole spingersi al limite della sopportazione del riccio.
Sente la sua rigidità, e la cosa lo fa divertire da pazzi.
Strofina le labbra su e giu per circa due centimetri, per poi andare verso sinistra e di nuovo verso destra finendo dritto nel pezzo di pelle dietro l'orecchio.
Harry pensa seriamente che potrebbe morire, in quell'istante.
Non ha neanche il tempo di aprire bocca, che sente Louis spingersi ancora più contro lui, finendo per sentire distintamente la sua erezione pulsare
contro la propria coscia.
Gli potrebbe venire un infarto, pensa.
Louis sta lasciando ancora piccoli baci dietro il collo, alternandoli con morsetti che lasciano la pelle arrossata per poi lambire quel pezzo di pelle
con la lingua.
Il castano pensa che, Harry, ha davvero uno dei sapori più buoni che abbia mai assaggiato.
Non è bagnoschiuma, neanche deodorante.
E' proprio la sua pelle che è dolce, ma con quel sapore salato dovuto probabilmente al leggero velo di sudore.
Si stacca di scatto, portandosi di fronte ad Harry.
Il riccio ha gli occhi spalancati, non riesce neanche a sbattere le palpebre.
Louis sorride leggermente, pensando che questo Harry gli piace decisamente troppo.
- Sai, sei sexy.-
E se ne va dalla cucina, lasciando Harry ancora immobile.



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Penso che ci arriverà pochissima gente ma, tu che stai leggendo, grazie.
Beh. non è una OS ovviamente.
Ma siccome ho deciso che non mi piace scrivere long, nel mio profilo ne vedete una non finita ( che voglio continuare, quando avrà idee), perciò,
ho pensato di fare questa mini mini long.
Questa prima parte conta tipo 4.500 parole e, penso, di arrivare a un massimo di 4 capitoli.
Spero mi esca tutto come è nella mia testa, ma, vedremo.
Se avete domande chiedete, anche se penso sia tutto chiaro.
Harry e Louis sono fratellastri, uno dei due è gay, l'altro è tutto gnegnegne, uno ora si innamora dell'altro e l'altro uscirà pazzo e finirà con il suicidarsi.
NO, scherzo.
Non finirei mai una storia con una morte, mi odierei al massimo.
Amo gli happy ending :)))
Comunque, beh, se trovate errori ............ scusate.
Ci terrei ad un vostro commento, ovviamente, ma non vi obbligo, ovviamene.
MA POTRESTE FARLO. lol
Beh ok, ora vado.
Buona serata :*

Ah, direi che aggiorno o a metà settimana o sabato, di sicuro la prossima settimana.
ONE KISS TO EVERYBODY.
  
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