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Autore: Elly24    17/12/2013    10 recensioni
" prima le signore" la paura mi assale di nuovo. Respiro lentamente. " non sarai tu prim. Non puoi essere tu." Mi dico da sola. " primrose eveerden" qualcuno mi chiama. So benissimo chi ma la mia consapevolezza è paralizzata
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un nuovo capitolo della vostra paperella! Per il concorso ho deciso di usare l'idea di "SonoDiversaDagliAltri" per il primo capitolo. Per il prossimo userò un' altra delle vostre idee. Ringrazio tutte coloro che hanno partecipato e abbiate pazienza che prima o poi 

( dipende da quanti impegni ho) vedrete la vostra idea qui, tra le mie poche umili righe! Se volete, voi altri lettori, potete mandare le vostre idee! Siete ancora in tempo!

Per la ragazza che ha avuto questa bellissima idea per il capitolo, fammi sapere se ti piace, se era come te lo aspettavi o se ti ho deluso ok? Grazie mille bacioni 





 


COME SI PUO' SENTIRE UNA DOLCE PAPERELLA NEI TERRIBILI HUNGER GAMES







 


Buio. Fame. Sofferenza. 

È questo quello che si vede o si prova quando si sa di non avere via di uscita. 

Di vedere la luce ma di non poterci arrivare, anche se sembra di poterla toccare con un dito.

Quando i brividi giù per la schiena rendono insopportabile la notte o la gola secca rende troppo doloroso anche respirare. 

Quella tosse insistente che non smette mai. 

" Su, forza Prim. Dai. Cerca di scaldarti", Katniss mi guarda con le lacrime agli occhi. 

Io sto gelando, ho le braccia attaccate alle ginocchia. Non so davvero come mantenere il calore nel mio corpo. 

Mia madre è lì, sulla poltrona, davanti alla finestra. Non si accorge del caldo o del freddo: alcune volte la invidio. 

Non abbiamo i soldi per la legna e non possiamo scaldarci. L'aria è carica di tensione e l’unico suono che posso sentire in momenti come questo è il battere dei denti. 

Il mio sguardo è colmo di disperazione e Katniss lo nota. 

Mi mette un braccio attorno alle spalle e cerca di coprirmi ancora di più con una misera tela di cotone, umida. 

Ne abbiamo una ciascuno, e in più indosso una giacca vecchia di mio padre. 

Oh papà. Se solo tu fossi ancora qui. Qui con me. 



Dormire è praticamente impossibile così passo la notte in silenzio, guardando le ombre che gli alberi mossi dal vento incessante, proiettano sul muro. 

Con mio grande sollievo l'alba riscalda l'aria. 

Fuori si cominciano a sentire il vocio dei minatori che salutano la famiglia prima di andare a lavorare e le lavandaie che iniziano a strofinare i loro stracci nell'acqua. 

Mia madre si è addormentata mentre io e Katniss ci guardiamo con aria triste. 

Un altro giorno. Non abbiamo più nulla da vendere per comprare del cibo. Quasi tutti i vecchi abiti miei e di mia sorella sono stati venduti, e il mobilio ha fatto la stessa fine. 

Ci rimangono solo le fragole al sindaco. Ultimamente abbiamo scoperto che al Prato ne crescono di buonissime. 

Il mio stomaco gorgoglia infelice e devo chiudere gli occhi per qualche secondo per non cadere presa dalla debolezza. Non dormo da due giorni e non mangio da tre. 

L'ultima cosa che ho ingerito sono state due foglie di menta. 

Barcollo leggermente e ingurgito un'altra foglia. 

I giorni sono monotoni. 

Scuola. Fame. Notte da incubo. 

Scuola. Fame. Notte da incubo. 

Non riuscirò mai a sopravvivere con due foglie di menta. 



Katniss ha solo undici anni e non ha ancora l'età per prendere le tessere. La mamma in quello stato non aiuta di certo. 

La sera mia sorella torna con un po' di legna, mezza porzione di stufato e due pagnotte bruciate. 

Pane vero. 

Accende il fuoco e cerco di far asciugare quella dannata coperta. 

