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Autore: CheshireClown    14/05/2008    4 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il tag b, se non in casi particolari.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Due anime, simili e al contempo diverse, vittime dell'ennesimo scherzo del destino, si incontreranno una notte, scoprendo le affinità e lasciando che la scintilla scocchi, illuminando il cielo della loro esistenza con le piccole e luminose braci dell'amore. [DeidaraXNaruto]
[terza classificata al contest crack pairing indetto da Miya86]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Deidara, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The light in our darkest night





The light in our darkest night


Come mine inesplose
Vaghiamo nel mondo
senza una meta precisa.

-Accidenti, mi sono perso, uhn-
Nel fitto del bosco, una figura coperta da un nero mantello decorato con nuvolette rosse avanzava lenta nel buio della notte.
Con una mano, teneva scostato il ciuffo biondo che morbido ricadeva sul viso, permettendo così all'occhio meccanico di scandagliare la foresta.
Il celeste occhio destro, al contrario, cercava disperatamente di adattarsi al buio in cui si era ritrovato.
-Sasori-No-Danna mi farà fuori, ne sono certo, uhn. Era da un mese che aspettava il pretesto giusto, uhn-
Con uno sbuffo, lasciò riposare lo sguardo per alcuni secondi, per poi rimettersi in marcia.
Se solo avesse avuto con sè la sua argilla, in quel momento la foresta sarebbe già stata rasa al suolo e il biondo ninja sarebbe tornato dal suo compagno di squadra, giusto per sorbirsi la ramanzina della buonanotte.
Roteò gli occhi, pensando a come il suo danna fosse ripetitivo nel sgridarlo.
Conosceva a memoria ogni singola battuta, ormai. E sapeva con certezza che Sasori l'avrebbe chiamato per tutto il tempo "idiota". Dopotutto, vi era mai stata frase detta dal suo collega in cui comparisse il suo nome, Deidara?
Sospirò, scacciando dalla mente quei pensieri così fastidiosi e irritanti.
Puntò lo sguardo dritto davanti a sè, alla ricerca di un qualche punto di riferimento dal quale partire per tornare più facilmente al villaggio in cui sostavano sotto copertura.
Si irritò, nel constatare come tutti quegli alberi erano dannatamente uguali.
"Ora capisco perchè rifilano a Zetsu le missioni di spionaggio, solo lui riesce a capirci qualcosa in questi labirinti..."
Velocizzò il passo, le orecchie attente al minimo rumore.
Gli alberi scivolavano attorno a lui come ombre inquietanti, causandogli più volte brividi alla schiena.
Sei un mukenin, si ripeteva, non puoi spaventarti per queste sciocchezze.
Ma quando ci si ritrova di notte, in un bosco e da soli, non vi è più differenza fra criminali e semplici genin.


-Dannazione, dattebayo!-
Saltellando su una gamba sola, un giovane ninja cercava di alleviare il dolore al piede tenendoselo con entrambe le mani.
Con odio si voltò verso la grossa radice nodosa dietro di lui, che poco prima era sicuro non esistesse.
Come poteva lui, il futuro sesto Hokage di Konoha, inciampare in una banalissima radice?
Di sicuro era stata colpa di qualche fenomeno sovrannaturale o di qualche ninja dispettoso appostato dietro qualche cespuglio di rovi.
Appoggiò nuovamente il piede sul terreno umido, portando i pugni chiusi ai fianchi e guardando preoccupato la distesa buia che lo circondava.
In effetti, come poteva tale ninja prodigio perdersi in un bosco durante una semplice passeggiatina notturna?
Si era allontanato dall'albergo dove alloggiava con i suoi compagni di team per poco tempo, ma a quanto pareva era bastata quella manciata di minuti per perdersi in una semplicissima foresta.
Già si immaginava al suo ritorno, sicuramente previsto per la mattina dopo, lo sguardo di rimprovero del capitano Yamato e la più preoccupante ramanzina della sua "dolce" Sakura-chan, con tanto di pugno e mascella rotta come regalino extra. Per non parlare del sicuro commento offensivo di Sai riguardo la sua dubbia mascolinità.
Sospirò tristemente, ritrovandosi a sperare di rimanere in quel bosco per sempre, giusto per non dover rincontrare il suo team.
Di sicuro sarebbero venuti comunque a riacciuffarlo, tanto valeva consegnarsi da solo. Il danno era opera sua, quindi le conseguenze le doveva sopportare lui.
Si incamminò, osservando inquieto le spaventose forme assunte dai rami più bassi degli alberi, secchi e contorti.
Rabbridì, al sentire un fruscio alle sue spalle.
Sgranò gli occhi, stanchi di sforzarsi di vedere con quel buio. Non vi era nemmeno la luna in cielo ad aiutare; solo grossi nuvoloni grigi coprivano come una volta la foresta.
Congelato nella sua posizione, tese tutti i cinque sensi al fine di carpire un minimo di informazione.
Quando ebbe la certezza di essere caduto in falso allarme, proseguì il suo tragitto, cercando in ogni modo di scacciare i fantasmi della sua immaginazione.

