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Autore: rainydays93    17/12/2013    4 recensioni
Durante uno dei soliti ritrovi "lupeschi", a Stiles suona il cellulare. Tutti si interrompono per evitare di produrre rumori sospetti. La telefonata, nonostante il ragazzo si sia rifugiato in casa, non può non rimanere inascoltata. Non quando appena fuori dalla porta c'è un branco di lupi con l'udito sensibile. Che cosa sarà mai successo...?
[Sterek/piccoli accenni Scisaac]
Ambientata all'incirca tra la seconda e la terza stagione.
Enjoy :)
~Chiara♥
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Mahealani, Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I Know It Ain’t Easy

 

Capitolo 4: Sorry

 

 

Stiles non vide Derek per i giorni successivi. O meglio, lo vide. Che lo guardava. Da lontano. E la sua espressione non era propriamente felice.

 

Da parte sua, Derek aspettò fino all’ultimo che fosse Stiles ad avvicinarsi per parlare. Cosa che ovviamente non accadde.

 

‘Non è lui che mi deve spiegazioni. Sono io a doverle a lui. Anche se potrebbe dirmi il motivo per il quale non mi ha voluto ascoltare…’

 

Dopo una settimana in cui continuò a tormentarsi mentalmente, decise che non ne poteva più. Stiles non si presentava nemmeno più ai ritrovi con il branco. ‘Non riesco a sopportare la sua assenza. Quando si accorse a cosa stava pensando, si lasciò scappare una piccola risatina.

 

Peter, che in quel momento stava preparando la cena, lo guardò esterrefatto. “Non credevo fossi ancora capace di ridere, nipote. Meglio che te la tieni stretta…”

 

Derek si riscosse dai suoi pensieri. “Chi?” chiese tornando al suo solito broncio.

 

“Ah!” esclamò indicando il più piccolo degli Hale. “Allora ammetti che c’è qualcuno!” Un sorriso soddisfatto spuntò sulle sue labbra. “Chi è la persona che ti ha rubato il cuore?” chiese curioso e raggiunse il nipote sul divano, spostandogli poco gentilmente le gambe e sedendosi accanto a lui.

 

Derek sbuffò, alzando gli occhi al cielo. “Non so di cosa tu stia parlando. Forse è meglio che ti rimetta a preparare la cena e pensi a farti gli affari tuoi” disse secco, rimettendo le gambe distese sul divano, cacciando così Peter.

 

Imitando il nipote, alzò gli occhi al cielo e sospirò, rimettendosi ai fornelli.

 

 

Nel frattempo Stiles non sapeva più che fare.

 

Danny lo aveva invitato fuori ancora, ma lui aveva gentilmente rifiutato. Sinceramente, non se la sentiva di uscire avendo lasciato la situazione con Derek irrisolta.

 

Si dava la colpa di ciò, dopo averci pensato bene, per non avergli dato una possibilità per spiegarsi del suo strano e alquanto insolito comportamento. O meglio, gliel’aveva data e lui l’aveva sprecata, ma rimpiangeva comunque di averlo chiuso fuori casa.

 

Aveva quasi avuto l’istinto di andare a casa Hale per dargli un’occasione, ma poi il suo orgoglio lo aveva fermato. ‘Perché dovrei essere io a fare questo sforzo quando è tutta colpa sua?’ si chiese più volte.

 

Ma poi, finalmente, anche lui decise che non ne poteva più.

 

Rimaneva solo una cosa da fare, escludendo ovviamente il rivolgersi al diretto interessato: chiedere aiuto a Scott.

 

 

 

Parlarne a scuola era fuori discussione, non voleva che orecchie indiscrete potessero sentire.

 

Così un pomeriggio andò a casa McCall. Decise, per una volta, di essere salutista e di andare a piedi.

 

Suonò il campanello e gli aprì Melissa, che lo salutò calorosamente, come fosse figlio suo. Lo fece accomodare e gli comunicò che Scott era in camera sua a studiare con Isaac.

