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Autore: Associazione a Delinquere    17/12/2013    2 recensioni
Secondo appuntamento con "La Strana Coppia: pairing assurdi figli del connubio di due menti malate e l'imbarazzante inefficienza di Trenitalia".
Siore e Siori, ecco a voi una KakashiXKiba a cura di hebi chan!
"Kakashi si accorse immediatamente che le condizioni del ragazzo stavano peggiorando rapidamente e che sembrava essere preda di un attacco di panico in piena regola.
Senza starci troppo a pensare, strinse forte tra le braccia l’Inuzuka e cominciò ad accarezzargli la schiena nel tentativo di calmarlo.
«Kiba, ascoltami»
Cominciò a parlargli con voce dolce e decisa al tempo stesso.
«Va tutto bene. Non devi preoccuparti di nulla. Ora devi solo pensare a calmarti e a respirare»
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Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Kakashi Hatake, Kiba Inuzuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Da un po’ di giorni Akamaru sembrava non stare bene; non aveva voglia di correre, giocare o allenarsi, dormiva molto più del solito, ma soprattutto, cosa che indusse Kiba a portarlo immediatamente da Shizune per farlo visitare, non voleva mangiare.

Così, quel giovedì mattina l’Inuzuka si caricò in spalla il cane-ninja, operazione non esattamente semplice data la mole dell’animale, e si recò allo studio della segretaria di Tsunade.

Una volta giunto sul posto, si accorse di non essere solo, in sala d’attesa, infatti, c’era Kakashi-sensei.

Affidò Akamaru a Shizune, la quale lo invitò ad attendere in sala d’attesa durante la visita.

All’imposizione perentoria della veterinaria sbiancò, ma non riuscì a replicare vedendo il suo cipiglio scuro.

«Sta’ tranquillo Akamaru! Va’ tranquillo. Io rimango qui fuori, ok?»

Il cane gli rispose con un guaito e un’occhiata carica di tristezza. Per quei due separarsi non era mai stato semplice.

Fu nuovamente Shizune a decidere per loro, portando Akamaru all’interno del suo studio e chiudendo la porta.

Kiba si appoggiò al muro accanto alla porta dove era sparita la veterinaria, sconvolto e preoccupato.

Sentiva Akamaru guaire e a stento riusciva a reprimere l’istinto di non sfondare a calci l’uscio e andare a vedere come stava. L’incertezza lo stava logorando.

 

Fu Kakashi-sensei a rompere il pesante silenzio che era calato nella stanza. Per un motivo che non riusciva a spiegarsi sentiva la necessità di distrarre quel ragazzo, e riuscire a calmarlo magari.

«Anche Pakkun non è stato molto bene ultimamente. Probabilmente è soltanto una nuova influenza canina. Vedrai che non è niente»

Il ragazzo però non sembrava affatto più tranquillo, anzi, più tempo passava lontano dal cane, più sembrava agitato, finché non dovette sedersi.

«Inuzuka, ‘sta tranquillo. Vedrai che non è nulla»

Il ragazzo però aveva perso parte del suo colorito, e sembrava respirare a fatica.

 

Nella sua mente stava prendendo piede la paura, tanto da cancellare ogni altro pensiero e da impedirgli di pensare con razionalità.

Sentiva il cuore battere furioso nel petto e cominciava a faticare a prendere aria. In mente il solo, irrazionale pensiero che Akamaru potesse star davvero male.

Per lui il cane non era semplicemente una compagnia, né tantomeno un’arma. Era, prima di tutto, il suo migliore amico.

I suoi genitori avevano messo il cucciolo nella sua culla una settimana dopo la nascita di entrambi, e poi, semplicemente, non si erano più separati.

La sola idea di perderlo era inconcepibile e straziante, e lui non riusciva a non pensare che non si era mai ammalato prima e che quindi potesse essere qualcosa di grave.

Cominciò a boccheggiare in cerca d’aria, la testa gli girava e sentiva le mani formicolare.

 

Kakashi si accorse immediatamente che le condizioni del ragazzo stavano peggiorando rapidamente e che sembrava essere preda di un attacco di panico in piena regola.