Il nostro unico disperato obbiettivo
è trovare la persona giusta
che sappia accendere
il fuoco dell'amore in noi.
Un incontro,
l'aiuto del destino,
e la scintilla scocca
illuminando il cielo
di mille braci ardenti.

Doveva essere notte fonda, quando Deidara raggiunse una piccola radura.
Decise di arrendersi e di aspettare l'alba per tornare dal suo Danna. La mancanza di luci naturali impediva anche il minimo tentativo di orientamento, e il suo occhio meccanico non era stato creato per la visione notturna.
Con un sospiro rassegnato, il giovane radunò alcune foglie secche, indeciso su come impiegarle. Appicare un piccolo fuocherello in piena notte in una foresta a ridosso del villaggio avrebbe sicuramente dato nell'occhio, e farsi scoprire solo e disarmato era l'ultima delle sue intenzioni. Optò quindi di utilizzare il mucchietto di foglie per costruirsi un giaciglio.
Si guardò attorno, alla ricerca del luogo più adatto.
La radura era leggermente concava e dai pendii scoscesi spuntavano grosse radici. Il terreno era umido e ricoperto da uno strato di foglie, buona parte di esse in avanzato processo di decomposizione.
Constatò che quella sarebbe stata la sua notte più dura, fra il mal di schiena e l'olezzo emanato dal terreno.
Adagiò le foglie ai piedi di un albero, lontano da qualsiasi tipo di materiale umidiccio che avrebbe potuto causargli fastidi.
Con una smorfia dipinta sul volto, osservò il giaciglio,immaginandosi già lo stato in cui i suoi capelli si sarebbero presentati la mattina dopo.
Si sedette sul manto di foglie secche, che scricchiolarono sotto il suo peso.
Si portò le ginocchia al petto, appoggiandovi sopra il capo.
Oltre ad essere immerso nell'oscurità totale, sentiva un gran freddo. Maledisse silenziosamente ogni dio esistente, anche il suo capo. Insultò ogni singolo membro dell'organizzazione di cui faceva parte, persino il suo "caro" danna, fino ad arrivare ad Itachi Uchiha, colui che ricevette più insulti di tutti.
Era solo colpa sua se ora Deidara era costretto a vagare qua e là per i mondi ninja alla ricerca di bestie pelose con troppe code in compagnia di una marionetta fredda e indifferente. Maledisse lo Sharingan, se Itachi non ne fosse stato dotato ora il biondo ninja sarebbe nel suo covo segreto fra le montagne del paese della Roccia, a riposarsi al caldo attorniato dai suoi esplosivi.
Il destino però aveva voluto che lui lasciasse la banale carriera di terrorista per dedicarsi a qualcosa di molto meglio: la conquista del mondo. Il fato gli aveva offerto un posto nell'organizzazione di criminali più rinomata, composta da svitati e fenomeni da baraccone. Doveva essere grato di essere la pedina di un dio a cui non fregava niente dei suoi sottoposti.
"Destino bastardo"
Un fruscio improvviso lo distolse dai suoi pensieri.
Sgranò gli occhi, scandagliando la radura, senza notare nulla in quell'oscurità.
Un secondo fruscio.
Puntò lo sguardo sulla fonte di tale rumore.
Si alzò in piedi, lo sguardo fisso sul cespuglio dietro al quale provenivano i fruscii, sempre più insistenti.
Il cespuglio veniva scosso, come se qualcuno o qualcosa stesse tentando di superarlo passandovi attraverso.
In silenzio, Deidara si appiattì contro il tronco dietro di lui, pronto a scappare alla vista di un qualsiasi animale selvaggio.
Terrorizzato, aspettò di veder spuntare un cinghiale affamato o, peggio, un orso.
Tutta la sua paura scemò, lasciando il posto a puro stupore, appena vide una palla arancione rotolare con forza fuori dal cespuglio fino al centro della radura.
Azzardò un passo, giusto per avvicinarsi meglio.
Davanti a lui non vi era nessun animale selvaggio, solo un semplice ragazzino dai capelli biondi con addosso una tuta arancione.
Deidara lo osservò mentre, spaesato, si passava le mani fra i capelli per togliere le foglie secche rimaste incastrate fra i biondi ciuffi.
Con un infantile lamento, si alzò la manica nera della felpa fino a scoprire un taglio sanguinante. Grossolanamente, si sputò sul palmo della mano e lo passò sopra il taglio, cosa che fece rabbrividire Deidara di disgusto, prima di coprirlo nuovamente con lo spesso tessuto.
Massaggiandosi un ginocchio, si alzò in piedi, guardandosi attorno, fino a notare la figura del criminale in piedi di fronte ad un albero.
Fece un salto all'indietro per lo spavento, mentre sul volto di Deidara apparve un'espressione stupita.
-Tu! Chi sei? Cosa ci fai qui, dattebayo?-
Chiese velocemente a causa della paura, una nota acuta facilmente riconoscibile nel tono di voce.
Aveva il timore di trovarsi di fronte ad un ninja nemico. Ciò avrebbe significato uno scontro sicuro, e lui in quel momento era disarmato.
-Mi chiamo Deidara e sul cosa faccio qui non sono affari tuoi, uhn.- rispose brusco il mukenin, mentendo sul fatto che si fosse perso come un emerito babbeo.
-E tu, ragazzino?-
-Io mi chiamo Naruto Uzumaki, dattebayo, e non sei tenuto a sapere del motivo perchè sono qui, 'ttebayo-
Naruto Uzumaki.
Il nome gli ricordava qualcosa. Forse il leader l'aveva nominato una volta in una delle riunioni, durante le quali Deidara era solito non ascoltare e passare il tempo immaginandosi i suoi compagni di associazione in boxer rosa.
-Ehi, aspetta un attimo, 'ttebayo!-
La voce squillante del ragazzo distolse il ninja traditore dai suoi pensieri.
-Cosa, moccioso?-
-Tu sei...quella cappa....-
Un ghigno si dipinse sul volto soddisfatto di Deidara. Adorava vedere la gente riconoscerlo ad occhi sgranati per la paura.
-...l'ho già vista...-
Si sorprese nel notare come lo sguardo del ragazzo di fronte a lui non fosse spaventato.
-...in una locandina, 'ttebayo!-
Il ghigno sparì lasciando il posto ad un'espressione alquanto delusa.
"O al buio non mi ha riconosciuto o questo moccioso è veramente imbecille...sarà meglio stare al gioco, magari riesco anche ad evitarmi uno scontro. Senza la mia argilla rischio di venire sconfitto. Effettivamente, ora che ci penso, la mia foto è su una locandina, sopra una cifra con tanti zeri..."
Un'idea balenò nella mente del mukenin.
-Ehi, ragazzino,uhn!-
Naruto lo guardò storto, sbuffando.
-Mi chiamo Naruto, 'ttebayo!-
-Sì, sì, lo so mocciosetto.-
