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Autore: TheSlayer    16/12/2013    1 recensioni
Kat Moore è nata e vissuta a Los Angeles finché non è arrivato per lei il momento di trasferirsi a Londra per cambiare completamente la propria vita. In Inghilterra incontra nuovi amici e trova l'amore, ma il suo misterioso passato torna a tormentarla influenzando irrimediabilmente il presente. Quella partenza da Los Angeles sarà stata una fuga? Da cosa starà scappando Kat? A cosa andrà incontro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(Un)broken - Le Ali della Farfalla

Capitolo 11
 
Passò un’intera giornata e non ricevetti risposta dalla persona che mi aveva inviato quella foto. Nessun giornale o sito di gossip l’aveva pubblicata e quello non faceva che alimentare la mia ansia. Ricominciai ad essere nervosa e decisi di isolarmi. Era quello che tendevo a fare quando avevo un problema: tagliavo i contatti con tutti.
Nonostante il pomeriggio passato con Megan mi avesse aiutata, non riuscivo a smettere di pensare a quello che sarebbe potuto succedere se quella foto fosse diventata di dominio pubblico.
Rimasi chiusa in casa per tutto il tempo, evitando le chiamate di Tommy e non rispondendo al citofono quando cercò di venire a trovarmi. Non avevo mai visto quella foto prima di quel momento ed ero rimasta sconvolta. Se solo non avessi riaperto l’allegato dopo essere tornata a casa! Invece non ero riuscita a controllarmi e l’avevo riguardata.
Improvvisamente riprovai tutte le sensazioni di quella sera: l’ansia dopo la chiamata e durante la corsa in auto, il nodo allo stomaco quando vidi i paramedici uscire dalla villa con la barella e il corpo di Derek coperto da un lenzuolo. La nausea. In pochi secondi avevo pensato a qualunque tipo di scenario, cercando di negare l’evidenza. Quando i paramedici mi dissero che si trattava del corpo di Derek Thompson e che non c’era più nulla da fare mi sentii morire. Le gambe cedettero e mi aggrappai a Kyle, che stava tremando e piangendo di fianco a me. Non volevo crederci, non poteva essere davvero lui. Ricordai di essere corsa verso la barella e di aver abbassato il lenzuolo perché credevo che mi stessero raccontando una bugia, ma avevano ragione. Quello era Derek ed era morto.
 
La mia routine quotidiana era stata rimpiazzata da una nuova in cui mi alzavo dal letto e mi sedevo sul divano, controllando il cellulare ogni pochi secondi in attesa di una risposta a quell’e-mail. Una risposta che non arrivava mai e mi faceva impazzire.
Avevo riflettuto molto e avevo pensato di chiamare Megan per raccontarle tutto, ma non ero riuscita. Solo pensare a quello che era successo mi aveva fatta ricadere nella disperazione che avevo provato nel periodo successivo a quella sera. Non riuscivo nemmeno a convincermi a uscire per comprare qualcosa da bere, volevo solo che la persona che mi aveva mandato l’e-mail mi rispondesse con la cifra che voleva per lasciarmi in pace e ricominciare a vivere la mia vita.
 
Non potevo permettere che quella foto venisse pubblicata. Avevo visto la reazione di Sarah quando aveva letto gli articoli su di me. Ero sicura che quella di Tommy non sarebbe stata diversa. Mi convinsi a smettere di vederlo, perché non avevo idea di come avrei potuto affrontarlo. Come avrei potuto guardarlo in faccia sapendo quello che era successo? Quando si presentò a casa mia non riuscii a fare altro che guardarlo dalla finestra e sentirmi in colpa. Non si meritava di essere trattato così. Soprattutto dopo quello che aveva passato con Valerie.
Forse avrei dovuto andarmene da Londra, visto che ero stata scoperta. Sarebbe stato più facile per tutti.
Ecco cos’avrei dovuto fare! Avrei potuto davvero ricominciare la mia vita in un posto diverso e stare lontana da celebrità di qualsiasi tipo. Sarei tornata in America per qualche settimana per organizzare il mio prossimo passo e poi sarei partita.
Improvvisamente mi alzai dal divano e andai a fare una doccia per svegliarmi. Mi cambiai, scrissi velocemente una lettera al computer, la stampai e la infilai in una busta.
 
