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Autore: Miru Soma    13/05/2008    2 recensioni
La storia che sto per narrarvi è ambientata nel 1800 quando la famiglia Soma per varie questioni è da un secolo trasferita in Inghilterra. I personaggi sono i maledetti di quel tempo (quindi non ci sono i personaggi originali, anke se in personaggi ho messo Toru Honda). Com’era la situazione allora? Quali erano i sentimenti dei Soma all’epoca? Cosa c’è di diverso da adesso? Leggete e lo scoprirete…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Toru Honda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVICINAMENTO PERICOLOSO

 

- Capitolo 12 -



Eve si era appena alzata ed era andata a fare colazione nel gazebo. Era l’alba e tutto era calmo e tranquillo. Le piaceva quell’atmosfera. Ad un tratto sentì delle mani appoggiarsi alle sue spalle e qualcuno le diede un bacio sulla guancia. Si girò e vide suo marito Kade sorridente.
- Non dovresti dormire così poco… - le disse.
- Mi piace vedere l’alba.
Lui sorrise e la prese in braccio. Kade era sempre freddo e scostante con tutti, ma con lei non poteva esserlo. Era tanto semplice, spontanea, una vera rarità. Lo ascoltava sempre e nonostante la giovane età era matura. Stava bene accanto a lei, era una moglie eccezionale. Nonostante fossero sposati da più di un anno non le aveva mai dato un vero bacio. Questo perché nel suo cuore c’era Lilith e nel cuore di lei Bryan. Non aveva mai provato desiderio verso Eve, però a mano a mano che il tempo passava si affezionava sempre di più. Gli piaceva stare in sua compagnia, coccolarla, prendersi cura di lei. Doveva ammetterlo: le voleva davvero bene. Era diventata una delle persone più importanti per lui.

Intanto alla reggia dei Soma c’era Abel ancora infuriato per l’arrivo di Liam mentre lui non c’era e aveva portato con sé Fleur. Lei oltretutto l’aveva difeso. Da giorni era di umore nero e tutto il palazzo era in agitazione. Quando il capofamiglia era di quell’umore era meglio fare il triplo del solito lavoro se non si voleva essere rinchiusi nelle segrete.
- Spiegami perché sei andata via con Liam! – urlò Abel.
- Te l’ho
già detto. Sono andata a trovare Eve… - rispose il topo.
- Perché lui si trovava qui?! Me lo spieghi?!
- Aveva bisogno di parlarmi…
- Parlarti?! Parlarti?! Da quando ti ho portata a vivere con me lui ha promesso che sarebbe venuto alla reggia solo per i banchetti! Non voleva più vederti! Non voleva più saperne niente né di te né di me e improvvisamente aveva bisogno di te?!
- E’ così!
- Fleur come puoi farti ingannare così facilmente?! Lui era innamorato di te!
- Hai usato il tempo giusto: era!
- Ma
fammi il piacere!
- Pensa quello che vuoi Abel! Se hai così poca fiducia in me continua pure ad urlare! – e detto ciò uscì dalla loro stanza e andò nella stanza dove amava stare da sola.
- Fleur torna qui! Fleur!
Ma lei non gli diede retta.
- Accidenti a lei!

