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Autore: PinkyCCh    17/12/2013    9 recensioni
Cosa può accadere se un contratto stipulato anni prima da due nonni un po' pazzi, venisse fuori?
E se questo contratto implicasse un matrimonio combinato tra due ragazzi?
E se il ragazzo fosse uno stronzo cuore di ghiaccio ?
E se la ragazza invece fosse dolce e tranquilla, innamorata dello stereotipo del principe azzurro?
E se una fidanzata gelosa mettesse il proprio zampino?
Riusciranno Shin e Yamashita ad amarsi? O il destino vincerà?
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ice heart - cuore di ghiaccio'
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- Quando il destino è beffardo -






Da quel fatidico giorno erano passate ben due settimane. Due estenuanti settimane. Due interminabili settimane.  Due settimane in cui Shin, una volta appresa la notizia del mio fidanzamento con Shooter, aveva iniziato a dare di matto. Continuava a sbraitarmi contro in ogni occasione, chiedendomi se avessi mollato Micheal e quando rispondevo negativamente, urlava ancora di più. Non riuscivo a capire perché si comportasse in quel modo. Lui aveva detto che ero una nullità, giusto? Perché allora dare di matto a quel modo? Lui aveva contattato un avvocato, non io. Lui e solo lui mi odiava, io l’amavo.


Bella merda, davvero.
 


Non facevo altro che maledirmi mentalmente e fisicamente per ciò che stavo combinando.
Io e solo io soffrivo per tutta quella assurda situazione.
Io e solo io amavo e soffrivo.
Io e solo io stavo illudendo un ragazzo che sembrava interessato per davvero.
Ma poi, da quando Micheal era interessato per davvero? Possibile che non mi fossi accorta di nulla?


Dio che gran casino. Pensai, grattandomi la nuca con fare nervoso.


Iniziava a farmi male la testa, non ero abituata a pensare così tanto, eppure da quando avevo messo piede a Tokyo non facevo altro che farlo.
 
“Ehi, piccola, tutto ok?” Guardai il ragazzo seduto di fronte a me con uno sguardo interrogativo.

Poi feci mente locale. Mi trovavo in un bar del centro, una meta fissa ormai, la nostra. Il White Lady Cafè.

“Sei sempre distratta.” Continuò Micheal imperterrito.
“Oh, ehm…no tranquillo, tutto ok Micheal.” sorrisi fintamente.
“Non prendermi in giro.” Controbatté indispettito Micheal.
“Non ti sto prendendo in giro.” sbuffai infastidita.
“So’ a chi e cosa pensi. Credi che sia così scemo? “disse avvicinandosi pericolosamente al mio volto.
“Ma che fai! Siamo in un luogo pubblico!” risposi imbarazzata e con le gote in fiamme.
“Tranquilla, è una cosa normale fra fidanzati, no?”

E prima che potessi rispondergli incollò le sue labbra sulle mie. Un bacio delicato. Nulla di irruento come quelli di Shin.


Ma dannazione il mio ragazzo mi sta baciando ed io penso a quell’ameba?Che cretina.


“Ma cosa ti prende, piccola?” Micheal mi rivolse uno dei tanti sguardi interrogativi.
“Nulla, scusami. È solo che tutte queste attenzioni…non ci sono abituata. Ecco.” Chinai il capo vergognosamente. Infondo era una mezza verità.

Micheal si era dimostrato l’esatto opposto del ragazzo freddo e bastardo che faceva vedere. Era dolce, premuroso, simpatico, protettivo e fottutamente bello. Un Dio sceso in terra. Il mio Dio personale.
Mi accarezzò la testa gentilmente mentre continuava a studiarmi, quasi a voler cercare qualcosa.

“Non c’è fretta. Abbiamo tutto il tempo del mondo.” Sussurrò suadente mentre un leggero sorriso apparve sul suo volto.

Scossi la testa.

“No. Abbiamo 4 mesi. “ sussurrai.
“Quattro mesi?-  la sua espressione sbalordita mi fece tenerezza. Come potevo fargli una cosa simile? Come potevo a lui che mi trattava come una principessa? Ero una persona davvero schifosa -  Che vorresti dire?”
“Che fra quattro mesi scade il termine del mio  anno di fidanzamento con Seiki. Il 25 dicembre, Natale, si terrà il nostro matrimonio se non troviamo un modo per annullarlo.” Cercai di essere il mio esauriente possibile.

Micheal mi fissava atono. In realtà anch’io avevo fatto lo stesso sguardo quando mi era stato comunicato il tutto.