“Kat, come stai?” Mi chiese Samantha quando mi vide al negozio. Ero stata a casa per un giorno, dicendole che ero malata e che non me la sentivo di uscire.
“Meglio.” Mentii. “Questa… questa è per te.” Dissi poi, porgendole la busta bianca.
“Cos’è?”
“Sono le mie due settimane di preavviso.” Risposi, abbassando lo sguardo.
“Oh.” Commentò Samantha, guardandomi intensamente come se volesse leggere il contenuto della mia mente. “Vuoi venire nel mio ufficio per parlarne?”
“No, grazie. Devo… mi trasferisco.” Balbettai. “Torno in America.” La donna non disse nulla e annuì. “Continuerò a lavorare per queste due settimane, poi me ne andrò.”
“D’accordo, Kat.” Replicò Samantha. “Mi dispiace, mi ha fatto piacere lavorare con te.”
“Anche a me.” Dissi. Era la verità, per quel poco che era durato avevo amato lavorare in quel negozio. Peccato che il mio passato non mi permettesse di vivere una vita normale. Dovevo nascondermi e non permettere che nessuno ne venisse a conoscenza.
 
La mattina passò troppo lentamente e all’ora di pranzo andai a comprare un’insalata al supermercato, nonostante non avessi la minima voglia di mangiare. Ero rimasta da sola, perché Sarah continuava a non parlarmi e Seth e gli altri avevano deciso di andare in un ristorante poco lontano.
“Te ne vai?” Mi domandò Sarah quando tornai al negozio. Andai in magazzino, dove c’erano un tavolo e delle sedie, e mi sistemai lì per mangiare la mia insalata. Anche la ragazza stava pranzando da sola. Aveva alzato lo sguardo su di me quando ero entrata nella stanza e aveva un’espressione che non riuscivo a decifrare. Il suo tono non era duro come le ultime volte che mi aveva rivolto la parola, ma normale. Sembrava quasi preoccupata.
“Torno in America.” Risposi e annuii.
“Kat, cos’è successo la settimana scorsa? Quando sei andata a casa?” Mi chiese improvvisamente, abbassando il tono della voce.
“Niente.” Mentii.
“Andiamo, hai ricevuto qualcosa ed è sembrato che ti fosse crollato il mondo addosso. Mi hai mentito abbastanza, non ti sembra il caso di cominciare a dirmi la verità?”
“Non posso.”
“Non puoi dirmi nulla di più tremendo di quello che ho letto online.” Disse lei, avvicinandosi a me. “Senti, ho sbagliato a giudicarti senza prima sentire la tua versione della storia. Ci ho pensato tanto in questi giorni, soprattutto dopo averti vista così disperata.”
Non risposi e abbassai lo sguardo. In effetti aveva ragione. Quello che c’era scritto online era davvero terribile e non era nemmeno vero. A quel punto l’idea di dirle la verità sembrava quasi accettabile.
“Tommy è preoccupato per te.” Aggiunse dopo qualche minuto. Quella frase catturò la mia attenzione. L’improvviso cambio di atteggiamento di Sarah poteva voler dire una cosa sola: il ragazzo le aveva detto che avevo un problema.
“Ti ha chiamata?” Domandai.
“Sì. Mi ha detto che sei sparita, che non hai risposto alle sue chiamate e non gli hai aperto la porta… cosa sta succedendo, Kat?”
A quel punto non avevo più tante opzioni. Me ne sarei andata dopo due settimane, tanto valeva che le dicessi la verità. Glielo dovevo, dopo averle mentito per tutto quel tempo.
“Non qui.” Replicai. Volevo essere sicura che nessuno sentisse quello che volevo dire.
“Ti va se vengo a casa tua dopo il lavoro? Mangiamo qualcosa e mi racconti la tua versione dei fatti.”
Ci pensai a lungo e decisi che non avevo nulla da perdere. L’anonimo che mi aveva inviato quella foto via e-mail l’avrebbe mandata alla stampa in ogni caso e Sarah aveva già letto gran parte di quello che era successo su Internet.
“D’accordo.” Dissi. Forse, per una volta, avrei potuto essere onesta e raccontare la verità. Era un pensiero che non mi dispiaceva.
 