 

Come d’abitudine salì subito le scale e si diresse verso la camera dell'amico, trovandola chiusa. Alzò un sopracciglio e, silenziosamente, aprì la porta. Quello che vide lo lasciò senza fiato: Isaac e Scott erano sul letto, abbracciati, e si stavano scambiando dolci effusioni. Non sembrarono nemmeno accorgersi dell'amico, che per far terminare quella situazione imbarazzante, almeno per lui, preferì uscire in corridoio, premurandosi di far rumore chiudendo la porta.

 

Scott e Isaac balzarono immediatamente seduti, con gli occhi spalancati e scambiandosi uno sguardo impensierito. Fu Scott ad alzarsi, mente Isaac si rimetteva a sedere alla scrivania, e ad andare ad aprire la porta.

 

"Stiles?" chiese trasalendo e guardandolo interrogativo. "Che ci fai qui?" si scostò dalla porta e lo fece entrare. L'altro, prima di rimettere piede nella stanza, controllò che non ci fosse più nessuno sul letto e, appurato ciò, si andò a mettere tra Isaac e Scott, alternando tra loro lo sguardo.

 

"Farò finta di non aver visto niente, per la mia sanità mentale, solo se mi dite due cose..." cominciò senza dar tempo alla coppia di fare domande e, alle espressioni interrogative dei ragazzi, aggiunse "...quando diavolo avevate intenzione di dirmelo?" assunse un'aria offesa che si tramutò ben presto in esaltazione. "Da quanto state insieme?" chiese contento per i suoi amici, che finalmente avevano fatto chiarezza con i loro sentimenti.

 

Scott scosse la testa e sorrise, grato del fatto che Stiles l'avesse presa così bene. "Veramente è una quasi novità anche per noi, sei il primo a saperlo." Si porto una mano alla nuca e si sfregò, un po' in imbarazzo. "Abbiamo cominciato ad... avvicinarci da poco."

 

"Wo-oh-oh amico non voglio i particolari!" mise le mani avanti il ragazzo, facendo arrossire la neo-coppia.

 

"E non li avrai!" rispose sconvolto Scott. Si sedette sul letto e Isaac lo raggiunse, sedendosi a fianco a lui e prendendogli la mano, così da lasciare la sedia per Stiles. "Piuttosto... cosa ci fai qui?"

 

"Devo avere per forza un motivo per venire a trovare il mio miglior amico?"

 

Scott lo guardò scettico, mentre Isaac emise una risatina. "Stiles, sentiamo il battito del tuo cuore, ricorda."

 

Il giovane Stilinski aprì la bocca per ribattere, ma si arrese e, dopo essersi finalmente seduto, guardò serio i due beta.

 

Si portò le mani sul viso e, dopo aver raccolto il coraggio necessario, parlò. "De... k m... b...ci...to."

 

"Cosa?!" Scott esclamò non avendo capito niente.

 

Stiles alzò gli occhi al cielo, maledicendo la persona dalla quale aveva preso quel brutto vizio. Tolse le mani dalla bocca, ma non dalle guance, per non far vedere il proprio rossore, e ripeté. "Derek mi ha baciato." Questa volta fu sussurrato, ma grazie al loro udito sviluppato, Scott e Isaac non fecero per nulla fatica a sentire.

 

"COSA?!" disse Scott sconvolto. Isaac non fece una piega e, per questo, ricevette degli sguardi straniti.

 

Ricambiò le occhiate e alzò le spalle. "Che c'è?" chiese voltandosi alternativamente tra  i due amici. "Ho notato gli strani comportamenti tra Stiles e Derek e ho capito che era successo qualcosa" spiegò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Certo, non pensavo a qualcosa del genere però..."

 

Scott lo guardò incredulo. "E perché non mi hai detto niente?" domandò e senza aspettare una risposta, se non una scrollata di spalle, continuò. "No, aspetta un secondo... da quanto va avanti questa storia?" si voltò verso il suo migliore amico e lo fissò, attendendo che gli rispondesse.

