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Autore: nannie    17/12/2013    1 recensioni
La stanza è in penombra.
E al buio si sta bene devo dire, la luce entra appena dalla finestra e rende tutto un po’ surreale, come lo siamo noi infondo.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'mille volte ancora. '
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A quei momenti che sento ancora sulla pelle.
 

L'amore che dai (ritorna).


La stanza è in penombra.
E al buio si sta bene devo dire, la luce entra appena dalla finestra e rende tutto un po’ surreale, come lo siamo noi infondo.
La sveglia del telefono strilla e la sua luce squarcia tutto, la spengo.
La spengo perché tu dormi beato accanto a me e ancora non è ora di interrompere i tuoi sogni, magari ci son io dentro e facciamo qualcosa di bello.
Ti guardo mentre sogni e mi tocca stare fuori, mi tocca solo indovinare.
La spengo e tu ti muovi appena, blocchi il respiro per poi ricominciare a sollevare il petto come se niente fosse, calmo. Inspiri, espiri e sembra così facile per te respirare mentre io il respiro lo ho mozzato, giace lì fermo a metà della mia trachea e non si muove.
Tu me lo mozzi il respiro anche ora che ti guardo mentre vado di là.   
Sei bello, ma bello vero.
Moro con i capelli sparati e scompigliati, i tatuaggi sul braccio che spunta dal lenzuolo bianco e fa contrasto.
Tutto fa contrasto in noi, da quando ci siamo conosciuti.
Fanno contrasto le tue parole dolci con le mie taglienti, le tue scarpe sempre allacciate e le mie con i lacci perennemente a penzoloni, le mie mani fredde –ma sei morta e non te ne sei accorta?- e le tue calde, la pelle che sembriamo ringo quando siamo abbracciati, la tua voce calma e la mia sempre alta di qualche ottava, tu delicato e calmo ed io isterica e sboccata.
Prima di mischiarmi a te, di far contrasto, ero un controsenso solitario.
Camminavo per i fatti miei e non m’importava aver un ragazzo affianco, ora invece m’importa solo che tu sia alla mia sinistra nel letto e tutto va bene.
Prima di te ero sempre me ma un po’ diversa, non m’hai cambiato ma hai solo smussato quegli angoli un po’ troppo appuntiti. Sono ancora come m’hai trovato.
Strana e un po’ persa, silenziosa ma con la parlantina e la risata rumorosa.
Tu particolare ma chiaro come l’acqua, riservato ma così sfacciato.
Ci siamo trovati che non avevamo bisogno di niente se non di capire che avevamo bisogno di noi.
Eccoci.
Eccoci qualche ora fa, soli in due che facciamo l’amore più forte che si può, che ci diciamo quanto ci amiamo senza usare le parole con sussurri sommessi negli occhi.
Ora hai un segno sul collo grande quanto una nocciola -son io che viaggio o sembra un cuore?-, io il mio cuore l’ho lasciato lì in te.
Solo ora mi rendo conto che ti amo, davvero prima non l’avevo capito bene.
Non guardavo tutto questo come va guardato.
Non guardavo noi picchiarci –io ti pizzico per gioco ma tu fai male cazzo Niamh!- e poi scambiarci baci lenti, non guardavo le risate unite e i gesti strani che nessuno capiva oltre a noi, le labbra che ti prendo a morsi e tu che me lo lascia fare nonostante –dannazione- ti faccio male, le bottiglie di birra sul parquet accanto al divano e il posacenere pieno di cicche di canna finite.
Ora invece ho iniziato a guardare tutto e a tenerlo però per me.
Mi tengo per me gli sguardi intensi, il fatto che quando fai –o almeno ci provi- l’incazzato sei ancora più bello, con gli occhi sempre grandi ma più scuri e il sorriso di sbieco che ti viene subito dopo. Quel sorriso così ampio e genuino che mi fa intorcinare le budella e mi rende stupida.
Perché guardami, ero così triste e sola ed ora invece, ora che ho accettato il peggio di te, l’ho accettato sapendo che saremmo stati un casino.
Ho accettato tutto perché tu sei così bello, tu ne vali la pena.
Sei quel tipo di bellezza che brucia, viva, forte e ruvida.
Bruci finché non mi consumi e non mi rendi così piena di te e di vita che mi sento esplodere.
Di notte ti stringo forte –e tu mi stringi ancora di più, dio solo sa quanto amo ciò- e col non fare niente, col semplice respiro senza sapere nulla di meccanica mi accendi l’anima e mi rendi strana.
Più di quel che già sono.
Tu, con la pelle scura la barba accennata e il sorriso di sbieco, i bracciali al polso (come me) e sempre pronto a darmi la tua sciarpa se ho freddo, hai dato un sapore nuovo alla mia vita. Mi hai fatto ricordare che la felicità è nelle piccole cose che io avevo smesso di guardare.
Ora vedo te che quando torno dall’università mi prepari il pranzo –anche se non riesco a mangiare tanto-, il caffè di mattina e il thè la sera, la copertina che mi metti mentre mi addormento sul divano, gli ultimi tiri di canna che mi lasci almeno mi rilasso –e stai più tranquilla che sei nevrotica-, i dount che mi porti quando torni dallo studio, e i film di Harry Potter che guardi per la millesima volta con me.
Tutto questo lo scrivo mentre dormi perché io a dirtele, guardandoti negli occhi, non ce la faccio. Perché i tuoi occhi sono troppo potenti e io ora troppo debole, ho abbassato le mie difese per te mentre prima ero tosta come il marmo –non ti scalfisce nulla-, ora è diverso e le cose che ti dico con gli occhi –i tuoi occhi parlano Niamh- sono solo una minima parte.
E tu continua a dormire, che io ho chiamato Liam e gli ho detto che a lezione non ci vai oggi, che oggi è per noi.
Perché anche se ci fa paura noi siamo qualcosa. Qualcosa di bello.
Ritorno a letto e tu ti svegli, apri appena gli occhi e mi sfiori con lo sguardo.
Brividi.
“cosa siamo?”
“non lo so..”
“come fai a non saperlo Zayn?”
“ho ancora sonno..non lo so semplice, dimmelo tu cosa siamo.”
“strani.”
“siamo strani?”
“non lo so.”
“cosa?”
“cosa siamo.”
“sai che ti dico?”
“no..”
che ti amo.”
Beh, rimango zitta confortata dal buio. Ora però te lo dico scrivo che ti amo anch’io.
Ti amo forte e questa nostra prima notte insieme, insieme nel senso senza rivestirsi e ritornare nella propria casa, è qualcosa di strano nuovo ma pazzesco.


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Questa oneshot fa parte della serie ''mille volte ancora'' sempre con Zayn e Niamh. 
Sta volta descrivo una scena che è accaduta realmente, che sento ancora sulla pelle per questo non ho molto da dire su ciò che ho scritto perché boh lo sento ancora vivo quindi nulla ahaha oltretutto posso aggiungere che è basata, o almeno prende il titolo da 'l'amore che dai (riotorna)' di raige, ascoltatela perché davvero è una canzone meravigliosa
Il banner è opera mia ed è semi-decente, sto imparando a farli e a riprendere mano con photoshop.
Spero vi piaccia e che magari vi strappi una recensione, sono sempre qui per i vostri pareri. 


 
tu non sai niente di meccanica però sai accendermi nell'anima e non dai peso al modo o alla forma, l'amore che dai ritorna un'altra volta.


Besos, nannie
   
 
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