Sarah ed io passammo al supermercato per comprare qualcosa da cucinare e poi andammo a casa mia. Per tutta la strada la mia amica aveva cercato di fare conversazione su cose normali come il tempo, il carico di nuova merce che era arrivato la settimana prima e cose del genere. Non aveva nominato il motivo per cui avevamo ricominciato a parlare nemmeno una volta.
“Cosa ti ha detto Tommy di preciso?” Domandai improvvisamente dopo cena.
“Mi ha detto che avete passato un weekend bellissimo insieme e che pensava che tutto stesse andando bene tra di voi e poi sei sparita. Mi… mi ha anche detto che stai vivendo un periodo un po’ difficile e che è preoccupato.”
Annuii, pensando che il ragazzo non aveva tradito il mio segreto nonostante me lo sarei meritato. Provai una stretta al cuore quando pensai che non l’avrei più rivisto. Come avrei potuto dirgli addio?
“Quello che hai letto online… la maggior parte sono menzogne. Cose inventate da giornalisti che non c’erano e che non sanno com’è andata.” Dissi, cercando di cacciare quel pensiero dalla mia mente.
“Se vuoi puoi raccontarmi quello che è successo veramente. Ti giuro che questa volta non me ne andrò finché non avrai finito di parlare.”
Inspirai profondamente e chiusi gli occhi, riflettendo su dove avrei potuto cominciare. Erano successe così tante cose e la storia era così difficile da rivivere… ma sapevo che avrei dovuto rifarlo. Non pensavo di essere pronta, ma dovevo farlo io prima che lo facesse qualcun altro.
“Avevo poco più di sedici anni quando incontrai Derek per la prima volta.” Cominciai a raccontare. “Ero in un locale pieno di celebrità a Los Angeles con le mie compagne di classe, ci stavamo divertendo. Ci guardavamo intorno, facendo gli occhi dolci ai ragazzi da soli nella speranza che qualcuno ci offrisse da bere. Derek era seduto al bancone con un bicchiere di whiskey e decise di venire a presentarsi.  Sapevo chi era, perché era già famoso e non mi sembrava vero che qualcuno di così bello e affascinante potesse essere interessato a me. Mi presentai come Chloe, perché era così che mi facevo chiamare a quei tempi. Lui aveva poco più di diciotto anni ed era così attraente…” Chiusi di nuovo gli occhi per ricordare il momento del nostro incontro.
Derek stava indossando una maglietta vintage di una band rock and roll degli anni Cinquanta ed era davvero bello. Aveva gli occhi così chiari che sembravano un colore indefinito tra l’azzurro, il grigio e il verde. Ricordai di nuovo il profumo del suo dopobarba e la sensazione di passare la mia mano tra i suoi capelli castano chiaro. Era una cosa che amavo fare e che lo faceva impazzire quando ci baciavamo. Ripensai alla sensazioni che provavo quando le sue labbra toccavano le mie, quando i nostri corpi entravano in contatto.
