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Autore: Stayn Alive    16/12/2013    29 recensioni
“Vorrei essere una terrorista e baciare un teppista. Vorrei essere una mafiosa e ballare con una scopa” canta qualcuno dall'altra parte della stanza.
Apro gli occhi e mi guardo intorno. Trovo barelle posizionate in ogni angolo e medicine aperte sparse un po' dappertutto.
“Oh amore, ti sei svegliata? Era ora” dice una donna entrando.
“Lei chi è?” chiedo imbarazzata.
“Sono Valeria Tina Maria Giovanna tesorino,ma per gli amici solo Stefania”.
Sono sicura al cento per cento che solo sua madre la chiama in quel modo, anche perché chi starebbe con una persona così infantile?
“Scusi Valeria Tina Maria Giovanna, dove ci troviamo?”.
“Oh zuccherino. Sei proprio tonta per essere la figlia di Atena” conclude lei andandosene.
Che stronza. L'educazione è andata in Belgio per un viaggio di due giorni con il suo cervello?
“Non si va via quando una persona fa una domanda” le urlo contro.
Minchiona, secondo me nemmeno tua mamma ti chiama ' Stefania'.
Aspetta cosa ha detto? Figlia di chi?
Io, Bernice Kennest, figlia di Atena, dea della macedonia e del titano.
Quell'incubo non era ancora finito. Non ci credo.
Minchia mamma. Un nome più figo,no?
Genere: Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(1)

  I Want to Be a Terrorist.

                                                                                                                                                                       

“È una stronzata Bree" ripeté Niall, per l'ennesima volta.                             
“È una stronzata il fatto che ci prendano in giro e che ridano di noi" affermai io decisa.
Niall guardò dritto nei miei occhi color blu oceano e annuì convinto, finendo il suo caffè.
Da anni, ormai, ogni ragazzo di questa scuola mi sfotteva a causa del mio disturbo di dislessia ed il compito in classe sarebbe stato l'occasione che  aspettavo, per avere la mia vendetta.
“Non ho ancora in mente il piano” disse il biondino, appoggiando un paio di stampelle grige e ammaccate sul tavolo.
Niall è sempre stato il mio migliore amico e a sei anni fu vittima di un incidente stradale che lo privò dell'utilizzo delle arti inferiori, fino alla fine dei suoi giorni.
" È semplice.- dissi sospirando - Dovremmo solo intrufolarci all'interno dell'edificio scolastico, sottrarre dal cassetto della scrivania la verifica d'algebra, cambiarla completamente e dare una copia errata ad ogni nostro compagno" risposi determinata, schiacciando con forza la povera cannuccia del frappè alla fragola.
"Interessante... e mi posso vestire di nero?" chiese lui, con una faccia da bambino.
"Cosa vuoi che mi importi? Vestiti di rosa, verde, giallo, e anche da ornitorinco volante se vuoi. L'importante è che tu ti attenga al piano" conclusi io, prima di dargli appuntamento a quella fatidica sera e dirigermi verso casa.

