- RON! Porta via quelle scatole
dall’ingresso! - urlò Hermione dal piano di sotto - Te l’ho già detto mezz’ora
fa… e stanno ancora là!
Ron sbuffò. Sbuffare era una cosa che faceva spesso ultimamente; naturalmente,
evitando accuratamente di farsi vedere dalla sua fidanzata. Rassegnato quindi,
scese le scale e la raggiunse in soggiorno, osservandola mentre sistemava dei
fiori freschi in un vaso sul tavolo. Conosceva il motivo di quel gesto, e non
poté fare a meno di sorridere.
- Sono le margherite gialle le sue preferite, vero? - chiese Hermione, dando un
ultimo tocco ai fiori e osservando il risultato.
- Esatto...
- Bene. - rispose lei, facendo sparire i petali che si erano staccati con un
colpo di bacchetta - Dovrebbe essere tutto apposto allora… che ne dici?
Ron le si avvicinò e la strinse tra le braccia - Mione, qualsiasi cosa fai va
bene…
Lei sospirò - Ma stavolta è diverso… io non so… le sto pure antipatica…
preferirebbe che sposassi una Purosangue…
- Appunto: sono io che devo sposarmi… e non c’è nessuna meglio di te! - le
sussurrò Ron, baciandole il collo - Zia Muriel dovrà farsene una ragione…
- Ti amo, lo sai?- disse lei, allacciandogli le braccia al collo.
- Uhmmm, - fece lui pensoso - Potresti rinfrescarmi la memoria…
Detto ciò la sollevò di peso trasportandola sul divano, mentre lei rideva per
il solletico provocato dalla bocca di Ron sul suo collo.
- Ron…? - chiamò lei, quasi di malavoglia - Ron?
- Cosa c’è?- chiese lui, impaziente.
- Hai tolto le scatole, vero?
Era inutile. Non sarebbe cambiata mai.
La notizia dell’arrivo di Zia Muriel aveva causato parecchia agitazione. La
cara zietta, infatti, non appena aveva appreso da Molly che i due giovani
avevano intenzione di sposarsi, non aveva perso tempo ad autoinvitarsi.
Nonostante mancassero ancora alcuni mesi al matrimonio, zia Muriel aveva
comunicato a Ron che quella domenica sarebbe passata a far loro visita per
portargli il regalo nuziale. Inutile dire che Hermione aveva dato di matto.
Dopo quasi sei mesi che vivevano insieme, Ron non l’aveva mai vista mettere a
soqquadro la casa in quel modo. Naturalmente aveva ottenuto il risultato: i
mobili erano talmente lucidi che brillavano quasi di luce propria, i pavimenti
sembravano specchi, i libri erano stati sistemati sulla libreria in ordine di
altezza, e in più aveva costretto Ron a mettere in un paio di scatole di
cartone tutto ciò che non avesse un posto preciso.
“Finalmente” la domenica era arrivata, e ogni cosa sembrava essere al suo
posto. Già, sembrava. Perché Hermione riusciva a trovare qualcosa che non
andava persino nella posizione degli oggetti. Quella mattina insisteva a dire
che il lampadario del salotto fosse troppo basso e che bisognava fare qualcosa
per tirarlo su. Quando Ron le aveva detto che il lampadario andava benissimo e
che doveva rilassarsi, lei aveva messo il broncio e si era limitata a
borbottare qualcosa del tipo “colpa tua…tua zia… poi non voglio sapere niente”.
Il fatto era che, nonostante lui cercasse di nasconderlo, anche lui era nervoso
per la visita della zia. L’anziana signora ,infatti, aveva sempre avuto da
ridire su ogni cosa, persino quando lui si impegnava per compiacerla. Figurarsi
ora che aveva deciso di sposare una ragazza nata da genitori Babbani.
Naturalmente, non ne aveva mai parlato con Hermione; era già abbastanza agitata
di suo.