Il ninja più giovane emise un basso ringhio, a cui Deidara parve non farci caso.
-Stavo dicendo, uhn...Sei del posto?-
Ricevette in risposta uno sguardo sorpreso.
-Credi che abiti in una foresta, 'ttebayo?- chiese perplesso.
"E' proprio imbecille"
-Intendevo se abiti al villaggio qui vicino, uhn.- chiarì con tono annoiato.
-Ah, no, 'ttebayo! Io sono di Konoha, e presto ne diventerò Hokage, 'ttebayo!-
Tutto entusiastata Naruto si stampò in faccia un gran sorriso.
Deidara sollevò un sopracciglio, lievemente perplesso.
-E cosa ci fai da solo di notte in un bosco,uhn?-
Il sorriso sparì, un'espressione imbarazzata pronta a rimpiazzarlo. Cominciò a grattarsi la nuca, alla ricerca di una scusa abbastanza valida.
-Ehm...passeggiatina, 'ttebayo...ehehe...e tu, scusa? Cosa ci fai qui, 'ttebayo?-
Fu la volta di Deidara di sentirsi alle strette. Mica poteva fare la figura del baka di fronte a uno che a quanto pareva a quindici anni era ancora genin.
-Ecco, uhn...non riuscivo a dormire...e allora anch'io ho fatto una passeggiata, uhn!- concluse con un sorriso, sperando che l'altro abboccasse.
-Quindi se sei accampato qui vicino, sai come uscire dalla foresta, 'ttebayo?-
Quella domanda non ci voleva.
-Ehm..ecco io...credo...dunque...- Deidara era a corto di scuse. Poteva benissimo mandare il moccioso in qualsiasi direzione, così se lo sarebbe tolto dai piedi. D'altro canto, era meglio rimanere con lui, in caso conoscesse la via del ritorno o magari un orso affamato spuntasse da dietro un albero. Aveva ragione Hidan: una vittima sacrificale è sempre bene portarsela dietro...
-Non dirmi che anche tu ti sei perso, 'ttebayo!- esclamò fra lo stupito e il disperato Naruto.
"Anche?" pensò Deidara perplesso.
-Quindi tu ti sei perso, uhn?- chiese incerto, non del tutto convinto di voler sapere la risposta.
-Ehm...-
Si guardarono negli occhi, disperati.
Entrambi si erano persi e non sapevano come tornare indietro.
Almeno potevano tenersi compagnia fino all'alba.
-Senti, marmocchio, uhn-
Naruto lo fulminò con lo sguardo. -Mi chiamo Naruto, 'ttebayo.-
-L'ho capito moccioso. Dunque, cosa volevo dire, uhn? Ah sì. Visto che entrambi ci siamo persi, che ne dici di tenerci compagnia fino all'alba? Appena il sole sorgerà, tu potrai tornare al tuo albergo e io dal mio d..cioè dal mio accampamento, uhn.-
Il biondo ninja parve riflettere sulla domanda, prima di annuire e andarsi a sedere sulle foglie secche assieme a Deidara.
Aveva accettato solo perchè le ombre spaventose della notte non lo allettavano particolarmente, e la compagnia di quel ragazzo poteva aiutarlo a sentirsi meno solo e in balia di qualsiasi pericolo. E poi, chissà perchè, provava un certo interesse per quello strano tizio con un buffo mantello.
D'altro canto, Deidara non riusciva a distogliere gli occhi dal suo compagno di disavventure. Ora che si era fatto più vicino, poteva osservarlo meglio. Lo trovava particolare, con i suoi strani tagli sulle guance e quello sguardo infantile eppure al contempo così determinato.
Era goffo, e piuttosto ingenuo, però il  mukenin non riusciva a smettere di paragonare quel ragazzino a se stesso quando aveva quindici anni.
Strinse le mani a pugno, cercando di nascondere le bocche in bella vista sui suoi palmi. Grazie all'oscurità, Naruto non le aveva notate, evitando così al ninja traditore di vedere l'ennesima persona indignarsi a tale scherzo della natura.
Abbassò lo sguardo, triste, ripensando a come al villaggio lo evitavano per via di quelle bocche. E se si avvicinavano, era solo per pagarlo per fare qualche spettacolino da circo.
-Ehi, tutto bene, 'ttebayo?- chiese Naruto, leggermente preoccupato dall'espressione cupa del ragazzo più grande.
Questi alzò il capo, fino a incatenare lo sguardo con quello del genin.
Avevano gli stessi occhi, azzurri e spensierati, dietro al quale si celavano grandi dolori.
Trasalì, Deidara, nel constatare come guardare quel moccioso era uguale al guardarsi allo specchio, anni addietro.
Stesso sguardo, stessa espressione serena, una perfetta maschera, o il frutto di un animo troppo gentile e ingenuo.
-Sì, tutto bene,uhn...- rispose poco convinto.
Soddisfatto di aver ottenuto risposta, Naruto spostò lo sguardo dritto davanti a sè.
-Cosa facciamo, 'ttebayo?- chiese impaziente. Non aveva sonno e si stava annoiando a fissare il buio della foresta.
Deidara si strinse nelle spalle.
-Non lo so, uhn...-
-Perchè non mi parli di te, 'ttebayo?- chiese tutto allegro, curioso come una scimmietta.
Il mukenin lo guardò dapprima scettico, per poi sospirare ed accontentare il moccioso. Dopotutto anche lui si stava annoiando.
-Dunque, uhn..Mi chiamo Deidara, vengo dal paese della Roccia, la mia specialità sono gli esplosivi e ora come ora mi ritrovo in un bosco e non so come uscirne, uhn. Questo è tutto, uhn.- concluse frettolosamente.
Naruto assunse un'espressione imbronciata. La risposta non lo soddisfava per niente.
-Dimmi di più, dai! Così non vale, 'ttebayo!- frignò come un bambino, irritando non poco il criminale.
-Ti ho detto che non ho altro da aggiungere. E poi queste cose mi deprimono, uhn.-
-Perchè ti deprimono?-
La domanda di Naruto era così ingenua da andare dritta al cuore di Deidara, liberando tutte le frustazioni e i dubbi che assillavano il ninja della roccia sin dalla sua nascita.
E come un fiume in piena, parole di frustazione, di delusione e di dolore scivolarono via dalle labbra del biondo, disperdendosi nella foresta come un disperato e rassegnato canto
-Mi deprime pensare che sono solo uno scarto della società, emarginato e lontano da tutto e da tutti, costretto a vivere nel costante terrore che mi acciuffino, e mi uccidano, uhn. Mi deprime avere la consapevolezza che non otterrò la libertà nè l'onore a cui ambivo, uhn. Mi deprime sapere che non sono altro che una semplice, inutile vita destinata a scomparire nell'anonimato, uhn. A questo mondo non c'è posto per me, uhn.-
Naruto ascoltò ogni singola parola, per poi abbassare lo sguardo appena Deidara finì di parlare.
Strinse i pugni, ripensando a tutto ciò che il ragazzo aveva detto. Il cuore doleva, nella consapevolezza che tutto quel discorso si adattava perfettamente alle sue paure, ai suoi timori.
