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Autore: V@le    13/05/2008    4 recensioni
Erano passate più di due ore. No, forse anche tre o quattro.
Una mano si avvicinò al naso quel tanto da permettergli di respirare l'odore di cui era ancora impregnata la sua pelle: un profumo delicato, fresco, in cui riusciva a sentire anche una goccia di timidezza e due di sincerità.
[6^ classificata al concorso "crack pairing" indetto da miya86]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vergiss-mich-nicht




VERGISS-MEIN-NICHT
Non Ti Scordar Di Me


Erano passate più di due ore. No, forse anche tre o quattro.
Una mano si avvicinò al naso quel tanto da permettergli di respirare l'odore di cui era ancora impregnata la sua pelle: un profumo delicato, fresco, in cui riusciva a sentire anche una goccia di timidezza e due di sincerità.
Quando riprese ad inspirare aria, pensò che preferiva di gran lunga quell'essenza appena percettibile che si portava addosso.
Gaara lanciò un'insignificante occhiata alle case di Konoha, per poi sdraiarsi sul tetto su cui si era appostato, con le mani dietro la nuca.
Ancora non credeva possibile che qualcuno potesse averlo segnato così in profondità, facendo di una semplice emanazione un marchio a fuoco che, bruciando, non gli ustionava la carne.
Eppure era successo. Quella notte da poco passata, così fredda e ventosa, era stata testimone dell'unico momento in cui la sua  armatura di sabbia aveva ceduto del tutto.
Non per forti colpi o misteriose tecniche, ma per il tocco più gentile che l'avesse mai sfiorato e gli occhi più innocenti e penetranti che l'avessero mai fissato.
Nella sua mente si compose il ricordo, ancora sfocato e confuso.
Vide i fusti degli alberi fra cui camminava con gli occhi bassi e sentì lo spezzarsi di un ramo metterlo in allerta, quando non era nulla di allarmante, ma semplicemente la giovane Hyuuga che passeggiava con lo sguardo al cielo.
Seguì una serie di immagini sconnesse.
Qualche parola sussurrata, movimenti incerti e sfuggenti, un improvviso faccia a faccia.
Un inquieto sentimento confessato e il sorriso comprensivo di lei.
Poi silenzio, mentre la luna le faceva scintillare gli occhi e le illuminava le labbra. Il conseguente impulso che lo mosse in avanti a cercare di rubarle un po' di quella luce.
Così si ritrovarono a vivere dei respiri dell'altro.
Era stato il suo primo bacio, il primo contatto intimo avuto con una persona e, mentre l'istinto stava prendendo il sopravvento sulla ragione, il suo naso aveva percepito la profumata delicatezza di quella candida pelle e le sue mani avevano raggiunto il bianco collo.
Quella non era semplicemente una persona, ma qualcosa di più.
In poco aveva imparato ad accarezzarla, a toccarla, a sfiorare con le labbra le sue dita affusolate, oltrepassando il limite del bacio.
Gaara strizzò gli occhi per interrompere lo scorrere di quelle immagini, essendosi sentito avvampare.
Si sollevò mettendosi a sedere.
Hinata...
Quella ragazza era riuscita a fargli provare delle emozioni secondo lui troppo lontane anche solo per desiderarle.
Si portò una mano al petto e strinse la stoffa nel punto corrispondente al cuore.
Il marchio a fuoco bruciava, senza ustionare.
Passò due dita sulle labbra, per poi annusarle.
Sapevano ancora di lei.

Il piccolo fiore blu roteava, mosso dai polpastrelli.
Hinata lo fissò intensamente, quasi a costringerlo ad acquietare la tempesta di dubbi che sentiva dentro.
Eppure il suo nome sembrava spiegare tutto.
Nontiscordardimé.
Sospirò. Non spiegava un bel niente.
La dimenticavano sempre tutti. L'avrebbe dimenticata anche lui.
Il problema era che lei non l'avrebbe dimenticato. Mai.
Le cose belle se le ricordava sempre. Quelle straordinarie non avrebbe potuto mai rimuoverle dalla propria memoria, neanche volendolo.
E quello che era successo quella notte era molto più che straordinario.
Lasciò cadere il fiore di fianco a sé e tornò a guardare il cielo, desiderando di vedere le stelle osservate poche ore prima.
Poi udì dei passi alle sue spalle, così si voltò.
Trattenne il fiato.
A quanto pareva, Gaara non l'aveva dimenticata. Per il momento.

