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Autore: Lady Atena    16/12/2013    1 recensioni
Dopo Malibu, Tony torna nuovamente alla Tower finalmente ristrutturata.
È una persona diversa, con un cuore vero e una relazione vera.
Finché non scopre che la Tower è davvero troppo grande, per una persona sola.
Post-The Avengers.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trucchetti scadenti di un genio di latta.'
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Steve si mise lo scudo sulle spalle, strinse le bretelle di stoffa e assottigliò le labbra socchiudendo gli occhi azzurri. Si voltò, camminò davanti al divano passando di lato al tavolino alto fino alle sue ginocchia coperte dai pantaloni blu aderenti. Udì un sibilo, sentì dei passi seguiti da un tonfo.
“Ehi, stai uscendo?” chiese Tony.
Steve si voltò, annuì tendendo la schiena; allungò le braccia con le dita allargate e le spalle tese.
“Ho una missione” rispose.
Tony incrociò le braccia inarcando un sopracciglio castano scuro, spostò il peso sul piede sinistro mettendosi a lato del bracciolo del divano con le labbra arricciate.
“Qualcosa di grave?” domandò.
Steve sfregò le labbra tra loro, si girò totalmente verso Tony dando le spalle alla porta e strinse gli occhi abbassando il capo; facendo strofinare i capelli biondo cenere contro la fronte tesa.
“Mi 'spiace, Stark. Non sei più un super-eroe, non posso informarti” disse.
Tony alzò le mani, le mosse in aria sogghignando e le iridi castano scuro brillarono di riflessi nocciola. Fece due passi avanti, piegò il capo abbassando le mani; i bracciali dell'armatura al polso brillarono riflettendo la luce che filtrava dalle finestre alla sua sinistra.
“Calma, calma. Non voglio fare il super-eroe, solo sapere se devo prepararmi a ristrutturare casa. Di nuovo”.
Steve strofinò il pollice sulla stoffa della bretella destra, inspirò facendo gonfiare i pettorali che aderirono alla tutina aderente azzurra.
“Non c'è nessuna emergenza, o il Generale Fury ti avrebbe chiesto di indossare l'armatura”.
Tony roteò gli occhi sbuffando sonoramente, incrociò nuovamente le braccia all'altezza dei pettorali coperti da una maglia larga macchiata d'olio sul bordo sinistro e fece tre passi avanti.
“Se decido di non fare il super-eroe, non riprenderò perché Nichi alza la voce”.
Steve sospirò, abbassò il capo aggrottando la fronte e socchiuse le iridi che brillarono di riflessi blu chiaro.
“Dovresti riprendere per il bene delle persone che contano su Iron Man”.
Tony dimenò le mani in aria con un occhio socchiuso e l'altro aperto; le sopracciglia inarcate nella fronte aggrottata. Arricciò il naso sporgendo le labbra, mosse le mani a destra e sinistra, le chiazze d'olio sulle dita brillavano di riflessi più scuri a causa della luce che filtrava dalla finestra.
“Senti, qui non si tratta di me e del mio non fare più il super-eroe, ma di te e della tua missione in quanto tutt'ora super-eroe”.
Steve chiuse gli occhi, li strinse fino a sentire le tempie dolere e li riaprì sospirando sonoramente.
“Stark, devo andare” disse.
Tony sogghignò, allargò le braccia e gli si fermò davanti inarcando entrambe le sopracciglia verso l'alto.
“Dimmi dove, allora”.
Steve strinse i denti, assottiglio le labbra e guardò verso la porta. Si voltò nuovamente osservando gli occhi socchiusi di Tony, strinse i pugni unendo i talloni tra loro.
“L'agente Romanoff è in missione top secret, ha bisogno di essere accompagnata per prevenire un eventuale pericolo” disse.
Tony abbassò le braccia, alzò il capo e sporse le labbra facendo strofinare il pizzetto contro il naso.
“Vuoi andarci a piedi?”.
Steve alzò le spalle, strinse le labbra accennando un sorriso e sfiorò le bretelle di stoffa che reggevano lo scudo.
“Al contrario di un miliardario che entra ed esce dai super-eroi senza considerare niente e nessuno, io non ho mezzi di trasporto privati”.
Tony socchiuse gli occhi con un sogghigno, piegò il capo di lato facendo ondeggiare i capelli castano scuro.
“Questa è una non sottile frecciatina nei confronti del mio licenziamento da super-eroe?” chiese.
Steve roteò gli occhi, si girò e poggiò la mano su un dispositivo alla destra della porta; che s'illuminò d'azzurro scannerizzando il palmo.
“Cercherò di tornare per la colazione di domani, se non ci saranno complicazioni” disse.
Tony gli si avvicinò, gli diede una pacca sulla spalla e guardò la porta aprirsi. La superò, si voltò e sogghignò.
“Credo ti accompagnerò” disse.
Sventolò la mano in aria, fece l'occhiolino.
“Non c'è niente di male se un ex super-eroe ti da un passaggio in macchina, no?” domandò.

  
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