Il mukenin guardava stranito il genin, sorpreso dal repentino cambiamento di atteggiamento.
Vide le sue spalle tremare, e per pochi secondi temette stesse per scoppiare a piangere.
Naruto lo sorprese un'altra volta, cominciando questa volta a parlare lui.
-Anche io la pensavo come te, e forse ancora ora ho paura di venire relegato in un angolo fino alla mia morte, 'ttebayo. Però, sin da quando la gente del mio villaggio mi insultava quando ero piccolo, mi sono ripromesso di non credere nel destino, di lottare contro tutto e tutti pur di farmi riconoscere, di farmi accettare. Ho affrontato scherni con il sorriso stampato in faccia, sperando un giorno di ricevere dalle stesse persone urla di ammirazione, 'ttebayo. Voglio diventare il miglior Hokage di tutti i tempi, per farmi accettare dalla mia gente, per essere ricordato e per regnare in modo giusto, evitando le guerre e i dolori, 'ttebayo. Se a questo mondo non c'è posto per me, io lo troverò a forza, dovessero umiliarmi fino al resto dei miei giorni, 'ttebayo.-
Sgranò gli occhi, Deidara, sorprendendosi delle parole del ragazzo.
Il suo tono esprimeva lo stesso dolore che la sua stessa pelle aveva sentito, eppure la sua voce mostrava una nota di speranza, di fiducia verso gli altri, e di grande determinazione. Tutto ciò che gli era mancato per affrontare il suo villaggio e farsi rispettare, senza diventare un criminale.
Erano simili, ma differivano per il coraggio di scegliere la loro strada di fronte al bivio cui la vita li aveva messi di fronte.
Il ninja della roccia si era arreso alla via più semplice, sperando di poter soddisfare la sua sete di potere, gloria e libertà apportando dolore a coloro che un tempo erano suoi concittadini.
Naruto, invece, aveva scelto la via più difficile. Risaliva controcorrente, affrontando umiliazioni e scherni con il sorriso sulle labbra, felice delle piccole vittorie.
Sorrise, Deidara, prima di fissare negli occhi Naruto.
Sentiva di potersi fidare di lui, di potersi aprire e mostrare finalmente per quel che era veramente.
-Sai una cosa, Naruto?-
Lo sguardo determinato del biondo si fece sorpreso nell'udire per la prima volta il suo nome pronunciato dal ninja di fronte a lui.
-Ti ammiro molto, perchè hai avuto la forza di reagire e di affrontare il mondo. Io mi sono arreso alla via più semplice, recando dolore ai miei aguzzini, che altri non erano che persone innocenti, uhn.-
Il genin lo guardò storto, chiedendosi cosa intendesse dire con l'ultima frase da lui pronunciata.
-Vuol dire che tu sei...-
-Un ninja traditore.- finì la frase Deidara, puntando il suo sguardo malinconico sul volto sconvolto del ragazzino.
-Ma allora...-
-Facciamo un patto, uhn.- lo interruppe -Per questa notte, tu non mi attaccherai e io non ti attaccherò. Ci comporteremo come persone normali, senza dar peso alla classe sociale a cui apparteniamo, uhn. Voglio solo essere libero di essere normale, per una volta. Me lo concedi?-
Dapprima riluttante, Naruto si ritrovò ad annuire. La malinconia con cui gli era stata posta quella domanda gli avevano fatto capire come anche un criminale avesse bisogno di normalità, una volta tanto.
I suoi occhi si posarono nuovamente sulla cappa, per poi sgranarsi sconvolti e tornare a fissare il volto del mukenin.
-Ma allora...tu sei uno dell'Akatsuki!-
Deidara annuì.-Sì, ma sono membro a forza, uhn. Non concordo con le idee pazzoidi del gruppo, fosse per me sarei ancora un misero terrorista del paese della Roccia, uhn.-
Il genin continuava a fissarlo, sconvolto dalla notizia.
Avrebbe dovuto scappare, rifugiarsi il più lontano possibile, chiamare aiuto o tentare di catturarlo.
Ma non fece niente di tutto questo.
Anzi, si accoccolò tranquillamente accanto al ninja traditore.
Dopotutto lui le promesse le manteneva.
E il suo cuore era riluttante al pensiero di allontanarsi dal mukenin, verso il quale provava un certo interesse.
-Deidara-
Lo chiamò, usando per la prima volta il suo nome.
Il ninja traditore sentì il cuore venire avvolto da un calore a lui estraneo. Forse perchè per la prima volta qualcuno lo chiamava per nome?
Poteva essere, ma l'ex-terrorista sapeva che c'era ben altro dietro quel calore, solo che non riusciva a capire cosa fosse.
-Dimmi, uhn.-
-Se tu sei dell'Akatsuki, allora dovresti catturarmi, 'ttebayo.-
Deidara lo guardò stranito.
-Perchè?-
-Perchè io sono il Jinchuuriki di Kyuubi.-
Quella notizia spiazzò completamente il giovane mukenin.
Come poteva un ragazzino goffo e tonto essere il "contenitore" del chakra della Volpe a Nove Code?
Come poteva sopportare tale fardello?
Gli ritornarono in mente le parole dette poco prima dal ragazzino.
Gli insulti, le umiliazioni, e forse anche le botte. Cosa aveva dovuto subire quel ragazzino per colpa di uno scherzo del destino?
E dove aveva trovato la forza di reagire?
Ammirò ancora una volta la sua forza di volontà: riusciva a tenere a bada il Kyuubi e al contempo sfidava il mondo pur di ottenere un minimo di felicità.
-Sei ammirevole, Naruto, uhn. Io non ho mai avuto un fardello così grande, ma ti posso assicurare che so cosa voglia dire essere l'oggetto di scherno del villaggio, uhn-
Il genin lo guardò, sorpreso dalla sua affermazione.
-Che vuoi dire, 'ttebayo?-
-Mi prometti di non scappare, uhn?-
Il giovane annuì, non capendo cosa volesse significare tale domanda.
Notò il mukenin portare insicuro le mani dinanzi a lui, per poi alzare i palmi verso il cielo.
Due bocche sorrisero agli occhi sgranati di Naruto.
-Quelle sono...-
-Bocche. Ne ho una anche sul petto. La natura può essere veramente crudele, non trovi, uhn?- disse con un sorriso amaro stampato in volto.
Con suo stupore, l'Uzumaki nè guardò con disgusto le bocche nè esclamò ai quattro venti la sua indignazione.
Al contrario, la sua mano scivolò fino ad accarezzare una delle bocche, la quale schiuse le labbra e leccò le dita del ragazzo.
Sorrise, Naruto, per il solletico provocato dal contatto umidiccio.
Anche sul volto di Deidara si aprì un sorriso, e nuovamente il suo cuore venne avvolto da uno strano calore.
Cosa gli stava succedendo?
Perchè quel ragazzino così imprevedibile suscitava in lui tutte quelle sensazioni a lui sconosciute?