Fleur intanto nella sua stanza iniziò a piangere. Che vita era la sua? Costretta a vivere senza poter avere a che fare con le persone che amava? Da quando viveva con Abel non aveva potuto più stare in compagnia di Liam, Eve poteva venire a trovarla ma da quando si era scoperto che aveva una relazione con Bryan l’aveva segregata a casa di Kade facendoli sposare. Anche gli altri animali non potevano venire a trovarla tanto facilmente. Era prigioniera in quella reggia. Si sentiva incredibilmente sola. Amava Abel anche se sembrava impossibile… ma non era sempre stato così. Fin da quando era nata il suo destino era stare di fianco a Dio, lei del resto era il topo, ma aveva avuto una vita abbastanza libera. Poteva stare insieme agli altri animali e si era innamorata di uno di loro: Liam. E lui la ricambiava. Era così. Nel tempo in cui nel cuore di Liam non c’era più stata Lilith loro due stavano insieme. Le piaceva tanto trascorrere il tempo con lui. Il cavallo andava a trovarla tutti i giorni. Le piaceva tanto quel ragazzo estroverso, ribelle e coraggioso, sempre disponibile. Stavano benissimo insieme, lui la riempiva d’attenzioni. Le aveva confessato di essere sempre stato innamorato di lei. Ma lei aveva sempre saputo che non era così. Certo lui le voleva bene, provava qualcosa per lei, ma la persona che aveva sempre amato senza rendersene conto era Lilith. Avrebbe dovuto respingerlo il giorno che lui le aveva confessato i suoi sentimenti, ma non lo aveva fatto. Non lo aveva fatto per egoismo, perché sentiva il bisogno di sentirsi amata. Liam non era libero di essere quello che era davvero. Ribelle, sfrontato, coraggioso, con lei non era così, era gentile. Mostrava solo un lato di lui. Fleur questo lo sapeva, sapeva che solo a Lilith aveva mostrato tutto di sé. Ma non le importava. Voleva quel ragazzo così bello tutto per sé. Sembrava incredibile ma era invidiosa di Lilith. Il topo invidioso del gatto. Era invidiosa che il ragazzo che le era piaciuto tanto tenesse a quella ragazza dai capelli arancio con cui non aveva mai avuto niente a che fare. Quel pomeriggio probabilmente prese la decisione più impulsiva della sua vita.

FLASH BACK

Era pomeriggio inoltrato. Erano sotto un albero e Liam le aveva preso una mano.
- Fleur… tu… mi piaci! – le aveva detto lui un po’ titubante e rosso in viso.
Lei aveva spalancato gli occhi e gli aveva sorriso – Anche tu mi piaci.
Da quel momento trascorrevano tutto il tempo insieme. Per paura di Abel comunque si erano dati solo una volta un bacio. Non erano mai andati oltre.

FINE FLASH BACK

Poi era arrivato il giorno in cui le doveva essere al fianco di Abel. Liam l’aveva sostenuta fino all’ultimo. Ricordavano ancora che erano seduti in salotto, quando lui era entrato. Era così bello, così forte, così sfrontato. Nonostante il suo carattere burbero con lei era sempre stato gentile. Si avvicinò a lei e le baciò una mano portandola con sé. Da quel giorno era iniziata la sua vita da prigioniera, ma non se ne era mai lamentata perché si rendeva sempre più conto che amava il capofamiglia. Liam cercava sempre di andarla a trovare, di portarla via senza riuscirci.
Un giorno lei prese il coraggio a due mani e gli disse la verità.

FLASH BACK

-Liam… io amo Abel

FINE FLASH BACK

Lui era rimasto impietrito. Poi era andato da Abel e aveva urlato come non mai. Si era ribellato decisamente al capofamiglia. Gli aveva urlato contro, aveva sbraitato. Il primo e unico animale che avesse detto ad Abel cosa pensava. E poi se ne era andato senza tornare fino a quel giorno.
Sapeva, tramite Ethan, che in quegli anni Liam si era un po’ calmato. Probabilmente era perché aveva poco a che fare con Abel e perché ci teneva che a Lilith non accadesse niente.
Ogni volta che sentiva parlare del cavallo le veniva malinconia di lui.
Era stata contentissima che fosse tornato. L’aveva perdonata. Le voleva ancora bene. Aveva sentito una grande gioia dentro.
Invece Abel non riusciva a capire ciò che provava. Non riusciva a capire che la persona che amava era solo lui, non si fidava di lei.
Era ancora a terra in lacrime quando dal passaggio segreto entrò Scarlett che abbracciò la padrona.
Fleur senza dire niente ricambiò l’abbraccio e pianse come non mai fra le braccia della ragazza. Aveva bisogno di quello: di un abbraccio. Di sentirsi al sicuro, di sentire che qualcuno le era accanto.
Quando si sentì meglio Scarlett l’aiutò ad alzarsi e la fece sedere. Le teneva le mani.
- Le serve qualcosa signora?
- No, niente… ti ringrazio Scarlett… hai già fatto abbastanza.
- Il signore è stato molto duro ma non dovete preoccuparvi… verrà a chiedervi scusa.
- Non credo proprio… orgoglioso come è…
- Invece credo che verrà… tiene così tanto a voi.
- Delle volte non lo credo proprio…
- Io invece credo che non sia bravo a dimostrarlo… colpa del carattere… ma anche dalle reazione estreme si vede quanto ha paura di perdervi.
Fleur spalancò gli occhi. Abel paura? Sembrava una cosa surreale, ma Scarlett aveva ragione. Teneva davvero a lei allora?
- Ora è meglio se vi riposate…
In quel momento la porta si aprì ed entrò Abel.
- Devo
parlarti Fleur!
Scarlett uscì dalla stanza facendo l’occhiolino alla sua padrona.
Il capofamiglia s’inginocchiò ai piedi del topo e disse – Lo ammetto sono stato un po’ esagerato e non ti ho dato abbastanza fiducia ma tu sei mia e di nessun altro! Non sopporterei che qualcuno ti portasse via da me!
Fleur iniziò a piangere.
- Oh no! Cos’ho detto adesso di sbagliato?!
- Niente! – rispose lei fra le lacrime sorridendo – Sono tanto felice che tu tenga così tanto a me – e gli buttò le braccia al collo.
Lui arrossì un poco. Era rarissimo vedere il capofamiglia così. Lei lo aveva decisamente sorpreso. Non si aspettava quella reazione.
Le prese il viso tra le mani e la baciò appassionatamente.