Si avvicinò a lei lentamente, senza fretta. Quasi a far durare tutto di più.
Intanto la fissava senza distogliere un attimo lo sguardo.
Era veramente bella.
Quella pelle candida, quegli occhi che sembravano eternamente stupiti ed inquieti...
Più li osservava e più si sentiva studiato, seppur con innocente discrizione.
Era come se quella ragazza in una notte sola avesse imparato a cogliere il suo essere, i suoi modi di fare, le sue reazioni e le parole silenziose che trasmetteva col linguaggio del corpo.
Al contrario, Gaara ora si rendeva conto che di lei sapeva poco o niente. Conosceva solo le sue labbra, i suoi occhi, il suo gracile corpo, il suo profumo.
Un profumo che difficilmente si sarebbe scordato. Un profumo che gli faceva provare il desiderio di conoscerla davvero, in tutto e per tutto, al punto di poterle leggere nel pensiero e capire che significato aveva assunto per lei la notte appena passata.
Ormai l'aveva raggiunta.
Passò un eterno minuto di silenzio prima che Hinata trovasse il coraggio di parlare.
"Oggi parti per Suna."
Il ragazzo annuì.
"Ti auguro buon viaggio, allora" continuò lei accennando un sorriso.
Una folata di vento li travolse e, mentre le foglie appena sollevate si adagiavano a terra volteggiando, Gaara si avvicinò ancora di un passo.
Si ritrovavano di nuovo faccia a faccia, incerti sul da farsi.
"Io non so cosa sia successo la scorsa notte" disse con tono fermo lui, guardandola dritto negli occhi "e non so se è stato un errore o meno."
"Ti capisco. Anch'io sono confusa..."
"Non devi farti illusioni" la interruppe bruscamente e con tono duro "non sono uno dei tuoi amici: non mi lego alle persone facilmente" distolse lo sguardo da lei "e probabilmente non ne sono neanche capace."
"Io non credo."
Con lo stupore negli occhi, si voltò nuovamente verso la ragazza. Aveva sentito bene?
"Ma in fondo non sono affari miei" continuò lei con la stessa voce di costatazione.
Aveva una voce davvero particolare, se ne accorgeva solo ora. Intrisa di timidezza e maledettamente fine.
Gli piaceva da morire.
"Non sono il tipo di ragazzo che pensi tu."
"Il tipo di ragazzo che penso io è quello che ho incontrato stanotte" Hinata abbassò lo sguardo, per poi voltarsi "comunque non ti devi preoccupare: eviterò di farmi inutili aspettative. O almeno ci proverò."
"Provarci non vuol dire riuscirci."
"Hai un idea migliore?"
Altro vento, altre incertezze.
"L'unica cosa di cui sono sicura è che non dimenticherò quello che c'è stato tra noi. Mi dispiace, ma non ne sono capace."
"Non ti dovresti scusare."
La ragazza girò appena il capo per poterlo guardare.
Gaara continuò.
"Temo che neanch'io riuscirò a dimenticarmene."
Allora Hinata si lasciò scappare un sorriso di sollievo, ma si costrinse a nasconderlo. Poi s'inginocchiò per raccogliere qualcosa.

Ormai Konoha non era altro che un punto lontano alle sue spalle.
Gaara portò all'altezza del viso la mano in cui teneva un piccolo fiore blu.
Ancora stentava leggermente a credere che qualcosa di insignificante come quel fiorellino potesse valere tanto per lui.
Nontiscordardimé, l'aveva chiamato Hinata nel porgerglielo. Una sorta di promemoria.
Lo annusò e pensò che sembrava avere il medesimo odore della ragazza.
Si leccò appena le labbra: sapevano ancora di lei.
Il ragazzo di Suna non sapeva che il nontiscrodardimé aveva il significato di promessa d'amore.
Ma forse col tempo l'avrebbe capito.


Fine


N.d.A.: Ecco qua la FF presentata al concorso crack pairing di miya86... ragazzi, 6^!!! E il giudice era molto severo, quindi sto provando una soddisfazione immane^^!!!
Come al solito, risporto il giudizio:

Dunque. One-shot semplice e breve, senza pretese, concentrata più sull'introspezione dei personaggi che sui fatti, e l'autrice ha saputo trasformare una trama in tutta sincerità abbastanza banale in qualcosa di particolare tramite il nontiscordardimè, decisamente adatto alla situazione. Passiamo al carattere dei personaggi. Entrambi sono imperfetti, direi. Hinata la trovo troppo “coraggiosa”, Gaara non mi sembra troppo OOC, ma come dicevo prima nessuno dei due è in pieno IC. Sotto il punto di vista grammaticale, lessico e sintattico ho solo qualche piccolo appunto. Ho notato alcuni errori di battitura facilmente eliminabili (ad esempio nontiscrodardimè, costatazione, discrizione) con una rilettura del testo. Inoltre, alcune espressioni sono totalmente errate e tipiche del linguaggio parlato, e sono presenti varie ripetizioni (come “dimenticare”, che sarebbe meglio sostituire con sinonimi).In sostanza, una bella fanfiction.



 Notina: "Vergiss-mein-nicht" è il corrispondente tedesco del nontiscordardimé e in tedesco antico traduce anche l'espressione "non ti scordar di me".


Spero vi sia piaciuta, perché io ne sono abbastanza soddisfatta!
Pace a tutti!
V@le
  
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