Perchè lo accettava senza fuggire urlando il suo disgusto?
-Non...Non ti fanno schifo?- chiese titubante.
Naruto lo guardò, per poi sorridergli affabile.
-Sono forti, 'ttebayo! E poi non sono così strane! Dovresti vedere quando mi spuntano le code di chakra, 'ttebayo!-
La gioia si impadronì di Deidara, che si arrese a una risatina timida. Qualcuno lo stava accettando, qualcuno capiva come si sentiva.
Il sorriso sparì, appena vide il volto di Naruto farsi più cupo.
-Allora...Mi catturerai appena arriverà l'alba, 'ttebayo?- chiese tristemente. Gli faceva male sapere che l'unica persona che comprendeva i suoi sentimenti fosse un suo nemico.
-Mmmm...no.-
-Cosa?- Il genin era a dir poco sorpreso.
-Come ti ho già detto, uhn, io non concordo con i piani dei miei superiori. A me non interessa catturare delle bestie pelose con miriadi di code. Fosse per me, non avrei nemmeno fatto parte dell'Akatsuki. Mi hanno obbligato, dopo che ho perso uno scontro con quel dannato Itachi Uchiha, uhn. L'unica cosa che mi piace sono le divise e il fatto che il mio compagno sia un artista come me, oltre che una bastarda bambola odiosa, uhn.-
Naruto seguì il discorso del nukenin con vivo interesse. Era incredibile come il suo modello di criminale fosse stato stravolto in una notte. Non era così che si immaginava un membro dell'Akatsuki. Li immaginava rudi, senza cuore e senza scrupoli. Ma Deidara non era così, era più...umano.
Chissà per quale motivo si incantò a guardare il volto del mukenin, prima di scuotere la testa e cercare un qualsiasi argomento a cui aggrapparsi e ricominciare una conversazione.
-Sei un artista?- chiese ripensando alle ultime parole del ninja traditore, il quale annuì vigorosamente.
-Sì, sì, per me l'arte è esplosione, uhn! Dovresti vedere i miei capolavori in argilla come esplodono nel cielo, uhn!-
La passione negli occhi cerulei del ragazzo accese l'interesse in Naruto.
-Mi faresti vedere una dimostrazione, 'ttebayo?-
-Ehm...- Lo sguardo di Deidara si spense all'istante.
-Non ho la creta con me, eheh.- si scusò, grattandosi il capo.
In risposta, l'Uzumaki mugugnò qualche parola incomprensibile, lanciando sguardi alquanto scettici in direzione dell'artista.
-Ma ti prometto che un giorno mi vedrai all'opera, uhn!-
Si sentiva strano, Deidara. Non si era mai sentito così impaziente di mostrare la sua arte a qualcuno.
-Va bene, 'ttebayo! E' una promessa!-
Il mukenin annuì, per poi porre una domanda al genin.
-Perchè dici sempre "dattebayo", uhn?-
-Perchè dici sempre "uhn", dattebayo?-
Si sorrisero, divertiti dalla coincidenza.
Si appoggiarono al tronco dietro di loro, avvicinandosi l'uno all'altro.
Sentivano il bisogno di stare vicini, per trasmettersi quel calore così piacevole e allo stesso tempo estraneo a loro.
Lasciarono le gote scaldarsi, al lieve contatto delle loro mani. Non avevano mai provato un sentimento talmente strano, non si erano mai sentiti così attratti verso qualcuno.
I minuti passarono in silenzio, gli azzurri occhi rivolti verso la buia distesa di alberi.
-Sai, è buffo...-
Riprese Deidara d'un tratto.
-Cosa è buffo, 'ttebayo?-
-E' buffo come il destino ci abbia fatto incontrare, uhn. Siamo nemici, eppure siamo così simili, uhn. Insomma, entrambi sappiamo cosa vuol dire essere soli contro il mondo, lottiamo per farci apprezzare e caratterialmente siamo entrambi un po' goffi e ingenui, uhn. Quando ti guardo, mi sembra di vedere me da piccolo, uhn.-
Un largo sorriso si aprì sul volto di Naruto, inquietando non poco il nukenin.
-Stai mica flirtando con me, 'ttebayo?-
Deidara sorrise malizioso, lievemente sorpreso dall'imprevedibile domanda.
-Forse, uhn.-
-Ti consiglio di rinunaciare, 'ttebayo. Non funzionerebbe, siamo troppo simili. Solo gli opposti si attraggono, è la regola, 'ttebayo.-
-Ma io sono un criminale, e vado contro le regole, uhn.-
Appena finì di parlare, Deidara prese con due dita il mento di Naruto, avvicinando il viso del genin al suo.
Non gli diede il tempo di protestare, nè di dire qualsiasi cosa.
Pochi secondi, e le loro labbra si ritrovarono sigillate in un bacio.
Dolce, salato, passionale...Non riuscivano a descriverlo, nè si soffermavano a farlo.
Si lasciavano solamente trasportare dalla passione del momento, abbracciandosi e stringendosi quasi a volersi fondere.
Le lingue si cercavano, si trovavano, lottavano, per poi accarezzare le morbide labbra dell'altro.
Il calore li invase, imporporando le loro guance.
Solo quando l'ossigeno venne a mancare, si staccarono di malavoglia.
Ansimanti, incatenarono gli sguardi, lasciando che le azzurre iridi parlassero, esprimendo l'improbabile affetto.
Non erano a conoscenza del motivo per il quale si erano baciati, nè perchè continuarono a baciarsi fino ad adagiarsi sul giaciglio di foglie secche.
Forse era attrazione, forse era affetto. O più semplicemente, era quel dolce sentimento che invadeva il loro cuore al sapere che al mondo c'era qualcuno che li comprendeva, e che ora teneva loro compagnia allontanando le buie ombre della solitudine.
Si sentivano simili, eppure così lontani. Divisi da realtà sociali troppo diverse, divisi da un destino che per gioco li aveva fatti incontrare così, in una notte senza luna nè stelle.
E sapevano che lo stesso destino, per quanto si sarebbero opposti, li avrebbe divisi appena il sole sarebbe sorto, mostrando a entrambi la via per tornare a casa. Una casa dove non c'era l'amore ad aspettarli, nè il calore che li infervorava in quella lotta di labbra voraci e agili mani.
Si baciarono, con dolcezza, con passione, con curiosità.
Scoprivano l'amore incerti, come un bambino che compie i suoi primi passi.
Si trovavano avvolti da un calore mai provato prima.
Nè in presenza di Sasori.
Nè in presenza di Sakura.
Non gli importava del domani, vivevano quel presente così utopico, una perfetta maschera per una realtà troppo dura da accettare.
Speravano che quella notte non finisse mai, così come il loro patto.
Non erano più un mukenin e un genin, non erano più un membro dell'Akatsuki e il Jinchuuriki di Kyuubi.
Erano semplicemente Naruto e Deidara.
Due giovani che andavano contro ogni regola, persino quelle dell'amore.