Ron guardò l’orologio. Mancavano pochi secondi alle tre e sua zia era sempre
puntualissima. Dieci, nove… vabbè magari con l’età, le era passata
quell’ossessione per la puntualità…otto, sette, sei… Hermione era seduta su una
poltrona e guardava un punto fisso… cinque, quattro… Ron sorrise: due dei più
famosi eroi della guerra che tremavano al pensiero di dover ricevere una
signora anziana nl loro appartamento… tre, due… assurdo… uno.
DLIN DLON:
Hermione sussultò. Scattò dalla poltrona e si aggiustò il vestito messo apposta
per l’occasione: non troppo corto e rigorosamente accollato.
- Come sto? - chiese a Ron.
- Stai benissimo, come sempre. - "Vai Ron. Ce la puoi fare" si
ripeteva il ragazzo.
Lei cercò di sorridergli. Ardua impresa. Insieme raggiunsero l’ingresso e Ron
aprì la porta.
Quella che si trovarono davanti era una graziosa donnina tra i novanta e i
cento anni, intenta a squadrarli da capo a piedi. Un sorriso si dipinse sul suo
volto. A vederla così sembrava l’incarnazione della perfetta nonnina. Poveri
illusi.
- Mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ci volesse per aprire una porta,
Ronald. - esordì la zia. Ormai i saluti sono passati di moda.
- Hai r-ragione, zia… - iniziò Ron, cercando una scusa credibile - E' stata
colpa del forno… che siccome stavamo facendo un dolce… cioè Hermione stava
facendo… e poi lo zucchero… - ma che diavolo andava farneticando? Ron!
Riprenditi! Fu sufficiente un’occhiataccia di Hermione a farlo tornare in sè –
Perché non ti accomodi, zia?
- E così tu sei la fidanzata di Ronald… - disse zia Muriel sedendosi sul
divano.
- Sì, signora… - rispose Hermione - Ci siamo già incontrate al matrimonio di
Bill e Fleur… non so se si ricorda…
- Oh! certo... ora rammento, - fece Zia Muriel, storcendo le labbra - Sei la ragazza
con le caviglie sottili… troppo sottili…
Hermione guardò nella direzione di Ron, non sapendo cosa rispondere.
- E… dov’è che vivi? - continuò la zia, battendo a tempo il suo bastone.
- Ecco io… - rispose Hermione, imbarazzata – Veramente noi… viviamo insieme da
quasi… - Ron non aveva fatto in tempo a fermarla. Ormai il danno era fatto.
I piccoli occhietti di Muriel si dilatarono all’istante, passando dall’una
all’altro, scandalizzata.
- Che cosa? - chiese con voce glaciale - Voi due vivete insieme?
Questa volta Hermione non ebbe il coraggio di rispondere. Toccò a Ron a fare
qualcosa.
- Sì, vedi zia… dopo esserci fida…
- Ronal Bilius Weasley! - sbottò la zia - Mi stai dicendo che convivi da mesi
con una ragazza che non hai sposato e chissà pure se sposerai?
Questa volta fu il turno di Hermione a spalancare gli occhi. Stava giusto per
risponderle a tono, quando Ron le prese una mano per farle segno.
- Zia, non c’è alcun dubbio sul fatto che io ed Hermione ci sposeremo! -
rispose con forza Ron. Sentì la mano di Hermione rilassarsi sotto la sua
stretta.
- Certo, certo… - fu la risposta poco convinta di Muriel - Sto solo dicendo che
magari… state correndo troppo…
- Vado a preparare un tè! - Hermione sentiva l’urgente bisogno di uscire da
quella stanza. Zia Muriel era là da appena un quarto d’ora ed era già riuscita
a scombussolarle l’intero sistema nervoso.
Ron fu sollevato dal fatto che Hermione non avesse deciso di risponderle a
tono. In quel momento era difficile dire se fosse peggio una zia Muriel offesa
o un’Hermione arrabbiata.
- E’ troppo magra. - fu l’osservazione dell’anziana, non appena Hermione fu
uscita - Non ha il fisico adatto per fare figli.
- I-in questo momento non abbiamo in progetto di… di fare dei figli… - disse
Ron con le orecchie rosso porpora.