“Mi offrì da bere e ballammo tutta la sera insieme. Poi si offrì di accompagnarmi a casa in auto, ma finimmo su Mulholland Drive, dove ci fermammo. Ci sdraiammo sul cofano della sua auto e osservammo Los Angeles ai nostri piedi. Era notte e il paesaggio era splendido: si vedevano le luci delle case e dei palazzi, le stelle… Parlammo per ore e ci innamorammo quella sera stessa. Non avevo mai creduto che esistessero i colpi di fulmine prima di incontrarlo, ma lui mi fece ricredere. Sembrava che fossimo fatti l’uno per l’altra, era una cosa incredibile!” Ricordai.
Sembrava quasi che sentissi ancora l’aria leggermente fredda di quella sera sul viso. Derek mi diede la sua giacca per stare più calda e mi raccontò di un falò che aveva organizzato pochi giorni prima. Doveva festeggiare l’uscita del nuovo album, così aveva invitato tutti i suoi amici e avevano passato ore a divertirsi, bere birra e fare bagni notturni.
La sera si trasformò nella notte, poi lentamente nell’alba. Ricordavo ancora con precisione la luce che avevo visto nei suoi occhi quando mi aveva raccontato di quella festa. Era felice, esaltato. Sembrava quasi un bambino. Io non avevo mai partecipato a niente di simile, così ero rimasta incantata di fronte al suo racconto.
“Cominciammo a uscire insieme e diventammo inseparabili. Mi portava ovunque, ai concerti, allo studio di registrazione, agli eventi… pensavo che fossimo anime gemelle. Girammo tutta l’America insieme.” Risi, anche se non c’era gioia in quel gesto. Era più una risata amara.
“Il mondo dello spettacolo a Los Angeles è incredibile. Circolava alcol ovunque e Derek ed io cominciammo a bere ad ogni occasione. E’ stata una cosa stupida, ma ai tempi non ci pensavo. Passavo il tempo insieme a lui e per me era tutto quello che importava. Non avrei mai pensato che sarebbe diventato un problema così grosso.” Era quasi come se stessi parlando a me stessa. Come se stessi riflettendo ad alta voce.
“Quando compii diciotto anni Derek mi organizzò una festa bellissima. Si presentarono tutti i nostri amici tranne lui. Provai a chiamarlo più volte, ma aveva il telefono spento e non sapevo cosa pensare. Dopo qualche ora arrivò al locale, così ubriaco che non stava in piedi.” Ricordavo quella scena come se l’avessi vissuta solo pochi giorni prima. Ero ubriaca anch’io, perché era il mio compleanno e tutti mi offrivano da bere, ma non così. Lui si trascinava a stento e diceva frasi senza senso.
“Lo portai a casa mia – avevo cominciato a vivere a casa di mia nonna da sola – e passammo la notte insieme. Quando lo aiutai a spogliarsi, perché era così ubriaco da non riuscire nemmeno a slacciarsi i bottoni della camicia, notai che aveva il colletto sporco di rossetto e dalla tasca dei pantaloni spuntava un bigliettino. Era un numero di telefono di una certa Denise.”
Mi morsi il labbro inferiore, che aveva iniziato a tremare perché sapevo di stare arrivando alla parte brutta della storia. A quella che non volevo ricordare.
Sarah mi versò un bicchiere d’acqua e ne bevvi qualche sorso prima di ricominciare a parlare.
“Il giorno dopo scoprii che Derek non mi era mai stato fedele e che mi aveva tradita con innumerevoli ragazze nel corso della nostra relazione. Da quel momento cominciai a bere più di prima e a prendere decisioni una più stupida dell’altra.”
 