Intanto in un’altra parte del castello Scarlett gironzolava sperando che i padroni avessero fatto pace. Quei giorni erano stati terribili, non era neanche riuscita a stare un po’ con Michael anche se lui era venuto a trovarla. La seguiva dappertutto senza fiatare sapendo che lei era indaffarata. Era rimasto con lei per darle sostegno senza disturbarla. Il giorno prima si era anche addormentato.
Erano in salotto e erano seduti l’uno di fronte all’altra. Lei stava lavorando a maglia e lui la osservava finché si era addormentato. Anche lui doveva essere molto stanco. Con l’addestramento che faceva tutti i giorni si chiedeva dove prendesse l’energia per passare il tempo con lei. Era tanto carino mentre dormiva che non aveva resistito a dargli un bacio vicino alle labbra. Le faceva tenerezza quel ragazzo allo stesso tempo estroverso e riservato. Quel ragazzo dolce e burlone.
Mentre era persa nei suoi pensieri qualcuno le tappò la bocca e la trascinò dentro nello sgabuzzino. Guardò il suo “rapinatore” e vide Michael.
- Ma
sei impazzito?
- Non resisto ancora un altro giorno a seguirti senza avere un attimo di tregua per noi due!
Lei lo guardò perplessa e gli chiese – Cosa devi dirmi?
Lui rimase zitto senza saper cosa dire. Quella domanda l’aveva lasciato spiazzato.
- Non è che devo dirti una cosa e che volevo passare un po’ di tempo insieme!
- Beh quando mi segui stiamo insieme…
Lo stava mettendo in crisi, poi guardò l’espressione di lei. Aveva un mezzo sorrisino di scherno.
- La pianti di prendermi in giro?! – sbottò lui.
Lei si mise a ridere – Così impari a prendermi in giro tutte le volte! – disse lei facendogli la linguaccia.
- Ah sì?!
Lui stava per prenderla e lei tentò di uscire ma la porta era chiusa e si appoggiò alla porta.
Improvvisamente qualcuno spalancò la porta e la rossa cadde e Michael quasi sopra di lei. Per fortuna era riuscito in una posa un po’ strana a non finirle addosso.
Chi aveva aperto la porta era Zack sbalordito più che mai di trovare Michael e Scarlett nello sgabuzzino.
- Ehm… scusate non volevo interrompere niente!
- Non è come pensi Zack! – disse di botto Scarlett.
- Ok, ok… io vado lo stesso… - e il ragazzo corse via.
I due rimasero lì da soli in silenzio. Era raro che quella parte della reggia fosse frequentata. C’era un profondo imbarazzo tra i due. Scarlett non sapeva cosa dire. Era rimasta parecchie volte da sola con Michael, ma mai si era sentita così agitata. Erano ancora entrambi sdraiati. Lui era di fianco a lei ma aveva il volto rivolto dall’altra parte.
- Se qualcuno pensasse che ci piacciamo ti darebbe fastidio? – chiese il ragazzo.
Scarlett rimase spiazzata. Perché le faceva una domanda del genere? Non riusciva a rispondergli.
Lui si alzò e disse – Credo che sia meglio che vada…
La rossa si alzò di scatto e lo fermò – Non voglio che te ne vai…
Si guardarono un attimo negli occhi.
- Io non resisto più… ogni volta che le sto accanto vorrei baciarla… stringerla a me… ma non posso… - pensò Michael.
Lei gli prese una mano – Visto che a quanto pare i padroni hanno fatto pace direi che posso prendermi un po’ di libertà! Che ne dici? – chiese sorridente.
Lui sorrise a sua volta – Di la verità… non riesci a starmi staccata un minuto!
Scarlett si mise a ridere divertita insieme a lui e poi si fece un po’ maliziosa – Hai indovinato… - e si avvicinò spaventosamente al suo volto per poi bloccarsi – Se continuerai a dirmi così potrei non controllare più le mie azioni…
