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Autore: KiarettaScrittrice92    16/12/2013    1 recensioni
Questa fan fiction è il seguito di "Ricordi di ghiaccio rosso".
Sono passati precisamente dodici anni da quando Shinichi ha chiesto a Ran di sposarlo. Tutti i nostri giovani ventenni sono diventati adulti e hanno messo su famiglia. Ma una minaccia incombe ancora su di loro e sui loro figli. Come affronteranno la situazione questa volta?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga dei ricordi'
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Buon compleanno

Shinichi aprì gli occhi e la luce lo abbagliò, lasciandolo per qualche secondo cieco, quando si fu abituato si guardò attorno. Si trovava in un letto candido, in una piccola stanza dalle pareti azzurre, il suo braccio era collegato al tubo della flebo. 
Si girò verso la finestra, come sospettava Ran era lì, a guardare attraverso il vetro, chissà cosa osservava: le macchine che sfrecciavano oppure i bambini che giocavano nel giardino di fronte. 
Poi sentì bussare alla porta e istintivamente chiuse gli occhi.
«Avanti...» disse la voce di Ran e subito dopo sentì la porta aprirsi e poi richiudersi.
«Gli uomini in nero non vi daranno più fastidio finalmente, sono al carcere di massima sicurezza dell’FBI a New York.» disse la voce che Shinichi riconobbe come quella dell’ispettore Megure.
«Bene.» rispose Ran, dopodiché calò il silenzio per qualche secondo.
«Come sta?» domandò l’ispettore, per rompere il ghiaccio e Shinichi capì che si stava riferendo a lui.
«I dottori hanno detto che riuscirà a svegliarsi entro oggi - disse Ran con voce flebile e Shinichi ebbe l’impressione che stesse per piangere - ...a proposito è tutto pronto?» chiese con voce più decisa.
«Credo di sì, i tuoi figli non stanno più nella pelle.»
«Immagino… Beh allora ci vediamo dopo.»
«Certo, a dopo Ran.»
«Arrivederci ispettore.»
Appena sentì la porta chiudersi, Shinichi si mise all’erta, se conosceva bene sua moglie, era più che sicuro che si sarebbe avvicinata a lui per dargli un lieve bacio in bocca. La sua previsione, ovviamente, fu azzeccata, infatti, quando la bocca di Ran sfiorò la sua, lui alzò il braccio e le accarezzò i capelli, tenendola incollata alle sue labbra.
Per un attimo sentì un fremito da parte sua, poi anche lei ricambiò quel dolce bacio. Quando si staccarono lei aveva gli occhi lucidi e un sorriso stampato in volto, che il marito ricambiò, dopodiché si tirò su per la prima volta da quando si era svegliato e una fitta allo stomaco gli fece ricordare perché era lì.
«Sei stato coraggioso, Ai ha detto che non hai avuto paura neanche un momento.» disse con un amaro sorriso.
«Si sbagliava, stavo tremando di paura, ma non volevo darlo a vedere... Perciò Ai è viva…» mormorò l’ultima frase con aria sollevata, ricordando che dopo che Gin gli aveva preso il chip, aveva trascinato Ai fuori dall’ufficio.
«Sì, è riuscita a liberarsi da Gin e poi ci ha raggiunti quando stavamo uscendo. - ci fu qualche minuto di pausa poi Ran timidamente chiese dell’altro - Shinichi, dimmi la verità... Cosa provi per Ai?»
L’uomo, a quella domanda, rimase sconvolto, perché lo sapeva bene, quella domanda era la stessa che lo aveva assillato fin dalla chiamata di Heiji, una domanda che non avrebbe mai voluto sentir pronunciare dalla bocca di Ran, una domanda a cui aveva dato una risposta solo da poco, ma aveva paura a confessarla.
«Dimmi tutta la verità... - lo rimproverò ancora lei - non è solo amicizia ciò che provi per lei.»
Lui le prese il braccio, la tirò a se e la baciò: era l’unica risposta sensata che gli era venuta in mente, voleva dimostrarle il suo amore con quel bacio e la sua più sincera fedeltà, un bacio che durò qualche lungo secondo.
«Io amo solo te Ran. Ai forse mi piaceva: quando ero Conan avevo il terrore di non tornare più com’ero e non avrei potuto stare sempre con te e vederti soffrire... Pensavo che forse trovare in Ai la parte di te che amavo era un bene, ma mi sbagliavo, non sarei più me stesso senza di te... sei tutta la mia vita.»
Quelle parole le aveva dette col cuore e Ran lo sapeva, per questo tutt’un tratto i suoi occhi si riempirono di lacrime.
«Ehi - disse Shinichi prendendole il braccio e tirandola a se - Ran sei sempre stata coraggiosa, non piangere proprio ora. Adesso potremmo vivere come persone normali... Anche se le cicatrici di questa dura e lunga avventura rimarranno per tutta la vita sul mio corpo.»
A quelle parole Ran si stacco da lui ed esclamò.
«Me n’ero dimenticata, dobbiamo andare.»
«Dove?» chiese Shinichi, stupito dalla reazione improvvisa della moglie.
«Lo vedrai…» spiegò Ran, mentre stava spingendo la sedia a rotelle su cui era seduto Shinichi lungo i corridoi dell’ospedale. Ad un certo punto arrivarono davanti a una porta.
«A te l’onore.» disse, indicandola.
Lui allungò la mano, fino a raggiungere la maniglia, la spinse verso il basso e spinse la porta per aprirla.
«Sorpresa!»
Quella scena, a Shinichi, ricordò 13 anni prima, quando avevano festeggiato il suo compleanno al pala ghiaccio del Tropical Land, per fargli tornare la memoria. Solamente che questa volta c’erano più bambini e tra di essi c’erano anche i suoi figli, che in un battibaleno gli corsero incontro urlando urlando.
«Papà! - lui li prese in braccio e loro sorrisero - Ben tornato tra noi papà. Sono quasi due mesi che sei qui.» disse Conan stringendosi al petto del padre.
«Non importa - rispose Shinichi - l’importante ora è che siamo tutti insieme.»
«Puoi ben dirlo amico!» confermò Heiji posandogli una mano sulla spalla.

FINE

  
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