Senza starci troppo a pensare, strinse forte tra le braccia l’Inuzuka e cominciò ad accarezzargli la schiena nel tentativo di calmarlo.

«Kiba, ascoltami»

Cominciò a parlargli con voce dolce e decisa al tempo stesso.

«Va tutto bene. Non devi preoccuparti di nulla. Ora devi solo pensare a calmarti e a respirare»

Il ragazzo non sembrava dare segni di averlo sentito, così il Jounin continuò.

«Kiba, concentrati sul suono della mia voce, ok? Non pensare ad altro, lascia fuori tutto il resto»

Kiba, che ancora respirava affannosamente, a quelle parole strizzò forte gli occhi, dando segno di averlo sentito, e della propria volontà di calmarsi.

«Ok, bravo. Ascoltami, Kiba. Ora concentrati sul mio respiro, e cerca di seguirlo»

Strinse più forte il ragazzo tremante che aveva tra le braccia, e accostò la propria guancia alla sua, sfiorandogli l’orecchio con la punta del naso, per permettergli di udire meglio il ritmo del proprio respiro.

«Lo senti, Kiba? Devi solo seguirmi. Respira lentamente»

 

La voce del Sensei era bassa, calma e rassicurante, e appena smise di parlare, Kiba riuscì a concentrarsi solo sul ritmo lento e cadenzato del suo respiro, cercando di sincronizzarci il proprio.

Avvertì il calore del soffio leggero del maestro vicino l’orecchio, le sue braccia stringerlo, accarezzandogli lievemente la schiena, e il suo profumo muschiato e dolce.

Un lieve movimento gli fece capire che Kakashi si stava avvicinando ancora di più, per permettergli di percepire facilmente il lento alzarsi e abbassarsi del proprio petto, in modo da rilassarlo ulteriormente.

Nel momento in cui tornò a respirare normalmente, Kiba avvertì il panico trasformarsi in preoccupazione razionale e dolorosa e, anche a causa di tutta la tensione accumulata, non riuscì a trattenere le lacrime, che cominciarono a bagnare il proprio viso e la maglia del Jounin.

«Shh. Va tutto bene, Kiba, va tutto bene»

Il ragazzo, per quanto avrebbe voluto, non riusciva a calmarsi e cominciò ad avvampare pensando alla situazione imbarazzante in cui si era cacciato: stava frignando come una ragazzine tra le braccia di Kakashi-sensei, per la miseria!

Poi, però, pensò anche che, fanculo!, Akamaru stava male e lui non era mai stato così preoccupato in vita sua! Oltretutto era così bello starsene tra quelle braccia, così rassicurante.

Il cuore cominciò a battergli più forte a quel pensiero, ma non se ne curò. Si rilassò maggiormente in quell’abbraccio caldissimo, posando la fronte sul petto ampio del Sensei, e andando ad abbracciargli la vita

 

Kakashi, sorpreso da quel gesto, sentendo il ragazzo rilassarsi, strinse più forte la presa sulle sue spalle e gli posò un bacio leggerissimo tra i capelli soffici e profumati.

Aveva sempre pensato a Inuzuka come un ragazzo un po’ scemo e un ninja mediamente abile, ma non gli aveva mai riservato una particolare considerazione.

Invece, ora che lo aveva tra le braccia, indifeso e tremante, non riusciva a smettere di pensare a quanto in realtà fosse simile a l’uomo che era diventato: per quanto non lo desse a vedere, l’idea di perdere un’altra delle persone che amava e di cui era responsabile lo distruggeva, al solo pensiero si sentiva vulnerabile e questo lo atterriva. La sola partenza di Sasuke era stata per lui come una pugnalata fisica.

Facendo una lieve pressione sulle sue spalle, allontanò appena il ragazzo da sé, e si ritrovò a specchiarsi nei suoi occhi ferini, ora gonfi e rossi per il pianto e offuscati dall’angoscia.

«Va meglio?» non aveva cambiato il tono di voce, lasciando quello calmo e caldo di quando cercava di calmarlo.

 

Kiba sentì le guance andare a fuoco per l’imbarazzo, per poi cercare di rispondere.

