Capitolo 1: Grassa?!?

 
-Sei un cretino-
Zoro alzò al cielo gli occhi, invocando una pazienza conosciuta solo ai Kami. Era da ore che ormai quella strega gli urlava nelle orecchie, massacrandogli il cervello.
-Sei stata tu a chiedermi un parere “sincero e schietto dei miei”- apostrofò le virgolette, camminandole vicino –Mal che si vuole non… AHIA!!!-
Una poderosa borsata lo colpì sulla nuca, con tutto il suo pesante contenuto di vestiti e scarpe.
-Stronzo: mi hai detto che sono grassa!!!!- strillò Nami, digrignando i denti –Io- si indicò con fare eclatante il corpo –Io non sono grassa, stupido idiota!!!-
L’ennesimo pugno appiattì lo spadaccino sul selciato placcato della via commerciale dell’sola su cui si trovavano i pirati, facendo sussultare parecchi villeggianti.
-Stupido arrota coltelli- sbraitò la rossa, oltrepassando il compagno affossato tra le selci –Grassa, grassa… grassa io!!! Il troppo sakè ti ha annacquato il cervello-
Zoro, contuso e sull’orlo di una crisi nervosa, si drizzò in piedi, seguendola la navigatrice.
-Piantala mocciosa: smettila con questo piagnisteo- l’ammonì, stufo di sentirla urlare.
-Piagnisteo?!?- tornò a fulminarlo con lo sguardo, mollando a terra le numerose borse e conficcando le mani ai fianchi –Hai detto che sono grassa…-
-Sei stata tu a chiedermi un parere su quel vestito…- le ricordò, ritornando col pensiero al striminzito abito con cui la rossa gli si era esibita davanti agli occhi una mezz’ora prima.
Quel completino millimetrico affondava con fin troppa provocazione tra le sue curve, accentuandole con esagerazione facendole risultare abnormi e sfacciate. Un completo un po’ troppo impudente per la rossa e le sue curve prosperose e invitanti.
Se poi la cartografa, pretendeva che lui, datagli l’opportunità, non le facesse notare che con quel filo interdentale addosso sembrava che le sue carni trasbordassero da ogni poro, facendola sembrare “grassa”, piuttosto che “florida”, era inevitabile litigare.
Zoro scosse il capo, tornano a fissare Nami.
-E poi ho detto che “con quel vestito addosso, sembravi grassa”- puntualizzò serio -Se volevi sentirti dire che ti stava bene, dovevi portarti dietro quel demente del cuoco o Brook-
-Indossavo un semplice vestito da sera- digrignò i denti furiosa –Come potevo sembrarti grassa?!?-
Fece un passo avanti, pestandolo pesantemente davanti al verde, pretendendo una risposta.
Che purtroppo non tardò ad arrivare.
-Andiamo mocciosa: quell’affare era più piccolo di un fazzoletto da naso. Come puoi pretendere che una tetta di dieci chili stia dentro un coso del genere?-
Gli occhi nocciola della rossa s’infiammarono.
-Tetta da dieci chili?- ringhiò –Ti apre che abbia venti chili di davanzale?- espose il petto appena coperto da un top chiaro –E se questi sono venti chili, il resto cos’è? Altri cento? E per questo che ti sembro grassa?-
-Non ho detto questo- puntualizzò.
-Si invece, hai detto che ho dieci chili per tetta- gonfiò le guance, stringendo i pugni –Brutto idiota: io non sono mai stata grassa-
-Ma non ho detto questo… io…-
-Stronzo-
Un pugno lo ammutolì, permettendo a Nami di allontanarsi con velocità verso il porto, mentre lo spadaccino imprecava a denti stretti, pestando i suoi passi lungo la strada principale.
A volte, avrebbe voluto avere un dizionario donna-uomo per poter discutere con quella mocciosa, senza finire malmenato e contuso per ogni mal fraintesa parola che proferiva.