Mi misi una tuta nera attillata e come ogni ladro che si rispetti, degli occhiali da sole giallo fosforescente in stile Ray-Ban.
Scesi di fretta le scale, senza disturbare la mia matrigna e acciuffai la borsa posizionata vicino al ritratto della mia cara zia Molly.
Quella sera fu tutta calcolata. Avremmo solo dovuto scassinare il cancello del Liceo, intrufolarci nell'aula professori ed infine rubare un inutile cartaceo, proveniente da alberi infestati dall'odore di pipì di cane.
Uscii di casa silenziosamente e mi diressi verso il luogo in cui avremmo dovuto incontrarci.
Fui quasi arrivata a destinazione, finché intravidi una figura colorata vicino all'area soggiorno-barboni. Mi avvicinai un po' di più e non ci misi poco a capire che quello fosse Niall che parlava con un uomo sulla mezz'età, dai capelli e la barba folta.
Tanti pensieri mi afflissero.
Forse Niall era vittima di bullismo e ora doveva scappare in Thailandia, per non essere più perseguitato da quell'uomo oppure era stato costretto a lavorare 16 ore al giorno, contro la sua volontà, per ricevere una paga composta da un tozzo di pane integrale ed una saponetta "Dove".
Solo dopo una rivoluzione industriale, mi accorsi che Niall non stesse tenendo appoggiato ai gomiti le sue stampelle e che quell'uomo gli stesse parlando in modo amichevole, come se si conoscessero da una vita.
Strabuzzai gli occhi e avvicinai di più l'orecchio per sentire meglio la loro conversazione.
"Mi hai deluso. Avevi promesso che l'avresti protetta" cominciò la cattiva interpretazione di Gandalf, evidentemente preoccupato.
"Mi dispiace. Non so come abbiano fatto a fiutare l'odore di Bree e - proferì parola Niall, dopo un paio di minuti di silenzio - sono francamente dispiaciuto" disse lui, giocherellando con il filo della felpa.
Capii subito il motivo per il quale le narici di qualcuno percepirono il mio odore e intuii che anche la pattumiera accanto al mio corpo, lo avesse dedotto. Eppure, prima di uscire di casa, mi misi almeno 2 litri di profumo 'Coco Chanel'.
Riposi l'orecchio vicino a quell'umido muro, per poter ascoltare quella strana chiacchierata e capire chi avesse annusato il mio sudore. Decisi di fare la seria e venire a conoscenza di ciò che stava succedendo.
"Non possiamo risolvere questo problema, con le tue scuse Niall".
"Ne sono consapevole, ma.." disse Niall, prima che la mia mano scivolasse e che la mia dolce figura finisse, come un anguilla, lungo tutto il pavimento.
"Ahah..." cominciai a ridere nervosamente io.
"Che ci fai qua?" chiese Niall stupito, mentre tentava di rialzarmi.
"Ero di passaggio e..mi sono chiesta 'perché non venire a trovare il mio vecchio amico “Steve?" mentii, cercando di essere convincente.
"Steve?- disse con tono geloso -chi è Steve?"
'Che cazzo gli dico ora?', pensai preoccupata.
"Steve Jobs!" esclamai.
Mi guardò divertito. “Bree, Steve Jobs è morto da tempo ormai”.
Il mio cervello era occupato da enormi cavolate, così decisi di rispondere con una risposta minimamente sensata.
“Coraggio Niall! Ci sono un milione di Steve Jobs al mondo” affermai, mettendomi definitivamente in piedi.
“Certo - continuò lui – perché non me lo presenti,allora?”.
“Perché è un barbone e odia i ragazzini biondi dagli occhi blu oceano, che non si fanno mai i cazzi propri. Piuttosto dove sono le tue stampelle?”.
Il ragazzo davanti a me fece per rispondere, ma l'uomo che fin ad allora  non aveva parlato decise di proferire parola.
“Niall, ora basta. Bree hai origliato la nostra conversazione?” domandò risoluto.
“Come fa a sapere il mio nome? È per caso un veggente oppure una nuova Winx dai poteri telepatici? O..”. Non mi fece finire la frase che uscì dal buco, in cui sin da prima era rifugiato.
I miei occhi stettero a crederci. Non poteva essere. Davanti a me non avevo più il volto di un uomo. Davanti a me avevo una leggenda per libri antichi. Davanti a me avevo un essere mitologico, metà uomo e metà cavallo. Davanti a me avevo un centauro.
“Ascolta Bree. Non sono né un veggente né una Trix dai poteri telepatici..” cominciò a parlare lui.
“Si dice Winx.” lo corressi io, ancora paralizzata.
Mi guardò perplesso e riprese a parlare. “Sono un centauro” concluse lui.
Sentii dei passi avvicinarsi a me, ma non mi mossi di un millimetro.
“C'è un'altra cosa che devi assolutamente sapere” mi disse Niall, con tono freddo.
“Niall sei diventato femmina?” chiesi io titubante.
“No.” affermò lui, guardandomi stranito.
Si sfilò delicatamente la cintura dei Jeans e successivamente i boxer. Mi coprì immediatamente gli occhi. “Guardami!” esclamò lui, divertito.
“Niall, non ho tanta voglia di vedere il tuo pen...penzolare ora”.
“Guardami!” esclamò più forte.
“Ho una tremenda sinusite e non me la sento di girare un film porno”.
“Fidati”.
Mi girai disgustata verso di lui e qualcosa di strano, ma buffo, mi si presentò guardandolo.
Il biondino mi fissò serio prima di iniziare a parlare “Sono un satiro” disse sospirando.
Era un normale ragazzo, ma dalla vita in giù era diverso. Al posto delle gambe aveva degli zoccoli piccoli  e pelosi da capra di montagna.
Abbozzai un sorriso e mi diressi verso di lui stringendolo forte.
“Visto che non scherzavo quando dicevo che eri un caprone” gli dissi, prima che lui iniziasse a abbracciarmi soffocandomi.
Infondo era mio amico, anzi, il mio migliore amico.
“Sapevo che avresti capito- disse -posso confessarti un'ultima cosa?” mi chiese titubante.
Annui leggermente con la testa,incitandolo a parlare.
“Sei la figlia di Atena, dea della guerra” aggiunse lui sorridente. Mi staccai subito da Niall e lo guardai per accertarmi se ci fosse una nota di sarcasmo nei suoi occhi. Mi sembrò che non stesse mentendo. Lo osservai e intanto le immagini intorno a me si facevano più offuscate.
Caddi a terra e sentii delle voci rimbombarmi nella testa.
Svenni incredula.


“Vorrei essere una terrorista e baciare un teppista. Vorrei essere una mafiosa e ballare con una scopa” canta qualcuno dall'altra parte della stanza.
Apro gli occhi  e mi guardo intorno. Trovo barelle posizionate in ogni angolo e medicine aperte sparse un po' dappertutto.
“Oh amore, ti sei svegliata? Era ora” mi dice una donna entrando.
“Lei chi è?” chiedo imbarazzata.
“Sono Valeria Tina Maria Giovanna tesorino, ma per gli amici solo Stefania”.
Sono sicura al cento per cento che solo sua madre la chiama in quel modo, anche perché chi starebbe con una persona così zuccherosa?
“Scusi  Valeria Tina Maria Giovanna, dove ci troviamo?”.
“Oh zuccherino. Sei proprio tonta per essere la figlia di Atena” conclude lei andandosene.
Che stronza. L'educazione è andata in Belgio per un viaggio di due giorni con il suo cervello?
“Non si va via quando una persona fa una domanda” le urlo contro.
Minchiona, secondo me nemmeno tua mamma ti chiama ' Stefania'.
Aspetta cosa ha detto? Figlia di chi?
Io, Bernice Kennest, figlia di Atena, dea della guerra.
Quell'incubo non era ancora finito. Non ci credo.
Minchia mamma. Un nome più figo,no?




*Happily*

Ciao ragasuole. Questa è la mia prima FF e spero che recensiate. Credo vi siate accorte che ho preso spunto da Percy Jackson. :)
Questa storia dovrebbe essere comica, ma credo che non abbia fatto ridere per niente.
Cercherò di migliorare. Ora vado.
Ciao. *smack*

  
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