Ricordare quello che era successo con Derek aveva riaperto una ferita che non si era mai chiusa del tutto. Ricordai con precisione la sensazione che avevo provato quando avevo scoperto dei tradimenti. Quella stretta allo stomaco, quella nausea e quel dolore sordo al petto. Per un momento avevo pensato che stessi per avere un infarto. Avevo capito perché tutti usavano l’espressione “cuore spezzato”, perché quando succedeva faceva davvero male fisicamente. Non ero nemmeno riuscita a tirargli uno schiaffo, perché a quel punto era come se le mie emozioni fossero intorpidite. Speravo che fosse tutto un grande scherzo, ma non era così. Era da un po’ di tempo che Derek era diverso, che non era più quello che avevo conosciuto quella sera in quel locale. Beveva moltissimo ed era ubriaco praticamente tutte le sere. E andando in tour la situazione era peggiorata tantissimo, perché cominciava a bere prima dei concerti per darsi coraggio e poi c’erano gli after party, dove beveva ancora di più.
“Vuoi smettere?” Mi domandò Sarah con aria preoccupata. Scossi la testa. Avevo cominciato, non potevo interrompermi. Era come se avessi aperto una porta e fosse impossibile richiuderla. L’unica persona a cui avevo confessato tutto era stato il mio terapista a Los Angeles, in riabilitazione.
“Non ricordo con precisione tutto quello che successe nei sei mesi successivi a quel giorno.” Dissi. “Cominciai a bere pesantemente anch’io per cercare di smettere di stare così male e… ho parecchi buchi. L’unica cosa che ricordo perfettamente è che volevo fargliela pagare. Volevo fargli male come lui ne aveva fatto a me.” Continuai.
“Decisi di farmi aiutare da Kyle, il migliore amico e compagno di band di Derek. Il piano era semplice, dovevamo andare in un locale dove sapevamo che ci sarebbe stato anche lui e baciarci, facendo in modo che ci vedesse. Non pensammo che nel locale avrebbero potuto esserci paparazzi.” Raccontai.
E in effetti nei locali di Los Angeles non erano ammessi, ma alcuni trovavano lo stesso il modo di entrare. Si fingevano persone normali e, una volta entrati, scattavano foto di nascosto con i telefonini.
“Le foto di Kyle e me fecero il giro del web e tutti scoprirono che ci eravamo baciati. Derek, che era nello stesso locale, litigò pesantemente con il suo amico. Si presero a pugni e dovette intervenire la polizia. Inutile dire che dopo quella serata la loro band si sciolse.” Dissi.
“A quel punto la stampa cominciò a dipingermi come la stronza che aveva tradito Derek con il suo migliore amico e aveva fatto sciogliere una delle band più famose del momento in America.” Continuai. Il mio stomaco era completamente aggrovigliato. Non volevo andare avanti a raccontare quella storia, ma non riuscivo a fermarmi. Non volevo rivivere il momento in cui avevo ricevuto la notizia.
“Le ragazze con cui mi aveva tradita Derek non dissero nulla alla stampa, anche perché erano quasi tutte groupie che non cercavano fama. Lo facevano perché volevano andare a letto con rock star, non per vendere le loro storie ai giornali. Quindi nessuno scoprì che era stato lui il primo a non essere fedele. E la mia era stata solo una stupida vendetta, perché non ero innamorata di Kyle. Eravamo solo amici. Sapevo che lui aveva una cotta per me, ma aveva sempre cercato di nasconderlo in rispetto al suo amico. In quel periodo eravamo tutti troppo poco sobri per prendere decisioni intelligenti.”
Più si avvicinava il momento che temevo, più la nausea aumentava. Fortunatamente ero seduta, perché sapevo che le mie gambe non avrebbero retto.
“Derek e Kyle passarono la notte al commissariato per la rissa al locale ma nessuno dei due decise di denunciare l’altro, quindi li rilasciarono. Nel periodo successivo ci furono tantissimi alti e bassi, Derek ed io provammo a sistemare le cose, perché nonostante tutto non riuscivo a stargli lontana e provammo a uscire di nuovo. Mi tradì ancora una volta e continuò a bere al punto di collassare sul letto tutte le sere. Scappai a casa di Kyle, non per vendetta, ma perché a quel punto era l’unico amico che mi era rimasto. Avevo finito la scuola e il mio vizio aveva allontanato tutte le mie vecchie compagne di classe. Non avevo nemmeno compilato i moduli per essere ammessa al college, perché non mi interessava. Derek mi aveva promesso che mi avrebbe portata in giro per il mondo con lui ed era tutto quello che mi bastava.”