E' destino.
Quelle braci moriranno
al primo soffio di vento
al primo raggio di sole
che le sostituirà con la sua luce accecante
e fredda.

I raggi del sole accarezzarono le palpebre chiuse dei due ragazzi distesi sul giaciglio di foglie secche.
Abbracciati, dormivano beatamente, fino a sentire un fastidioso calore bussare ai loro occhi chiusi.
Mugugnando, aprirono gli occhi, e non servì alzare il capo per poter incontrare il cielo azzurro.
Si specchiarono l'uno nello sguardo dell'altro, sorridendosi.
Ripensarono alla notte appena trascorsa, a come avevano trasgredito ad ogni regola, amandosi.
E ricordarono, con una nota di tristezza, il loro patto.
-Non possiamo rimanere qui, vero, uhn?-
La voce roca di Deidara spezzò il religioso silenzio solito abitare la foresta di prima mattina.
-Il mio team mi sta aspettando.-
Il tono di Naruto era piatto, inespressivo. Non aveva nemmeno usato il suo solito "dattebayo".
Doversi separare dal mukenin lo rendeva...vuoto.
Con un sospiro rassegnato, l'artista biondo si tirò su a sedere, scrollandosi i capelli e lasciando cadere le foglie secche rimaste impigliate fra i suoi ciuffi dorati.
Lo stesso fece Naruto, seduto accanto a lui.
Si rialzarono, si guardarono un'ultima volta negli occhi, perdendosi in quelle iridi così simili.
Si scambiarono l'ultimo, disperato bacio, prima di voltarsi e proseguire silenziosamente ognuno per la propria strada, sperando che l'indifferenza rendesse l'addio meno doloroso.