- Su questo non avevo alcun dubbio. - rispose acidamente la zia.
In quel momento Ron desiderò che Hermione tornasse a salvarlo. Sembrò quasi che
lei avesse percepito la sua richiesta d’aiuto, perché pochi secondi fece
ritorno con un vassoio con tre tazze fumanti.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti: sia perché non avevano nulla da dirsi,
sia perché nessuno aveva il coraggio di parlare. Si limitarono a sorseggiare il
loro tè e a scambiarsi sguardi d’intesa da una parte, di rimprovero dall’altra.
- Spero che abbiate intenzione di cambiare casa, dopo il matrimonio. - esordì
ad un certo punto la zia, guardandosi intorno.
- P-perché? - chiese Hermione cercando di utilizzare un tono cordiale.
- Mah… - fece zia Muriel posando la tazza sul tavolino - Diciamo che questa
casa è… eccessivamente Babbana – concluse dopo una breve pausa. Sembrava quasi
che volesse trovare le parole giuste per non essere offensiva. Peccato che il
suo tono disgustato l’aveva tradita - Ma d’altronde non ci si poteva aspettare altro…
Dire che Hermione era diventata viola dalla rabbia era un eufemismo. Si voltò
verso Ron con gli occhi che lanciavano scintille. Ma anche questa volta, con
grande sollievo di Ron, riuscì a trattenersi.
- Sarà meglio che vada a prendere dei biscotti. - detto questo lasciò la stanza
a tempo di record.
Al suo posto però fece la sua entrata il terzo inquilino della casa.
Zampettando agilmente, Grattastinchi saltò sulla poltrona, proprio dove,fino a
pochi secondi prima,era seduta Hermione. Fu questione di pochi secondi. Non
appena zia Muriel realizzò che la palla di pelo seduta proprio di fronte a lei
era un gatto, tra l’orrore e il disgusto, iniziò a starnutire, alternando ogni
starnuto a un gridolino. Ron era a dir poco nel panico.
- Zia, non preoccuparti… è innocuo… Grattastinchi! Fuori di qua, gattaccio!
Stupita dale urla che sentiva provenire da soggiorno, anche Hermione tornò
indietro. E la scena che le si presentò davanti era un misto tra il comico e il
drammatico. Ron che inseguiva per la stanza Grattastichi impaurito, zia Muriel
che gridava e starnutiva allo stesso tempo, agitando il bastone per cercare di
colpire il povero micetto.
- GRATTASTINCHI! Vieni qui! - disse lei, e il gatto le si avvicinò all’istante,
miagolando tra le sue gambe.
- Quella bestiaccia! - ansimò la zia, mettendosi a sedere sul divano respirando
ancora affannosamente - Mi domando come vi venga in mente di tenere un…
animale… dentro casa… Ronald, mi meraviglio! I tuoi genitori ti hanno sempre
insegnato…
- Non è colpa di Ron! - intervenne Hermione,non riuscendo a trattenersi - Il
gatto è mio, ho insistito io per tenerlo… - fece Hermione abbassando il tono di
voce, quasi a volersi scusare.
- Se devo dirti la verità, cara, la cosa non mi stupisce affatto. - ribattè
Muriel acidamente.
Hermione stavolta abbassò anche lo sguardo. Ron sperò che si girasse verso di
lui, così con uno sguardo le avrebbe fatto capire che non doveva preoccuparsi,
che zia Muriel era acida con tutti, che lei non aveva fatto nulla di male… ma
lei non si girò. Anzi, lasciò che l’anziana zia continuasse a borbottare
cattiverie sulle abitudini dei Babbani e sciocchezze varie.