 

Stiles, messo alle strette, sospirò. "È successo una settimana fa..." confessò colpevole.

 

"Una settimana fa?! Spero tu stia scherzando!" ricevette in risposta un cenno negativo. Capì che qualcosa non andava, così, un po' contrariato, lasciò Isaac e si inginocchiò di fronte a Stiles. "Ehi..." spostò le sue mani e lo costrinse a guardarlo. "Cosa è successo?" chiese sinceramente preoccupato per l'amico.

 

"In realtà non lo so bene nemmeno io..." ammise con aria triste. Raccontò quello che era accaduto, non abbandonando mai le mani di Scott, aggrappandosi a lui come a un'ancora. Non si accorse di averle strette fino a quando non vide delle espressioni di leggero fastidio sul suo volto.

 

Alla fine del racconto, Scott sembrava confuso. Ma soprattutto incazzato.

 

"Io giuro che gli spacco la faccia. Non me ne frega un cazzo che è il mio alfa. Lo uccido con le mie stesse mani." Si alzò e si diresse alla porta, ma prima che potesse anche solo pensare di uscire, venne fermato da Isaac, che tempestivamente lo aveva afferrato per i polsi; poi lo avvicinò a sé e lo abbracciò dolcemente, facendolo calmare del tutto.

 

Scott si rilassò subito sotto il suo tocco e prese un profondo respiro, tornando a sedersi sul letto con il suo ragazzo.

 

Stiles li guardò invidioso, ma nascondendosi dietro a un sorriso, pur essendo comunque felice per i suoi amici. Li vide scambiarsi un bacio veloce, ma quel bacio conteneva tutto l'amore che provavano, urlava ‘sono qui e ci sarò sempre per te’, e faceva sentire Stiles fuori posto.

 

"I-io penso di dover andare ora..." disse alzandosi e andando verso la porta.

 

"No, ehi, Stiles. Non te ne andare. Se ti mettiamo in imbarazzo, promettiamo di smettere e fare i bravi finché sei qui."

 

"Non ti preoccupare, Isaac. Penso che siate dolcissimi e non dovete fare qualcosa solo perché ci sono qui io. Me ne dovevo andare comunque, devo finire di studiare" fece un debole sorriso, salutò i due amici e si incamminò fuori, tornando a casa.

 

 

 

Derek fu molto sorpreso, quando entrò nella stanza, di trovarla vuota. Si aspettava di entrare e di trovare Stiles a studiare, come sapeva facesse ogni pomeriggio. Fortunatamente lo sceriffo non era in casa, così decise di aspettarlo. 'Aspetterei anche un'eternità per lui...'

 

Il diabete gli salì alle stelle al pensiero, ma poi rifletté e realizzò che non era la sua parte umana che cercava Stiles così disperatamente. Era il lupo, l'alfa, che bramava il compagno. Perché sì, Stiles era il compagno di Derek. Questo significava che sarebbero stati legati per tutta la vita.

 

Lo aveva capito la prima volta che l'aveva baciato. E ne aveva avuta la conferma quando, in macchina con lui, non voleva che baciarlo, ancora e ancora.

 

Ma la parte umana aveva contrastato e combattuto la parte animale. Perché certo, il compagno veniva scelto dall’istinto del lupo, ma tutto il lavoro lo doveva fare l'umano: raccogliere il coraggio e affrontare l'intera situazione. Eventuali rifiuti erano, purtroppo, compresi nel pacchetto. E Derek non voleva soffrire, non ancora.

 

Fino a quando non aveva capito che avrebbe sofferto di più senza Stiles.

 

 

 

"Papà! Sono a casa." Non ricevette nessuna risposta e, come sempre in quelle circostanze, raggiunse il telefono e fece partire la segreteria. Come pensava, c'era un messaggio di suo padre.