-Naruto, ascoltami!-
La voce squillante e lievemente isterica giunse come un eco lontano alle orecchie di Naruto.
Aveva ritrovato in breve tempo la strada per l'albergo, aveva subito ogni tipo di ramanzina e ora si apprestava a ripartire per tornare a Konoha con il suo team.
Sembrava un automa: non esprimeva emozioni, sul volto stampata un'espressione di totale indifferenza, una maschera perfetta per la tristezza che regnava nel suo cuore.
Il suo pensiero era ancora rivolto al biondo mukenin di quella notte.
Non riusciva a smettere di pensare a come fossero simili, a come quel buffo ciuffo lo attraesse così tanto.
E dire che non si era mai ritenuto "dell'altra sponda".
Lanciò un'occhiata a Sakura, ancora intenta a sbraitare invano.
Forse non era un'idea malvagia diventare gay.
Alzò il capo verso il cielo, e rivide gli occhi di Deidara.
Con odio, guardò il sole. Quel giorno non riusciva a tollerarlo, così freddo e dispettoso.
"Non mi ha più mostrato la sua arte..."
Triste, si ricordò di quella promessa. Chissà quando l'avrebbe mantenuta...
I suoi pensieri vennero interrotti da una bianca farfalla che, delicata, svolazzò attorno alla sua testa per poi levarsi alta nel cielo e...
Esplodere.
Un gran sorriso si aprì sul volto di Naruto, sotto lo sguardo stranito dei compagni di viaggio, i quali si stavano chiedendo se nel bosco il biondo genin avesse preso una testata.
Ma loro non sapevano cosa era successo nell'oscurità di quel bosco, non erano a conoscenza dell'incontro avvenuto in una piccola radura.
E non conoscevano l'arte di Deidara.
"Per me l'arte è esplosione, uhn! Dovresti vedere i miei capolavori in argilla come esplodono nel cielo, uhn!"
Il sorriso sul volto di Naruto si ampliò, ripensando a quelle parole.
Seguendo i compagni, si guardava spensieratamente attorno, felice.
Deidara aveva ragione, le esplosioni erano magnifiche.
Come il loro amore, un'esplosione che aveva illuminato la loro notte più buia.
E che, purtroppo, era scemata al primo raggio di sole, troppo luminoso da contrastare con semplici braci.


