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Autore: francy_lucas    17/12/2013    1 recensioni
*dal testo*
Con tutto il coraggio che avevo poggiai il piede sul bordo della ringhiera e dandomi lo slancio poggiai anche l’altro, ora ero in bilico su una superfice di si e no cinque centimetri, lo spazio che c’era dal balcone al suolo non era tanto, ma bastava per rompermi l’osso del collo.
Volevo rompermi l’osso del collo perche erano ormai tre mesi che Harry Styles mi teneva rinchiusa in quella fottutissima casa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                       Paradise
 
 
Con tutto il coraggio che avevo poggiai il piede sul bordo della ringhiera e dandomi lo slancio poggiai anche l’altro, ora ero in bilico su una superfice di si e no cinque centimetri, lo spazio che c’era dal balcone al suolo non era tanto, ma bastava per rompermi l’osso del collo.
Volevo rompermi l’osso del collo perche erano ormai tre mesi che Harry Styles mi teneva rinchiusa in quella fottutissima casa.
Tutto è cominciato quando una sera andai in discoteca senza il permesso dei genitori. Ballai come una dannata, quando notai che il riccio non mi staccava gli occhi di dosso, si avvicinò a me e insieme ballammo un po’, niente di che, l’ultimo ricordo che ho di quella sera è di lui che mi offre un drink.
Mi svegliai la mattina dopo nella sua camera da letto, scoprì che mi aveva drogata.
Harry era molto possessivo a volte anche violento ma sapevo che in fondo mi voleva bene e anche io gliene volevo ma odiavo questo suo lato oscuro.
Non so quante volte gli chiesi quando mi avrebbe lasciata andare, ma lui si limava a guardarmi dolcemente e a darmi un dolce bacio sulla fronte, io ho sempre interpretato questo gesto come un
“mai”, ma io non potevo restare li per sempre, volevo rivedere la mia famiglia i miei amici.
Harry non capiva che io mai gli avrei negato una relazione normale, una relazione dove ci si vede il pomeriggio o si esce insieme la sera, perché non potevo avere una relazione normale? Perché Harry aveva scelto priprio me? Perché proprio Emily Benson? Troppe domande sensa risposta.
Ora voi vi sterete chiedendo: ma non può provare a scappare? Bhe, la risposta è che ci ho già provato, anzi, le ho provate tutte, ho provato a calarmi dalla finestra, ho provato a forzare la serratura di porte e finestre mentre lui non c’era, tutto inutile, poi verso la seconda settimana che ero rinchiusa mi arresi, mi arresi come ora, sì , mi sto arrendendo ancora una volta perché morendo avrei lasciato tutti i problemi qui sulla terra.
Ma ormai la decisione era presa.
Mi diedi lo slancio per saltare quando la porta si aprì, era Harry, indossava solo i boxer e una asciugamano al collo, probabilmente stava tornando dalla sua doccia pomeridiana.
Vedendomi spalancò gli occhi
<< Emi che cazzo fai scendi subito! >>
Il suo sguardo era misto tra l’arrabbiato e lo stupito
Una lacrima partì dal mio occhio e andò a schiantarsi sulla ringhiera, lui prese a fare una corsa sfrenata verso di me, quando io mi buttai l’ultima cosa che sentì fu un urlato “NO” da parte di Harry, poi il buio.
 