“Troverò un modo, tranquilla.” Esordì freddamente e con lo sguardo sempre atono.
“Troverai un modo? - alzai uno sopracciglio, guardandolo scetticamente – e sentiamo, come farai?” Iniziava ad irritarmi, sul serio.
“Tranquilla. “

Mi alzai di scatto, spattendo le mani sul tavolino non potendone più di tutti quei suoi “tranquilla”, “ non preoccuparti” e via dicendo.

“Tranquilla? Non sai dire nient’altro? Cazzo Micheal, cazzo! Sto per sposarmi col tuo peggior nemico e tu non sai dirmi nient’altro che non sia tranquilla? Vaffanculo! Vaffanculo stronzo!” sbraitai ormai furiosa. Raccolsi borsa e giacca, alzandomi e dirigendomi verso l’uscita del locale lasciandolo solo.
 
 
Fottiti Micheal. Fottiti Shin. Fottetevi tutti, bastardi.
 
 
Assorta com’ero nei miei pensieri e con la camminata stile marcia, non mi accorsi di essere andata addosso a qualcuno.

“Oh, mi scusi, non volevo, io…io…” le parole mi morirono in gola. Le mani iniziavano a tremare, il cuore a galoppare.
“Ehi Yamashita tutto bene? Non ti sei fatta male, vero? Non credevo di avere la fortuna dalla mia parte e trovarti così velocemente.” Esordì il ragazzo.

Lo guardavo basita. Era forse un miraggio? E perché dietro la sua immagine vedevo un fascio di luce così luminoso da far male ai miei occhi?

“Ehi, ti sei incantata?” il cuore, fottuto traditore, iniziò nuovamente a galoppare e fare le capriole.

Scossi la testa in segno di no.
Il ragazzo si chinò verso su di me porgendomi  la sua mano in segno di aiuto. Mi aiutò a racchetare i miei effetti per poi sfoderarmi un sorriso da urlo.

“C-che ci fai qui? “ giusto, che ci faceva LUI, la?
“Non avevo nulla da fare e così sono venuto a farmi un giro, qui! – disse tirandomi un finto pugno in testa.– mannò scema! Ho saputo che ti eri trasferita qui e sono venuto a trovarti.” Rispose facendo spallucce e lasciandomi allibita.
“Che vorresti dire? “ deglutii faticosamente. Era come se un macigno si fosse schiantato all’altezza dello stomaco.
“So’ che ti sposi. “ rispose facendo spallucce.
“E quindi? Devo tirarti le parole di bocca con le pinze?” incalzai.

Si girò verso di me scrutandomi, poi lo vidi irrigidirsi.

“Non voglio che ti sposi.”
“Come? Scusa?” avevo sentito bene? Ma che voleva ora lui da me? Ci mancava solo quest’altra rogna.
“Non voglio che ti sposi. Dannazione, un altro con te nel letto? “ si passò nervosamente una mano tra i capelli. Sembrava, anzi, era agitato.
“Smettila per piacere. Non mi sembra il caso. “ eh no, non lo era per davvero. Ma come ben si sa, le preghiere non vengono quasi mai esaudite.

Il ragazzo mi si avvicinò e posando la mano destra dietro la mia nuca e quella sinistra a cingermi le spalle, mi attirò a se, annullando le nostre distanze.
Mi baciò come un tempo. Le sue labbra avevano ancora lo stesso sapore.
Gioia e dolore.
Fragola e Lampone.
Ripresi le mie facoltà mentali e fisiche e lo allontanai bruscamente. Che diamine aveva fatto?

“C-cosa hai fatto?! MARK COS’HAI FATTO!” sbraitai iniziando a tirargli pugni sul petto, mentre lui continuava a cingermi le spalle con le sue mani.
 
Perché, perché proprio ora? Perché il mio ex era spuntato fuori dal passato a darmi fastidio?
 
“Complimenti. Davvero brava. Ottima giocatrice.” Una voce glaciale arrivò tagliente dietro di me ed io strabuzzai gli occhi.

Freddo e paura.
Mi voltai lentamente, molto lentamente.

“S-shin…” balbettai in preda al panico.



Che diamine ci faceva lui lì?
Possibile che la sfortuna mi perseguitasse? Oltre sette miliardi di persone sulla terra e lei perseguitava proprio me?

“S-shin...che ci fai qui?” balbettai.
“Un giro.“ fece un sogghigno agghiacciante tanto da provocarmi brividi di freddo, nonostante l’aria di settembre fosse ancora abbastanza mite.
“L-lui è...“ cercai di spiegargli che non era come sembrava, che non passavo da un uomo all’altro, ma non ebbi il tempo.
“Affar tuo, ma complimenti. Vedo che non ti demoralizzi. Passi da un letto all’altro. Io, Shooter e adesso questo qui.” Concluse facendo cenno con la testa verso Mark.
“Questo qui ha un nome. Piacere Sono Mark.” disse il mio ex tendendogli la mano.
“Piacere tuo. “ sorrise beffardo.