Poi si allontanò da lui sorridente e disse – Tempo scaduto! È ora di tornare al lavoro!
Ma prima che potesse fare un altro passo Michael la prese a la baciò. Era il secondo bacio. Questa volta un po’ più passionale del primo.
Si staccarono rossi, decisamente rossi.
- D-devo andare! – disse la rossa correndo via.
Non capiva più niente. Lei scherzava quando gli diceva quelle cose… o forse no? Perché Michael la baciava? Era la seconda volta… Perché era interessato a lei? Quel ragazzo si stava insinuando sempre più nei suoi pensieri. Ogni giorno sempre di più. Non riusciva a farne a meno. Come spinta da qualcosa tornò indietro da lui.
Era ancora lì. Appoggiato ad una finestra. Bello come non mai. Si avvicinò e questa volta fu lei a dargli un bacio.
- Non mi accontento più di un semplice bacio sulle labbra… - ammise lei.
- Ci sono cose di me che non sai…
- Anche tu non sai cose di me… però in questo momento ho solo voglia di baciarti anche se non so il perché…
Michael la guardò. Era bellissima. Gli piacevano tanto i capelli rossi di lei. Mise una mano dietro la sua testa e la baciò. Non più come prima. Il bacio diventava sempre più intenso.
Poi si fermarono.
- Scarlett no… io… io… se ti accadesse qualcosa…
- Come?
- Ascolta… ci sono cose che non sai… cose molto grandi… non voglio che tu soffra a causa mia… - disse ciò e intanto le teneva il viso tra le mani.
- Cosa non so?
- Non posso dirtelo… non è il momento… io… ti voglio molto bene… mi sto avvicinando a te… mi sto pericolosamente avvicinando a te… dobbiamo rallentare… frenarci… io ti voglio davvero bene… davvero tanto… credimi… ma non voglio che ti accada nulla… quindi ti prego… torniamo come prima… anche essendo consapevoli di tutto…
- Io-io non capisco…
- Capirai credimi… - la baciò in fronte – ma ti prego… continua a starmi vicina come hai fatto fino ad adesso senza sbilanciarci così tanto… i Soma non sono una famiglia semplice…
- Mi fido di te…
- Grazie… Ora devo andare per l’addestramento…
Stava per andarsene, ma lei lo fermò – Michael… io ti voglio bene e ti starò accanto… ma tu non tenermi nascosto troppo… io voglio aiutarti!
Quella ragazza era così speciale. Perché doveva tenere così tanto ad uno come lui? L’avrebbe resa solo infelice.
La baciò nuovamente sulle labbra – Ti voglio bene Scarlett e te ne vorrò sempre qualsiasi cosa accada… - e se ne andò.
- Cosa mi dice la testa? Cosa? Non dovevo baciarla… ora è più dentro di prima… se Abel lo scoprisse sarebbe la fine… non posso starla così vicino… soffrirà… e ci manco solo io a farla soffrire… - pensò la scimmia.


E’ possibile aver paura di amare una persona? Non riuscire ad amare liberamente per paura di farla soffrire? Sì è possibile, soprattutto per le persone maledette. Un attimo di felicità si sbriciola in un attimo e le cose a te più care rischi di perderle senza rendertene conto. Per quanto ancora andrà avanti tutto questo? Per quanto ancora si soffrirà e basta? Quanto può durare la felicità? Perché questo è solo l’inizio di una serie di problemi… perché non si finiscono mai… quando si è maledetti non si può far altro che soffrire… una maledizione è un peso grandissimo da sostenere… è qualcosa che non ti lascia… che si sente… forse per sempre…

  
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