Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Diamante Narcissa Uchiha    16/12/2013    3 recensioni
*0*Storia arrivata terza al contest "[Multifandom & Originali] Il masochismo è un pacchetto colmo di prompts" indetto da visbs88.*0*
Una raccolta che si svolge in un'atmosfera d'incertezza.
Protagonisti saranno Grell in prima persona, Sebastian, molto presente, e William che vi sorprenderà.
Sorprese che però sono destinate a destabilizzarvi.
Immergetevi, quindi, in queste tetre vicende tra il buio e il sangue.
Genere: Horror, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'God save the Grelliam'
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04. Soffocare
Si svegliò di soprassalto in preda ai sudori freddi: quegli incubi erano stati davvero orribili.
Cercò di calmarsi con respiri lenti e profondi, asciugandosi la fronte con una manica.
Girò il capo verso William che ora occupava l'altro lato del letto, il suo viso a pochi centimetri dal suo.
Gli si avvicinò, gli accarezzò i capelli e gli baciò una tempia.
-Quanto sei carino quando dormi.- gli sussurrò, sorridendo dolce
Si mise seduto, attento a non scoprire l’altro dalle coperte e iniziò a guardarsi intorno.
La camera, così come tutta la casa, era in totale silenzio e al buio: ogni tapparella e porta era ben serrata, ogni luce era spenta e non vi era nessun altro a parte loro ad occupare l’abitazione.
Il buio, a differenza di altri persone, non lo spaventava, lo trovava invece un ottimo compagno nei momenti di difficoltà, e così era anche per il silenzio.
I suoi occhi umani non riuscivano a vedere attraverso l'oscurità ma poteva ben immaginare come la stanza potesse essere: i comodini e il comò ricolmi di soprammobili, profumi, accessori e oggetti per il trucco, ne aveva talmente tanti che persino quello di William era stato invaso; gli armadi pieni dei loro vestiti: uno per il moro, gli altri due per sè. Tutti i mobili erano in stile moderno, bianchi con dettagli rossi, li avevano scelti insieme.
Il sapersi in quel luogo familiare e sicuro contribuì a calmarlo.
Si riprese totalmente dagli incubi finalmente ma, d'improvviso, Grell avvertì qualcosa.
Non fu tanto un rumore o simile, fu più che altro una sensazione sotto pelle, che dallo stomaco saliva fino al cuore.
Sembrava provenire dall'esterno, solleticandogli le costole.
Senza un motivo preciso, la sua mente iniziò a ripercorrere tutti i momenti in cui era stato più fragile, quando gli altri si erano approfittati di lui, deridendolo e umiliandolo.
Ricordi cha andavano dall'infanzia fino a pochi giorni prima: i bambini e gli adulti erano crudeli nella medesima maniera.
Lo sbeffeggiavano per il suo modo di parlare, di vestire, di essere.
L'unico che aveva saputo andar oltre tutte le apparenze e i pregiudizi, che l'aveva conosciuto e aveva imparato ad amarlo, ora dormiva accanto a lui.
Alcune lacrime scesero dai suoi occhi, rigandogli le guance.
-Per…chè?- sussurrò al nulla singhiozzando, quasi vi fosse qualcuno responsabile di quel viaggio nel dolore.
La sensazione intanto si fece sempre più sgradevole, iniziò a opprimergli il cuore in una morsa gelida; sembrava come se delle mani gli avviluppassero i polmoni e il muscolo cardiaco, soffocandolo dall’interno.
Si portò allora le mani al petto, stringendo la stoffa cremisi della maglia che portava; iniziò nuovamente a respirare con affanno.
Ancora e ancora la sensazione s'intensificò, ribellandosi al rosso che tentava in ogni modo di scacciarla.
Si cominciò a graffiare il petto, nella prova ennesima di sentirsi meglio; gemette quando la pelle si lacerò sotto le sue lunghe unghie.
Si piegò su se stesso, la fronte quasi a contatto con le ginocchia.
Guardò verso William ma non vide nulla per il troppo buio, forse stava ancora dormendo.
Era normale che cadesse in un sonno profondo, soprattutto se nei giorni precedenti aveva lavorato senza sosta.
E così era ora.
Si allungò verso di lui per cercare di svegliarlo ma poi qualcosa lo afferrò per il collo.
Senti delle dita, questa volta vere e tangibili, premere sulla sua gola. La sensazione al petto era sparita come soffiata via dal vento.
-Non avresti dovuto prendere alla leggera il tuo incarico... Grell.- il fiato caldo di William gli solleticò un orecchio.
Sgranò gli occhi.
-Will…- le dita del moro strinsero maggiormente la presa soffocandogli un urlo.
La paura più profonda iniziò a divorarlo: dubbi, incertezze… Scandagliò ogni opzione per riuscire a capire il significato di quelle parole ma nulla, non riuscì a trovare una spiegazione a tale situazione.
Si ritrovò nuovamente per i tetti, ad essere inseguito da un demone e poi da un gruppo di zombi pieni di fame di vendetta, ancora in quella stanza spoglia, buia e rossa, in compagnia di quell’ombra dagli occhi infernali.
In un flash veloce ripercorse tutti i sogni angosciosi di quella notte.
Si chiese nuovamente il perché di ciò: perché il destino sembrava avercela a morte con lui?
Cercò di liberarsi dalle mani sul suo collo, graffiando le dita di William, ma esso intensificò ancora la presa, non curandosi dei suoi tentativi e gemiti soffocati.
Infine Grell si arrese, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e aspettando che l’altro finisse il suo dovere.
Chiuse gli occhi.
 
Forse l'incubo non è ancora finito.
   
 
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