 

<<Ehi Stiles, sono papà. Sono dovuto rimanere in centrale per coprire il turno di Helen, lei è dovuta tornare a casa perché Matt è malato. Se hai tempo passa a trovarlo, sai che quel ragazzino ti adora e gli farebbe piacere una tua visita. Ci vediamo domattina. Ciao, ti voglio bene.>>

 

Stiles sorrise e sospirò di sollievo, non era niente di grave, almeno per suo padre. Sistemò la giacca nell'armadio e si trascinò al piano superiore, promettendosi di andare a trovare Matt il giorno seguente e decidendo di ordinare una pizza per cena e passare la serata in solitudine.

 

Doveva finire di studiare davvero, come aveva detto a Isaac e a Scott, ma in quel momento l'unica cosa che voleva fare era buttarsi sul letto e non fare niente. Entrò in stanza e, abbandonando le scarpe ai piedi del letto, ci salì sopra e affondò il viso nel cuscino.

 

Stiles...

 

Si sentì chiamare, ma essendo in dormiveglia, credette di star sognando.

 

Stiles...

 

La voce continuava a sussurrare il suo nome. 'Chi diavolo è che mi chiama?'

 

"Stiles!" saltò per aria non appena si accorse che qualcuno lo stava chiamando per davvero.

 

"Ma che cazzo...?" si voltò verso la persona che aveva parlato. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, anche in mezzo a un folla urlante. La sagoma uscì dalla penombra e si rivelò in tutto il suo splendore.

 

"Derek?!" si sedette dritto sul letto e fece segno all'ospite di accomodarsi sulla sedia della scrivania. Gentilezza che venne ovviamente ignorata. "Vedo che le brutte abitudini sono dure a morire... E come era l'altro detto? Ah sì, il lupo perde il pelo ma non il vizio..." disse riferendosi allo spavento appena preso. "Che ci fai qui?" chiese per riempire il silenzio imbarazzante che si era appena creato tra di loro.

 

"Sono venuto per parlare..."

 

 

 

"Oh, questa sì che è una novità..." commentò sarcastico Stiles. Si sistemò sul letto e invitò ancora Derek ad approfittare della sedia libera. Questa volta lo ascoltò, ma invece di sedersi sulla sedia, si mise di fronte al ragazzo.

 

'Il fatto che sia arrossito e che il suo cuore abbia cominciato a battere forte è un buon segno, vero? Ugh, diamine, non sono mai stato bravo in queste cose!'

 

Convincendosi di ciò, guardo negli occhi Stiles e si schiarì la gola. "Questa per me non è una cosa facile, ma ho bisogno di dirtelo. Gli prese gentilmente le mani e se le portò al cuore. “Lo senti? Questo è solo colpa tua, stupido ragazzino” non lo disse con cattiveria, anzi, ci mise molta dolcezza e affetto: si riferiva al suo battito accelerato. “Ora senti.” Portò una mano del ragazzo sul suo cuore umano. “Lo senti?” ripeté per l'ennesima volta. “Battono con lo stesso identico ritmo.”

 

Stiles lo guardò confuso, alternando occhiate alle loro mani, che si toccavano, e ai loro petti, all'altezza del cuore. "Perché? Che ho fatto?" chiese lentamente, quasi sussurrando.

 

"Tu? Niente" lasciò le sue mani, abbastanza contrario. "È stato qualcosa qui dentro" si indicò il cuore.

 

"Non credo di capire."

 

Stiles mormorò quelle parole, alle quali Derek rispose alzando un sopracciglio.

 

"Okay, forse è anche un modo per farti parlare, stupido sourwolf" rise leggermente, accorgendosi di aver usato lo stesso insulto.

 

Derek sospirò e alzò gli occhi al cielo; Stiles sorrise e scosse la testa. Poi gli fece un piccolo cenno, incitandolo a parlare.

 

"E va bene...!" sorrise a sua volta, arrendendosi, e si permise di avvicinarsi al ragazzo. “La questione è questa: mi sono innamorato di te. Hai fatto perdere la testa, a me e al lupo che è in me. Ci siamo accorti, prima lui di me, che sei tu la persona giusta per noi. Sei tu il nostro compagno. Il mio compagno.”