Gettai un’occhiata dispiaciuta a Mark che ricambiò con fare comprensivo.

“Sono l’ex di Yamashita.” Sentenziò Mark, guardando divertito Shin.

Ma che diamine diceva? Ora si che peggiorava la situazione.  Vidi Shin irrigidirsi e trapassarmi col suo sguardo di ghiaccio. Sembrava volesse perforarmi l’anima, quasi disintegrarla. Ora cosa gli prendeva? Perché i suoi occhi mi incutevano terrore ed amore al tempo stesso?

“Ehm, Mark scusami ora dobbiamo proprio andare! “ congedai malamente Mark, avviandomi nervosamente verso Shin.

Lo afferrai dal polso destro, tirandolo verso di me, affinché capisse che doveva seguirmi.
Dovevamo parlare e in fretta.
Speravo veramente che Mark fosse solo una meteora nel mio universo. Speravo davvero che Mark non complicasse ulteriormente la situazione già precaria tra me e Shin.
Shin capì al volo le mie intenzione e con un cenno della mano salutò Mark incamminandosi al mio fianco.
Giungemmo in un parco abbastanza isolato per noi due. Gli indicai una vecchia panchina logora e lo invitai con lo sguardo ad accomodarsi al mio fianco.

“Siediti.. .– sussurrai - per favore... “ chinai il capo.

Per un attimo mi guardò scettico ma poi ascoltò la mia preghiera. Osservai con la coda dell’occhio ogni suo movimento. Sembrava che si muovesse con una lentezza estenuante di proposito, quasi a volermi esasperare volutamente.
Il mio corpo tremava. Non sapevo neanche cosa volevo dirgli ma mi sentivo in dovere. Di cosa poi?

“Shin, scusami.” Sussurrai mentre le mie guance si tingevano di un leggero rosso porpora.
“Di cosa?” mi guardò scetticamente Shin.
“Di tutto. – abbozzai un sorriso triste – sono piombata nella tua vita come la peggiore delle calamità. Mi rendo conto di aver sbagliato tutto. Lo so. Me ne sto rendendo conto solo  ora dopo otto mesi. Otto mesi in cui ti ho rovinato la vita. Ti ho creato problemi con Ayumi, con tuo fratello, con tutti. Mi dispiace. Mi dispiace, lo giuro! Non volevo dare fastidio. Non era in programma di invaghirmi di te, non era in programma nulla di tutto quello che è successo! Te lo giuro Shin, te lo giuro! E Mark, non sapevo nulla! Non lo vedo da due anni…da quando… – chinai la testa e sospirai affranta. – da quando mi ha lasciata per un’altra. Io non sono una poco di buono, non lo sono! È vero, sto con Micheal, l’ho fatto perché stupidamente ho cercato di farti ingelosire, senza risultati, ma col tempo mi sono affezionata a lui e ora come ora non credo di poterci rinunciare. Alla sua presenza intendo. Shin, io...”
“Adesso basta! BASTA GIOCARE YAMASHITA! CAZZO! Stai giocando col fuoco! E’ un gioco pericoloso il tuo.” Urlò Shin improvvisamente, alzandosi dalla panchina e guardandomi in modo strano. I suoi occhi non erano più ghiaccio ma solo fuoco. Fuoco vivo.
“Ma che stai dicendo? Shin! Guardami, cazzo!” mi avvicinai a Shin  chiudendo le mie mani a coppa sul suo viso. Ero disperata, il mio mondo, le mie convinzioni si stavano sgretolando miseramente.
“Cosa vuoi? “ ringhiò.

Non ebbi il tempo di riflettere sulle mie azioni che avevo incollato le mie labbra alle sue. Sentii Shin irrigidirsi ancora una volta.  Avevo paura, paura che mi rifiutasse, che sbraitasse o altro, ma dopo un momento lo sentii rilassarsi sotto le mie mani e cingermi i fianchi con le sue mani. La sua bocca si dischiuse, insinuò la sua lingua nella mia bocca, ricambiando il bacio con foga. Avido.
Questo bacio era diverso dal precedente, questo bacio sapeva di...amore?
Era dolce ed irruente al tempo stesso. Possessivo e gentile. Un miscuglio di emozioni contrastanti.
Mi allontanai con fatica, imprigionando i miei occhi ai suoi. Avevo le labbra arrossate, il fiato corto, le mani sudaticce ed una domanda fissa.

“Perché?” domandai curiosa ed intimorita.

Si avvicinò al mio orecchio e soffiò un: “Anch’io.”
 

 
   
 
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