-Idiota, ti vuoi muovere?-
Con voce autoritaria, un giovane dai capelli rossi richiamò l'attenzione di Deidara, intento a fissare il fianco della collina sul quale sorgeva una rigogliosa foresta, subito a ridosso di un piccolo albergo.
Sorrideva, Deidara, nel vedere come Naruto aveva apprezzato la sua opera d'arte.
Per una volta, il fatto che il suo occhio meccanico sapesse zoomare ma non fosse abile nella visione notturna era una fortuna.
-Allora, idiota, ti sbrighi?-
Sbuffando, il biondo artista tornò alla realtà.
-Sì, danna, arrivo, uhn.-
Prima di voltarsi, guardò ancora una volta in direzione del sentiero sterrato che dall'albergo percorreva il pendio della montagna, fino a sfociare in una piazzola assolata di fronte alle porte del villaggio.
-Ci rivedremo, Naruto, uhn-
Sussurrò, lasciando che il venticello estivo raccogliesse le sue parole e le trascinasse lontano, verso la foresta.
Avrebbe lottato contro il destino, contro il mondo, pur di rivederlo.
Perchè solo quel baka era riuscito ad accendere in lui la fiamma della felicità, e dell'amore.

L'amore è come un'esplosione
Effimera,
dura pochi attimi.
Magnifica,
stupisce anche gli animi più freddi.
Stupenda,
la sensazione che si prova
e che per tutta la vita
si continua a cercare,
sperando di rivedere
calde braci illuminare il cielo notturno
dell'anima.


*****

Ecco a voi la DeiNaru, tale e quale a quella mandata a miya, senza nessuna correzione u.u
Ancora non riesco a crederci di essere arrivata terza *-* Al mio secondo concorso *-*
Quando l'ho scoperto ho cacciato un urlo di gioia che è riuscito a far zittire quei gran rumorosi dei miei vicini, che miracolo u.u
Devo ammettere di averci messo l'anima in questa fic, sia perchè il pairing mi ispirava e mi frullava in testa già da un bel po' di tempo, sia perchè ci tenevo al concorso u.u
E' stata dura, ma direi che la fatica è stata ricompensata *-*
L'ho riscritta ben tre volte, prima di trovare l'ambientazione.
Volevo qualcosa di semplice, dove risaltasse l'introspezione dei due personaggi e dei loro caratteri simili.
Mi ha fatto dannare, ma ora ne sono proprio fiera. Sono pure riuscita a mantenere i pg IC *-*, miracolo.
Ringrazio miya per il concorso u.u
Riporto qui il suo giudizio:

Adorabile, ecco. Così dolce *-* perfetta in ogni dettaglio, tranne per quei pochi errori di battitura; la lettura è scorrevole e il tuo stile abbastanza buono. I personaggi sono in pieno IC, la trama non originalissima ma l’introspezione accurata e nuova. Un ottimo lavoro, che mi ha conquistato dalla prime righe.

Grazie *.* Ogni volta che la leggo mi metto a saltellare come un'idiota >/////<
Ora ho la mania dei crack pairing <.<
Non ho altro da dire, credo tornerò a zompettare per la casa urlando come un'isterica, giusto per spaventare ancora un po' i vicini.







 



  
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