Mia sorella divide le porzioni. Mette in una scodella un po' di stufato, una fettina di pane e una foglia di menta e me la passa. Io inizio a mangiare rapidamente e nel giro di pochi minuti ho finito tutto. Mia sorella sta cercando di convincere mia madre a ingerire qualcosa ma lei si rifiuta. 

Alla fine mordicchia la crosta del pane. 

Per il giorno seguente avanza una pagnotta e una scodella di stufato. 

Con mio grande sollievo la coperta è asciutta e così metto vicino al fuoco anche quelle di mia madre e mia sorella. Questo pasto mi ha dato qualche forza in più e sono consapevole che non rivedrò cibo per almeno tre giorni. 

Stanotte il clima è meno freddo. Il vento soffia, ma non violentemente. Resta il fatto che per addormentarmi continuo ad osservare l'ombra degli alberi. 



Al mattino, quando mi sveglio, Katniss non è nel letto accanto a me. 

Ha lasciato un biglietto sul tavolo. 

" Tornerò stasera con un altro pasto. Mangio per strada. Finite lo stufato ma lasciate la pagnotta. Non preoccupatevi. Katniss". 

Come avrebbe fatto? Ultimamente le è venuta l'idea di andare a cacciare. Ma è proibito e credo sia un'idea folle. Anche se del cibo fresco ogni giorno farebbe sognare chiunque. 

Ma non c'è spazio per i sogni. 

Vado a scuola dopo aver convinto mia madre a finire lo stufato. 

In fin dei conti, io ne avevo già mangiato in abbondanza la sera prima. 

Mentre cammino per strada passo davanti alla panetteria.

Chiudo gli occhi serrando i pugni lungo i fianchi. 

Non riesco a resistere a quel profumo. Ho troppa fame. Per un attimo penso di poter rovistare nel cestino ma vedo la moglie del panettiere che sistema la vetrina.

Katniss mi ha raccomandato di non avvicinarmi quando c'è lei perché picchia i bambini. 

Così mi allontano. Poi vedo il figlio del fornaio. 

Peeta. 

Ha la stessa età di Katniss ed è lui che ha venduto a basso prezzo la torta a mio padre per il mio compleanno. 

Quando si accorge che lo sto fissando mi sorride. 

Come ha fatto Katniss a pagare due pagnotte ieri? 

Con i soldi delle fragole poteva comprare la legna e lo stufato. Ma non le pagnotte. 

Come ha fatto? 

Peeta. Lui, quel ragazzo dolce e gentile che mi sorride sempre. Ha un livido sullo zigomo. Devono averlo picchiato per quello che ha fatto.  

Vorrei ringraziarlo ma uno sguardo vale più di mille parole. Così ricambio il sorriso e corro via notando attraverso la vetrina di essere completamente arrossita. 



La sera si fa tardi e Katniss non è ancora tornata. Accendo un piccolo fuoco con la poca brace rimasta e mi siedo accanto a mia madre che fissa il vuoto fuori dalla finestra. 

" Dov'è Katniss?" chiede. 

" Tra poco arriva" rispondo e spero ardentemente che sia così. 

Quando apre la porta non credo ai miei occhi. Mia sorella è raggiante e ha tra le braccia un coniglio spellato, pronto da cuocere. Persino mia madre sembra tornare per un attimo in sé. 

Si alza e prende l'animale senza dire nulla. Corro ad abbracciare mia sorella. 

" Come hai fatto?" chiedo con gli occhi lucidi. 

" ho capito che potevamo avere ancora della speranza. E non mi arrenderò".



Durante la cena abbondante, noto che tra i suoi capelli è rimasto un petalo di un fiore. Lo prendo tra le dita e lo riconosco subito. 

Un dente di leone. 

Sorrido. Domani mattina, quando andrò a scuola, lascerò il petalo sulla vetrina della panetteria. 









Angolo dell'autrice: 



Avrete capito che Prim sa già che la speranza si cui ha parlato Katniss non è altri che il nostro amato ragazzo del pane. Fatemi sapere i vostri pareri! A presto!!
  
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