«Sì, Ka… Kakashi-sensei… mi scusi… io…» riuscì a biascicare, tirando appena su col naso.

«Ehi, ehi, shhh. Non c’è bisogno che ti scusi. È normale che ti sia preoccupato» rispose quello con voce dolce e gentile, accennando un lieve sorriso da sotto la maschera.

«Ora pensa a rilassarti, ok? Shizune sarà qui a momenti»

Kiba guardò il Sensei con occhi pieni di gratitudine, soprattutto perché nonostante la situazione stava facendo di tutto per farlo sentire a proprio agio.

 

Kakashi posò lieve i palmi sul volto del ragazzo, e con i pollici gli asciugò delicatamente le lacrime che ancora gli bagnavano le guance.

Vide Kiba socchiudere gli occhi, appagato da quei gesti, il volto finalmente decontratto e rilassato, e si scopri a trovarlo… bello. Bello con i segni rossi del suo clan ad adornargli le guance, che, se di solito gli davano un’aria selvaggia, in quel momento, con quell’espressione serena e malinconica insieme, e le scie delle lacrime che, seccandosi, erano ancora visibili sul suo viso, lo facevano sembrare quasi un bambino. Bello con quei canini così sporgenti. Bello con i capelli costantemente spettinati ma così… morbidi. Bello con gli occhi dalle pupille feline, di solito svegli e brillanti, ora dolcissimi.

Si stupì, scoprendo quanti dettagli di lui inspiegabilmente conosceva, e non riuscì a reprimere l’istinto di avvicinarsi a lui e baciargli lieve una guancia, la bocca ancora coperta dalla maschera.

Chiusi gli occhi continuando a posare soffici baci sul volto del ragazzo; uno sulla punta del naso, una sulla fronte, uno sulla mascella squadrata.

Ricercando più contatto, si abbassò piano la maschera, per baciargli le palpebre, asciugando con le labbra le ciglia umide.

 

Kiba sentì il cuore battergli impazzito nel petto, quando avvertì le labbra nude del Sensei posarsi morbide e calde prima su un occhio e poi sull’altro, portandosi via le lacrime.

Si allontanò un poco per poter osservare quel viso sconosciuto.

Kakashi era così… bello.

Gli zigomi alti e fieri, ma non troppo pronunciati. La linea della mascella definita e armoniosa. Il naso piccolo e dritto. Le sue labbra erano chiare e sottili, ma perfettamente definite, e Kiba sapeva per certo che fossero estremamente morbide.

Gli venne voglia di conoscerne anche il sapore, e, poiché era solito seguire l’istinto, si sporse verso il Jounin catturando le sue labbra con le proprie in un bacio esitante. Erano... dolci, le sue labbra.

 

Kakashi spalancò gli occhi sorpreso, quando il ragazzo gli baciò la bocca, scoprendo di trovare quel contatto molto più piacevole di quanto si sarebbe aspettato.

Kiba sapeva di forza ed entusiasmo, ma anche delle lacrime che aveva versato fino a pochi minuti prima.

Delicatamente, gli baciò il labbro inferiore, prendendo il comando di quell’unione, rendendola meno esitante.

Continuò a lambire con le proprie labbra quelle del ragazzo, che rispondeva muovendo delicato le sue.

 

Si baciarono per un po’ senza approfondire il contatto, imparando a conoscersi l’un l’altro.  Le loro labbra che si sfioravano, per poi unirsi con più vigore, più impazienza, il suono dei loro respiri accordati, i loro profumi mischiati. Finché il Sensei passò a baciare l’angolo della bocca di Kiba, carezzando appena, finalmente, quel punto con la lingua.

 

Kiba avvertì la sensazione della punta della lingua del maestro che, umida e calda gli sfiorava le labbra, prima l’angolo tra i due, poi quello inferiore. Così, spazzando via ogni remora, le andò incontro con la propria, schiudendo le labbra.

 

Approfondirono il bacio con iniziale esitazione, facendo scontrare appena le loro lingue, permettendo all’altro di conoscere la propria bocca calda, finché non fu troppo forte il desiderio di sentirsi più vicini.