Harry pov’s
 
Quel giorno avevo una strana sensazione, così finii prima la mia solita doccia, mi asciugai e mi vestì, quando entrai nella mia stanza la visione che ebbi fu agghiacciante: l’esile corpo di Emily era in bilico sulla ringhiera del balcone, capii al volo le sue intenzioni
<< Emi che cazzo fai scendi subito! >>
Fu tutto quello che riuscii a dire. Una lacrima solitaria le solcò il volto e con un rumore impercettibile fermò la sua corsa sulla sottile ringhiera.
Cominciai a correre per raggiungerla, non credo di essere mai stato così veloce, ma non fu abbastanza, lei si butto e la nostra cittadina venne disturbata dal tonfo sordo sel suo corpo che toccava il suolo, un “NO” spontaneo uscì dalla mia bocca.
Afferrai il telefono e mi precipitai in giardino ad una velocità sovrumana. Andai verso di lei e cotrollai se c’era ancora battito, un flebile colpo provenne dal suo petto: era ancora viva.
Chiamai l’ambulanza. Lei doveva farcela! Non poteva lasciarmi io l’amavo,
<< scusa piccola, non doveva andare così >>
Le sussurrai queste parole mentre l’ambulanza arrivava. Dato che le ricerche di Emi erano ancora in corso mi nascosi.
Due medici la posarono su una barella e inizarono ad armeggiare su di lei con strani aggeggi, la toccavano in punti come il seno e questo mi irratava e non poco, se non fossero stati l’unica salvezza per Emi gli sarei saltato addosso. Dietro quel cespuglio intanto io versavo lacrime amare, non doveva andare così, ma quella sera di tre mesi fa non ho potuto resistere, lei era così bella e spensierata, ed è stato così facile per me perdere la testa. Nel suo drink misi un sonnifero e la portai a casa. Forse è vero che in questi mesi sono stato violento ma gli scatti d’ira li ho da quando ero bambino.
Inizirono a usare il defibrillatore, il suo corpicino era invaso da mille scariche elettriche e ancora la mia speranza non era svanita fino a quando 3 parole dette da un dottore mi uccisero “ora del decesso?” era morta. In quel momento tutto mi cadde addosso era tutta colpa mia, lei era una ragazza così dolce, solare, vivace, premurosa e si era spenta a causa mia. Sono un coglione. Prima che la coprissero con un telo bianco riuscii a scorgere il suo bellissimo viso ancora una volta, aveva i lunghi capelli rossi che cadevano ai lati del lettino, vidi i suoi occhi chiusi che se fossero stati aperti sarebbero di un azzurro intenso, il nasino perfetto contornato da quelle lentigini che tanto odiava, le labbra perfette e carnose ormai bianche, il suo viso era completamente senza vita. La caricarono sull’ambulanza e la portarono via da me per sempre.
Caddi sulle ginocchia e iniziai a piangere e a urlare strappando l’erba del mio curatissimo giardino, mi accasciai sul soffice manto verde, non so per quanto tempo rimasi così.
Dopo interminabili ore mi trascinai dentro casa con gli ocche gonfi per il pianto e i capelli arruffati.
Mi misi nel letto e mi addormentai subito. Quella notte la sognai.
Quando mi svegliai capii che non avrei potuto stare senza di lei, mi mancava il suo girare per casa senza una meta, mi mancava averla vicino a me, mi mancale tutto di lei, così presi una decisione: l’avrei raggiunta. Mi diressi in bagno e aprii il mobile in fondo trovai quella boccetta con un teschio sull’etichetta, molto lentamente riempii d’acqua un bichiere e ci versai dentro due goccie di liquido, erano sufficienti, le appoggiai sul mio comodino e mi misi a pulire tutta la casa, non volevo che chiunque mi avesse trovate pensasse che fossi un tipo disordinato.
Mi sdraiai sul letto mi dirai su la coperta e presi in mano il bicchiere e lo scrutai per bene poi lo bevvi, tutto d’un sorso e misi la testa sul cuscino alcune lacrime solcarono il mio viso poi mi venne sonno.
 
Emily pov’s
 
Mi trovai in un posto tutto bianco e affollatissimo, ero morta, un sacco di gente camminava, chi veso destra, chi verso sinistra, quel posto mi ispirava… pace. Poi aguzzando la vista scorsi un ammasso di ricci e capii che quello era il MIO ammasso di ricci gli corsi incintro, qui ci saremmo potuti amare senza violenze, senza costrizioni.
 
                                                            FINE.
  
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