Scossi la testa, pensando a quanto ero stata stupida. Ero così innamorata di lui che mi ero isolata dal resto del mondo e avevo messo la nostra relazione al primo posto rispetto all’istruzione, ai miei sogni.
“Kyle mi permise di vivere a casa sua per un paio di settimane, sapeva che avevo un problema con l’alcol e voleva aiutarmi. Sapeva che anche Derek ne aveva uno serio e voleva che gli stessi lontano.” Mi bloccai ancora, ricordando quel periodo. “Un giorno, due… due settimane dopo dalla mia fuga… K-Kyle ed io eravamo sul divano a casa sua e s-stavamo guardando un reality show.” Mi interruppi e deglutii. Avevo cominciato a balbettare, non riuscivo più nemmeno a controllare la mia voce a quel punto.
“Va tutto bene, Kat.” Mi disse Sarah, accarezzandomi il dorso della mano. Avevo morso così tanto l’interno del mio labbro che avevo cominciato a sentire il sapore del sangue. Ripresi il bicchiere d’acqua che mi aveva versato Sarah poco prima e lo finii.
“Kyle ricevette una chiamata sul suo cellulare. Dopo aver visto che era Derek decise di non rispondere, perché non aveva più nulla da dirgli. Voleva che smettesse di tormentarci, che risolvesse i suoi problemi e che sistemasse la sua vita.” Continuai. Mi tremava la voce e le lacrime avevano cominciato a scorrere sulle mie guance. “Dopo pochi minuti chiamò anche me e risposi, perché non ero ancora in grado di… di ignorarlo. Derek era completamente ubriaco e diceva frasi senza senso. Parlò di un tetto, di una vasca idromassaggio, di una festa… non riuscii a capirlo. Lo dissi a Kyle, che si preoccupò e si alzò di scatto dal divano. Prese il telefono, chiamò un’ambulanza e recuperò le chiavi dell’auto dal mobile all’ingresso. Ci precipitammo a casa di Derek perché sapevamo entrambi che c’era qualcosa che non andava.”
Mi interruppi di nuovo e respirai profondamente per un paio di volte per calmarmi.
“A-arrivammo a casa sua troppo tardi.” Dissi. “I paramedici erano già entrati e lo stavano trasportando su una barella, coperto da un lenzuolo.”
Sarah mi abbracciò stretta e ruppi in un piccolo singhiozzo sulla sua spalla.
“Era da solo ed è scivolato… Ha sbattuto la testa sul bordo della vasca idromassaggio ed è morto, Sarah! L’ho lasciato da solo ed è morto!” Esclamai.
“Non è colpa tua, Kat.” Rispose la ragazza, guardandomi negli occhi. “Non è stata colpa tua.”
“Sì, invece. Se non avessi preso quella decisione idiota di vendicarmi con Kyle non sarebbe successo niente!”
“Non puoi saperlo. Hai detto che Derek aveva un problema con l’alcol e che ha iniziato ad averlo quando stavate uscendo insieme. Avrebbe potuto scivolare in qualsiasi momento. Non è stata colpa tua.”
Mi sentivo come se, invece, la colpa di tutto fosse completamente mia. Kyle ed io avevamo smesso di sentirci dopo quella sera ed io avevo ricominciato a bere per cercare di alleviare il dolore. Vivevo a casa di mia nonna e uscivo raramente. Avevo toccato il fondo.

 


So che è passato parecchio dall'ultimo capitolo e mi scuso. Dicembre è sempre il mese più impegnato per me, sia in ambito lavorativo che personale, quindi non ho avuto tempo di revisionare il capitolo come avrei voluto. E ho preferito farvi aspettare un po' di più piuttosto che mandare online qualcosa che non mi convinceva.
In ogni caso finalmente scopriamo cos'è successo nel passato di Kat, il segreto che stava nascondendo da così tanto tempo. Il prossimo capitolo spero di riuscire a postarlo venerdì, ma vi faccio sapere su Facebook o su Twitter, dipende dagli impegni di questi giorni!
Spero che sia tutto a posto, perché ho letto e riletto più volte, ma in questi giorni ho la mente occupata da un milione e mezzo di cose e potrebbe essermi sfuggito qualcosa.
Grazie per aver letto e alla prossima!

 

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