Kakashi portò una mano dietro la nuca dell’altro, passandola tra i suoi capelli, avvicinando maggiormente i loro visi, mentre con l’altra gli sollevò appena il mento, approfondendo maggiormente il contatto.

Kiba strinse più forte la presa sulla vita del Sensei, sollevandogli la maglia quel tanto da sentire sotto le dita il calore bruciante della sua pelle, continuando a baciarlo e a lasciarsi baciare.

 

Un rumore, dall’interno dello studio della veterinaria di Konoha li risvegliò da quella specie di trance, inducendoli ad allontanarsi.

Shizune riemerse dalla stanza con un grande sorriso sulle labbra, tirandosi dietro una brandina dove erano adagiati Akamaru e Pakkun, addormentati, ma salvi.

«È tutto apposto. Hanno contratto lo stesso bacillo, ma non c’è da preoccuparsi. Questa notte li devo tenere sotto osservazione per potergli somministrare le cure ad intervalli regolari, ma poi sarà tutto finito. Mi raccomando però, non avvicinatevi ancora e non svegliateli» aggiunse l’ultima parte in extremis, vedendo il più giovane muoversi d’istinto verso la brandina.

 

Kakashi vide il volto di Kiba prendere immediatamente colorito, illuminandosi, prima che si lasciasse andare ad una forte risata, liberatoria e bellissima.

Tirando su furtivamente la maschera prima di essere visto dall’assistente dell’Hokage, non si trattenne ed abbracciò forte il ragazzo, che dopo un attimo d’esitazione rispose con calore, continuando a ridere poggiandogli la fronte tra il collo e la spalla.

 

«Beh, io vado. Ci rivediamo domani mattina, dormite tranquilli» disse Shizune con un tono di voce piuttosto basso, sentendosi di troppo guardando quell’abbraccio che le sembrava così… intimo.

Si allontanò con discrezione, portando con sé i cani.

 

«Visto? Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene» disse Kakashi continuando a stingerlo.

«Io… sì. Grazie, Kakashi-sensei» gli rispose Kiba guardandolo con occhi colmi di gratitudine e gioia, il sorriso ancora sulle labbra.

«Beh, è ora di andare. Fatti una bella dormita e domani ci rivediamo qui»

Il Jounin sciolse l’abbraccio, allontanandosi dal ragazzo.

«Sensei, io-»

Ma Kiba non poté finire la frase perché le labbra di Kakashi si posarono veloci sulle sue, catturandole in un bacio pieno di necessità.

«Ci vediamo domani, Kiba. Cerca di riposare»

 

Kiba, guardando il sensei allontanarsi, riuscì a cogliere la strana inflessione che c’era in quel domani. L’esitazione per quel sentimento assurdo e assurdamente intenso che li aveva colti così all’improvviso, ma anche la voglia di darsi una possibilità, di non lasciarsi andare.

Si posò una mano sulle labbra, vedendolo sparire.

«A domani, Kakashi»

 

 

 

ndAAD.

Aaaaallora! Che dire?! Secondo appuntamento con le coppie del bussolotto di Associazione A Delinquere!

Questa volta io e la mia socia abbiamo immaginato insieme Kiba e Kakashi! Per chi se lo stesse chiedendo: sì, Trenitalia fa quest’effetto… non c’è alcun bisogno di spendere soldi in sostanze allucinogene di dubbia legalità…. ehm, dicevo. Kiba e Kakashi. Decisamente è stata una sfida! Ma arrivata alla fine mi ci sono quasi affezionata! Ahahah

Sarà che Kakashi è come il prezzemolo e sta bene ovunque?! Non saprei!

Ma la smetto di annoiarvi! Io e sesshy94 vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima settimana! E, mi raccomando, fateci sapere cosa ne pensate di queste coppie assurde! (insulti vari vanno benissimo)

Sayounara!

 

Ps. Perdonatemi la licenza di aver immaginato Shizune veterinaria… in fondo si occupa di Tonton, perché non farla occupare di tutto gli animali ninja?!

 

 

 

 

 

 

 

  
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