 

Nel sentire questo, il legame che prima Derek gli aveva fatto solo leggermente percepire ora Stiles lo avvertiva distintamente. Nel suo torace ora battevano due cuori all'unisono, e non più uno solo. Li distingueva chiaramente e la melodia che creavano era semplicemente perfetta, perfetta per loro.

 

Il ragazzo portò le proprie mani sul petto e abbassò lo sguardo, osservandole. Spalancò gli occhi per lo stupore e si emozionò.

 

Rialzò lo sguardo verso il lupo e lui annuì, capendo che gli stava silenziosamente chiedendo se anche a lui stesse succedendo la stessa cosa, poi si aprirono entrambi in un sorriso timido e un po' impacciato.

 

"Quindi..." cominciò Derek, scoprendosi timoroso come poche altre volte nella sua vita, "... a-anche tu p-provi lo stesso?”

 

"Il grande Derek Hale che balbetta? Ed è tutto merito mio?" disse con una punta di scherno Stiles.

 

"Stiles..." lo sguardo intimidatorio e allo stesso tempo famelico fece smettere il ragazzo di ridacchiare, che spalancò gli occhi.

 

"Uuuh, che paura...!" fece finta e si portò le mani davanti agli occhi per nascondersi mentre continuava a ridere sotto i baffi. Sentì Derek avvicinarsi e, con gentilezza, prendergli i polsi e spostarli dal proprio viso. Lo guardò con curiosità e poi capì cosa stava per fare: voleva baciarlo. E Stiles non si sarebbe di certo tirato indietro.

 

Quel bacio fu il più dolce e il più intenso che si scambiarono. Le sensazioni delle prime due volte furono amplificate e i loro petti stavano per esplodere per l'emozione. Derek sfiorò con la lingua il labbro inferiore di Stiles, chiedendo delicatamente un silenzioso permesso. E l'umano acconsentì, aprendo la bocca e, per stare più comodi, si sdraiò sul letto, trascinando sopra di sé il lupo.

 

Si baciarono senza smettere di accarezzarsi, mordersi e leccarsi. Si sentivano in paradiso e non avrebbero mai voluto smettere. Ma avevano decisamente bisogno di respirare.

 

Derek lasciò un ultimo bacio sulle labbra del ragazzo e si spostò da sopra il suo corpo, mettendosi a fianco a lui.

 

"Wow." riuscì a dire Stiles dopo vari minuti di silenzio.

 

"Se sei così silenzioso dopo che ti ho baciato, credo che lo farò più spesso" ridacchiò l'alpha.

 

"Se sei così simpatico, forse potrei anche accettare la tua proposta..." gli fece il verso il ragazzo.

 

"La mia non era una proposta..." lo guardò serio Derek.

 

Stiles spalancò gli occhi e lo squadrò, cercando un qualche segno di ironia, ma non ne trovò. "E allora cos'era?" chiese facendo vagare lo sguardo su tutto il suo viso, avvicinandosi impercettibilmente.

 

Il lupo ovviamente se ne accorse e si avvicinò a sua volta, trovandosi a pochi centimetri, con i respiri mescolati, gli occhi che si cercavano, che si scioglievano gli uni dentro gli altri.

 

Stiles riconobbe nello sguardo dell'altro la stessa quantità di emozioni che aveva intravisto in Isaac e Scott quello stesso pomeriggio.

 

E capirlo non poté che renderlo felice come mai era stato.

 

Felicità che fu rimpiazzata subito con dispiacere e pentimento, quando si ricordò che si sarebbe potuto risparmiare una settimana di tristezza e lontananza dai suoi amici e dal suo sourwolf solo perché era stato troppo testardo e cocciuto.

 

"D-Derek io volevo scusarmi per..."

 

“No, Stiles. Non osare nemmeno scusarti per questa cosa.” lo rimbeccò deciso, capendo tutto. “Certo, vorrei una spiegazione riguardo a perché tu non abbia voluto ascoltarmi, ma è comunque colpa mia se non ci siamo chiariti prima.” gli portò una mano sotto il mento e gli fece alzare il viso, per potersi guardare negli occhi.