Per la prima volta Ron vide Hermione piegarsi sotto le accuse e le occhiatacce
di un’altra persona, cosa che, in oltre dieci anni che si conoscevano, non
aveva mai fatto. E si rese conto che lo stava facendo per lui. Perché capiva
che, nonostante sapesse che Muriel fosse una vecchia acida, era pur sempre una
parente del suo futuro marito. Ron in quel momento si vergognò di se stesso;
lei si stava facendo maltrattare da sua zia, si era assunta tutte le
responsabilità dell’arredamento e della questione del gatto… e lui non aveva
neanche il coraggio di contraddire sua zia per difenderla… Stava giusto
cercando le parole per porre fine a quella situazione, quando la zia disse:
- Si è fatto tardi… sarà meglio che vi dia il mio regalo. - Ron fece un respiro
di sollievo. Si voltò verso Hermione per uno sguardo d’intesa, ma lei stava
guardano da un’altra parte, verso il basso. Lui le prese una mano e fu contentissimo
di sentire che lei ricambiava la stretta.
Nel frattempo Muriel aveva estratto dalla capiente borsa una piccola scatoletta
scura, che aveva posato sul tavolino di fronte ai due ragazzi. Con un
incantesimo di ingrandimento, il pacchetto aveva raggiunto in un attimo
l’altezza di un metro. Per un momento, Ron pensò quasi che si fosse mosso.
- Ho pensato di darvi prima il mio regalo, - iniziò la zia, con tono restio
- Perché ho pensato che vi potrà essere molto utile durante i preparativi
per le nozze.
Con mani tremanti, Hermione tolse il coperchio alla scatola e a stento
trattenne un urlo. Anche Ron, non appena vide il contenuto, prese
istintivamente la sua ragazza per un braccio e la spinse indietro per farla
sedere.
Un piccolo elfo, alto poco più di cinquanta centimetri, li osservava impauriti
da dentro la scatola, con le lunghe orecchie rivolte verso il basso.
- E’ un esemplare proveniente dalla Germania, - disse fiera zia Muriel -
Pulito, ordinato, preciso. Esci fuori di li, Choo!
Il piccolo elfo obbedì all’istante. Hermione osservava la scena senza dire
nulla. La sua espressione era visibilmente contrariata. Fortunatamente la zia
non sembrò accorgersene.
- Grazie mille, zia… ma non credo che abbiamo poi tanto bisogno di un elfo… -
tentò Ron, cercando di non essere sgarbato.
- Sciocchezze! - ribattè, zia Muriel - Tutti le famiglie di maghi che si
rispettino hanno bisogno di un elfo domestico! E tu, - disse rivolta alla
creatura - Saluta i tuoi padroni, maleducato!
Con uno scatto, Choo si piegò in un profondo inchino. Hermione sembrava sul
punto di esplodere.
- Non c’è bisogno… Choo… -iniziò Ron, ma la zia lo interruppe.
- Avresti bisogno di una punizione per la tua mancanza di rispetto! - disse
Muriel, rivolta all’elfo.
Prima che Ron o Hermione potessero impedirglielo, Choo si prese la testa fra le
mani e inizio a sbatterla conto lo spigolo del tavolo.
- Cattivo Choo… molto… m-molto cattivo… - squittiva l’elfo, con voce stridula.
- No, fermo! - gridò Hermione, afferrandogli un braccetto - Non fare così!
Ma l’elfo sembrava non volerla ascoltare. Anzi continuava a dare dei colpi
ancora più forti. Sulla sua testolina, erano evidenti già due o tre bernoccoli.
- Lo faccia smettere! - disse allora Hermione a zia Muriel.
- Forse non lo sai, - rispose Muriel, sorpresa dal tono della ragazza - Ma gli
elfi domestici vanno educati fin dall’inizio! Ma cosa ne puoi sapere tu!
Ron non fece in tempo ad intervenire, che Hermione gridò nuovamente:
- Ho detto: LO FACCIA SMETTERE! - le urlò in faccia.
- Ma come ti permetti a darmi degli ordini! - urlò la vecchia di rimando,
brandendo il bastone - Ronald, e tu permetti che alla tua ragazza di parlarmi
cosi?- era semplicemente infuriata – Io lo sapevo che questo matrimonio era
un’assurdità! Lo avevo detto a Molly! E la cosa peggiore è che i tuoi genitori
ti appoggiano! Ma io non lo permetterò! Non ti permetterò di infangare il
prestigio di una delle famiglie purosangue più antiche… sposando una come lei!