 

“Avevo paura” rispose e arrossì, non potendo nemmeno distogliere lo sguardo.

 

“Stiles Stilinski che ha paura? Questa sì che mi è nuova!” ridacchiò Derek per smorzare un po’ la tensione.

 

L’adolescente lo colpì affettuosamente sul petto. “Ehi, ho anche io le mie debolezze.” Fece una piccola pausa. “E tu sei una di queste.”

 

Il lupo lo guardò, sorpreso per quella confessione a cuore aperto. Dopo due anni che conosceva Stiles, aveva capito che il ragazzo non era abituato ad aprirsi. Parlava tanto, quello era vero, ma mai per dire cose troppo personali.

 

Fece l’unica cosa che si sentì capace di fare e lo baciò. Dolcemente, senza fretta, facendo mescolare i loro sapori e le loro emozioni, le loro essenze.

 

Nessuno dei due si era mai sentito così bene con il mondo e con loro stessi, tra di loro, nella loro intimità e ai propri occhi.

 

“Rimani qui a dormire, stanotte?” chiese quasi timidamente il più giovane. Quando poi guardò Derek, con quegli occhioni, quasi supplicanti, l’altro non poté che cedere alla sua richiesta.

 

 

 

 

 

 

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NOTE DELL’AUTORE
Buonaseeeeera a tutti! Non so come, ma anche questa settimana sono puntuale, nonostante gli esami e tutto lo studio universitario xD

Comuuuuuuuunque era ora, che ne dite! Finalmente questi due testoni ce l’hanno fatta! ALLELUIA :D

La scena tra Scott e Isaac è tipo adnbjsdhf e se vi piace e siete interessati, potrei anche scrivere un “missing moment” tra loro due… Se potrebbe piacervi, fatemelo sapere e mi metterò al lavoro!

Per il resto, mi dispiace un po’ non aver potuto dare più spazio anche agli altri personaggi, ma essendo una mini-long, non volevo poi ampliare troppo la storia perdendo di vista l’obiettivo principale. Potrei forse pensarci, se mi verrà una qualche idea. Anche se a essere sincera, avrei in mente un seguito per questa storia, che sarebbe una long. Quiiiiindi potrei riuscire a parlare di un po’ tutti, però devo vedere se trovo tempo. Può darsi che riesca a tirarla fuori in un mese, come anche sei mesi. Sono un po’ imprevedibile ahah
Siamo al penultimo capitolo, spero che anche questo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere come al solito se c’era qualcosa che non andava o se invece era carino così :D
Davvero, sono grata a ciascuno di voi che mi abbia lasciato un commento, che l’abbia messa tra le seguite/preferite e ricordate. Significate tantissimo per me! GRAZIE

 

~Chiara


NUOVA RUBRICA: LE PERLE DELLA BETA

B: Sì però Scott e Isaac non è che siano stati molto di aiuto…

Io: Senti, avevano il loro da fare ahah
     e sinceramente Stiles ha solo bisogno di tempo, come anche Derek.

B: In parole povere la scena è tipo…

Io: (metti ansia anche ai miei personaggi ahahahahah)

B: *Scisaac che slinguazzano*

     Stiles: Ciao Scott, scusa ma sai faccio come se fossi a cas... D=

     Scisaac: Ciao Stiles, perché ti spaventi?

     Stiles: D= -> *-*

     Stiles: Comunque Derek mi ha baciato.

     Scott: COSA!?

     Isaac: Scottie caro, non pensarci, torna a fare quello che stavi facendo

     Stiles: Sì va beh ho capito, me ne vado.

 

 

B: "Hai fatto perdere la testa, a me e al mio lupo." Fa anche un po' Gollum, che parli di "noi"… (La frase è stata poi cambiata in fase di betatura, ecco perché non vi sembrerà familiare. Questa è la versione originale.)

   
 
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