La situazione era nuovamente degenerata: Hermione, seduta sul divano aveva il
volto coperto dalle mani, l’elfo continuava a dare forti testate al tavolo, zia
Muriel urlava come una pazza…
- BASTA! - urlò allora Ron - Zia, non ti permetto di parlare di Hermione in
questa maniera! Perché, per la barba di Merlino, diventerà mia moglie! Che tu
lo voglia o no! - Ron aveva assunto una tonalità molto simile a quella di
un’aragosta bollita. Neanche lui riusciva a capacitarsi di aver detto quelle
cose alla zia, che lo fissava con occhi sgranati. - E non mi importa un bel
niente se non è una Purosangue! Perché è la strega più in gamba che conosco e
sono innamorato di lei! Se la cosa non ti sta bene… è un tuo problema! E adesso
fallo smettere! - disse rivolto a Choo.
- Molto bene, - disse la zia,con tono severo - Choo, rientra dentro la scatola.
- Dopo averla infilata nuovamente nella borsa, afferrò il suo bastone - Buona
fortuna allora. E’ stato un piacere… - detto questo ruotò su se stessa e sparì
con un lieve “poff”.
In un attimo piombò il silenzio. Ron, ancora livido di rabbia,si mise a sedere
sul divano.
Hermione si accoccolò sulle sue gambe e appoggiò la testa sul suo petto, mentre
lui la cingeva con le braccia.
- Mi dispiace, Ron… - disse lei, sospirando - Non doveva andare a finire così…
- Mione… - fece lui, prendendole il mento tra le mani per farla voltare - Per
me sei tu la cosa più importante, non me ne importa niente degli altri…
Gli occhi di lei si riempirono nuovamente di lacrime, proprio come era successo
poco prima quando Ron l’aveva difesa davanti a sua zia. Non riuscendo a dire
nulla, si avvicinò e lo baciò… un bacio che valeva più di mille parole…
Quella sera, quando Ron e Hermione si erano abbastanza ripresi dall’incontro-
scontro con zia Muriel coccolandosi a vicenda, sentirono un gufo beccare alla
finestra.
- Se sono Harry e Ginny che vogliono uscire, digli che stasera noi abbiamo
altri impegni! - disse Ron, con tono malizioso. Lei rise e andò ad aprire alla
finestra.
Sfilò un piccolo pezzetto di pergamena dalla zampetta del gufo e rimase stupita
nel vedere chi fosse il mittente.
- Ron… vieni a vedere! - chiamò.
Gli porse la lettera sorridendo.
Cari Ron e Hermione,
l’episodio di oggi mi ha fatto ricordare di quando presentai il
mio caro marito ai miei genitori. Nonostante fosse di buona
famiglia, loro non acconsentirono a farmelo sposare. Io tuttavia,
non li ascoltai, e con lui vissi il periodo più bello di tutta la
mia vita. Ecco perché, riflettendo su quello che è successo
oggi pomeriggio, non ho potuto far a meno di pensare
che io e Richard eravamo un po’ come voi alla vostra età.
Sperò riusciate a perdonare questa vecchia che non ha
Saputo vedere con il cuore…
Muriel Weasley
- E chi lo avrebbe detto! - disse Ron, subito dopo aver letto il
messaggio.
- Questo vuol dire che fra qualche anno… - iniziò Hermione.
- Non dirlo neanche per scherzo! - fece Ron, capendo subito dove Hermione
volesse arrivare - Io non diventerò mai così!
- Allora diciamo che per ora mi accontento del mio sexy, attraente e muscoloso
fidanzato. - disse Hermione, avvicinandosi di più ad ogni passo.
- Non chiedo di meglio… - fu la risposta di lui, tirandola verso di sé…
Allora??????????? Cosa ne pensate?? Lo scopo era quello di
farvi sorridere… spero di esserci riuscita!!! Mi raccomando recensite! Alla
prossima!! Titti